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La Progettualità nella Scuola della autonomia

1. La scuola dell’Autonomia - Lo Scenario nazionale
Con la legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti Locali, per la riforma della Pubblica
Amministrazione e per la semplificazione amministrativa) si è avviato in Italia
un processo di decentramento di poteri e competenze dallo Stato alle Regioni e
agli Enti Locali (federalismo amministrativo), processo che è culminato nella
riforma del Titolo V della Costituzione, attuata con la legge costituzionale n. 3
del 18 ottobre 2001.
Questo processo di decentramento territoriale è stato preceduto, in particolare
con la legge 537 del 93, dall'avvio di un'altra forma di decentramento, questa
volta non di carattere territoriale, bensì funzionale, che ha trasformato la scuola
da apparato amministrativo al servizio dello Stato in sistema autonomo e
accentrato, e ha delineato un modello puro di autonomia delle scuole.

A questo modello l’art. 31 della legge 15 marzo 1997 e il successivo Decreto del
Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 – Regolamento recante norme in
materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della legge 15
marzo 1997, n. 59, ha coniugato il decentramento dei poteri e delle funzioni sulla base
del principio di sussidiarietà, che stabilisce l’ordine delle competenze nella società e
le responsabilità tra le rispettive componenti, affermando che quando i livelli inferiori
di governo e le relative comunità possono fare da sé non può essere assunto o avocato
dal livello superiore. Il principio di sussidiarietà, che si oppone non all’autorità
pubblica, ma alla sua centralizzazione, stabilisce pertanto che è il centro a dover
essere strumentale alla periferia, e non viceversa, e che, di conseguenza, sono i sistemi
del governo locale e i loro apparati ad emergere in primo piano. In questo modo
l’autonomia scolastica diventa uno degli strumenti fondamentali del sistema paese per
realizzare concretamente un diritto fondamentale delle persone, quello all’istruzione,
come bene primario e irrinunciabile. Si realizza così un processo a doppio binario; da
una parte il trasferimento dei poteri e delle competenze dal Ministero della
Pubblica Istruzione al sistema scolastico nazionale e alle singole istituzioni nelle quali
esso si articola, dall’altra il decentramento dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali.
L’art. 5 della Costituzione riconosce il valore dell’autonomia e promuove il
decentramento secondo il principio della sussidiarietà per permettere alla istituzione
scolastica di rendere conto alla collettività delle sue scelte e delle sue attività,
concorda e disegna i percorsi formativi entro un quadro di riferimento normativo che
garantisce i singoli e sollecita l’insegnamento, la ricerca e l’apprendimento per
perseguire compiti di sviluppo personale e sociale.
Questa assunzione di responsabilità comporta il fatto che le scelte decentrate
assumano valore strategico grazie ai rapporti sinergici con le famiglie, con la
comunità sociale e con i soggetti rappresentativi del territorio.

2- Il Piano dell' offerta formativa.
Molte sono le incombenze che gravano sulla scuola dell’autonomia, ma particolare
importanza, per la sua peculiarità educativa, assume la progettazione formativa. Il
POF è la “carta d’identità” della scuola, il documento fondamentale in cui viene
esplicitata la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa, sia
per la quota definita dal centro, cioè dal MPI, sia per quella definita alla scuola stessa.
Nel piano dell’offerta formativa si stabiliscono, dopo essere stato condiviso dal
collegio dei docenti, dall’interclasse e dal consiglio di classe, coadiuvato da genitori e
coinvolge gli enti locali, le varie realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche
operanti sul territorio e, infine, approvato dal Consiglio d’istituto:
1. Le discipline e le attività liberamente scelte della quota del curricolo loro
riservata.
2. Le possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie.
3. Le discipline e attività aggiuntive della quota facoltativa del curricolo.
4. Le azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle
esigenze degli alunni concretamente rilevate.
    5. L’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e
        attività.

Per rispondere concretamente a queste esigenze gli Istituti scolastici devono:
a. definire i modelli organizzativi, funzionali e comunicazionali più adeguati per la
realizzazione degli obiettivi generali specifici;
b. adattare a questi obiettivi il calendario scolastico;
c. progettare le attività di sperimentazione, ricerca e sviluppo;
d. attivare accordi di rete con altre scuole:
e. confrontarsi con il territorio e l’ambiente che alimenta la scuola.

Obiettivo finale della progettazione della scuola è quello di dare risposte su misura per
ciascun alunno. La personalizzazione dei curricoli, che si costruisce nella flessibilità, è
possibile a condizione che i percorsi formativi non siano più standardizzati come
avveniva in precedenza, ma che sappia armonizzare il curricolo nazionale con quello
d’istituto, garantendo il conseguimento degli obiettivi generali del processo formativo
e gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni.
Il POF, rispetto alla passata programmazione, si differenzia per contenuti, ambiti di
riferimento e soggetti coinvolti. Si tratta, quindi, di una progettazione molto più
complessa e dalla caratteristica di integrazione.
3 - Il progetto. Con il D.Lgs. 29/93 sulla razionalizzazione dell’organizzazione della
pubblica amministrazione, la P. A. assume una dimensione più privatistica per cui il
DS deve dar conto delle scelte operate. Il Progetto è introdotto col CCNL 94/7,
mentre la L 273/95.

La progettualità è legata alla formazione tutta e realizza interventi educativi e istruttivi
mirati allo sviluppo integrale della persona umana, in coerenza con il contesto di
riferimento in cui opera la scuola, con quello familiare e sociale al fine di realizzare
una congruità rispetto alle finalità istituzionali. “Project” indica la capacità di dirigersi
verso il possibile.
L’autonomia è sinonimo di progettualità e rappresenta una risposta educativa alla
complessa società contemporanea, in termini di nuovo atteggiamento, condotta e
comportamento del cittadino.
Il lavoro per progetto è per gestire cambiamenti e situazioni complesse, ottenendo
qualità come norma, adattandosi alla realtà e lavorando sui bisogni effettivi.
La società post-moderna è una società complicata che determina insicurezza e
povertà; una difficoltà nata dal disordine che dovrebbe essere assorbita dalla scuola
per cui la progettualità valida per tutti deve poter andare oltre la semplice
progettazione e non deve escludere il programma (il modello didattico generale), né la
programmazione e deve essere mirata alle finalità istituzionali inglobando la
dimensione costitutiva che riguarda l’osservazione, la ricerca, la pianificazione e il
controllo: deve, cioè, contenere la persona, aprendo alla soggettività, all’ideazione,
alla flessibilità ed all’ampliamento dell’offerta formativa.

Perché il progetto? Ciò che caratterizza il progetto è il percepito della società esterna
che, con la ricerca, può offrire diversi modelli di soluzione del problema educativo.
(DPR 275/99). E’ bene che il progetto abbia sempre un legame con le attività
curricolari e che comunque arricchiscano lo stesso curricolo.
Ciò che da senso e significato alla progettazione è l’analisi del contesto di
riferimento per rilevare i bisogni; il confronto con gli interlocutori esterni per
leggere e interpretare le istanze formative; la considerazione dei cambiamenti
veloci degli eventi; la pianificazione e l’organizzazione; la determinazione degli
obiettivi generali (Sviluppare la legalità) e la loro traduzione in obiettivi
operativi; progettare azioni in ogni ambito (rispetto, comportamento, azione);
individuare indicatori generali e descrittori per la verifica che rimane obbligatoria
in quanto deve poter tradurre cambiamenti effettivi e realizzare fatti concreti, in virtù
del fatto che si parla di progetto e che quindi nulla è determinato, ma possibile e
quindi di ricerca. La relazione con l’esterno rende la scuola centro di progettazione
civico in cui i partecipanti sono anche coautori: stake-holder (da supporto, di
sostegno). Qualcosa di diverso accade, invece, con il progetto in rete (più vantaggioso
di quello classico tradizionale in cui alta è la variabile di riuscita in conseguenza delle
scelte operate), in quanto sono più visibili e rende vitale la scuola, sviluppando
conoscenza in itinere. L’organizzazione in rete è un organismo vivente per gli interessi
e i valori condivisi, per gli obiettivi significativi.

4. Struttura del progetto
L’analisi del contesto di riferimento per rilevare i bisogni. Aspetto storico -
geografico - ambientale.
Aspetti urbanistici.
Aspetti socio - economico – culturali. La scuola assurge, in questi termini, a
deputato principale della appartenenza civica. Attività e risorse

I problemi e le aspettative.

Gli interlocutori esterni per leggere e interpretare le istanze formative.

Analisi del contesto. Da un esame del contesto di riferimento sono emerse alcune
considerazioni che riguardano la popolazione per la sua natura eterogenea, dovuto alla
tipicità del comune, un tempo borgata e zona residenziale, oggi luogo di convivenze
diverse: primo fra tutte la costruzione dell’appartenenza civica e l’educazione alla
legalità.
Passeggiando per le vie del paese si avverte profondo il silenzio che il paese riesce ad
esprimere e le condizioni diversificate: silenzio eloquente di gente perbene e silenzio
paura di gente sconfitta e vinta. Chiedere una informazione alla luce del sole è quasi
impossibile, per cui si avverte questo ferita profonda della gente residente. La scuola
non può rimanere a guardare o svolgere il proprio compito senza tenere conto della
realtà; una realtà che continua a vivere di passato e quindi di paure e di timori che
sono ancora evidenti sui volti di certi ragazzi.
Il primo pensiero va ai ragazzi ed alla loro possibilità di poter vincere un passato
pesante e progettare il futuro; ecco, si tratta proprio di progettare il futuro che per la
scuola è il vero presente. Il bisogno educativo appare subito essere quello di educare
alla legalità per vincere l’illegalità.


5. La pianificazione e l’organizzazione del progetto. Lo sviluppo del progetto.

Istituto:
Progetto: Educare alla legalità… vivere con stile
Responsabile: DS e Funzione Strumentale area 1
Persone e enti interessati:
Alunni interessati:
Discipline coinvolte:
Durata:
Risorse economiche. I finanziamenti ministeriali e quelli dell’Ente locale che
fornisce personale specializzato già con esso convenzionato, compreso lo psicologo e
il sociologo.

Attività: L’attività formativa riguarda la costruzione e il mantenimento, negli alunni,
della cultura della legalità, partendo dalla valorizzazione dell’ambiente e delle
tradizioni, dalla messa a fuoco del fenomeno sociale cattivo e le ricadute sulla
popolazione che tale fenomeno ha comportato e comporta; la costruzione del senso
dell’appartenenza attraverso la conoscenza dei beni culturali e il rispetto delle
istituzioni; diffusione dei valori civili attraverso gli esperti esterni di storia locale, di
folklore e delle tradizioni. Progettazione e piano degli interventi.
Definizione delle finalita’ e degli obiettivi generali. Realizzare, attraverso le
attività erogate, l’identita’ d’ istituto ovvero la mission (le finalita’ in riferimento ai
bisogni formativi del territorio), cercando di progettare tenendo conto della efficacia,
della efficienza e della produttività. Presa di coscienza dei valori civili, della memoria,
del ricordo attraverso le testimonianze dirette di gente colpite, a diverso titolo, dalla
malasocietà e sue ripercussioni sulla vita dei giovanissimi. Capacità di discernimento
tra il bene e il male e presa di coscienza per poter essere in grado di superare il
bullismo, le arroganze e le frustrazioni.

Azione e tempi:

Conclusioni
Un conto è prevedere, un conto è progettare in formazione. Bisogna possedere quella
giusta visione globale della società per poter agire razionalmente e obiettivamente.
Possedere la capacità di interpretazione e di ricerca del giusto percorso. La visione
globale, anche nel giudizio complessivo sui risultati del progetto, suggerisce molto di
più della somma di molte visioni parziali. Un docente capace e responsabile, che ha
compreso la funzione dell’autonomia scolastica, dovrebbe riuscire a far convergere la
dialettica tra le due dimensioni. La legge 30/2000 indica come adeguare la scuola
italiana alle esigenze della società e al pieno sviluppo della persona umana per
assicurare a tutti il diritto al successo formativo, per innalzare il livello qualitativo
degli studi, per combattere la dispersione scolastica e affermare il principio della
continuità educativa, per introdurre nella cultura delle giovani generazioni una felice
contaminazione non solo di consuetudini, costumi e di tradizioni, ma anche di un
patrimonio artistico e letterario, scientifico e tecnico, etico e giuridico che affonda
nelel grandi eredità della classicità e del cristianesimo.
Non si può educare senza compromettersi con il tutto e con la integralità; l’importante
è renderla esplicita e permettere il coinvolgimento dell’intera nostra persona e, allo
stesso tempo, quello della società, anche in termini didattici e pedagogici. Esplicitare
un fatto non deve significare raccontarlo, ma intraprendere un sentiero per risolverlo.
(Angelo Scialpi)
Configurazione dei costi
    Piano finanziario analitico relativo ai Costi dell’area organizzativa -
                           gestionale del progetto


Responsabilizzazione
Coordinamento –     docente incaricato
Verifica –          L’equipe intera
Programmazione      L’equipe intera
Monitoraggio in itinere        “       “            Al termine di ogni fase

Materiale e strumenti necessari

Modalità di valutazione e di verifica
Le modalità di valutazione avranno come oggetto:
              Le strategie e i metodi di intervento adottati
              i contenuti scelti come veicoli di discussione e di confronto
              le risorse e i materiali impegnati
              il livello di gradimento del progetto
              nuovo strategie educative emerse dal progetto.
              La verifica di tipo formativo (in itinere) e di tipo sommativo (Alla
                 fine).

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La progettualità

  • 1. La Progettualità nella Scuola della autonomia 1. La scuola dell’Autonomia - Lo Scenario nazionale Con la legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti Locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa) si è avviato in Italia un processo di decentramento di poteri e competenze dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali (federalismo amministrativo), processo che è culminato nella riforma del Titolo V della Costituzione, attuata con la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001. Questo processo di decentramento territoriale è stato preceduto, in particolare con la legge 537 del 93, dall'avvio di un'altra forma di decentramento, questa volta non di carattere territoriale, bensì funzionale, che ha trasformato la scuola da apparato amministrativo al servizio dello Stato in sistema autonomo e accentrato, e ha delineato un modello puro di autonomia delle scuole. A questo modello l’art. 31 della legge 15 marzo 1997 e il successivo Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 – Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, ha coniugato il decentramento dei poteri e delle funzioni sulla base del principio di sussidiarietà, che stabilisce l’ordine delle competenze nella società e le responsabilità tra le rispettive componenti, affermando che quando i livelli inferiori di governo e le relative comunità possono fare da sé non può essere assunto o avocato dal livello superiore. Il principio di sussidiarietà, che si oppone non all’autorità pubblica, ma alla sua centralizzazione, stabilisce pertanto che è il centro a dover essere strumentale alla periferia, e non viceversa, e che, di conseguenza, sono i sistemi del governo locale e i loro apparati ad emergere in primo piano. In questo modo l’autonomia scolastica diventa uno degli strumenti fondamentali del sistema paese per realizzare concretamente un diritto fondamentale delle persone, quello all’istruzione, come bene primario e irrinunciabile. Si realizza così un processo a doppio binario; da una parte il trasferimento dei poteri e delle competenze dal Ministero della
  • 2. Pubblica Istruzione al sistema scolastico nazionale e alle singole istituzioni nelle quali esso si articola, dall’altra il decentramento dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali. L’art. 5 della Costituzione riconosce il valore dell’autonomia e promuove il decentramento secondo il principio della sussidiarietà per permettere alla istituzione scolastica di rendere conto alla collettività delle sue scelte e delle sue attività, concorda e disegna i percorsi formativi entro un quadro di riferimento normativo che garantisce i singoli e sollecita l’insegnamento, la ricerca e l’apprendimento per perseguire compiti di sviluppo personale e sociale. Questa assunzione di responsabilità comporta il fatto che le scelte decentrate assumano valore strategico grazie ai rapporti sinergici con le famiglie, con la comunità sociale e con i soggetti rappresentativi del territorio. 2- Il Piano dell' offerta formativa. Molte sono le incombenze che gravano sulla scuola dell’autonomia, ma particolare importanza, per la sua peculiarità educativa, assume la progettazione formativa. Il POF è la “carta d’identità” della scuola, il documento fondamentale in cui viene esplicitata la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa, sia per la quota definita dal centro, cioè dal MPI, sia per quella definita alla scuola stessa. Nel piano dell’offerta formativa si stabiliscono, dopo essere stato condiviso dal collegio dei docenti, dall’interclasse e dal consiglio di classe, coadiuvato da genitori e coinvolge gli enti locali, le varie realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio e, infine, approvato dal Consiglio d’istituto: 1. Le discipline e le attività liberamente scelte della quota del curricolo loro riservata. 2. Le possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie. 3. Le discipline e attività aggiuntive della quota facoltativa del curricolo. 4. Le azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate. 5. L’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività. Per rispondere concretamente a queste esigenze gli Istituti scolastici devono: a. definire i modelli organizzativi, funzionali e comunicazionali più adeguati per la realizzazione degli obiettivi generali specifici; b. adattare a questi obiettivi il calendario scolastico; c. progettare le attività di sperimentazione, ricerca e sviluppo; d. attivare accordi di rete con altre scuole: e. confrontarsi con il territorio e l’ambiente che alimenta la scuola. Obiettivo finale della progettazione della scuola è quello di dare risposte su misura per ciascun alunno. La personalizzazione dei curricoli, che si costruisce nella flessibilità, è possibile a condizione che i percorsi formativi non siano più standardizzati come avveniva in precedenza, ma che sappia armonizzare il curricolo nazionale con quello d’istituto, garantendo il conseguimento degli obiettivi generali del processo formativo e gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni. Il POF, rispetto alla passata programmazione, si differenzia per contenuti, ambiti di riferimento e soggetti coinvolti. Si tratta, quindi, di una progettazione molto più complessa e dalla caratteristica di integrazione.
  • 3. 3 - Il progetto. Con il D.Lgs. 29/93 sulla razionalizzazione dell’organizzazione della pubblica amministrazione, la P. A. assume una dimensione più privatistica per cui il DS deve dar conto delle scelte operate. Il Progetto è introdotto col CCNL 94/7, mentre la L 273/95. La progettualità è legata alla formazione tutta e realizza interventi educativi e istruttivi mirati allo sviluppo integrale della persona umana, in coerenza con il contesto di riferimento in cui opera la scuola, con quello familiare e sociale al fine di realizzare una congruità rispetto alle finalità istituzionali. “Project” indica la capacità di dirigersi verso il possibile. L’autonomia è sinonimo di progettualità e rappresenta una risposta educativa alla complessa società contemporanea, in termini di nuovo atteggiamento, condotta e comportamento del cittadino. Il lavoro per progetto è per gestire cambiamenti e situazioni complesse, ottenendo qualità come norma, adattandosi alla realtà e lavorando sui bisogni effettivi. La società post-moderna è una società complicata che determina insicurezza e povertà; una difficoltà nata dal disordine che dovrebbe essere assorbita dalla scuola per cui la progettualità valida per tutti deve poter andare oltre la semplice progettazione e non deve escludere il programma (il modello didattico generale), né la programmazione e deve essere mirata alle finalità istituzionali inglobando la dimensione costitutiva che riguarda l’osservazione, la ricerca, la pianificazione e il controllo: deve, cioè, contenere la persona, aprendo alla soggettività, all’ideazione, alla flessibilità ed all’ampliamento dell’offerta formativa. Perché il progetto? Ciò che caratterizza il progetto è il percepito della società esterna che, con la ricerca, può offrire diversi modelli di soluzione del problema educativo. (DPR 275/99). E’ bene che il progetto abbia sempre un legame con le attività curricolari e che comunque arricchiscano lo stesso curricolo. Ciò che da senso e significato alla progettazione è l’analisi del contesto di riferimento per rilevare i bisogni; il confronto con gli interlocutori esterni per leggere e interpretare le istanze formative; la considerazione dei cambiamenti veloci degli eventi; la pianificazione e l’organizzazione; la determinazione degli obiettivi generali (Sviluppare la legalità) e la loro traduzione in obiettivi operativi; progettare azioni in ogni ambito (rispetto, comportamento, azione); individuare indicatori generali e descrittori per la verifica che rimane obbligatoria in quanto deve poter tradurre cambiamenti effettivi e realizzare fatti concreti, in virtù del fatto che si parla di progetto e che quindi nulla è determinato, ma possibile e quindi di ricerca. La relazione con l’esterno rende la scuola centro di progettazione civico in cui i partecipanti sono anche coautori: stake-holder (da supporto, di sostegno). Qualcosa di diverso accade, invece, con il progetto in rete (più vantaggioso di quello classico tradizionale in cui alta è la variabile di riuscita in conseguenza delle scelte operate), in quanto sono più visibili e rende vitale la scuola, sviluppando conoscenza in itinere. L’organizzazione in rete è un organismo vivente per gli interessi e i valori condivisi, per gli obiettivi significativi. 4. Struttura del progetto L’analisi del contesto di riferimento per rilevare i bisogni. Aspetto storico -
  • 4. geografico - ambientale. Aspetti urbanistici. Aspetti socio - economico – culturali. La scuola assurge, in questi termini, a deputato principale della appartenenza civica. Attività e risorse I problemi e le aspettative. Gli interlocutori esterni per leggere e interpretare le istanze formative. Analisi del contesto. Da un esame del contesto di riferimento sono emerse alcune considerazioni che riguardano la popolazione per la sua natura eterogenea, dovuto alla tipicità del comune, un tempo borgata e zona residenziale, oggi luogo di convivenze diverse: primo fra tutte la costruzione dell’appartenenza civica e l’educazione alla legalità. Passeggiando per le vie del paese si avverte profondo il silenzio che il paese riesce ad esprimere e le condizioni diversificate: silenzio eloquente di gente perbene e silenzio paura di gente sconfitta e vinta. Chiedere una informazione alla luce del sole è quasi impossibile, per cui si avverte questo ferita profonda della gente residente. La scuola non può rimanere a guardare o svolgere il proprio compito senza tenere conto della realtà; una realtà che continua a vivere di passato e quindi di paure e di timori che sono ancora evidenti sui volti di certi ragazzi. Il primo pensiero va ai ragazzi ed alla loro possibilità di poter vincere un passato pesante e progettare il futuro; ecco, si tratta proprio di progettare il futuro che per la scuola è il vero presente. Il bisogno educativo appare subito essere quello di educare alla legalità per vincere l’illegalità. 5. La pianificazione e l’organizzazione del progetto. Lo sviluppo del progetto. Istituto: Progetto: Educare alla legalità… vivere con stile Responsabile: DS e Funzione Strumentale area 1 Persone e enti interessati: Alunni interessati: Discipline coinvolte: Durata: Risorse economiche. I finanziamenti ministeriali e quelli dell’Ente locale che fornisce personale specializzato già con esso convenzionato, compreso lo psicologo e il sociologo. Attività: L’attività formativa riguarda la costruzione e il mantenimento, negli alunni, della cultura della legalità, partendo dalla valorizzazione dell’ambiente e delle tradizioni, dalla messa a fuoco del fenomeno sociale cattivo e le ricadute sulla popolazione che tale fenomeno ha comportato e comporta; la costruzione del senso dell’appartenenza attraverso la conoscenza dei beni culturali e il rispetto delle istituzioni; diffusione dei valori civili attraverso gli esperti esterni di storia locale, di folklore e delle tradizioni. Progettazione e piano degli interventi.
  • 5. Definizione delle finalita’ e degli obiettivi generali. Realizzare, attraverso le attività erogate, l’identita’ d’ istituto ovvero la mission (le finalita’ in riferimento ai bisogni formativi del territorio), cercando di progettare tenendo conto della efficacia, della efficienza e della produttività. Presa di coscienza dei valori civili, della memoria, del ricordo attraverso le testimonianze dirette di gente colpite, a diverso titolo, dalla malasocietà e sue ripercussioni sulla vita dei giovanissimi. Capacità di discernimento tra il bene e il male e presa di coscienza per poter essere in grado di superare il bullismo, le arroganze e le frustrazioni. Azione e tempi: Conclusioni Un conto è prevedere, un conto è progettare in formazione. Bisogna possedere quella giusta visione globale della società per poter agire razionalmente e obiettivamente. Possedere la capacità di interpretazione e di ricerca del giusto percorso. La visione globale, anche nel giudizio complessivo sui risultati del progetto, suggerisce molto di più della somma di molte visioni parziali. Un docente capace e responsabile, che ha compreso la funzione dell’autonomia scolastica, dovrebbe riuscire a far convergere la dialettica tra le due dimensioni. La legge 30/2000 indica come adeguare la scuola italiana alle esigenze della società e al pieno sviluppo della persona umana per assicurare a tutti il diritto al successo formativo, per innalzare il livello qualitativo degli studi, per combattere la dispersione scolastica e affermare il principio della continuità educativa, per introdurre nella cultura delle giovani generazioni una felice contaminazione non solo di consuetudini, costumi e di tradizioni, ma anche di un patrimonio artistico e letterario, scientifico e tecnico, etico e giuridico che affonda nelel grandi eredità della classicità e del cristianesimo. Non si può educare senza compromettersi con il tutto e con la integralità; l’importante è renderla esplicita e permettere il coinvolgimento dell’intera nostra persona e, allo stesso tempo, quello della società, anche in termini didattici e pedagogici. Esplicitare un fatto non deve significare raccontarlo, ma intraprendere un sentiero per risolverlo. (Angelo Scialpi)
  • 6. Configurazione dei costi Piano finanziario analitico relativo ai Costi dell’area organizzativa - gestionale del progetto Responsabilizzazione Coordinamento – docente incaricato Verifica – L’equipe intera Programmazione L’equipe intera Monitoraggio in itinere “ “ Al termine di ogni fase Materiale e strumenti necessari Modalità di valutazione e di verifica Le modalità di valutazione avranno come oggetto:  Le strategie e i metodi di intervento adottati  i contenuti scelti come veicoli di discussione e di confronto  le risorse e i materiali impegnati  il livello di gradimento del progetto  nuovo strategie educative emerse dal progetto.  La verifica di tipo formativo (in itinere) e di tipo sommativo (Alla fine). Raccolta documentazione