More than Just Lines on a Map: Best Practices for U.S Bike Routes
Valentino Patussi, Anna Muran. Il lavoro in quota : documento aggiornato al DGLS 106/2009
1. Alcol e Lavoro
in Friuli Venezia Giulia
Pordenone 2009
Il lavoro in quota
Dr. Valentino Patussi, Dott.ssa Anna Muran
Dipartimento di Prevenzione
S.C. Prevenzione e Sicurezza
negli Ambienti di Lavoro
Documento aggiornato
al D.lgs. 106/09 Azienda per i Servizi Sanitari n° 1 “Triestina”
2. un aspetto:
g/l EFFETTI DELL’ALCOL A LIVELLI CRESCENTI DI ALCOLEMIA
iniziale tendenza ad operare in modo più rischioso: riflessi leggermente
0,2
rallentati
rallentano le capacità di vigilanza ed elaborazione mentale – le percezioni, i
0,4 movimenti o le manovre vengono eseguiti bruscamente con difficoltà di
coordinazione
si riduce la visione laterale – e’ ritardata la percezione degli ostacoli, della
0,5 segnaletica, degli stimoli sonori, luminosi e uditivi e della conseguente
capacità di reazione. Non vi è percezione di aver raggiunto tale limite
i movimenti e gli ostacoli vengono percepiti con notevole ritardo e la facoltà
0,6
visiva laterale è fortemente compromessa
i tempi di reazione sono fortemente compromessi – l’esecuzione dei normali
0,7 comportamenti alla guida è priva di coordinamento, confusa e conduce
sempre a gravi conseguenze
si riduce la capacità di adattamento all’oscurità – e’ sensibilmente
compromessa la valutazione degli ingombri stradali, delle traiettorie dei veicoli
0,9
e delle percezioni visive simultanee (per esempio di due veicoli se ne vede
solo uno)
il livello della capacità visiva e di attenzione ed i tempi di reazione diventano
1 assolutamente inadeguati – si manifesta chiaramente lo stato di ebbrezza
caratterizzata da euforia e disturbi motori che rendono precario l’equilibrio
lo stato di euforia viene sostituito da uno stato di confusione mentale e di
>1
totale perdita della lucidità accompagnata da forte sonnolenza
3. un aspetto:
dopo l’assunzione di alcol, l’alcolemia raggiunge il suo picco
massimo entro 30/45 minuti a stomaco vuoto, 60-90 a
stomaco pieno, ma ciò è in relazione, oltre che al sesso del
lavoratore e a fattori antropometrici dello stesso, anche alla
situazione in cui opera, la fatica fisica ed il caldo modificano
peraltro la velocità di assorbimento
Problema dell’interazione con molti farmaci e della
sommazione dei rischi dovuti alla stanchezza e al sonno,
con effetti rilevanti sul livello di vigilanza
4. un aspetto:
Principali effetti sul controllo posturale e sul movimento
abuso alcolico: alterazioni dell’equilibrio legato agli effetti
sull’apparato vestibolare dell’orecchio interno
alcolismo cronico: situazione di conflitto tra equilibrio
dinamico e di movimento per gli effetti sui nuclei vestibolari
ed il cervelletto
Aumento del rischio di cadute
8. Parlare di alcol e lavoro
…. non deve mai diventare una scusa
La sicurezza sul lavoro si base su una scala gerarchica di
interventi che non deve mai essere dimenticata:
Sicurezza delle strutture
Sicurezza degli impianti
Sicurezza delle macchine
se permane un rischio residuo, utilizzo di idonei DPI
Sicurezza in funzione dei rischi trasversali
• organizzazione del lavoro
• salute dei lavoratori
• fattori psicologici
• fattori ergonomici
• “condizioni di lavoro”, ecc.
lavoro
9. E’ l’elevato rischio, intrin-
seco al lavorare in quota, che
aumenta in maniera espo-
nenziale il rischio aggiuntivo
legato all’assunzione di
alcolici
10. Le cadute dall’alto rappresentano il 2% delle forme di
infortunio sul lavoro in Friuli Venezia Giulia
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
11. .. ma rappresentano il 13% delle forme di infortunio sul
lavoro in Friuli Venezia Giulia.. che comportano lesioni
gravi
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
12. .. e il 20% delle forme di infortunio sul lavoro mortali in
Friuli Venezia Giulia
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
13. % di eventi comportanti postumi permanenti tra le
cadute dall’alto ed altre forme di accadimento
16
14,1
14
12
10,3
10
% 8 6,9
6
3,6
4
2
0
cadute dall'alto investito da alla guida di totale non
cadute dall'alto
su su su su
581 casi 224 casi 520 casi 17.294 casi
su 17.875 eventi occorsi in provincia di Trieste nel periodo 2000-2006 – dati EpiWork
14. COMPARTO COSTRUZIONI
Infortunati I.I. italiani
Occupati italiani
italiani
1.021 110 10,8
Occupati non Infortunati non I.I. non italiani
italiani italiani
212 47 22,0
P < 0,000
dati medi 2001-2004 su 60 aziende campionate in F.V.G.
15. COSTRUZIONI
Belgio
m igranti
Germania
17%
Francia
Svizzera
Canada
Argentina
India
Bangladesh
Nigeria
Senegal italiani
italiani
Ghana 83%
migranti
Tunisia
Algeria
Marocco
Romania
Albania
Macedonia
ex Jugoslavia
Bosnia
Slovenia
R. F. Jugosl.
Croazia
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
% sugli occupati nel comparto
16. COSTRUZIONI 2004
Indicatori infortunistici in funzione di nati in Italia o all’estero
ore n° gg.
occupati I.I. I.F. I.G.
equivalenti infortuni inabilità
italiani 1.676 2.849.200 157 4.242 9,4 55,1 1,5
stranieri 351 596.700 53 984 15,1 88,8 1,6
stranieri* 306 520.200 51 939 16,7 98,0 1,8
complessivo 2.027 3.445.900 210 5.226 10,4 60,9 1,5
*esclusi i nati in paesi europei, Argentina e Canada
17. razza religione
bianchi cattolica
Consumo alcolici
neri musulmana
Asia del sud induista
Il 73% dei musulmani dichiara di essere
astinente, a differenza del 30% soltanto dei
cristiani.
Ma esistono forti differenze tra i diversi
paesi di religione musulmana
18. sesso
maschi
Consumo alcolici
ma spesso l’abitudine al consumo
non è correlata alla frequenza dei
problemi alcol-correlati
femmine
19. Area-nazione
Cina: maschi 86% femmine: 26-36%
Messico: maschi 70% femmine: 26-36%
Consumo alcolici
Namibia: maschi 61% femmine: 50%
Nigeria: maschi 54% femmine: ?%
India: maschi 21-38% femmine: 3%
ma spesso l’abitudine al consumo
non è correlata alla prevalenza dei “forti
bevitori” e dei problemi alcol-correlati
20. I Cinesi (e i Giapponesi) hanno una minore tolleranza
all’etanolo, per cui anche piccole quantità di alcol
provocano vasodilatazione con arrossamento del viso e
aumento della frequenza cardiaca. Ciò in quanto vi è
una carenza di acetaldeide-deidrogenasi mitocondriale
e l’accumulo di acetaldeide diventa tossico
(analogamente all’effetto Antabuse, il disulfiram infatti inibisce
l’acetaldeide-deidrogenasi)
21. INFORTUNI PER CADUTA DALL’ALTO IN FUNZIONE DEL COMPARTO
Costruzioni
Servizi
Non riportato
Metalmeccanica
Altro
Trasporti
Ind. del legno
Commercio
Ind. Alimentare
Sanità
0 50 100 150 200 250 300 350
n° casi
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
22. “tipo di lavoro” a maggior criticità (base dati INAIL)
37,3
produzione
circolazione
attività di servizio
immagazzinaggio
6,8
Costruzioni
altre attività
complementari
agricolo/forestali
manutenzione/riparazione
montaggio/Installazione
mancanza informazione
0 50 100 150 200 250 300 350 %
Prevalenza degli infortuni sul lavoro nelle diverse attività
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
23. “tipo di lavoro” a maggior criticità (base dati INAIL)
produzione 26,0
circolazione
attività di servizio
immagazzinaggio
Costruzioni 20,9
altre attività
complementari
agricolo/forestali
manutenzione/riparazione
montaggio/Installazione
mancanza informazione
0 50 100 150 200 250 300 350 %
Prevalenza delle cadute dall’alto nelle diverse attività, sul totale
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
24. “tipo di lavoro” a maggior criticità (base dati INAIL)
37,3
produzione 26,0
circolazione
attività di servizio
immagazzinaggio
6,8
Costruzioni 20,9
altre attività
complementari
agricolo/forestali
manutenzione/riparazione
montaggio/Installazione
mancanza informazione
0 50 100 150 200 250 300 350 %
Prevalenza degli infortuni sul lavoro nelle diverse attività
Prevalenza delle cadute dall’alto nelle diverse attività, sul totale
(dati INAIL biennio ′02 - ′03)
25. “tipo di lavoro” a maggior criticità (base dati INAIL)
produzione 70
circolazione
attività di servizio
immagazzinaggio
Costruzioni 308
altre attività
complementari
agricolo/forestali
manutenzione/riparazione
montaggio/Installazione
mancanza informazione
0 50 100 150 200 250 300 350 %
Rapporto tra la prevalenza delle cadute dall’alto nelle diverse attività sulla prevalenza degli infortuni sul totale
26. “tipo di lavoro” a maggior criticità (base dati INAIL)
produzione
circolazione
attività di servizio
immagazzinaggio
Costruzioni
altre attività
complementari
agricolo/forestali
manutenzione/riparazione
montaggio/Installazione
mancanza informazione
0 50 100 150 200 250 300 350 %
Prevalenza degli infortuni sul lavoro nelle diverse attività
Prevalenza delle cadute dall’alto nelle diverse attività, sul totale
Rapporto tra la prevalenza delle cadute dall’alto nelle diverse attività sulla prevalenza degli infortuni sul totale
27. Le forme di accadimento
più frequenti negli eventi
mortali nel settore delle
costruzioni sono quelle
della caduta dall’alto e
dell’incidente stradale
28. I pochi studi in letteratura disponibili evidenziano, tra gli
infortuni mortali dovuti a cadute dall’alto nel settore delle
costruzioni, una
prevalenza del 9 - 9,5
% di infortunati che
presentavano una
alcolemia elevata
Colak et al. - Ind. Health, 2004
Baker et al. - JAMA, 1982
Shannon et al. - Am J Ind Med, 1993
Missliwetz - Am J For Med Pat, 1995
29. In letteratura le cadute dall’alto nel settore delle
costruzioni vengono riferite più frequenti tra i lavoratori
con esperienza inferiore all’anno, ma relativamente agli
altri lavori in quota non si sa quasi nulla
30. Sarà una questione
di prospettive…
prospettive
oppure..
manca un denominatore utile a
raggruppare le altre lavorazioni
a rischio, perché distribuite
soprattutto tra piccole imprese
e lavoratori artigiani ..
31. L’associazione tra infortuni
(in generale) che hanno
comportato lesioni midollari
e assunzione di alcolici al
momento dell’evento è ben
documentata, ed identifica la
guida (66% degli eventi con
evidenza di assunzione di
alcolici) e le cadute dall’alto
(33%) come cause principali
Garrison et al. - J Spinal Cord Med, 2006
33. Dunque..
Il legislatore ha introdotto il divieto di
assunzione e somministrazione di bevande
alcoliche e superalcoliche nella attività
lavorative che comportano un elevato
rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la
sicurezza, l'incolumità o la salute dei terzi,
L. 125/01
con la possibilità di effettuare controlli
Conferenza
Stato-Regioni
alcolimetrici ai lavoratori 16.3.2006
34. Dunque..
Il legislatore ha previsto che il datore di lavoro
valuti tutti i rischi per la salute e sicurezza,
programmi l’attivita’ di prevenzione, elimini i
rischi e, ove ciò non sia possibile, li riduca al
minimo in base al progresso tecnico, effettui il
controllo sanitario dei lavoratori, allontani il
lavoratore dall’esposizione al rischio per
motivi sanitari inerenti la sua persona e lo
adibisca, ove possibile, ad altra mansione, dia
una informazione e formazione adeguata ai
lavoratori, ai dirigenti ai preposti e ai
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza…. D. Lgs. 81/2008
35. Dunque..
i controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro
possono essere effettuati esclusivamente
dal medico competente, ovvero dai medici
del lavoro dei servizi per la prevenzione e la
sicurezza negli ambienti di lavoro con
funzioni di vigilanza
L. 125/01
36. Dunque..
La sorveglianza sanitaria è effettuata dal
medico competente:
Le visite mediche comprendono gli
esami clinici e biologici e indagini
diagnostiche mirati al rischio ritenuti
necessari dal MC. Nei casi ed alle
condizioni previste dall’ordinamento le
visite sono altresì finalizzate alla verifica
di assenza di condizioni di alcol
dipendenza e di assunzione di sostanze
psicotrope e stupefacenti
D. Lgs. 81/2008
37. Dunque..
La sorveglianza sanitaria è effettuata dal
medico competente:
4.bis Entro il 31 dicembre 2009, con accordo in
2009
Conferenza Stato
- Rgioni,
e
gioni adottato
previa consultazione delle parti sociali,
vengono rivisitate le condizioni e le
modalita’ per l’accertamento della
tossicodipendenza e della alcol
dipendenza.
dipendenza
D. Lgs. 81/2008
38. Dunque..
Tra le attività lavorative che comportano un
elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero
per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei
terzi ai fini del divieto di assunzione e di
somministrazione di bevande alcoliche e
superalcoliche, ai sensi dell’art. 15 della
legge 30 marzo 2001, n. 125, l’accordo
Stato-Regioni fa rientrare tutte le mansioni
L. 125/01
che prevedono attività in quota, oltre i due
Conferenza
metri di altezza Stato-Regioni
16.3.2006
39. Dunque..
Tale obbligo viene ribadito nel D.lgs. 81/08,
all’art. 111, comma 8, relativamente alla
prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle
costruzioni e nei lavori in quota : “il datore
di lavoro dispone affinché sia vietato
assumere e somministrare bevande
alcoliche e superalcoliche ai lavoratori
addetti ai cantieri temporanei e mobili e ai
lavori in quota”
D.lgs. 81/08
40. Dunque..
la valutazione dei rischi dovrà pertanto
analizzare complessivamente le lavorazioni
svolte e valutare se, in caso del rischio
aggiuntivo legato alla condizione di abuso o
alcoldipendenza dei lavoratori addetti, vi
possano essere conseguenze per i
lavoratori interessati o per soggetti terzi
(lavoratori e non)
D.lgs. 81/08
41. Dunque..
se vi sono lavorazioni che prevedono lavori
in quota, oltre i 2 metri, le stesse vanno
descritte e devono essere indicati i lavoratori
esposti
In caso di lavori nel settore costruzioni
riportare tali informazioni nei documenti di
cantiere (POS, PiMUS) e/o delle interferenze
(DUVRI)
D.lgs. 81/08
42. Dunque..
analisi retrospettiva degli eventi a potenziale
rischio infortunistico (c.d. “eventi mancati”) e
infortuni occorsi, con potenziale attribuzione
(anche parziale, come cofattore) al rischio
legato ad eventuali condizioni di
alcoldipendenza od abuso alcolico dei
lavoratori.
contributo del medico competente, sulla
base delle anamnesi raccolte e dei risultati
degli accertamenti svolti nell’ambito della
sorveglianza sanitaria (in forma anonima,
collettiva)
D.lgs. 81/08
43. Dunque..
effettuare l’informazione e formazione dei
dirigenti, dei preposti, dei Rappresentanti
dei lavoratori e dei lavoratori stessi.
disporre la proibizione in azienda
dell’assunzione, somministrazione, distri-
buzione e vendita di alcolici, dandone
informazione a tutti i lavoratori
D.lgs. 81/08
44. Dunque..
vietare l’assunzione e somministrazione di
alcolici anche nelle mense, nonostante ciò
sia ancora possibile ai sensi dell’Allegato
IV, del D.lgs. 81/08 :
1.11.3.2. E' vietata la somministrazione di vino, di
birra e di altre bevande alcooliche nell'interno
dell'azienda.
1.11.3.3. E' tuttavia consentita la somministrazione
di modiche quantità di vino e di birra nei locali di
refettorio durante l'orario dei pasti.
D.lgs. 81/08
45. Dunque..
L’obbligo per i lavoratori di sottoporsi al
controllo alcolimetrico deriva non solo dalla
L. 125/2001, ma soprattutto dal
D.Lgs. 81/2008 art. 20, comma 2 lett. b) e i)
I lavoratori devono in particolare:
“Osservare le disposizioni e le istruzioni
impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e
dai preposti ai fini della protezione collettiva
e individuale”
“Sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal
presente decreto o comunque disposti dal L. 125/01
medico competente” D.lgs. 81/08
46. Dunque..
nota formale ai lavoratori affinche’ non
assumano alcolici, neppure prima di iniziare
il lavoro o durante le pause pranzo, in quanto
ciò comporta un rischio aggiuntivo.
Ribadire in tale documento che il medico
competente ha facoltà di effettuare controlli
alcolimetrici e che il riscontro di livelli elevati
di alcol può comportare un’allontanamento
L. 125/01
dalla mansione e procedimenti disciplinari
D.lgs. 81/08
47. Dunque..
valutare, nell’ambito delle lavorazioni
presenti in azienda, oltre che quelle a
rischio anche quelle potenzialmente non a
rischio (se presenti), al fine di collocarvi
utilmente i lavoratori che risultassero
portatori di problemi alcol correlati
individuare le figure del Sistema di
Gestione e Sicurezza del Lavoro (SGSL),
formate, referenti per il problema,
definendo gli strumenti della loro specifica
attività e la tracciabilità delle loro azioni. L. 125/01
D.lgs. 81/08
48. Dunque..
Definire una specifica procedura, condivisa,
che preveda che la richiesta di intervento
del medico competente possa essere
effettuata o dal Datore di lavoro o da un
dirigente delegato e formato
specificamente, possibilmente sulla base di
criteri proposti dagli SPSAL e dai Servizi di
Alcologia delle A.S.S. regionali
L. 125/01
49. Dunque..
Il preposto secondo le sue attribuzioni e
competenze deve sovrintendere e vigilare
sulla osservanza da parte dei singoli
lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché
delle disposizioni aziendali in materia di
salute e sicurezza sul lavoro.. ed in caso di
persistenza dell’inosservanza, informare i
loro superiori diretti
D.lgs. 81/08
50. elementi sulla base dei quali può essere ipotizzata
una situazione di abuso alcolico o dipendenza:
alito “alcolico”
ha portato alcolici in azienda
e’stato visto bere alcolici sul lavoro
o in pausa pranzo
Fascia A
difficoltà di equilibrio
evidente incapacità a guidare un mezzo
si addormenta sul posto di lavoro senza
riuscire a restare sveglio anche se
richiamato
tremori agli arti superiori
51. elementi sulla base dei quali può essere ipotizzata
una situazione di abuso alcolico o dipendenza:
Incapacità a comprendere un
ordine semplice
difficoltà a parlare
instabilità emotiva
Fascia B
ha provocato incidenti-infortuni
con modalità ripetute
assenteismo
almeno tre assenze dal lavoro al
rientro dal week-end
52. elementi sulla base dei quali può essere ipotizzata
una situazione di abuso alcolico o dipendenza:
ridotta capacità ad eseguire
lavorazioni fini
calo del rendimento
Fascia C
disattenzione
ripetuti allontanamenti dalla
postazione lavorativa
litigiosità con i colleghi di lavoro
frequenti ritardi all’entrata
53. elementi sulla base dei quali può essere ipotizzata
una situazione di abuso alcolico o dipendenza:
richiedere la valutazione del medico
competente con:
A un elemento della fascia A
o
B due elementi della fascia B
o
C tre elementi della fascia C
54. Dunque..
ricordiamo anche l’art. 54 del C.P.:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto
per esservi stato costretto dalla necessità
di salvare sé od altri dal pericolo attuale di
un danno grave alla persona, pericolo da lui
non volontariamente causato, né altrimenti
evitabile, sempre che il fatto sia
proporzionato al pericolo. Questa
disposizione non si applica a chi ha un
particolare dovere giuridico di esporsi al
pericolo.…”
art. 54 C.P.
55. Dunque..
ricordiamo anche l’art. 40 del C.P.:
“Nessuno può essere punito per un fatto
preveduto dalla legge come reato, se
l'evento dannoso o pericoloso, da cui
dipende la esistenza del reato, non e'
conseguenza della sua azione od
omissione. Non impedire un evento, che si
ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale
a cagionarlo”
art. 40 C.P.
56. Legge 30 marzo 2001, n. 125
Legge quadro in materia di alcol e di problemi
alcolcorrelati
Aspetti critici
La L. 125/01 non prevede una soglia relativa al livello di
alcolemia rilevata, prevedendo come reato l’assunzione e la
somministrazione. Più correttamente il codice della strada
identifica come rischio la concentrazione di alcol nel sangue
ed individua per chi guida, come compromesso, la soglia di
alcolemia di 0,5 g/l, consentendo cioè l’assunzione di
modeste quantità di bevande alcoliche. Tale soglia peraltro è
in via di revisione e abbassamento.
57. Legge 30 marzo 2001, n. 125
Legge quadro in materia di alcol e di problemi
alcolcorrelati
Aspetti critici
Ma gli effetti dell’alcol sull’organismo umano, in termini di
diminuzione dei riflessi e della percezione del rischio, iniziano
a bassissimi livelli di alcolemia, ed è per tale ragione che la
tolleranza del risultato non può che essere zero.
L’effettuazione dei controlli alcolimetrici è uno strumento per
verificare l’effettivo rispetto del divieto di assunzione
58. Legge 30 marzo 2001, n. 125
Legge quadro in materia di alcol e di problemi
alcolcorrelati
Effettuazione dei controlli alcolimetrici
E’ bene effettuare i controlli alcolimetrici non prima di 3-4 ore
dall’inizio del turno lavorativo o verso la fine dello stesso, perché
un’eventuale positività sarà inevitabilmente legata ad
un’assunzione di alcol dopo l’inizio del lavoro, per evitare
contenziosi, basati sul fatto di aver assunto alcolici prima di
intraprendere l’attività a rischio.
59. PROTOCOLLO DI INTERVENTO
LAVORATORE IN CONDIZIONI DI ABUSO ALCOLICO
Coinvolgimento del MC che attiva un colloquio con il
lavoratore ed eventuale valutazione alcolimetrica (solo
nei casi previsti dall’art. 15 della L.125/01).
Il MC comunque attiva la rete dei referenti (MMG,
Alcologia, SPSAL, etc.) per favorire il percorso di cura.
Laddove non sia previsto il medico Competente tale
azione dovrebbe essere svolta dal MMG e/o dallo SPSAL
60. PROTOCOLLO DI INTERVENTO
LAVORATORE IN CONDIZIONI DI ABUSO ALCOLICO
Se il lavoratore rifiuta di sottoporsi all’esame alcoli-
metrico in presenza di evidenti segni di abuso alcolico e
non intende aderire ad un percorso di cura è possibile la
richiesta della valutazione ex art. 5 della L.300/70
Il lavoratore può essere allontanato dal lavoro solo dal
Datore di lavoro e dal dirigente delegato (CCNL, D.Lgs.
81/08, L.125) in accordo con il MC e/o lo SPSAL
61. PROTOCOLLO DI INTERVENTO
IN CONDIZIONI DI ABUSO ALCOLICO
Quindi se il medico competente ritiene il lavoratore in
condizioni di non poter essere adibito al lavoro in quota
deve informare il datore di lavoro od il dirigente
incaricato al fine di allontanare il lavoratore dalla
mansione e dovrebbe attivare la “rete”, cioe’ l’equipe
interdisciplinare al fine di garantire, con o senza il
passaggio attraverso un giudizio d’idoneità, la “presa in
carico” terapeutica e riabilitativa
62. PROTOCOLLO DI INTERVENTO
LAVORATORE IN CONDIZIONI DI ABUSO ALCOLICO
Nel tempo che intercorre fra il sospetto di una condizione
di abuso alcolico e la presa in carico del lavoratore, lo
stesso deve essere adibito a mansioni che non
comportano rischi aggiuntivi derivanti dal proprio stato di
salute, individuate in collaborazione con il datore di
lavoro ed il S.P.P. aziendale.
In assenza di tale tipo di mansioni e/o se ritenuto
possibile dal MMG, il lavoratore può essere sospeso dal
lavoro