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DIECI IDEE
6. BRAND SPIRIT

  Laboratorio di metodologie creative
    per la comunicazione d’azienda
         Prof. Angelo Ghidotti

            A.A. 2010-2011
BRAND SPIRIT

• La pace, la libertà, l’uguaglianza, la creatività,
  la comunicazione: alcuni brand sposano un
  valore e lo fanno proprio
• In questo modo suscitano adesione emotiva e
  spesso riescono ad avere l’attenzione dei media
• A volte però le ragioni del business entrano in
  conflitto con il valore e si verifica un problema
  di comunicazione
APPLE: LA RIBELLIONE

• Chiat/Day, a Los Angeles, diventa una delle
  agenzie più creative all’inizio degli anni 80
• La creatività diventa il crocevia di più
  linguaggi: auteur film, rock video, poster art
• La cultura musicale, visiva, creativa della
  generazione post ‘60 entra nel linguaggio
  pubblicitario
Jay Chiat
• Jay Chiat diventa il secondo Bernbach: adora la
  creatività e mette i creativi al centro della
  scena
• Come Charles Saatchi, coltiva un’immagine da
  guru, che attira attenzione e seguaci
• Il suo successo viene dalla consapevolezza che
  ormai solo una creatività originale e distintiva
  può emergere dall’affollamento dei e
  dall’opacità dei posizionamenti di marketing
APPLE 1984
• E’ considerato uno dei commercial più famosi di tutta
  la storia della pubblicità
• Per il lancio del Mac l’agenzia fece alcune proposte:
  una sulle caratteristiche del nuovo personal computer,
  una invece del tutto nuova e dirompente
• ‘Sei mesi prima – racconta Lee Clow, direttore creativo
  Chiat Day - avevamo sviluppato un concetto per un
  altro cliente, ma non era stato approvato
• ‘Why 1984 won't be like 1984’
• ‘Era perfetto per spiegare la filosofia Apple: la gente,
  non il governo o le multinazionali, deve avere accesso
  alla tecnologia. I computer non devono prendere il
  controllo della nostra vita, ma essere al nostro servizio’
1984

• L’idea:
• in una società orwelliana, dominata dal Grande
  Fratello e ridotta a una platea di schiavi, un
  gesto di ribellione rompe le regole e apre una
  nuova epoca
STORYBOARD
1984

• ‘Dopo la presentazione dello storyboard alla
  Apple, John Sculley divenne ansioso, ma Steve
  Jobs insisteva che il Macintosh doveva avere
  uno spot radicalmente diverso.’
• Diedero l’autorizzazione a girarlo e comprare lo
  spazio in tv durante il Super bowl.
• Fu chiamato Ridley Scott, reduce dal successo
  di Alien e Blade Runner, e fu stanziato un
  budget di produzione di 900 mila dollari.
1984
• Nel settembre del 1983, Ridley Scott fece un casting di
  200 persone per una settimana di shooting al London's
  Shepperton Studios.
• Per la parte dei sudditi del Grande Fratello Scott
  chiamò dei veri skinheads e pagò 125 sterline altre
  comparse per tagliarsi i capelli.
• Making of
• http://www.youtube.com/watch?v=owf5b2U9AXs&feature=r
• http://www.youtube.com/watch?v=BjiRErZBC8I
1984

Sculley racconta: ‘ Quando la luce si accese, dopo
  che il board di direzione ebbe visto il filmato,
  nessuno parlava.
http://www.youtube.com/watch?v=OYecfV3ubP8
Qualcuno scuoteva la testa, qualcuno si metteva
  le mani nei capelli.
Qualcuno disse: dobbiamo cambiare agenzia. Non
  uno solo apprezzò lo spot.’
• Nonostante l’opposizione della direzione, Jobs, con
  l’aiuto di Wozniak, acquistò uno spazio nel Super
  Bowl XVII, il 22 gennaio 1984.
• I telespettatori furono sorpresi, impressionati,
  annichiliti dal filmato. Ne parlarono tutti i
  telegiornali, i quotidiani, le radio. Il filmato si
  guadagnò milioni di contatti gratuiti.
• Advertising Age lo definì lo spot del decennio. Oggi è
  ancora considerato lo spot più famoso della storia
  della pubblicità.
• 1984 non fu mai più programmato in tv
1984

• A.C. Nielsen estimated the commercial reached
  46.4 percent of the households in America, a
  full 50 percent of the nation's men, and 36
  percent of the women.
• The commercial recorded astronomical recall
  scores and went on to win the Grand Prize of
  Cannes as well as over 30 other advertising
  industry awards.
• The 1984 commercial was the first example of
  what Sculley called "event marketing," the goal
  of which is to create a promotion so
  groundbreaking that it deserves as much
  coverage as the product itself.
• Apple fed the media frenzy surrounding 1984 by
  announcing that the commercial would never
  be aired again.
1984

• Ironia della sorte, nella stessa partita IBM mise
  in onda il commercial per il lancio del nuovo PC
• La campagna usava Charlie Chaplin come
  carattere
• Nessuno la ricorda più
1985 - LEMMINGS

• http://www.youtube.com/watch?
  v=PYP1Tjgt1Ao
• Il filmato non piaceva ai boss e a Sculley, ma
  Steve Jobs di nuovo si impose. Il filmato uscì.
• E fu un disastro. Non solo brutto, ma
  angoscioso. E alla fine ignorato.
• Per quale ragione? La sua forza profetica è
  simile a 1984.
• Ma?
THE CRAZY ONES - 1997

• Un decennio dopo Apple ribadisce il successo
  della sua ‘differenza’ con un’altra campagna,
  che celebra il valore della creatività, della
  differenza, del pensiero individuale,
  dell’infrangere le regole
• La campagna è ancora della Chiat Day
Steve Jobs: “Restate affamati,
            restate folli!”
 Cambiare il mondo era l’obiettivo del
  Macintosh. E per cambiare il mondo è
  necessario pensare alle cose di tutti i giorni in
  maniera molto differente, dal punto di vista
  razionale, ma anche emotivo.
Questo era il cuore, nato con il Macintosh, della
  strategia per la realizzazione dei prodotti Apple
  una volta che, nel 1997, Steve Jobs riprese il
  controllo dell’azienda.
• La campagna “Think Different” fu uno dei primi
  provvedimenti intrapresi da Steve Jobs per
  risollevare l’immagine dell’azienda, che negli anni
  precedenti si era offuscata.
• In una lettera agli impiegati dell’azienda da lui co-
  fondata, Jobs spiegò la filosofia della campagna e il
  fatto che non era pensata per promuovere
  prodotti, ma in generale il marchio Apple.
Le 3 regole di Jobs


1.Non dovevano mai apparire i prodotti
2.Dovevano apparire solo ritratti in
  bianco/nero dei “suoi eroi”
3.Acquistò spazi non in riviste
specializzate, ma in riviste popolari e
di moda
Think differently?

• È stato notato che lo slogan è
  grammaticalmente scorretto, e che dovrebbe
  essere invece “Think differently”.

• Ma forse c’è anche una citazione voluta del
  famoso Think small della Volkswagen
THINK DIFFERENT - 1997

• http://www.youtube.com/watch?
  v=4oAB83Z1ydE
Il testo italiano
“Ecco   quelli pazzi.
I disadattati.
I ribelli.
Coloro che causano problemi
I ganci rotondi nei buchi quadrati
Quelli che vedono le cose in modo diverso
Loro non amano le regole.
E non hanno rispetto per lo status quo.
Puoi citarli, essere in disaccordo con loro o calunniarli
Ma l'unica cosa che non puoi fare e' ignorarli.
Perchè loro cambiano le cose
Loro spingono in avanti il genere umano.
E mentre alcuni li vedono come i pazzi
Noi vediamo il genio.
Perchè le persone abbastanza pazze da pensare
che possono cambiare il mondo,
sono quelli che lo fanno.”
Lo spot televisivo
• Albert Einstein, Bob Dylan, Martin Luther King, Jr.,
  Richard Branson, John Lennon, R. Buckminster
  Fuller, Thomas Edison, Muhammad Ali, Ted Turner,
  Maria Callas, Mahatma Gandhi, Amelia Earhart,
  Alfred Hitchcock, Martha Graham, Jim Henson,
  Frank Lloyd Wright, Picasso e Dr. Sun Yat-sen.

• Nel finale una ragazza apre gli occhi, come se
  vedesse una possibilità davanti a lei.

• http://www.youtube.com/watch?
  v=Dvn_Ied9t4M&feature=related
La campagna Think Different, spiegava il 3 agosto
1998 al New York Times Allen Olivo, allora
responsabile per le worldwide marketing
communications, è “per le persone alle quali non
importa che cosa faccia il computer, ma a cui
interessa cosa possono farci. La premessa è che
quanti usano il computer di Apple sono differenti,
e che noi che produciamo computer per quei
pensatori creativi che credono che un individuo
possa cambiare il mondo”.
Riferendosi ai personaggi ritratti nella
campagna - “Non stiamo cercando di dire che
queste persone utilizzano i computer di Apple -
dichiarava sempre al New York Times Lee Clow,
a capo della creatività di TBWA/Chia/Day - o
che li avrebbero potuti usare. É una
celebrazione emotiva della creatività, il modo
con il quale dovremmo sempre parlare di
questo brand.” [...]
La versione italiana dello spot
 Viene trasmessa dalla televisione con lo stesso
 montaggio utilizzato negli Stati Uniti e il
 doppiaggio di un attore d’eccellenza: il premio
 Nobel Dario Fo, mentre scorrevano le immagini
 dei personaggi celebri e “folli” con
 l’accompagnamento di un suggestivo motivo per
 pianoforte dell’attore e premio Oscar Richard
 Dreyfuss.

http://www.youtube.com/watch?v=iuYiJXw51M
Apple è stata criticata per il tentativo di
associare in maniera irriverente il suo marchio
con figure storiche che potrebbero aver
disapprovato i loro prodotti.

In realtà il Think different vuole trasmettere un
invito ad affrontare la vita pensando con la
propria testa, promuove una filosofia per la
quale il pensiero di ogni uomo ha pari dignità e
da cui discende un’etica di contrasto al luogo
comune, all’opinione preconfezionata, alla
massificazione.
"Think different" di Apple si aggiudica l'Emmy
                     Award
• 1998 - L'Academy of Television, Arts and Sciences
  ha assegnato l'Emmy Award - uno tra i premi più
  ambiti del mondo della pubblicità - alla campagna
  "Think different." di Apple per la categoria
  "Outstanding Commercial".
• "La campagna "Think different." è stata pensata
  per rendere omaggio ai nostri eroi", ha dichiarato
  Steve Jobs, "Ma, nel frattempo, ci ha incoraggiati a
  puntare più in alto sia nella vita sia nel lavoro".
L’idea creativa “Think different” è stata di
 grande impatto emotivo per il pubblico e di
 “ispirazione” negli anni seguenti nell’ambito
 pubblicitario.
 Un concetto che è stato ripreso da molte
 agenzie. Due esempi:

- Leo Burnett, FIAT 500
- Young & Rubicam, TELECOM
- Anomaly, Be Stupid
FIAT 500, Leo Burnett
In 90 secondi 50 anni di storia italiana
• http://www.youtube.com/v/seJmEb0fcBA
• http://www.youtube.com/v/ZIstcCzloJA
• http://www.youtube.com/v/YiNvGRA0DfU
I tre spot della Nuova Fiat 500 andati in onda dal 4
luglio 2007 ripercorrono la storia dell’Italia
attraverso immagini in bianco e nero di alcuni dei
momenti che hanno segnato maggiormente la
nostra memoria storica. Le vicende italiane
passano su uno schermo cinematografico, quello
del Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore e
catturano l’attenzione di un bambino che le segue
con sguardo rapito, Totò Cascio. La voce narrante (
Ricky Tognazzi) accompagna il telespettatore
mentre in sottofondo suonano le note di Back To
Life di Giovanni Allevi. Lo spot si conclude con la
frase simbolo della campagna Fiat “La nuova Fiat
appartiene a tutti noi”.
Il testo che accompagna le immagini
 “La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il
tempo.
Il nostro tempo.
Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze.
Sono queste che poi vanno a definirci.
Alcune sono più importanti di altre, perché formano il nostro
carattere.
Ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato.
La differenza tra il bene e il male.
Cosa essere e cosa non essere.
Ci insegnano chi vogliamo diventare.
In tutto questo, alcune persone e alcune cose si legano a noi in
un modo spontaneo e inestricabile.
Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci.
Ci legittimano nell’essere autentici e veri.
E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il
mondo cambia e si evolve.
E allora, appartengono a tutti noi e a nessuno.
La nuova Fiat appartiene a tutti noi.”
Marchionne: "Vi racconto lo spot della
      nuova 500, l'ho fatto io"

“Essere italiani significa farci riconoscere per lo
 stile che abbiamo. E poi i nostri concorrenti
 sono complessi, rigidi e pieni di procedure:
 speriamo che continuino. Noi invece stiamo
 diventando veloci e facilitanti come la Apple”.
 “iPod […] un sistema facile da usare. Voglio che
 la Fiat diventi la Apple dell’auto. E la 500 sarà
 il nostro iPod.”
L’ITALIA CHE CI PIACE?

• http://blab2.blogspot.it/2012/01/la-panda-e-
  litalia-che-ci-piace.html
  Fiat si appella all'orgoglio nazionale per il nuovo spot della Panda (come
  aveva già fatto Chrysler l'anno scorso per il Grand Cherokee). Ma i
  commenti che si leggono in giro, su Youtube, Twitter e i blog sono
  piuttosto impietosi. 'Dopo aver visto lo spot per la Panda nuova viene
  quasi voglia di far un bonifico a Marchionne'. 'Gli italiani del 2012 possono
  ancora credere a pubblicità come queste?' 'Se è la Panda ciò che ci
  rappresenta meglio, allora mi spiego molte cose'. 'Non mi piace chi tiene i
  piedi in due staffe. Si decidano se sono una multinazionale o un'azienda
  italiana.' 'Marchionne e la dirigenza dell'azienda dovrebbero nascondersi.
  Dopo avere prosciugato per anni fondi pubblici (qualcosa come 50miliardi
  €) ed aver minacciato in continuazione da mesi di andarsene dall'Italia, a
  lavorare con Chrysler in America, hanno il CORAGGIO di promuovere in
  questo modo una macchina? Inneggiando all'Italia ed al suo buon nome?'.
   'La nuova Fiat Panda è l'Italia che odiamo'.
IMPORTED FROM DETROIT

• http://blab2.blogspot.it/2012/02/halftime-in-
  america.html
KEEP WALKING

• http://blab2.blogspot.it/2012/02/keep-
  walking-greece.html
BBC. WHERE WERE YOU

• http://blab2.blogspot.it/2008/11/blog-
  post.html
TELECOM, Comunicare e Vivere
Young & Rubicam, regia di “Spike
                      Lee”
http://www.youtube.com/watch?v=55-WJKnHk_o


Lo spot della Telecom andato in onda nel 2004 propone
una carrellata di vari eventi e personaggi della nostra
storia a cui appare Gandhi, visto attraverso in nuovi
mezzi di comunicazione a dimostrazione dell'
importanza della comunicazione e di come questa
avrebbe potuto modificare gli eventi della storia,
positivamente, se nei periodi cruciali della storia del
nostro pianeta, fossero esistiti gli attuali mezzi di
comunicazione.
Il claim finale recita: "se avesse potuto comunicare
così, oggi che mondo sarebbe?"
..."se avesse potuto comunicare
 così, oggi che mondo sarebbe?"

Utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione è
indubbio che Gandhi avrebbe raggiunto un
recettore molto ampio, diffondendo con più
forza il suo messaggio, ma questo avrebbe
potuto cambiare veramente il corso della storia
?
Il testo
• «If you want to give a message it must be a message of love, it
  must be a message of truth. I want to capture your hearts. Let
  your hearts clap in unison with what I'm saying. A friend asked
  yesterday, did I believe in one world? How can I possibly do
  otherwise, of corse I believe in one world».


• «Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio di
  amore, deve essere un messaggio di verità. Voglio catturare i
  vostri cuori. Fate battere i vostri cuori all'unisono con quello
  che dico. Ieri un amico mi ha chiesto se credessi davvero in un
  mondo unito. Come potrei fare altrimenti? Certo che credo in
  un mondo unito».
DIESEL
BE STUPID
“Be stupid” è il messaggio lanciato da Diesel nella sua nuova campagna di comunicazione che nasce
dal connubio fra Diesel’s creative team e Anomaly. Messaggi semplici, chiari e assolutamente divertenti!
40 manifesti, una decina di slogan per trasmettere la nuova filosofia Diesel, sicuramente vicino alla
mission e alla filosofia di un’azienda sempre giovane e innovativa




  CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
“Only stupids can be truly brilliant”. Questo è il
                                             senso del nuovo “manifesto pubblicitario” appena
                                             lanciato dal marchio italiano di streetware Diesel.
                                             Un’esortazione, quella dell’azienda di Renzo Rosso,
                                             a rivalutare la stupidità nei suoi aspetti positivi, tra
                                             cui l’inclinazione al coraggio che accomuna coloro
                                             che si dimostrano meno riflessivi ma più inclini a
                                             buttarsi nella mischia; più creativi per azioni
                                             anticonvenzionali
                                             La campagna Be Stupid trova il suo momento più
                                             divertente nel “Be Stupid: Recruiting”, una sorta di
                                             ingaggio del cretino riservato all’autocandidatura di
                                             toccatelli e creativi

http://www.youtube.com/watch?v=Y4h8uOUConE




  CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
Diesel ama rompere gli schemi e riesce a ideare campagne
          pubblicitarie che non possono passare inosservate. L'ultima è della
          divisione jeans con il loro Be Stupid
          «Gli intelligenti possono avere il cervello, gli stupidi hanno le palle»,
          «Gli intelligenti hanno un'idea e quell'idea è stupida» e molte altre
          frasi accompagnano la serie di fotografie della campagna
          Sembra quasi, verosimilmente, che Diesel invogli i propri clienti ad
          essere stupidi piuttosto che cool, fighi, alla moda




          http://www.youtube.com/results?
          search_query=diesel+be+stupid&search_type=&aq=0&oq=diesel+be




CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
Una filosofia che mira, ovviamente in maniera ironica, a dimostrare quanto la tanto bistrattata
stupidità sia invece un plus necessario per dare “pepe” alla vita di tutti i giorni
La nuova campagna segue quindi questo filone logico




CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
Be Stupid è il manifesto degli audaci, dei creativi e di tutti quelli che amano dire sì
La campagna è stata scattata in California, con l'ausilio di una quantità di elementi differenti,
gettati in un mix altrettanto stupido: un autobus, quattro case, un paio di parchi, un
addestratore di animali, il deserto, lo studio di un artista, un bar, un adorabile elefante, un
supermercato di LA e per finire anche alcuni lupi. Hanno scattato su tetti e camion, ricreato la
pioggia e infilato la testa in un vaso di fiori




CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
Con più di 40 poster, un video manifesto iper
accattivante ed una serie di eventi tra cui il party di inizio
campagna al Bread & Butter di Berlino, il fashion brand si
impone ancora una volta all’attenzione di tutti

Il rovesciamento dei valori canonici, infatti, passa non
solo attraverso una serie di immagini, ma soprattutto
attraverso un geniale elenco di frasi che osannano la
filosofia della stupidità in vari contesti




      CAMPAGNA ad alto                                           tasso
Gli stupidi secondo Diesel hanno più storie da raccontare. Una campagna di questo tipo ha un
forte potenziale virale che, infatti, sta conducendo ad una rapida diffusione delle immagini
legate alla filosofia della stupidità




     CAMPAGNA ad alto                                              tasso
CAMPAGNA ad alto   tasso
BE STUPID   DIESEL
            for successful living
BE STUPID   DIESEL
            for successful living
BE STUPID   DIESEL
            for successful living
BE STUPID                           DIESEL
                                     for successful living



• Interattività
   ‣ sul sito www.diesel.com/be-stupid troviamo una sezione
     dove si possono postare video di azioni alla “be stupid”
   ‣ si possono inoltre formare e salvare delle frasi spostando col
     mouse delle parole
   ‣ pare ci sarà un “be stupid” tour da febbraio, con azioni
     pubblicitarie convenzionali e di guerrilla
BE STUPID                DIESEL
                                for successful living




– C’è chi non coglie
  appieno tra le righe il
  significato della
  campagna e ne
  promuove il boicottaggio
– Principalmente si accusa
  di incitare alla stupidità,
  a non avere idee proprie
  e quindi di cercare di
  soffocare e controllare
  le persone
BE STUPID                  DIESEL
                                             for successful living




http://www.youtube.com/watch?v=Y4h8uOUConE
BENETTON – I COLORI
UNITED COLORS

• Le prime campagne Benetton sono piuttosto
  convenzionali, finché nel 1984 non viene
  assunto come direttore creativo il fotografo di
  moda e pubblicità Oliviero Toscani
• Toscani introduce un nuovo concetto creativo:
  "All the Colors of the World“, il quale vedeva
  come protagonisti adolescenti di diverse etnie
  con indosso capi di abbigliamento Benetton.
TOSCANI

• Toscani continua a creare campagne      per
  Benetton per i successivi 17 anni.

• http://press.benettongroup.com/ben_en/about
  /campaigns/history/?t=print
IL MEDIA

• Il media che Benetton privilegiò negli anni fu
  l’affissione, e in seconda battuta la stampa.

• Molti dei poster di Toscani non solo ebbero una
  risonanza di tipo ideologico, ma anche un forte
  impatto estetico nelle città.
I CONTRASTI

• 1984. Prima campagna di Oliviero Toscani.
I CONTRASTI
I CONTRASTI
UNITED COLORS

• Un giorno, un ufficiale delle Nazioni Unite è in
  visita nello studio di Toscani durante uno
  shooting fotografico, e vedendo un gruppo di
  modelli esclama "This is fantastic, it's the
  United Colors in here!“.

• Da questa esclamazione, Benetton diventa
  "United Colors of Benetton“.
IL LOGO E IL CLAIM
GLI OPPOSTI
• Un nuovo concetto: gli opposti
• ‘Tutti questi conflitti sono basati su dei tabù,
  sull’impossibile coesistenza, su una differenza che
  separa piuttosto che unire’.
• Riconoscendo queste differenze e queste proibizioni, il
  marchio appare più coinvolto.
• Il marchio prende delle posizioni precise piuttosto che
  presentare un ritratto “oggettivo” del mondo; si
  impegna a incoraggiare la coesistenza di opposti, la
  rottura delle barriere e a promuovere il dialogo.
• Benetton aveva un piano: integrare gli opposti per unire
  le differenze sotto un’unica bandiera, quella del logo
  del brand.
1986 – IL BACIO
1986 – ANGELO E DIAVOLO
LA SCOMPARSA DEL PRODOTTO
• In questa fase, il “prodotto” sparisce gradualmente
  dagli annunci pubblicitari. Benetton prende un’altra
  strada, scommettendo che una volta affermata
  l’identità di marca, il prodotto diventerà uno dei suoi
  attributi.
• L’azienda prende piede in ogni continente.
• Paradossalmente, la crescente popolarità e la tangibile
  disponibilità dei prodotti Benetton —beni acquistabili in
  oltre 5.000 negozi nel mondo— coincide con la loro
  scomparsa dagli annunci pubblicitari.
GLI OPPOSTI
GLI OPPOSTI
GLI OPPOSTI
MULTIRAZZIALITA’

• Un altro concetto entra nelle campagne, la
  convivenza multirazziale
• Spinta fino alle sue estreme conseguenze visive.
MULTIRAZZIALITA’
MUTIRAZZIALITA’
MULTIRAZZIALITA’
ANNI

• Benetton posters
  1989 - Black and white men handcuffed
  1991 - Newborn baby
  1992 - Dying Aids patient
  1993 - Bullet-riddled military uniform
  1996 - Black horse mounting white mare
  1998 - Children with Down's syndrome
  1999 - Bloodstain and UNHCR logo
  2000 - Convicts on death row
LA MORTE
• Dopo l’uguaglianza e l’esaltazione delle differenze,
  Benetton svolta verso la realtà delle cose comuni
  condivise dall’umanità intera.
• Pubblicata da un solo quotidiano in Italia, Il Sole 24
  Ore, in quanto tutti gli altri si rifiutarono, questa foto
  segna una rottura con le campagne precedenti. Lo stile
  diventa “realistico”, e introduce la profondità di campo
  oltre a un tocco di “vita reale” che irrompe nel dolce e
  artificioso mondo della pubblicità.
• In merito a questa foto unica vengono scritti centinaia
  di articoli in tutto il mondo.
1991 – LA MORTE
1991 - LA VITA

• In opposizione all’irruzione della “morte” come
  tema pubblicitario, Benetton risponde con una
  “nascita”, la celebre immagine del neonato
  ancora attaccato al cordone ombelicale.
• La foto della neonata, Giusy, vuole essere un
  inno alla vita, ma diventa l’immagine più
  censurata nella storia delle pubblicità
  Benetton.
• Nel regno della pubblicità, tradizionalmente
  occupato dalla finzione, l’irruzione della vita
  reale è causa di scandalo.
LA VITA
CONDANNE
• In Italia la protesta nasce a Palermo, dove il Consiglio
  Comunale ordina a Benetton di rimuovere le affissioni
  pubblicitarie.
• A Milano la censura è preventiva e la vasta “Piazza
  Duomo” rimane off-limits.
• La pubblicità viene poi condannata dal Comitato di
  Autodisciplina Pubblicitaria, il quale decide che la foto
  “non tiene conto della sensibilità pubblica”.
• Critiche simili vengono espresse in Gran Bretagna,
  Irlanda e Francia.
I PREMI

• Ma dopo un primo periodo di rigetto, la
  fotografia inizia ad essere capita ed
  apprezzata.
• Vince un premio dalla svizzera ‘Société
  Générale d’Affichage’ e l’Ospedale Generale
  Sant’Orsola di Bologna chiede il permesso di
  esporre la fotografia nella propria sala parto.
• La stessa foto viene esibita in Olanda, come
  parte di una mostra dedicata all’iconografia
  della maternità nei secoli, al Museo Boymans-
  van-Beuningen di Rotterdam.
LA TRAGEDIA DEL MONDO

• A questo punto, il linguaggio di comunicazione
  Benetton cambia radicalmente.
• Con la campagna di febbraio del ’92 arriva uno
  scandalo di dimensioni planetarie.
• Queste pubblicità mostravano foto di situazioni
  reali altamente drammatiche: un uomo che sta
  morendo di AIDS, un soldato che si aggrappa a a
  soldier gripping a un femore umano, un uomo
  assassinato dalla Mafioa, un’automobile in
  fiamme, una nave piena di emigranti.
AIDS
DAVID KIRBY

• La foto di David Kirby nella sua stanza dell’Ohio
  State University Hospital nel maggio del 1990
  con la famiglia al fianco, scattata da Therese
  Frare, viene pubblicata sulla rivista Life nel
  novembre del 1990.
• Vince il World Press Photo Award nel 1991, ma
  è l’uso che Benetton ne fa successivamente in
  pubblicità che la porta all’attenzione dei media
  nel mondo, portando le persone a parlare della
  morte di AIDS.
DAVID KIRBY
• La fotografia vince il premio dell’European Art Director
  Club come migliore campagna del 1991, l’Houston
  International Center of Photography’s Infinity Award e
  viene esposta in musei americani, francesi, italiani e
  svizzeri, oltre a rientrare, nel 2003, tra le ‘100 Photos
  that changed the world’ della rivista Life.
• I genitori di David, Bill e sua moglie Kay, prendono
  parte nella conferenza stampa di Benetton alla New
  York Public Library, e la madre di David dice: “Non ci
  sentiamo usati da Benetton, ma piuttosto il contrario:
  David parla molto più forte adesso che è morto di
  quanto non avesse mai fatto quando era in vita”.
ALTRE TRAGEDIE

• Oltre all’AIDS la campagna Benetton si
  appropria di altre tragedie
• Le guerre
• La mafia
• Il terrorismo
• I campi di concentramento
• L’emigrazione
SOLDATI
GUERRA
MAFIA
ATTENTATO
INQUINAMENTO
PRIGIONIA
EMIGRAZIONE
LA REALTA’
• Le foto del paziente di AIDS, del soldato e degli
  emigranti albanesi non vengono prese per la campagna
  pubblicitaria, ma sono fotografie dell’agenzia.
• Queste immagini ritraggono il mondo “reale” e
  introducono un nuovo, intrigante interrogativo:
• L’enorme potere dei budget pubblicitari può essere
  usato per focalizzarsi su qualcos’altro che non siano i
  prodotti dell’azienda?
• Dove sta scritto che la pubblicità può solo ritrarre
  l’assenza di conflitto e dolore?
LA REALTA’

• La reazione a queste foto di vita vera è stata a
  volte violenta. Diverse pubblicazioni in molti
  paesi si rifiutarono di pubblicare le campagne.
LA REALTA’

• Eliminando il prodotto dalla pubblicità,
  violando il tabù di temi sgradevoli, associando il
  proprio nome con la rappresentazione del
  conflitto e del dolore e dell’abbandono del
  falso, comodo mondo degli stereotipi
  pubblicitari, Benetton fa crollare le fondamenta
  della cultura e del linguaggio del messaggio
  pubblicitario classico.
LA REALTA’

• Benetton viene accusata non di avere esercitato
  il diritto di parola, ma di non essere nella
  posizione legittima per farlo.
• Ma la successiva legittimazione del marchio
  attraverso la collaborazione con numerose
  associazioni internazionali mette a tacere
  questa obiezione finale.
I VESTITI
• Nel 1993, con la cooperazione della Swiss Caritas organization e
  della Red Cross International Federation di Ginevra, Benetton
  lancia il suo ”Redistribution Project” (Progetto Ridistribuzione
  Indumenti), la prima operazione mondiale che ambisce alla
  ridistribuzione di vestiti alle persone bisognose.
• La “star” della pubblicità è Luciano Benetton stesso, nudo,
  coperto solo dalla headline “Give me my clothes back” (ridatemi i
  miei vestiti)
• Il successo della campagna è rappresentato dai 460,000 kg di
  indumenti usati raccolti dalle 44 associazioni.
• Le associazioni includono la Buddhist Relief Old Clothes Help a
  Taiwan, la Global Jewish Assistance e il Relief Network a Hong
  Kong, il Japan Relief Clothing Center a Tokyo, Gifts in Kind negli
  USA e nel Canada, la World Assembly of Muslim Youth nei paesi
  arabi e Hogar de Cristo in America Latina.
L’IMMAGINE NON ESISTE PIU’
L’OBELISCO
• Per il sesto World AIDS Day, nel 1/12 1993, un enorme
  preservativo rosa di 22 metri di altezza e 3,5 metri di
  larghezza viene posto sull’obelisco di Place de la
  Concorde a Parigi.
• Questa volta, l’iniziativa è supportata da ACT UP, una
  delle più radicali associazioni coinvolte
  nell’informazione sulla lotta contro l’AIDS.
• Tutti i telegiornali dei principali canali televisivi
  internazionali e tutti i periodici, mostrano la foto
  dell’evento, che diventa un simbolo della lotta contro
  l’AIDS.
• Tramite l’allenaza con istituti non-profit, associazioni e
  grandi organi internazionali, Benetton prova che un uso
  “differente” della pubblicità è di fatto possibile.
CONDOMS
ALTRE CAMPAGNE

• Altre campagne vengono realizzate insieme a
  organizzazioni umanitarie
• L’ultima campagna con Toscani, scattata nel
  2000 in numerose prigioni americane, si
  focalizza sula pena di morte e vuole avere un
  impatto sensazionale sui media.
• Le principali emittenti televisive del mondo
  dedicano una buona parte dei loro notiziari
  all’argomento.
• Le foto dei condannati a morte vengono
  pubblicate sulla stampa internazionale mentre
  il dibattito sulla pena di morte viene arricchito
  da significativi contributi.
SENTENCED
SENTENCED
STORIA
• Benetton's increasingly frustrated independent store managers
  complained that the advertisements never featured any Benetton
  clothing. Poor sales company-wide and an unimpressive share
  price plagued the company.
• At one time, Benetton had more than 600 stores across the United
  States, but by 1999 there were fewer than 200 remaining. The
  company hoped to remedy its situation through a proposed deal
  with Sears, Roebuck & Co. that would open "Benetton Corners" in
  800 Sears stores across the country.
• Outrage from victim's rights advocates over Toscani's campaign,
  "Looking Death in the Face," an anti-death penalty appeal, led
  Sears to drop the planned $41 million deal. Backed into a corner,
  Benetton was forced to issue an apology. Three months later,
  Toscani was gone from his job as creative director.
• The "We on Death Row" campaign caused widespread
  outrage. The adverts were completely devoid of any
  Benetton clothing, featuring instead interviews with the
  convicted killers.
• Days after the posters appeared, the second biggest
  American retailer, Sears, said it would stop selling
  Benetton clothes and removed the products from its
  400 stores.
• Shortly after that Benetton's creative director, Oliviero
  Toscani, left the company after more than 18 years.
STORIA
• Since the split with Toscani, Benetton's advertising has
  taken on a far more conventional edge as it struggles to
  find its niche within the retail market.
• "When the economy is growing, companies have more
  room to walk on the side of danger," Kehoe said.
• Although 2001 sales of 2.1 billion euros were no small
  sum, Benetton Chairman Luciano Benetton was forced
  to let go of his beloved Formula 1 race team, and it is
  rumored the company plans to sell its sportswear
  brands and several manufacturing subsidiaries.
L’ULTIMA CAMPAGNA
ALTRI TEMI ALTRI MEDIA

• Altri annunci sono comparsi su Colors, la rivista
  di Benetton
• Temi sociali sono stati utilizzati per le
  monografie aziendali e i report
• Ma le grandi campagne degli anni 80 e 90 non
  sono più apparse sui mass media
COSA RESTA
• From 1984 to 2001, Benetton pushed limits and "gave us a more
  interesting world," has been said. "We are better for those ads."
• Benetton benefited from the eye catching, memorable ads, as
  "emotions being evoked by the advertisements would transfer to
  the brand, in this case a cutting edge, provocative brand,"
• The fact that Benetton clothing was rarely shown in ads did not
  seem to hurt profits.
• This image-based advertising worked especially well for Benetton,
  as it usually does for higher-priced, discretionary products.
• Today many companies, including Absolut Vodka and Nike, use
  imaged-based campaigns that advertise without focusing on
  product attributes.
• http://www.cavalierdaily.com/CVArticle.asp?ID=14004&pid=931
COSA RESTA
• To get sales back on track, Benetton must identify where it stands
  next to cheaper and more stylish competitors. Many consumers are
  aware that Benetton is a good, colorful brand, but they don't know
  what the brand's positioning is.
• The retailer has been experimenting by moving into new markets
  and expanding its product line, specifically by targeting the teen
  consumer and beefing up its menswear section.
• Benetton's advertising team remains in-house, which gives the
  company a large amount of freedom in determining its next move.
  At this point, it can stick with the old, image-based advertising or
  decide to build on product advertising, which would focus more on
  product attributes and benefits.
• Whatever the decision, Benetton might be more on track with its
  toned-down campaign in today's negative retail environment.
RITORNO ALL’INIZIO
• Benetton's new image presents consumers with colourful
  photographs of young black or white people positioned against a
  white background wearing Benetton T-shirts, jumpers or
  swimwear.
• It is a far cry from the challenging images of a bloodied newborn
  child still attached to its umbilical cord, a white baby feeding
  from a black woman's breast and pictures of people with Down's
  syndrome - all previously used to promote its clothes.
• Benetton describes theadverts as "simple yet sophisticated ...
  young people from all over the world, colourful and dynamic,
  multiplied as in the mirrors of a funfair arcade, lighting up the
  traditional white background with their fresh spirit and optimism:
  these are the pictures for Benetton's worldwide product campaign
  for springsummer 2001."
BENETTON – I COLORI
Un nuovo modo
di promuovere
   la bellezza
La storia - Da subito innovativa

• Nata nel 1957 negli Stati Uniti, la marca
  Dove si è imposta subito grazie alla
  famosa barra detergente, con proprietà
  idratanti, clinicamente testate.

• A partire dal 1989, anno in cui la barra
  detergente Dove è stata lanciata in Italia,
  Dove ha lanciato sul mercato una linea
  completa di prodotti
La comunicazione pubblicitaria

• Anche la comunicazione rispecchia
  l’impegno per offrire alle consumatrici dei
  risultati concreti.

• Da 40 anni, infatti, le pubblicità di Dove
  usano donne normali, senza alcun ritocco.
USP

• Nel 1955 Ogilvy ha elaborato la prima
  strategia pubblicitaria di Dove puntando su
  una Unique Selling Proposition che la
  distinguesse dagli altri brand:
  “Dove, il sapone con un quarto di crema
  idratante”
2004:la Campagna per
          la Bellezza Autentica
• La Campagna per la Bellezza Autentica è
  un progetto a livello mondiale, voluto da
  Dove per dire a tutte le donne una cosa
  molto semplice: la bellezza ha mille volti e
  mille modi di esprimersi.
• Non solo i volti stereotipati dei modelli che
  ogni giorno ci circondano e ci vengono
  imposti da più media e da più parti.
Lo studio globale Dove: la verità sulla
               bellezza
• Prima di iniziare la campagna Dove ha
  condotto una ricerca in 10 Paesi diversi ed
  ha intervistato 3.000 donne per scoprire la
  loro idea di bellezza:
• Soltanto il 2% delle donne intervistate si
  definiscono “belle”
• i 3/4 circa delle donne intervistate
  ritengono di avere una bellezza “media”
• Circa metà delle donne intervistate
  ritengono di avere un peso “eccessivo”
Perché la Campagna per la Bellezza
             Autentica?
• La campagna globale Dove per la Bellezza
  Autentica ha lo scopo di cambiare la
  situazione attuale e offrire un'idea più
  ampia, più sana e più democratica di
  bellezza.
• Un'idea di bellezza che tutte le donne
  possono fare propria e apprezzare ogni
  giorno.
“Dove ha scelto una strada contraria
rispetto alle altre marche che si occupano
di beauty, lavorando sul vissuto profondo
delle donne, attivando altri tipi adesione”
                         ADV Advertiser
Manifesto della Campagna per la Bellezza Autentica è l’immagine adv
firmata da Ogilvy&Mather e realizzata dal grande fotografo Rankin
che ha ritratto come testimonial un gruppo di inusuali modelle
La campagna ritrae un gruppo di donne
reali, che mostrano le diverse
caratteristiche dei loro veri corpi.



Queste sei donne normali sono state
selezionate andando in giro per le città
e scelte per la loro sicurezza e per il loro
atteggiamento positivo; quindi ritratte
con addosso biancheria intima, senza
nessun ritocco alle immagini.
Campagne Stampa
Campagne Stampa
Pro Age Campaign

• Dove contribuisce a sfatare uno dei tabù più
  radicati nella cultura della beauty-industry,
  ovvero l’equivalenza Bello = Giovane

• La Campagna PER la vecchiaia (e non ANTI
  invecchiamento) ne è la dimostrazione concreta
http://www.youtube.com/watch?v=vilUhBhNnQc&
Pro Age Campaign
Pro Age Campaign
2007: Evolution vince il Leone a
               Cannes
• prodotto da Tim Piper per OGILVY &
  MATHER di Toronto, questo video
  dapprima vince nella categoria Viral Video
  per poi trionfare a livello assoluto



                     http://www.youtube.com/watch?
                        v=iYhCn0jf46U
Gli altri video della campagna:

• Onslaught
 http://www.youtube.com/watch?v=JaH4y6ZjSfE

• Il nuovo spot TV True Colors
 http://www.youtube.com/watch?v=gUsKIApTewQ&

• Amy
 http://www.youtube.com/watch?v=RWNYndqFTR4


• Pro Age
 http://www.youtube.com/watch?v=vilUhBhNnQc&
Onslaught
• Talk to your daughter before beauty-industry does
True Colors
• Every girl deserves to see how beutiful she really is
Amy
• Sent to you by someone who thinks you’re beautiful
Pro Age
• This is pro age
Dove - Fondo per l’Autostima

• Girl's self-esteem
http://www.youtube.com/watch?v=4ytjTNX9cg0

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Brand spirit

  • 1. DIECI IDEE 6. BRAND SPIRIT Laboratorio di metodologie creative per la comunicazione d’azienda Prof. Angelo Ghidotti A.A. 2010-2011
  • 2. BRAND SPIRIT • La pace, la libertà, l’uguaglianza, la creatività, la comunicazione: alcuni brand sposano un valore e lo fanno proprio • In questo modo suscitano adesione emotiva e spesso riescono ad avere l’attenzione dei media • A volte però le ragioni del business entrano in conflitto con il valore e si verifica un problema di comunicazione
  • 3. APPLE: LA RIBELLIONE • Chiat/Day, a Los Angeles, diventa una delle agenzie più creative all’inizio degli anni 80 • La creatività diventa il crocevia di più linguaggi: auteur film, rock video, poster art • La cultura musicale, visiva, creativa della generazione post ‘60 entra nel linguaggio pubblicitario
  • 5. • Jay Chiat diventa il secondo Bernbach: adora la creatività e mette i creativi al centro della scena • Come Charles Saatchi, coltiva un’immagine da guru, che attira attenzione e seguaci • Il suo successo viene dalla consapevolezza che ormai solo una creatività originale e distintiva può emergere dall’affollamento dei e dall’opacità dei posizionamenti di marketing
  • 6. APPLE 1984 • E’ considerato uno dei commercial più famosi di tutta la storia della pubblicità • Per il lancio del Mac l’agenzia fece alcune proposte: una sulle caratteristiche del nuovo personal computer, una invece del tutto nuova e dirompente • ‘Sei mesi prima – racconta Lee Clow, direttore creativo Chiat Day - avevamo sviluppato un concetto per un altro cliente, ma non era stato approvato • ‘Why 1984 won't be like 1984’ • ‘Era perfetto per spiegare la filosofia Apple: la gente, non il governo o le multinazionali, deve avere accesso alla tecnologia. I computer non devono prendere il controllo della nostra vita, ma essere al nostro servizio’
  • 7. 1984 • L’idea: • in una società orwelliana, dominata dal Grande Fratello e ridotta a una platea di schiavi, un gesto di ribellione rompe le regole e apre una nuova epoca
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16. 1984 • ‘Dopo la presentazione dello storyboard alla Apple, John Sculley divenne ansioso, ma Steve Jobs insisteva che il Macintosh doveva avere uno spot radicalmente diverso.’ • Diedero l’autorizzazione a girarlo e comprare lo spazio in tv durante il Super bowl. • Fu chiamato Ridley Scott, reduce dal successo di Alien e Blade Runner, e fu stanziato un budget di produzione di 900 mila dollari.
  • 17.
  • 18. 1984 • Nel settembre del 1983, Ridley Scott fece un casting di 200 persone per una settimana di shooting al London's Shepperton Studios. • Per la parte dei sudditi del Grande Fratello Scott chiamò dei veri skinheads e pagò 125 sterline altre comparse per tagliarsi i capelli. • Making of • http://www.youtube.com/watch?v=owf5b2U9AXs&feature=r • http://www.youtube.com/watch?v=BjiRErZBC8I
  • 19. 1984 Sculley racconta: ‘ Quando la luce si accese, dopo che il board di direzione ebbe visto il filmato, nessuno parlava. http://www.youtube.com/watch?v=OYecfV3ubP8 Qualcuno scuoteva la testa, qualcuno si metteva le mani nei capelli. Qualcuno disse: dobbiamo cambiare agenzia. Non uno solo apprezzò lo spot.’
  • 20. • Nonostante l’opposizione della direzione, Jobs, con l’aiuto di Wozniak, acquistò uno spazio nel Super Bowl XVII, il 22 gennaio 1984. • I telespettatori furono sorpresi, impressionati, annichiliti dal filmato. Ne parlarono tutti i telegiornali, i quotidiani, le radio. Il filmato si guadagnò milioni di contatti gratuiti. • Advertising Age lo definì lo spot del decennio. Oggi è ancora considerato lo spot più famoso della storia della pubblicità. • 1984 non fu mai più programmato in tv
  • 21. 1984 • A.C. Nielsen estimated the commercial reached 46.4 percent of the households in America, a full 50 percent of the nation's men, and 36 percent of the women. • The commercial recorded astronomical recall scores and went on to win the Grand Prize of Cannes as well as over 30 other advertising industry awards.
  • 22. • The 1984 commercial was the first example of what Sculley called "event marketing," the goal of which is to create a promotion so groundbreaking that it deserves as much coverage as the product itself. • Apple fed the media frenzy surrounding 1984 by announcing that the commercial would never be aired again.
  • 23. 1984 • Ironia della sorte, nella stessa partita IBM mise in onda il commercial per il lancio del nuovo PC • La campagna usava Charlie Chaplin come carattere • Nessuno la ricorda più
  • 24.
  • 25.
  • 26. 1985 - LEMMINGS • http://www.youtube.com/watch? v=PYP1Tjgt1Ao • Il filmato non piaceva ai boss e a Sculley, ma Steve Jobs di nuovo si impose. Il filmato uscì.
  • 27. • E fu un disastro. Non solo brutto, ma angoscioso. E alla fine ignorato. • Per quale ragione? La sua forza profetica è simile a 1984. • Ma?
  • 28. THE CRAZY ONES - 1997 • Un decennio dopo Apple ribadisce il successo della sua ‘differenza’ con un’altra campagna, che celebra il valore della creatività, della differenza, del pensiero individuale, dell’infrangere le regole • La campagna è ancora della Chiat Day
  • 29. Steve Jobs: “Restate affamati, restate folli!” Cambiare il mondo era l’obiettivo del Macintosh. E per cambiare il mondo è necessario pensare alle cose di tutti i giorni in maniera molto differente, dal punto di vista razionale, ma anche emotivo. Questo era il cuore, nato con il Macintosh, della strategia per la realizzazione dei prodotti Apple una volta che, nel 1997, Steve Jobs riprese il controllo dell’azienda.
  • 30. • La campagna “Think Different” fu uno dei primi provvedimenti intrapresi da Steve Jobs per risollevare l’immagine dell’azienda, che negli anni precedenti si era offuscata. • In una lettera agli impiegati dell’azienda da lui co- fondata, Jobs spiegò la filosofia della campagna e il fatto che non era pensata per promuovere prodotti, ma in generale il marchio Apple.
  • 31. Le 3 regole di Jobs 1.Non dovevano mai apparire i prodotti 2.Dovevano apparire solo ritratti in bianco/nero dei “suoi eroi” 3.Acquistò spazi non in riviste specializzate, ma in riviste popolari e di moda
  • 32. Think differently? • È stato notato che lo slogan è grammaticalmente scorretto, e che dovrebbe essere invece “Think differently”. • Ma forse c’è anche una citazione voluta del famoso Think small della Volkswagen
  • 33.
  • 34.
  • 35. THINK DIFFERENT - 1997 • http://www.youtube.com/watch? v=4oAB83Z1ydE
  • 36. Il testo italiano “Ecco quelli pazzi. I disadattati. I ribelli. Coloro che causano problemi I ganci rotondi nei buchi quadrati Quelli che vedono le cose in modo diverso Loro non amano le regole. E non hanno rispetto per lo status quo. Puoi citarli, essere in disaccordo con loro o calunniarli Ma l'unica cosa che non puoi fare e' ignorarli. Perchè loro cambiano le cose Loro spingono in avanti il genere umano. E mentre alcuni li vedono come i pazzi Noi vediamo il genio. Perchè le persone abbastanza pazze da pensare che possono cambiare il mondo, sono quelli che lo fanno.”
  • 37. Lo spot televisivo • Albert Einstein, Bob Dylan, Martin Luther King, Jr., Richard Branson, John Lennon, R. Buckminster Fuller, Thomas Edison, Muhammad Ali, Ted Turner, Maria Callas, Mahatma Gandhi, Amelia Earhart, Alfred Hitchcock, Martha Graham, Jim Henson, Frank Lloyd Wright, Picasso e Dr. Sun Yat-sen. • Nel finale una ragazza apre gli occhi, come se vedesse una possibilità davanti a lei. • http://www.youtube.com/watch? v=Dvn_Ied9t4M&feature=related
  • 38. La campagna Think Different, spiegava il 3 agosto 1998 al New York Times Allen Olivo, allora responsabile per le worldwide marketing communications, è “per le persone alle quali non importa che cosa faccia il computer, ma a cui interessa cosa possono farci. La premessa è che quanti usano il computer di Apple sono differenti, e che noi che produciamo computer per quei pensatori creativi che credono che un individuo possa cambiare il mondo”.
  • 39. Riferendosi ai personaggi ritratti nella campagna - “Non stiamo cercando di dire che queste persone utilizzano i computer di Apple - dichiarava sempre al New York Times Lee Clow, a capo della creatività di TBWA/Chia/Day - o che li avrebbero potuti usare. É una celebrazione emotiva della creatività, il modo con il quale dovremmo sempre parlare di questo brand.” [...]
  • 40. La versione italiana dello spot Viene trasmessa dalla televisione con lo stesso montaggio utilizzato negli Stati Uniti e il doppiaggio di un attore d’eccellenza: il premio Nobel Dario Fo, mentre scorrevano le immagini dei personaggi celebri e “folli” con l’accompagnamento di un suggestivo motivo per pianoforte dell’attore e premio Oscar Richard Dreyfuss. http://www.youtube.com/watch?v=iuYiJXw51M
  • 41. Apple è stata criticata per il tentativo di associare in maniera irriverente il suo marchio con figure storiche che potrebbero aver disapprovato i loro prodotti. In realtà il Think different vuole trasmettere un invito ad affrontare la vita pensando con la propria testa, promuove una filosofia per la quale il pensiero di ogni uomo ha pari dignità e da cui discende un’etica di contrasto al luogo comune, all’opinione preconfezionata, alla massificazione.
  • 42. "Think different" di Apple si aggiudica l'Emmy Award • 1998 - L'Academy of Television, Arts and Sciences ha assegnato l'Emmy Award - uno tra i premi più ambiti del mondo della pubblicità - alla campagna "Think different." di Apple per la categoria "Outstanding Commercial". • "La campagna "Think different." è stata pensata per rendere omaggio ai nostri eroi", ha dichiarato Steve Jobs, "Ma, nel frattempo, ci ha incoraggiati a puntare più in alto sia nella vita sia nel lavoro".
  • 43. L’idea creativa “Think different” è stata di grande impatto emotivo per il pubblico e di “ispirazione” negli anni seguenti nell’ambito pubblicitario. Un concetto che è stato ripreso da molte agenzie. Due esempi: - Leo Burnett, FIAT 500 - Young & Rubicam, TELECOM - Anomaly, Be Stupid
  • 44. FIAT 500, Leo Burnett In 90 secondi 50 anni di storia italiana
  • 46. I tre spot della Nuova Fiat 500 andati in onda dal 4 luglio 2007 ripercorrono la storia dell’Italia attraverso immagini in bianco e nero di alcuni dei momenti che hanno segnato maggiormente la nostra memoria storica. Le vicende italiane passano su uno schermo cinematografico, quello del Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore e catturano l’attenzione di un bambino che le segue con sguardo rapito, Totò Cascio. La voce narrante ( Ricky Tognazzi) accompagna il telespettatore mentre in sottofondo suonano le note di Back To Life di Giovanni Allevi. Lo spot si conclude con la frase simbolo della campagna Fiat “La nuova Fiat appartiene a tutti noi”.
  • 47.
  • 48.
  • 49. Il testo che accompagna le immagini “La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il tempo. Il nostro tempo. Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze. Sono queste che poi vanno a definirci. Alcune sono più importanti di altre, perché formano il nostro carattere. Ci insegnano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La differenza tra il bene e il male. Cosa essere e cosa non essere. Ci insegnano chi vogliamo diventare. In tutto questo, alcune persone e alcune cose si legano a noi in un modo spontaneo e inestricabile. Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci. Ci legittimano nell’essere autentici e veri. E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il mondo cambia e si evolve. E allora, appartengono a tutti noi e a nessuno. La nuova Fiat appartiene a tutti noi.”
  • 50. Marchionne: "Vi racconto lo spot della nuova 500, l'ho fatto io" “Essere italiani significa farci riconoscere per lo stile che abbiamo. E poi i nostri concorrenti sono complessi, rigidi e pieni di procedure: speriamo che continuino. Noi invece stiamo diventando veloci e facilitanti come la Apple”. “iPod […] un sistema facile da usare. Voglio che la Fiat diventi la Apple dell’auto. E la 500 sarà il nostro iPod.”
  • 51. L’ITALIA CHE CI PIACE? • http://blab2.blogspot.it/2012/01/la-panda-e- litalia-che-ci-piace.html Fiat si appella all'orgoglio nazionale per il nuovo spot della Panda (come aveva già fatto Chrysler l'anno scorso per il Grand Cherokee). Ma i commenti che si leggono in giro, su Youtube, Twitter e i blog sono piuttosto impietosi. 'Dopo aver visto lo spot per la Panda nuova viene quasi voglia di far un bonifico a Marchionne'. 'Gli italiani del 2012 possono ancora credere a pubblicità come queste?' 'Se è la Panda ciò che ci rappresenta meglio, allora mi spiego molte cose'. 'Non mi piace chi tiene i piedi in due staffe. Si decidano se sono una multinazionale o un'azienda italiana.' 'Marchionne e la dirigenza dell'azienda dovrebbero nascondersi. Dopo avere prosciugato per anni fondi pubblici (qualcosa come 50miliardi €) ed aver minacciato in continuazione da mesi di andarsene dall'Italia, a lavorare con Chrysler in America, hanno il CORAGGIO di promuovere in questo modo una macchina? Inneggiando all'Italia ed al suo buon nome?'. 'La nuova Fiat Panda è l'Italia che odiamo'.
  • 52. IMPORTED FROM DETROIT • http://blab2.blogspot.it/2012/02/halftime-in- america.html
  • 54. BBC. WHERE WERE YOU • http://blab2.blogspot.it/2008/11/blog- post.html
  • 56. Young & Rubicam, regia di “Spike Lee” http://www.youtube.com/watch?v=55-WJKnHk_o Lo spot della Telecom andato in onda nel 2004 propone una carrellata di vari eventi e personaggi della nostra storia a cui appare Gandhi, visto attraverso in nuovi mezzi di comunicazione a dimostrazione dell' importanza della comunicazione e di come questa avrebbe potuto modificare gli eventi della storia, positivamente, se nei periodi cruciali della storia del nostro pianeta, fossero esistiti gli attuali mezzi di comunicazione. Il claim finale recita: "se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?"
  • 57. ..."se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?" Utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione è indubbio che Gandhi avrebbe raggiunto un recettore molto ampio, diffondendo con più forza il suo messaggio, ma questo avrebbe potuto cambiare veramente il corso della storia ?
  • 58.
  • 59. Il testo • «If you want to give a message it must be a message of love, it must be a message of truth. I want to capture your hearts. Let your hearts clap in unison with what I'm saying. A friend asked yesterday, did I believe in one world? How can I possibly do otherwise, of corse I believe in one world». • «Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio di amore, deve essere un messaggio di verità. Voglio catturare i vostri cuori. Fate battere i vostri cuori all'unisono con quello che dico. Ieri un amico mi ha chiesto se credessi davvero in un mondo unito. Come potrei fare altrimenti? Certo che credo in un mondo unito».
  • 61. “Be stupid” è il messaggio lanciato da Diesel nella sua nuova campagna di comunicazione che nasce dal connubio fra Diesel’s creative team e Anomaly. Messaggi semplici, chiari e assolutamente divertenti! 40 manifesti, una decina di slogan per trasmettere la nuova filosofia Diesel, sicuramente vicino alla mission e alla filosofia di un’azienda sempre giovane e innovativa CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
  • 62. “Only stupids can be truly brilliant”. Questo è il senso del nuovo “manifesto pubblicitario” appena lanciato dal marchio italiano di streetware Diesel. Un’esortazione, quella dell’azienda di Renzo Rosso, a rivalutare la stupidità nei suoi aspetti positivi, tra cui l’inclinazione al coraggio che accomuna coloro che si dimostrano meno riflessivi ma più inclini a buttarsi nella mischia; più creativi per azioni anticonvenzionali La campagna Be Stupid trova il suo momento più divertente nel “Be Stupid: Recruiting”, una sorta di ingaggio del cretino riservato all’autocandidatura di toccatelli e creativi http://www.youtube.com/watch?v=Y4h8uOUConE CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
  • 63. Diesel ama rompere gli schemi e riesce a ideare campagne pubblicitarie che non possono passare inosservate. L'ultima è della divisione jeans con il loro Be Stupid «Gli intelligenti possono avere il cervello, gli stupidi hanno le palle», «Gli intelligenti hanno un'idea e quell'idea è stupida» e molte altre frasi accompagnano la serie di fotografie della campagna Sembra quasi, verosimilmente, che Diesel invogli i propri clienti ad essere stupidi piuttosto che cool, fighi, alla moda http://www.youtube.com/results? search_query=diesel+be+stupid&search_type=&aq=0&oq=diesel+be CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
  • 64. Una filosofia che mira, ovviamente in maniera ironica, a dimostrare quanto la tanto bistrattata stupidità sia invece un plus necessario per dare “pepe” alla vita di tutti i giorni La nuova campagna segue quindi questo filone logico CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
  • 65. Be Stupid è il manifesto degli audaci, dei creativi e di tutti quelli che amano dire sì La campagna è stata scattata in California, con l'ausilio di una quantità di elementi differenti, gettati in un mix altrettanto stupido: un autobus, quattro case, un paio di parchi, un addestratore di animali, il deserto, lo studio di un artista, un bar, un adorabile elefante, un supermercato di LA e per finire anche alcuni lupi. Hanno scattato su tetti e camion, ricreato la pioggia e infilato la testa in un vaso di fiori CAMPAGNA DIESEL BE STUPID 2010
  • 66. Con più di 40 poster, un video manifesto iper accattivante ed una serie di eventi tra cui il party di inizio campagna al Bread & Butter di Berlino, il fashion brand si impone ancora una volta all’attenzione di tutti Il rovesciamento dei valori canonici, infatti, passa non solo attraverso una serie di immagini, ma soprattutto attraverso un geniale elenco di frasi che osannano la filosofia della stupidità in vari contesti CAMPAGNA ad alto tasso
  • 67. Gli stupidi secondo Diesel hanno più storie da raccontare. Una campagna di questo tipo ha un forte potenziale virale che, infatti, sta conducendo ad una rapida diffusione delle immagini legate alla filosofia della stupidità CAMPAGNA ad alto tasso
  • 69. BE STUPID DIESEL for successful living
  • 70. BE STUPID DIESEL for successful living
  • 71. BE STUPID DIESEL for successful living
  • 72. BE STUPID DIESEL for successful living • Interattività ‣ sul sito www.diesel.com/be-stupid troviamo una sezione dove si possono postare video di azioni alla “be stupid” ‣ si possono inoltre formare e salvare delle frasi spostando col mouse delle parole ‣ pare ci sarà un “be stupid” tour da febbraio, con azioni pubblicitarie convenzionali e di guerrilla
  • 73. BE STUPID DIESEL for successful living – C’è chi non coglie appieno tra le righe il significato della campagna e ne promuove il boicottaggio – Principalmente si accusa di incitare alla stupidità, a non avere idee proprie e quindi di cercare di soffocare e controllare le persone
  • 74. BE STUPID DIESEL for successful living http://www.youtube.com/watch?v=Y4h8uOUConE
  • 75. BENETTON – I COLORI
  • 76. UNITED COLORS • Le prime campagne Benetton sono piuttosto convenzionali, finché nel 1984 non viene assunto come direttore creativo il fotografo di moda e pubblicità Oliviero Toscani • Toscani introduce un nuovo concetto creativo: "All the Colors of the World“, il quale vedeva come protagonisti adolescenti di diverse etnie con indosso capi di abbigliamento Benetton.
  • 77. TOSCANI • Toscani continua a creare campagne per Benetton per i successivi 17 anni. • http://press.benettongroup.com/ben_en/about /campaigns/history/?t=print
  • 78. IL MEDIA • Il media che Benetton privilegiò negli anni fu l’affissione, e in seconda battuta la stampa. • Molti dei poster di Toscani non solo ebbero una risonanza di tipo ideologico, ma anche un forte impatto estetico nelle città.
  • 79. I CONTRASTI • 1984. Prima campagna di Oliviero Toscani.
  • 82. UNITED COLORS • Un giorno, un ufficiale delle Nazioni Unite è in visita nello studio di Toscani durante uno shooting fotografico, e vedendo un gruppo di modelli esclama "This is fantastic, it's the United Colors in here!“. • Da questa esclamazione, Benetton diventa "United Colors of Benetton“.
  • 83. IL LOGO E IL CLAIM
  • 84. GLI OPPOSTI • Un nuovo concetto: gli opposti • ‘Tutti questi conflitti sono basati su dei tabù, sull’impossibile coesistenza, su una differenza che separa piuttosto che unire’. • Riconoscendo queste differenze e queste proibizioni, il marchio appare più coinvolto. • Il marchio prende delle posizioni precise piuttosto che presentare un ritratto “oggettivo” del mondo; si impegna a incoraggiare la coesistenza di opposti, la rottura delle barriere e a promuovere il dialogo. • Benetton aveva un piano: integrare gli opposti per unire le differenze sotto un’unica bandiera, quella del logo del brand.
  • 85. 1986 – IL BACIO
  • 86. 1986 – ANGELO E DIAVOLO
  • 87. LA SCOMPARSA DEL PRODOTTO • In questa fase, il “prodotto” sparisce gradualmente dagli annunci pubblicitari. Benetton prende un’altra strada, scommettendo che una volta affermata l’identità di marca, il prodotto diventerà uno dei suoi attributi. • L’azienda prende piede in ogni continente. • Paradossalmente, la crescente popolarità e la tangibile disponibilità dei prodotti Benetton —beni acquistabili in oltre 5.000 negozi nel mondo— coincide con la loro scomparsa dagli annunci pubblicitari.
  • 91. MULTIRAZZIALITA’ • Un altro concetto entra nelle campagne, la convivenza multirazziale • Spinta fino alle sue estreme conseguenze visive.
  • 95. ANNI • Benetton posters 1989 - Black and white men handcuffed 1991 - Newborn baby 1992 - Dying Aids patient 1993 - Bullet-riddled military uniform 1996 - Black horse mounting white mare 1998 - Children with Down's syndrome 1999 - Bloodstain and UNHCR logo 2000 - Convicts on death row
  • 96. LA MORTE • Dopo l’uguaglianza e l’esaltazione delle differenze, Benetton svolta verso la realtà delle cose comuni condivise dall’umanità intera. • Pubblicata da un solo quotidiano in Italia, Il Sole 24 Ore, in quanto tutti gli altri si rifiutarono, questa foto segna una rottura con le campagne precedenti. Lo stile diventa “realistico”, e introduce la profondità di campo oltre a un tocco di “vita reale” che irrompe nel dolce e artificioso mondo della pubblicità. • In merito a questa foto unica vengono scritti centinaia di articoli in tutto il mondo.
  • 97. 1991 – LA MORTE
  • 98. 1991 - LA VITA • In opposizione all’irruzione della “morte” come tema pubblicitario, Benetton risponde con una “nascita”, la celebre immagine del neonato ancora attaccato al cordone ombelicale. • La foto della neonata, Giusy, vuole essere un inno alla vita, ma diventa l’immagine più censurata nella storia delle pubblicità Benetton. • Nel regno della pubblicità, tradizionalmente occupato dalla finzione, l’irruzione della vita reale è causa di scandalo.
  • 100. CONDANNE • In Italia la protesta nasce a Palermo, dove il Consiglio Comunale ordina a Benetton di rimuovere le affissioni pubblicitarie. • A Milano la censura è preventiva e la vasta “Piazza Duomo” rimane off-limits. • La pubblicità viene poi condannata dal Comitato di Autodisciplina Pubblicitaria, il quale decide che la foto “non tiene conto della sensibilità pubblica”. • Critiche simili vengono espresse in Gran Bretagna, Irlanda e Francia.
  • 101. I PREMI • Ma dopo un primo periodo di rigetto, la fotografia inizia ad essere capita ed apprezzata. • Vince un premio dalla svizzera ‘Société Générale d’Affichage’ e l’Ospedale Generale Sant’Orsola di Bologna chiede il permesso di esporre la fotografia nella propria sala parto. • La stessa foto viene esibita in Olanda, come parte di una mostra dedicata all’iconografia della maternità nei secoli, al Museo Boymans- van-Beuningen di Rotterdam.
  • 102. LA TRAGEDIA DEL MONDO • A questo punto, il linguaggio di comunicazione Benetton cambia radicalmente. • Con la campagna di febbraio del ’92 arriva uno scandalo di dimensioni planetarie. • Queste pubblicità mostravano foto di situazioni reali altamente drammatiche: un uomo che sta morendo di AIDS, un soldato che si aggrappa a a soldier gripping a un femore umano, un uomo assassinato dalla Mafioa, un’automobile in fiamme, una nave piena di emigranti.
  • 103. AIDS
  • 104. DAVID KIRBY • La foto di David Kirby nella sua stanza dell’Ohio State University Hospital nel maggio del 1990 con la famiglia al fianco, scattata da Therese Frare, viene pubblicata sulla rivista Life nel novembre del 1990. • Vince il World Press Photo Award nel 1991, ma è l’uso che Benetton ne fa successivamente in pubblicità che la porta all’attenzione dei media nel mondo, portando le persone a parlare della morte di AIDS.
  • 105. DAVID KIRBY • La fotografia vince il premio dell’European Art Director Club come migliore campagna del 1991, l’Houston International Center of Photography’s Infinity Award e viene esposta in musei americani, francesi, italiani e svizzeri, oltre a rientrare, nel 2003, tra le ‘100 Photos that changed the world’ della rivista Life. • I genitori di David, Bill e sua moglie Kay, prendono parte nella conferenza stampa di Benetton alla New York Public Library, e la madre di David dice: “Non ci sentiamo usati da Benetton, ma piuttosto il contrario: David parla molto più forte adesso che è morto di quanto non avesse mai fatto quando era in vita”.
  • 106. ALTRE TRAGEDIE • Oltre all’AIDS la campagna Benetton si appropria di altre tragedie • Le guerre • La mafia • Il terrorismo • I campi di concentramento • L’emigrazione
  • 108. GUERRA
  • 109. MAFIA
  • 114. LA REALTA’ • Le foto del paziente di AIDS, del soldato e degli emigranti albanesi non vengono prese per la campagna pubblicitaria, ma sono fotografie dell’agenzia. • Queste immagini ritraggono il mondo “reale” e introducono un nuovo, intrigante interrogativo: • L’enorme potere dei budget pubblicitari può essere usato per focalizzarsi su qualcos’altro che non siano i prodotti dell’azienda? • Dove sta scritto che la pubblicità può solo ritrarre l’assenza di conflitto e dolore?
  • 115. LA REALTA’ • La reazione a queste foto di vita vera è stata a volte violenta. Diverse pubblicazioni in molti paesi si rifiutarono di pubblicare le campagne.
  • 116. LA REALTA’ • Eliminando il prodotto dalla pubblicità, violando il tabù di temi sgradevoli, associando il proprio nome con la rappresentazione del conflitto e del dolore e dell’abbandono del falso, comodo mondo degli stereotipi pubblicitari, Benetton fa crollare le fondamenta della cultura e del linguaggio del messaggio pubblicitario classico.
  • 117. LA REALTA’ • Benetton viene accusata non di avere esercitato il diritto di parola, ma di non essere nella posizione legittima per farlo. • Ma la successiva legittimazione del marchio attraverso la collaborazione con numerose associazioni internazionali mette a tacere questa obiezione finale.
  • 118. I VESTITI • Nel 1993, con la cooperazione della Swiss Caritas organization e della Red Cross International Federation di Ginevra, Benetton lancia il suo ”Redistribution Project” (Progetto Ridistribuzione Indumenti), la prima operazione mondiale che ambisce alla ridistribuzione di vestiti alle persone bisognose. • La “star” della pubblicità è Luciano Benetton stesso, nudo, coperto solo dalla headline “Give me my clothes back” (ridatemi i miei vestiti) • Il successo della campagna è rappresentato dai 460,000 kg di indumenti usati raccolti dalle 44 associazioni. • Le associazioni includono la Buddhist Relief Old Clothes Help a Taiwan, la Global Jewish Assistance e il Relief Network a Hong Kong, il Japan Relief Clothing Center a Tokyo, Gifts in Kind negli USA e nel Canada, la World Assembly of Muslim Youth nei paesi arabi e Hogar de Cristo in America Latina.
  • 120. L’OBELISCO • Per il sesto World AIDS Day, nel 1/12 1993, un enorme preservativo rosa di 22 metri di altezza e 3,5 metri di larghezza viene posto sull’obelisco di Place de la Concorde a Parigi. • Questa volta, l’iniziativa è supportata da ACT UP, una delle più radicali associazioni coinvolte nell’informazione sulla lotta contro l’AIDS. • Tutti i telegiornali dei principali canali televisivi internazionali e tutti i periodici, mostrano la foto dell’evento, che diventa un simbolo della lotta contro l’AIDS. • Tramite l’allenaza con istituti non-profit, associazioni e grandi organi internazionali, Benetton prova che un uso “differente” della pubblicità è di fatto possibile.
  • 121.
  • 123. ALTRE CAMPAGNE • Altre campagne vengono realizzate insieme a organizzazioni umanitarie
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  • 128. • L’ultima campagna con Toscani, scattata nel 2000 in numerose prigioni americane, si focalizza sula pena di morte e vuole avere un impatto sensazionale sui media. • Le principali emittenti televisive del mondo dedicano una buona parte dei loro notiziari all’argomento. • Le foto dei condannati a morte vengono pubblicate sulla stampa internazionale mentre il dibattito sulla pena di morte viene arricchito da significativi contributi.
  • 129.
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  • 133.
  • 134. STORIA • Benetton's increasingly frustrated independent store managers complained that the advertisements never featured any Benetton clothing. Poor sales company-wide and an unimpressive share price plagued the company. • At one time, Benetton had more than 600 stores across the United States, but by 1999 there were fewer than 200 remaining. The company hoped to remedy its situation through a proposed deal with Sears, Roebuck & Co. that would open "Benetton Corners" in 800 Sears stores across the country. • Outrage from victim's rights advocates over Toscani's campaign, "Looking Death in the Face," an anti-death penalty appeal, led Sears to drop the planned $41 million deal. Backed into a corner, Benetton was forced to issue an apology. Three months later, Toscani was gone from his job as creative director.
  • 135. • The "We on Death Row" campaign caused widespread outrage. The adverts were completely devoid of any Benetton clothing, featuring instead interviews with the convicted killers. • Days after the posters appeared, the second biggest American retailer, Sears, said it would stop selling Benetton clothes and removed the products from its 400 stores. • Shortly after that Benetton's creative director, Oliviero Toscani, left the company after more than 18 years.
  • 136. STORIA • Since the split with Toscani, Benetton's advertising has taken on a far more conventional edge as it struggles to find its niche within the retail market. • "When the economy is growing, companies have more room to walk on the side of danger," Kehoe said. • Although 2001 sales of 2.1 billion euros were no small sum, Benetton Chairman Luciano Benetton was forced to let go of his beloved Formula 1 race team, and it is rumored the company plans to sell its sportswear brands and several manufacturing subsidiaries.
  • 138. ALTRI TEMI ALTRI MEDIA • Altri annunci sono comparsi su Colors, la rivista di Benetton • Temi sociali sono stati utilizzati per le monografie aziendali e i report • Ma le grandi campagne degli anni 80 e 90 non sono più apparse sui mass media
  • 139.
  • 140.
  • 141. COSA RESTA • From 1984 to 2001, Benetton pushed limits and "gave us a more interesting world," has been said. "We are better for those ads." • Benetton benefited from the eye catching, memorable ads, as "emotions being evoked by the advertisements would transfer to the brand, in this case a cutting edge, provocative brand," • The fact that Benetton clothing was rarely shown in ads did not seem to hurt profits. • This image-based advertising worked especially well for Benetton, as it usually does for higher-priced, discretionary products. • Today many companies, including Absolut Vodka and Nike, use imaged-based campaigns that advertise without focusing on product attributes. • http://www.cavalierdaily.com/CVArticle.asp?ID=14004&pid=931
  • 142. COSA RESTA • To get sales back on track, Benetton must identify where it stands next to cheaper and more stylish competitors. Many consumers are aware that Benetton is a good, colorful brand, but they don't know what the brand's positioning is. • The retailer has been experimenting by moving into new markets and expanding its product line, specifically by targeting the teen consumer and beefing up its menswear section. • Benetton's advertising team remains in-house, which gives the company a large amount of freedom in determining its next move. At this point, it can stick with the old, image-based advertising or decide to build on product advertising, which would focus more on product attributes and benefits. • Whatever the decision, Benetton might be more on track with its toned-down campaign in today's negative retail environment.
  • 143. RITORNO ALL’INIZIO • Benetton's new image presents consumers with colourful photographs of young black or white people positioned against a white background wearing Benetton T-shirts, jumpers or swimwear. • It is a far cry from the challenging images of a bloodied newborn child still attached to its umbilical cord, a white baby feeding from a black woman's breast and pictures of people with Down's syndrome - all previously used to promote its clothes. • Benetton describes theadverts as "simple yet sophisticated ... young people from all over the world, colourful and dynamic, multiplied as in the mirrors of a funfair arcade, lighting up the traditional white background with their fresh spirit and optimism: these are the pictures for Benetton's worldwide product campaign for springsummer 2001."
  • 144.
  • 145.
  • 146.
  • 147.
  • 148. BENETTON – I COLORI
  • 149. Un nuovo modo di promuovere la bellezza
  • 150. La storia - Da subito innovativa • Nata nel 1957 negli Stati Uniti, la marca Dove si è imposta subito grazie alla famosa barra detergente, con proprietà idratanti, clinicamente testate. • A partire dal 1989, anno in cui la barra detergente Dove è stata lanciata in Italia, Dove ha lanciato sul mercato una linea completa di prodotti
  • 151. La comunicazione pubblicitaria • Anche la comunicazione rispecchia l’impegno per offrire alle consumatrici dei risultati concreti. • Da 40 anni, infatti, le pubblicità di Dove usano donne normali, senza alcun ritocco.
  • 152. USP • Nel 1955 Ogilvy ha elaborato la prima strategia pubblicitaria di Dove puntando su una Unique Selling Proposition che la distinguesse dagli altri brand: “Dove, il sapone con un quarto di crema idratante”
  • 153. 2004:la Campagna per la Bellezza Autentica • La Campagna per la Bellezza Autentica è un progetto a livello mondiale, voluto da Dove per dire a tutte le donne una cosa molto semplice: la bellezza ha mille volti e mille modi di esprimersi. • Non solo i volti stereotipati dei modelli che ogni giorno ci circondano e ci vengono imposti da più media e da più parti.
  • 154. Lo studio globale Dove: la verità sulla bellezza • Prima di iniziare la campagna Dove ha condotto una ricerca in 10 Paesi diversi ed ha intervistato 3.000 donne per scoprire la loro idea di bellezza: • Soltanto il 2% delle donne intervistate si definiscono “belle” • i 3/4 circa delle donne intervistate ritengono di avere una bellezza “media” • Circa metà delle donne intervistate ritengono di avere un peso “eccessivo”
  • 155. Perché la Campagna per la Bellezza Autentica? • La campagna globale Dove per la Bellezza Autentica ha lo scopo di cambiare la situazione attuale e offrire un'idea più ampia, più sana e più democratica di bellezza. • Un'idea di bellezza che tutte le donne possono fare propria e apprezzare ogni giorno.
  • 156. “Dove ha scelto una strada contraria rispetto alle altre marche che si occupano di beauty, lavorando sul vissuto profondo delle donne, attivando altri tipi adesione” ADV Advertiser
  • 157. Manifesto della Campagna per la Bellezza Autentica è l’immagine adv firmata da Ogilvy&Mather e realizzata dal grande fotografo Rankin che ha ritratto come testimonial un gruppo di inusuali modelle
  • 158. La campagna ritrae un gruppo di donne reali, che mostrano le diverse caratteristiche dei loro veri corpi. Queste sei donne normali sono state selezionate andando in giro per le città e scelte per la loro sicurezza e per il loro atteggiamento positivo; quindi ritratte con addosso biancheria intima, senza nessun ritocco alle immagini.
  • 161. Pro Age Campaign • Dove contribuisce a sfatare uno dei tabù più radicati nella cultura della beauty-industry, ovvero l’equivalenza Bello = Giovane • La Campagna PER la vecchiaia (e non ANTI invecchiamento) ne è la dimostrazione concreta http://www.youtube.com/watch?v=vilUhBhNnQc&
  • 164.
  • 165. 2007: Evolution vince il Leone a Cannes • prodotto da Tim Piper per OGILVY & MATHER di Toronto, questo video dapprima vince nella categoria Viral Video per poi trionfare a livello assoluto http://www.youtube.com/watch? v=iYhCn0jf46U
  • 166. Gli altri video della campagna: • Onslaught http://www.youtube.com/watch?v=JaH4y6ZjSfE • Il nuovo spot TV True Colors http://www.youtube.com/watch?v=gUsKIApTewQ& • Amy http://www.youtube.com/watch?v=RWNYndqFTR4 • Pro Age http://www.youtube.com/watch?v=vilUhBhNnQc&
  • 167. Onslaught • Talk to your daughter before beauty-industry does
  • 168. True Colors • Every girl deserves to see how beutiful she really is
  • 169. Amy • Sent to you by someone who thinks you’re beautiful
  • 170. Pro Age • This is pro age
  • 171. Dove - Fondo per l’Autostima • Girl's self-esteem http://www.youtube.com/watch?v=4ytjTNX9cg0