4. La Vita
Tommaso ("Masaccio") nacque a
San Giovanni in Altura (oggi San
Giovanni Valdarno) il 21 Dicembre
1401 da Giovanni di Mone Cassai di
professione notaio e da Monna
Jacopa di Martinozzo. Il nome di
battesimo deriva dal fatto che
Tommaso era il Santo festeggiato
in quel giorno. Il nome del casato
Cassai deriva dall’attività di
falegnami svolta dalla famiglia del
padre, falegnami mobilieri coloro
cioè che facevano casse "cassai".
Tommaso rimase orfano di padre a
soli 5 anni nel 1406. Nello stesso
anno a Tommaso nacque un
fratello a cui viene dato il nome
del padre morto Giovanni. Anche
Giovanni come Masaccio diventerà
pittore con il soprannome dello
Scheggia.
5. La madre si risposò a Tedesco
del maestro Feo vedovo
anch’egli e molto più anziano
di lei. Il patrigno, speziale
benestante, garantì comunque
a Masaccio ed alla sua famiglia
un’infanzia piuttosto agiata.
Tommaso trascorse l’infanzia e
la giovinezza a San Giovanni in
Altura. Il soprannome di
Masaccio gli deriva non tanto
perché Tommaso fosse una
persona viziosa o cattiva ma,
come ci spiega il Vasari nelle
Vite, per la grande
trascuratezza che egli aveva
per le cose del mondo e per sè
stesso forse perché fino da
giovanissimo attratto e preso
completamente per le cose
dell’arte.
6. Si trasferì con la famiglia a Firenze nel 1417, dove nel 1422 si
iscrisse come pittore all'arte dei medici e degli speziali. Dei
cinque anni intercorsi e della sua formazione pittorica non
abbiamo notizie certe: sono comunque estremamente probabili
sia l’apprendistato nella attivissima bottega di Bicci di Lorenzo,
che l’esecuzione di opere per il suo territorio d’origine, ricordate
genericamente dal Vasari. Il trittico di San Giovenale è
indubbiamente tra queste e rappresenta non solo un punto fermo
nell’ambito dell’attività giovanile dell’artista, ma anche un
caposaldo della pittura del primissimo Rinascimento.
7. Con il dipinto Sant'Anna
Metterza iniziò comunque una
collaborazione fra i due pittori.
La pala d'altare fu realizzata
per la chiesa di Sant'Ambrogio a
Firenze intorno al 1424-1425,
oggi si trova alla galleria degli
Uffizi. La critica attribuisce a
Masolino la figura di Sant'Anna
e di tutti gli angeli tranne forse
quello centrale in alto e quello
reggicortina di destra che sono
attribuito a Masaccio come la
Vergine e il Bambino.
In queste figure sono evidenti i
caratteri distintivi dell'arte di
Masaccio con il suo modo di
concepire le figure poste
saldamente in uno spazio reale
creato dalla volumetria delle
figure stesse.
8. L'affiatamento tra i due è
comunque grande, tanto che
vengono incaricati da Felice
Brancacci di affrescare la
cappella di famiglia nella
chiesa del Carmine a
Firenze. Gli affreschi, aventi
per soggetto Storie della
Vita di San Pietro al quale si
affiancano alcune Storie
della Genesi, vengono
realizzati a partire dal 1424;
i due pittori si distribuiscono
le scene da rappresentare in
modo che i due diversi modi
di dipingere non entrino in
contrasto tra loro.
9. Masolino abbandona i lavori
nel 1425 a quel tempo erano
già completate la volta,
affrescata con i simboli degli
evangelisti, le pareti di fondo
con il Pentimento di San
Pietro, Pasce agnos, pasce
oves meas, le lunette a destra
e a sinistra con la Chiamata e
il Naufragio. Queste parti
purtroppo però sono andate
perdute durante un incendio
sviluppatosi nella chiesa nel
1771, ancora era completato
il registro decorativo
superiore con i Progenitori nel
paradiso terrestre e la
Tentazione, la Guarigione
dello zoppo e la Resurrezione
di Tabia di Masolino e il
Battesimo dei neofiti di
Masaccio.
10. Ancora nel registro superiore
abbiamo la Predica di San
Pietro di Masolino e il Tributo
e la Cacciata di Adamo ed
Eva dal Paradiso terrestre di
Masaccio. Quindi dal 1425
Masaccio continua da solo la
decorazione del registro
inferiore dove dipinge San
Pietro risana con l'ombra, la
Distribuzione dei beni e la
morte di Anania e una parte
della Resurrezione del figlio
di Teofilo e San Pietro in
cattedra che finirà verso la
fine del 1426 quando
abbandona anche lui i lavori
che saranno completati più
tardi da Filippino Lippi.
11. Nello stesso periodo gli fu
commissionato dal notaio Giuliano
di Colino degli Scarsi un polittico
per l'altare della cappella di
famiglia nella chiesa del Carmine
a Pisa. L'opera si compone di 25
pannelli oggi smembrati e sparsi
in vari musei. Tra questi abbiamo
il pannello centrale che
rappresenta la Madonna in trono
con Bambino e quattro angeli,
oggi alla National Gallery di
Londra, nella quale, come per la
pala di Sant'Anna Metterza, la
definizione volumetrica dei
personaggi e il chiaroscuro dei
panneggi, definisce lo spazio in
modo realistico; il bambino è
rappresentato nell'atto di
mangiare un acino d'uva
immettendo la raffigurazione
sacra nella realtà, cosa
impensabile per un pittore suo
precedente.
12. Fa parte del polittico la
Crocifissione, che oggi si trova
al museo Nazionale di
Capodimonte di Napoli, anche
in questo caso il fatto sacro
viene rappresentato con intento
realistico, basti guardare il
capo del Cristo incassato nelle
spalle a rappresentare
l'abbandono della morte;
inoltre se pur è presente il
fondo in oro, cosa che chiude
ogni possibilità di
rappresentazione spaziale, qui
l'illusione della profondità è
ben rappresentata per esempio
dalla Maddalena in primo piano,
della quale Masaccio riesce a
far intuire il dolore anche se
viene rappresentata di spalle.
13. L'ultima opera da lui
realizzata fu la Trinità per la
basilica di Santa Maria Novella
a Firenze. La scena avviene su
tre piani distinti: in basso il
sarcofago con lo scheletro
adagiato sopra che
simboleggia la transitorietà
delle cose terrene, poi un
secondo piano con le figure
dei committenti inginocchiate
e all'interno della complessa
struttura architettonica della
cappella, in terzo piano, ci
sono la Vergine e San Giovanni
e il Cristo sulla Croce sorretto
dal Creatore.
Masaccio morirà
prematuramente a Roma alla
fine del 1428 a soli 27 anni, la
leggenda dice fu avvelenato
da un suo rivale.
14. Le Opere
Trittico di S.Giovenale
S. Anna Metterza
Cappella Brancacci
Polittico di Pisa
La Trinità
Altre Opere
15. Il Trittico di S.Giovenale
Scoperto nel 1961 da Luciano Berti, questo polittico, conservato nella
chiesetta di campagna di San Giovenale a Cascia di Reggello, è da
considerarsi l'opera più antica di Masaccio.
16. Se nella composizione tradisce
una certa convenzionalità che
lo avvicina ai numerosi
polittici dell'epoca,
nell'impianto spaziale del
pannello centrale si nota
l'avvio di un percorso
autonomo, incentrato sulla
ricerca di una più consapevole
distribuzione dei volumi; per
questo si ritiene che il
riquadro centrale sia stato
eseguito per ultimo, tradendo
una riflessione più matura
sull'esperienza di Giotto,
rispetto ai pannelli laterali,
dalla linea più sinuosa e
dall'effetto più "piatto". A
sinistra della Maestà sono
raffigurati i santi Bartolomeo
e Biagio, nel pannello di
destra sono i santi Giovenale
e Antonio abate.
17. Analisi del Trittico
tempera su tavola;
misure: 88 x 44 (laterali),108 x 65 (parte centrale)
Cascia di Reggello (Firenze), San Pietro
25. Sant’Anna Metterza
Ritenuta fino al nostro secolo opera
del solo Masaccio, la tavola è oggi
concordemente ascrivibile alla
collaborazione fra il pittore e
Masolino, anche se pure in questo
caso non esiste una
documentazione sufficiente. A
Roberto Longhi si deve
l’assegnazione delle figure alla
mano dell’uno o dell’altro pittore:
a Masaccio spetterebbero la
Madonna col Bambino e l’angelo
reggicortina di destra, con un forte
accento sul valore spaziale che
discende da Giotto, mentre
Masolino avrebbe eseguito la
Sant’Anna e gli altri quattro angeli.
32. Cappella Brancacci
Nella Chiesa di Santa Maria
del Carmine si conserva una
delle più alte testimonianze
della pittura di tutti i tempi:
gli affreschi della Cappella
Brancacci eseguiti da Masolino
e Masaccio e completati, dopo
la morte di quest’ultimo, da
Filippino Lippi. Il recente
impegnativo restauro ha
messo in luce l’unitarietà del
grande ciclo decorativo, che
fu concepito ed eseguito dai
primi due artisti in stretta
collaborazione.
33. Attraverso le dodici scene
con il Peccato Originale e
le Storie della vita di San
Pietro si illustra la storia
della salvezza realizzata
dalla Chiesa attraverso
Pietro. Accanto alla
elevata qualità pittorica
dell’opera di Masolino, gli
affreschi rivelano tutta la
grandezza di Masaccio nel
rigore prospettico delle
scene e nella potenza
volumetrica delle figure:
celebri fra tutti la
drammatica Cacciata dal
Paradiso e l’episodio del
Pagamento del tributo.
35. La Parte Sinistra
Sono di Masaccio:
• La Cacciata di Adamo ed
Eva, in alto a sinistra;
• Il Tributo, in alto al centro;
• Il figlio di Teofilo e San
Pietro in trono, in basso al
centro;
• San Pietro sana con la sua
ombra, in basso a destra.
È infine di Masolino “la
Resurrezione di Tabita”,
in alto a destra.
36. Questa è l’opera più
celebrata del
Masaccio: la Cacciata
di Adamo ed Eva dal
Paradiso terrestre.
Da notare che le zone pubiche
dei due personaggi sono frutto
di recenti restauri, dopo che,
nelle epoche precedenti,
erano stati disegnati dei
rametti con foglie per coprirli.
cLicca qui per Vedere
L’Opera prima deL restaurO
58. La Parte Destra
Su questa facciata sono presenti:
• Il Battesimo dei Neofiti, in
alto a sinistra;
• Pietro distribuisce l’elemosina
e la morte di Anania, in basso
a sinistra;
• La tentazione.
Due affreschi non sono di
Masaccio, ma di Masolino:
• la Guarigione dello zoppo, in
alto al centro;
• La Morte di San Pietro, in
basso al centro.
63. Il Polittico di Pisa
Nel 1426 Masaccio riceve una importante commissione
da ser Giuliano di Colino degli Scarsi di San Giusto: una
pala d’altare per la cappella della chiesa di Santa Maria
del Carmine a Pisa. Il polittico, pur nella struttura
classica a scomparti e nel fondo oro, ci dà la misura
della vera rivoluzione apportata da Masaccio nella
pittura fiorentina: l’uso già sapiente e programmatico
della prospettiva con la "Madonna in trono"; il forte
rilievo plastico delle figure, modellate dalla luce
studiata nella sua reale incidenza con la caratteristica
linea rossa che contorna le figure come era uso fare
Donatello nei suoi dipinti (scene della pradella disperse
in diversi musei); l’interpretazione profondamente
umana e drammatica del fatto sacro nella cimasa con la
"Crocefissione".
64. Ma questo polittico avrà
vita travagliata:
rimangono, oggi, una
decina di pannelli sparsi
tra i Musei di Londra,
Napoli e Berlino ed una
sua ipotetica
ricomposizione sarebbe
problematica per la
mancanza di diversi
pannelli laterali
65. Il Polittico di Pisa è stato smembrato in più parti, di cui:
- Madonna in trono col Bambino e quattro angeli,
al Londra National Gallery
- Crocifissione a Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di
Capodimonte
- 4 pannelli con Sant’Agostino, San Girolamo, due Santi
Carmelitani a Berlino, Staatliche Museen
- 2 pannelli con San Paolo e Sant’Andrea a Berlino,
Staatliche Museen
- Martirio di San Pietro e San Giovanni Battista a
Berlino, Staatliche Museen
- Adorazione dei Magi a Berlino, Staatliche Museen
- Storie di San Giuliano e di San Nicola a Berlino,
Staatliche Museen
66. Questa è la Madonna
in trono con bambino,
originariamente posta
al centro del polittico.
È conservata alla
National Gallery di
Londra
69. Quelli nella
diapositiva
precedente sono
San Girolamo,
Sant’Agostino e due
santi carmelitani,
mentre questi sono
San Paolo e
Sant’Andrea.
Tutte queste opere
sono conservate al
Staatliche Museen di
Berlino
70. La predella che raffigura il martirio di Pietro e San
Giovanni Battista, conservata anch’essa al Staatliche
Museen di Berlino
74. Nel particolare le storie di San Giuliano e di San
Nicola, conservate al Staatliche Museen di Berlino
75. La Trinità
La Trinità fu dipinta da Masaccio,
probabilmente nell'anno 1424,
sulla parete della terza campata
nella navata sinistra della chiesa
di Santa Maria Novella in Firenze,
dove oggi, alla fine di diverse
vicende, si trova. L'opera si pone
sicuramente come uno dei
capisaldi dell'arte occidentale,
uno dei massimi emblemi della
cultura umanistica e, con buona
certezza, la pittura su muro che
più mostra i segni della ricerca
prospettica al limite
dell'esasperazione.
85. Questo è Dio; si noti la colomba vicino al collo (Spirito Santo)
86. Le altre opere
Ritratto di Giovane
Queste non sono Madonna con Bambino
le uniche altre
opere, ma sono
sicuramente le
principali tra esse Autoritratto
San Girolamo e San
Giovanni Battista
87. Considerata autografa, anche se vi
sono ancora dei dubbi, questa tavola
risponde al nuovo gusto per il ritratto,
inauguratosi all'epoca sulla scia di
un'altra opera di Masaccio, oggi
perduta, la Sagra, dipinta in una
lunetta del primo chiostro del Carmine
(rifatto fra il 1597 e il 1614), in cui era
rappresentata la consacrazione della
chiesa nel 1422 al cospetto dei nobili
fiorentini, evento al quale forse lo
stesso pittore partecipò. La
documentazione puntuale della
cerimonia e delle presenze, secondo
quanto riportato dalle fonti e da
Vasari in particolare, dovette avere
una gran fortuna all'epoca, stimolando
l'interesse per i soggetti
contemporanei, fra cui il ritratto delle
personalità del tempo.
Tempera su tavola; 41 x 30
Boston, Isabella Stewart Gardner Museum