Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Il Bene comune
1. Il Bene Comune
Incontri di Formazione Politica
05/05/2012
2. Definizione del Concilio Vaticano II
“L'insieme di quelle condizioni della vita sociale che
permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di
raggiungere la propria perfezione più pienamente e più
speditamente (Gaudium et Spes)”.
Definizione dal CDSC (164)
“Il bene comune non consiste nella semplice somma
dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo
sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane
comune, perché indivisibile e perché soltanto
insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e
custodirlo, anche in vista del futuro”.
3. Comunità e Bene Comune
391 Una comunità è solidamente fondata quando tende
alla promozione integrale della persona e del bene
comune (…).
La convivenza diventa tanto
più umana quanto più è
caratterizzata dallo sforzo
verso una più matura
consapevolezza dell'ideale
verso cui essa deve tendere,
che è la «civiltà
dell'Amore».795 (…)
4. Comunità e Convivenza Politica
392 Il precetto evangelico della carità illumina i cristiani sul
significato più profondo della convivenza politica. Per
renderla veramente umana, «non c'è niente di meglio che
favorire il senso interiore della giustizia e benevolenza e del
servizio al bene comune, e corroborare le convinzioni
fondamentali sulla vera natura della comunità politica e sul
fine, sul legittimo esercizio e sui limiti dell'autorità
pubblica».798
5. Lo Stato e il Bene Comune
168 La responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre
che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è
la ragion d'essere dell'autorità politica.355 (…) L'uomo singolo, la
famiglia, i corpi intermedi non sono in grado di pervenire da se
stessi al loro pieno sviluppo; da ciò deriva la necessità di
istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere accessibili
alle persone i beni necessari per condurre una vita veramente
umana.
Il fine della vita sociale è il bene comune storicamente
realizzabile.357
6. La Pubblica Amministrazione
412 La pubblica amministrazione, a qualsiasi livello, quale
strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire i
cittadini: « Posto al servizio dei cittadini, lo Stato è il gestore
del bene del popolo, che deve amministrare in vista del bene
comune ».844 Contrasta con questa prospettiva l'eccesso di
burocratizzazione (…).
Il ruolo di chi lavora nella pubblica
amministrazione non va concepito
come qualcosa di impersonale e di
burocratico, bensì come un aiuto
premuroso per i cittadini, esercitato
con spirito di servizio.
7. La Rappresentanza Politica
409 Nel loro campo specifico, gli eletti devono impegnarsi nella
ricerca e nell'attuazione di ciò che può giovare al buon andamento
della convivenza civile nel suo complesso.841
(…) I governanti non dipendono esclusivamente da interessi di
parte, ma in misura molto maggiore dalla funzione di sintesi e di
mediazione in vista del bene comune, che costituisce una delle
finalità essenziali e irrinunciabili dell'autorità politica.
410 Coloro che hanno responsabilità
politiche non devono dimenticare o
sottovalutare la dimensione morale della
rappresentanza, che consiste
nell'impegno di condividere le sorti del
popolo e nel cercare la soluzione dei
problemi sociali.
8. I Partiti
413 I partiti politici hanno il compito di favorire una
partecipazione diffusa e l'accesso di tutti a pubbliche
responsabilità.
I partiti sono chiamati ad interpretare le aspirazioni della
società civile orientandole al bene comune,846 offrendo ai
cittadini la possibilità effettiva di concorrere alla
formazione delle scelte politiche.
I partiti devono essere
democratici al loro
interno, capaci di
sintesi politica e di
progettualità.
9. Il Servizio alla Politica dei Fedeli
Laici
565 Per i fedeli laici l'impegno politico è un'espressione qualificata
ed esigente dell'impegno cristiano al servizio degli altri.1183 Tutti i
credenti (…) che hanno compiti diretti e istituzionali nella gestione
delle complesse problematiche della cosa pubblica ne dovranno
specialmente tener conto.
571 L'impegno politico dei cattolici è spesso
messo in relazione alla «laicità», ossia la
distinzione tra la sfera politica e quella
religiosa.1194
«La “laicità”, infatti, indica in primo luogo
l'atteggiamento di chi rispetta le verità che
scaturiscono dalla conoscenza naturale
sull'uomo che vive in società, anche se tali
verità siano nello stesso tempo insegnate
da una religione specifica, poiché la verità
è una».119630
10. La Proprietà Privata e il Bene
181 Comune
Dalla proprietà deriva al soggetto possessore, sia esso il
singolo oppure una comunità, una serie di obiettivi vantaggi:
condizioni di vita migliori, sicurezza per il futuro, più ampie
opportunità di scelta. Dalla proprietà, d'altro canto, può
provenire anche una serie di promesse illusorie e tentatrici.
L'uomo o la società che giungono al punto
di assolutizzarne il ruolo finiscono per fare
l'esperienza della più radicale schiavitù.
Solo riconoscendone la dipendenza da Dio
Creatore e finalizzandoli
conseguentemente al bene comune, è
possibile conferire ai beni materiali la
funzione di strumenti utili alla crescita
degli uomini e dei popoli.
11. Il Principio di Sussidiarietà
187 (…) All'attuazione del principio di sussidiarietà
corrispondono: il rispetto e la promozione effettiva del primato
della persona e della famiglia; (…) l'incoraggiamento offerto
all'iniziativa privata, in modo tale che ogni organismo sociale
rimanga a servizio, con le proprie peculiarità, del bene comune;
(…) l'equilibrio tra la sfera pubblica e quella privata;
un'adeguata responsabilizzazione del cittadino nel suo «essere
parte» attiva della realtà politica e sociale del Paese.
12. Economia e Bene Comune
334 Oggetto dell'economia è la formazione della ricchezza e il suo
incremento progressivo, in termini non soltanto quantitativi, ma
qualitativi: tutto ciò è moralmente corretto se finalizzato allo sviluppo
globale e solidale dell'uomo e della società in cui egli vive ed opera. (…)il
Magistero sociale mette in guardia dall'insidia che un tipo di sviluppo
solo quantitativo nasconde, perché la «eccessiva disponibilità di ogni
tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali rende facilmente
gli uomini schiavi del “possesso” e del godimento immediato... È la
cosiddetta civiltà dei “consumi”, o consumismo…».700
363 La cura del bene comune impone di cogliere
le nuove occasioni di ridistribuzione di ricchezza
tra le diverse aree del pianeta, a vantaggio di
quelle più sfavorite e finora rimaste escluse o ai
margini del progresso sociale ed economico: 750
(…). Lo stesso progresso tecnologico rischia di
ripartire iniquamente tra i Paesi i propri effetti
positivi.
13. Il Diritto al Lavoro
288 Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti coloro
che ne sono capaci. (…) Una società in cui il diritto al lavoro sia vanificato
o sistematicamente negato e in cui le misure di politica economica non
consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di
occupazione, «non può conseguire né la sua legittimazione etica né la
pace sociale».625
289 La capacità progettuale di una società
orientata verso il bene comune e proiettata
verso il futuro si misura anche e soprattutto
sulla base delle prospettive di lavoro che essa è
in grado di offrire. L'alto tasso di
disoccupazione, la presenza di sistemi di
istruzione obsoleti e di perduranti difficoltà
nell'accesso alla formazione e al mercato del
lavoro costituiscono, per molti giovani
soprattutto, un forte ostacolo sulla strada della
realizzazione umana e professionale.
14. Il Diritto all’Equa Distribuzione di
Reddito Paese non si misura
303 Il benessere economico di un
esclusivamente sulla quantità di beni prodotti, ma anche
tenendo conto del modo in cui essi vengono prodotti e del
grado di equità nella distribuzione del reddito, che a tutti
dovrebbe consentire di avere a disposizione ciò che serve allo
sviluppo e al perfezionamento della propria persona.
Picture 4
Un'equa distribuzione del reddito va
perseguita sulla base di criteri non solo di
giustizia commutativa, ma anche di
giustizia sociale, considerando cioè, oltre
al valore oggettivo delle prestazioni
lavorative, la dignità umana dei soggetti
che le compiono. (…)
15. Il Diritto allo Sciopero
304 (…) La dottrina sociale riconosce la legittimità dello sciopero
«quando appare lo strumento inevitabile, o quanto meno
necessario, in vista di un vantaggio proporzionato»,663 dopo che si
sono rivelate inefficaci tutte le altre modalità di superamento dei
conflitti.664 (…) Anche lo sciopero, per quanto si profili «come... una
specie di ultimatum»,665 deve essere sempre un metodo pacifico di
rivendicazione e di lotta per i propri diritti; esso diventa
«moralmente inaccettabile allorché è accompagnato da violenze
oppure gli si assegnano obiettivi non direttamente connessi con le
condizioni di lavoro o in contrasto con il bene comune».666
16. I Sindacati
307 (…) Il sindacato e le altre forme di associazionismo dei lavoratori
devono assumersi una funzione di collaborazione con gli altri soggetti
sociali ed interessarsi alla gestione della cosa pubblica. Le
organizzazioni sindacali hanno il dovere di influenzare il potere politico,
così da sensibilizzarlo debitamente ai problemi del lavoro e da impegnarlo
a favorire la realizzazione dei diritti dei lavoratori. I sindacati, tuttavia,
non hanno il carattere di «partiti politici» che lottano per il potere, e non
devono neppure essere sottoposti alle decisioni dei partiti politici o
avere con essi dei legami troppo stretti (…)672.