LIDI - Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi - Conferenza "Cervello, Mente e Infinito" / Roma, 11 maggio 2008 / autore: Luigi Anepeta
Federico Bottino, Lead Venture Builder – “Riflessioni sull’Innovazione: La Cu...
Cervello, Mente e Infinito
1. Conferenza del dott. Luigi Anepeta
11 maggio 2008 - Roma
LIDI – Associazione ONLUS
Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi
www.legaintroversi.it
Cervello, Mente e Infinito
2. 1. L’Infinito come problema
2. L’Infinito nella storia della Cultura
3. La complessità del cervello
4. Indizi coscienti della complessità
5. La coscienza e l’inconscio
6. L’errore di Darwin
7. Il cervello nell’ottica dell’Evoluzionismo
8. Neotenia e ritardo dello sviluppo
9. Conseguenze originarie della neotenia
10. Umanizzazione e Civilizzazione
11. Ansia esistenziale
12. Aspetti adattivi, non adattivi e disadattivi
della mente umana
13. Come convivere con l’Infinito
3. L’intuizione emozionale dell’Infinito - vale a dire
di “qualcosa” di immenso, sconfinato, senza limite -
circola nella mente umana presumibilmente da sempre
Molti mali dell’umanità sono riconducibili alla difficoltà
di accettare lo scarto tra l’intuizione emozionale
dell’Infinito e la dimensione esistenziale della
finitezza
Tale difficoltà è del tutto evidente a vari livelli
individuali e collettivi: perfezionismo soggettivo,
sviluppo economico illimitato, etnocentrismo
Il problema dell’Infinito
4. Sull’Infinito ci sguazzano da sempre, oltre che i preti, che hanno un filo
diretto con l'al di là, i filosofi, i matematici, i fisici, gli astronomi.
(Abbecedario)
Se tutto ciò che l’uomo può sentire, fantasticare, pensare ha origine nel
funzionamento del Cervello, anche l’intuizione emozionale dell’Infinito va
ricondotta alla singolare struttura di questo organo.
L’Infinito nella storia della cultura
Infinito teologico (ontologico) Infinito cosmico (panteistico)
Infinito astronomico Infinito matematico
Infinito psicologico Infinito e neurobiologia
5. Il cervello ha 100 miliardi di neuroni
Tra i neuroni si dà un numero straordinario di connessioni
sinaptiche in continua evoluzione
Conteggiando il numero delle configurazioni neurali che il
cervello umano può ospitare, si è stimato che sia in grado di
rappresentare circa 1070.000.000.000.000 “pensieri”
possibili...
La sensazione che abbiamo di poter pensare senza limiti deriva
dall’immensità del numero totale delle connessioni che possono
stabilirsi tra gruppi di atomi. Questo è ciò che si intende per
complessità, ed è la complessità della nostra mente che dà
origine a quella sensazione di essere al centro di sconfinate
immensità (Barrows)
La complessità del cervello
6. Indizi della complessità
OSSESSIONI
INSONNIA (Patologica e occasionale)
STATO D’ANIMO
ATTIVITÀ ONIRICA (Allucinazioni e memorie)
Nel cervello scorrono una quantità straordinaria di impulsi che coincidono
con contenuti psichici: emozioni, pensieri, memorie, immagini. Di questi
contenuti solo una minima parte affiora a livello cosciente.
CONSEGUENZE ORIGINARIE DELL’ATTIVITÀ
ONIRICA (culto dei morti ed empatia)
7. Coscienza e inconscio
L’intuizione dell’infinito riconosce come matrice primaria la
percezione più o meno inconsapevole che l’uomo ha avuto e ha della
complessità del suo cervello
Gran parte dell’attività mentale scorre al di sotto della coscienza
Quello che una persona è, ciò che pensa, sente e fa non è per nulla influenzato
dalla sola coscienza. Molti dei nostri pensieri, sentimenti e azioni hanno luogo
in maniera automatica, e solamente dopo che sono accaduti, forse, diventano
accessibili alla coscienza... La comprensione del mistero della personalità
dipende in maniera cruciale dalla comprensione delle funzioni inconsce del
cervello. (J. LeDoux, Il Sé sinaptico, Raffaello Cortina, Milano 2002, p.16)
L’esempio del linguaggio verbale come interazione tra coscienza e
inconscio
8. L’errore di Darwin
Divino Architetto o Natura?
Gradualismo darwiniano e Creazionismo
Se nessun altro essere vivente, tranne l’uomo, avesse posseduto una qualche
facoltà mentale, o se i suoi poteri fossero stati di natura del tutto diversa da
quella degli animali inferiori, allora non saremmo mai stati in grado di
convincerci che le nostre elevate facoltà si sono sviluppate gradualmente. Ma si
può dimostrare che non vi è nessuna fondamentale differenza di questo genere.
(Origine dell’Uomo, Newton Compton, Roma 1998, p. 90)
I problemi insolubili nell’ottica del darwinismo: anelli intermedi e
adattamentismo
9. Il cervello nell’ottica evoluzionistica
Il corredo genetico umano consta di 30000 geni
L’uomo ha il 98,5% di geni in comune con lo scimpanzé
Geni strutturali e geni regolatori
Mutazioni e speciazione
La neotenia come stratagemma evoluzionistico
Axolotl
L'uomo animale neotenico per eccellenza: indizi fisici e psichici
10. Neotenia e ritardo dello sviluppo
Il ritardo dello sviluppo dell’uomo ha prodotto due conseguenze
Pedomorfismo emozionale (un tasso piuttosto basso di aggressività, la
socievolezza, la vivacità emozionale, la curiosità esplorativa, la fantasia,
l’immaginazione, la plasticità a livello di apprendimento, ecc.
La crescita della neocorteccia con grandi capacità cognitive
L’intreccio tra emozionalità e cognizione ha allargato l’orizzonte della mente
umana
Indizi originari dell’intuizione emozionale dell’Infinito: arte, inumazione dei
corpi ed empatia
11. Conseguenze della neotenia
Significato a posteriori e significato originario della neotenia
Le condizioni originarie
Dalla Simpatia degli animali sociali all’Empatia umana
Empatia come classe illimitata estesa a tutti gli esseri senzienti, capaci di soffrire
Consapevolezza esistenziale (vulnerabilità, precarietà, finitezza, destino
mortale)
Solidarietà sociale
Rapport o prolungato e intimo tra adulti e bambini
Ingentilimento della specie
12. Umanizzazione e civilizzazione
L’empatia ha come confine il Gruppo?
Diffusione geografica della specie umana, differenziazione delle culture,
etnocentrismo ed estraneazione culturale
Nascita della violenza
Dall’empatia alla dimensione persecutoria (Estraneo=Nemico)
L’esempio della scoperta dell’America
13. Ansia esistenziale (1)
Al di là dell’adattamentismo
L’intuizione emozionale dell’Infinito è la matrice dell’ansia esistenziale
I contenuti: vulnerabilità, precarietà, finitezza, destino mortale
Il sentire anticipa il capire
L’intuizione del significato della morte nell’evoluzione infantile
La lenta presa di coscienza della condizione esistenziale
14. Ansia esistenziale (2)
Difese dall’ansia: - valutazione realistica dei pericoli - coraggio di
esistere - solidarietà e affettività sociale
Cause naturali e cause umane
La relazione ambivalente tra Io e Altro, referente del bisogno e potenziale
persecutore
Incapsulamento dell’emozionalità umana nella relazione con l’Altro
Il problema del Male e del Dolore
15. Aspetti adattivi e disadattivi
dell’emozionalità
La dilatazione dello spettro emozionale
Emozioni non adattive: estatiche ed estetiche
Emozioni disadattive: positive (amore cieco, sensibilità scrupolosa,
compassione) e negative (rabbia, odio, vendetta, invidia)
Risonanza emozionale
Il significato adattivo delle emozioni di base
Infinitizzazione delle emozioni sulla base delle memorie
La civiltà compulsiva
16. Come convivere con l’Infinito
Accettazione del carattere congiunturale dell’esistenza
Elaborazione dei nessi tra passato e presente
Apertura alla socialità sulla base della comprensione critica e della pietas
Risonanza emozionale
Adeguamento delle emozioni alle varie situazioni
Apertura ai mondi simbolici (letteratura, arte, filosofia, scienza, ecc.): unico
modo significativo di inseguire il miraggio dell’Infinito
17. Dall’Abbecedario
Più di ogni altro animale l’uomo aspira alla felicità. Non può fare altrimenti essendo ricco
di potenzialità emozionali e intellettive, e per giunta motivato da un’angoscia di
precarietà che è solo sua. L’antifona dell’infinito, a questo punto, è chiara. Se le
consapevolezze che essa comporta – i lutti, i dolori, le malattie, la vecchiaia, la morte –
fossero sempre al centro della coscienza, ci troveremmo tutti a pensare come Buddha che
la vita è una moneta falsa. Quelle consapevolezze, invece, sono tenute al margine della
coscienza dall’aspirazione alla felicità. Il problema è come realizzarla. Le strategie non
funzionano tutte. Il sistema del piacere non è specializzato, non riconosce un centro per
la fame, uno per il sesso, uno per i soldi, uno per la musica e via dicendo. È polivalente e,
per di più, esigente, maledettamente esigente. Si mantiene in equilibrio solo se è
stimolato in più modi. Predilige insomma i piaceri eterogenei, da quelli fisici a quelli
spirituali. Qualunque limitazione della pratica delle diverse attività da cui un individuo
può ricavare piacere è controproducente. Così, se uno pretende di soddisfarsi
ingurgitando solo del cibo, ne può mettere dentro quanto ne vuole: gli rimane la fame (di
vivere); se un altro vuole appagarsi solo con le letture dei libri, si incupisce. Idem per gli
assatanati del lavoro, dei soldi, del potere, del sesso e di tutte le ossessioni unilaterali. La
verità più o meno è questa: per avere un po’ di pace, l’uomo è costretto a sviluppare tutte
le sue qualità – fisiche e psichiche – in un rapporto significativo, cioè vissuto, sentito,
partecipato, con il mondo (con se stesso, la natura, gli altri e la cultura). Questa è la dura
(?) lex scritta nel congegno.