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Pronto Soccorso:
   il fenomeno della violenza e delle
aggressioni agli operatori, procedure per
     ridurre e prevenire gli infortuni




                    Paolo Groff
                     PS-MURG
      Ospedale Civile “Madonna del Soccorso”
            San Benedetto del Tronto
Premessa
Il paziente (parente, accompagnatore…)
 violento rappresenta una delle situazioni più
 difficili che l’Operatore di PS possa
 incontrare
Mentre è imperativo agire in modo efficace
 sulla violenza nel DEA, la strategia migliore
 consiste nel riconoscere precocemente i
 segni di violenza imminente ed agire
 preventivamente
Epidemiologia
 I DEA sono particolarmente a rischio
 Negli USA il 90% dei DEA ha segnalato eventi di
  violenza in un periodo di 2 anni, nel 30% dei casi
  venivano utilizzate armi individuali (1999)
 In uno studio del 1988 su 170 DEA, il 32% ha
  riportato almeno 1 minaccia verbale al giorno, il 18%
  almeno una minaccia al giorno con armi, il 25% la
  necessità di contenzione fisica per almeno un
  paziente al giorno; l’80% almeno un operatore ferito
  il 7% una morte violenta in un periodo di 5 anni.
 I DEA a maggiore rischio sono quelli con afflusso di
  utenti > 50.000/anno e con tempi d’attesa medi > 2h
Epidemiologia
Fattori di rischio
 L’aggressione può provenire da pazienti, famigliari
  (in particolare del paziente pediatrico) o
  accompagnatori
 La vittima più frequente è l’infermiere (più del 70%
  degli infermieri subisce un’aggressione nella loro
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 Il 60-70% delle aggressioni si determina tra le 19.00 e
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 I luoghi più a rischio sono il triage, la sala d’attesa,
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 I tempi d’attesa prolungati sono riconosciuti come
  fattore di rischio
Fattori di rischio
 La presenza di disturbi psichiatrici noti rappresenta
  un chiaro fattore di rischio (schizofrenia paranoide e
  non, psicosi maniacale, disturbi della personalità,
  psicosi depressiva)
 L’abuso di alcool e sostanze è altrettanto importante
  e può portare a comportamenti violenti sia i pazienti
  psichiatrici che negli altri
 La coesistenza di disturbi psichiatrici e abusi prende
  il nome di “dual diagnosis” ed identifica una
  categoria di pazienti a particolare rischio
Patologia organica e
      comportamento violento
Separare i disturbi organici da quelli
 funzionali può essere molto difficile, ma è
 essenziale quando si approccia un paziente
 violento
I disturbi organici sono spesso reversibili
I disturbi organici possono essere
 rapidamente evolutivi
Se il Medico d’Urgenza non riconosce la
 presenza di un grave disturbo organico è
 meno probabile che lo faccia lo Psichiatra
Necessità della “medical clearence”
FIND ME
Identificazione del rischio
 Attenzione ai pazienti giovani, con precedenti di
  violenza, con segni di abuso/astinenza da sostanze,
  precedenti psichiatrici o accompagnati dalla polizia
 La violenza ha dei “segnali di avvertimento”
 Arrabbiaturarifiuto dei
  regolamentiatteggiamento aggressivo
 Un paziente “arrabbiato” va considerato
  potenzialmente aggressivo
 Incremento dell’attività motoria, aumento del tono
  vocale, eloquio scurrile, violenza contro oggetti o
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  senza segni premonitori
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Sottrai il paziente “aggressivo” dal
 contatto con altri pazienti
Se l’identificazione avviene al triage o
 in sala d’attesa, fai entrare il paziente in
 sala visita (anche contro le regole del
 triage), poiché i tempi d’attesa
 accelerano l’escalation
Considera la situazione un’urgenza
 clinica (lo è!)
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 branditi o lanciati
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 spalle al muro
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Il Colloquio
 Rimani sufficientemente distante e rimuovi dal tuo
  vestiario tutto ciò che può essere utilizzato come
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 Evita di fissare il paziente prolungatamente negli
  occhi e non stargli esattamente di fronte
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  (non di sfida)
 Cerca di mettere il paziente a proprio agio e stabilisci
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  volontà e riuscirai ad avere pazienza”…
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Un esordio acuto ed un’età non giovanile
 orientano verso un disturbo organico.
 Considera sempre il disturbo come organico
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 un’anamnesi psichiatrica
Non dimenticare mai un’accurata anamnesi
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Nell’esame obiettivo considera i segni vitali
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Compilare una relazione dettagliata
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Debriefing: lo staff coinvolto deve poter
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Pianificare: le misure di sicurezza, la
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Prevenzione
Primaria: controllare i fattori che ingenerano
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Terziaria: limitare gli effetti dell’evento una
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E’ necessario imparare ad identificare
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  • 1. Pronto Soccorso: il fenomeno della violenza e delle aggressioni agli operatori, procedure per ridurre e prevenire gli infortuni Paolo Groff PS-MURG Ospedale Civile “Madonna del Soccorso” San Benedetto del Tronto
  • 2. Premessa Il paziente (parente, accompagnatore…) violento rappresenta una delle situazioni più difficili che l’Operatore di PS possa incontrare Mentre è imperativo agire in modo efficace sulla violenza nel DEA, la strategia migliore consiste nel riconoscere precocemente i segni di violenza imminente ed agire preventivamente
  • 3. Epidemiologia  I DEA sono particolarmente a rischio  Negli USA il 90% dei DEA ha segnalato eventi di violenza in un periodo di 2 anni, nel 30% dei casi venivano utilizzate armi individuali (1999)  In uno studio del 1988 su 170 DEA, il 32% ha riportato almeno 1 minaccia verbale al giorno, il 18% almeno una minaccia al giorno con armi, il 25% la necessità di contenzione fisica per almeno un paziente al giorno; l’80% almeno un operatore ferito il 7% una morte violenta in un periodo di 5 anni.  I DEA a maggiore rischio sono quelli con afflusso di utenti > 50.000/anno e con tempi d’attesa medi > 2h
  • 5. Fattori di rischio  L’aggressione può provenire da pazienti, famigliari (in particolare del paziente pediatrico) o accompagnatori  La vittima più frequente è l’infermiere (più del 70% degli infermieri subisce un’aggressione nella loro carriera, ma fino all’80% degli incidenti non viene riportato)  Il 60-70% delle aggressioni si determina tra le 19.00 e le 03.30  I luoghi più a rischio sono il triage, la sala d’attesa, gli ambulatori ortopedici, gli ambulatori psichiatrici  I tempi d’attesa prolungati sono riconosciuti come fattore di rischio
  • 6. Fattori di rischio  La presenza di disturbi psichiatrici noti rappresenta un chiaro fattore di rischio (schizofrenia paranoide e non, psicosi maniacale, disturbi della personalità, psicosi depressiva)  L’abuso di alcool e sostanze è altrettanto importante e può portare a comportamenti violenti sia i pazienti psichiatrici che negli altri  La coesistenza di disturbi psichiatrici e abusi prende il nome di “dual diagnosis” ed identifica una categoria di pazienti a particolare rischio
  • 7.
  • 8. Patologia organica e comportamento violento Separare i disturbi organici da quelli funzionali può essere molto difficile, ma è essenziale quando si approccia un paziente violento I disturbi organici sono spesso reversibili I disturbi organici possono essere rapidamente evolutivi Se il Medico d’Urgenza non riconosce la presenza di un grave disturbo organico è meno probabile che lo faccia lo Psichiatra Necessità della “medical clearence”
  • 10. Identificazione del rischio  Attenzione ai pazienti giovani, con precedenti di violenza, con segni di abuso/astinenza da sostanze, precedenti psichiatrici o accompagnati dalla polizia  La violenza ha dei “segnali di avvertimento”  Arrabbiaturarifiuto dei regolamentiatteggiamento aggressivo  Un paziente “arrabbiato” va considerato potenzialmente aggressivo  Incremento dell’attività motoria, aumento del tono vocale, eloquio scurrile, violenza contro oggetti o arredamento  Nelle malattie organiche la violenza può esordire senza segni premonitori
  • 11. Che fare? Sottrai il paziente “aggressivo” dal contatto con altri pazienti Se l’identificazione avviene al triage o in sala d’attesa, fai entrare il paziente in sala visita (anche contro le regole del triage), poiché i tempi d’attesa accelerano l’escalation Considera la situazione un’urgenza clinica (lo è!)
  • 12. La sala visita Separata (ma non isolata) Due ingressi con serratura esterna (assicurarsi una porta libera per la fuga) No oggetti pesanti che possano essere branditi o lanciati Siedi dietro una scrivania, ma non con le spalle al muro Lascia le porte aperte Vicinanza della Sicurezza, pulsante d’allarme, eventuale codice d’allarme
  • 13. Il Colloquio  Rimani sufficientemente distante e rimuovi dal tuo vestiario tutto ciò che può essere utilizzato come arma impropria  Evita di fissare il paziente prolungatamente negli occhi e non stargli esattamente di fronte  Assumi un atteggiamento tranquillo ma determinato (non di sfida)  Cerca di mettere il paziente a proprio agio e stabilisci un contatto  Non compiere movimenti bruschi  “Se fai così non ti posso aiutare”, “Sembri molto arrabbiato”, “Sono sicuro che sei pieno di buona volontà e riuscirai ad avere pazienza”…  Non eludere il problema della violenza nel colloquio  Non sottovalutare o negare il rischio
  • 14. La visita: elementi chiave Un esordio acuto ed un’età non giovanile orientano verso un disturbo organico. Considera sempre il disturbo come organico in un paziente > 45 anni, in assenza di un’anamnesi psichiatrica Non dimenticare mai un’accurata anamnesi farmacologica (comprese le sostanze d’abuso) Nell’esame obiettivo considera i segni vitali (tra cui la T°C), lo stato mentale e l’esame neurologico
  • 15.
  • 16.
  • 17. Tests di laboratorio  EGA  Emocromo, bioumorali, elettroliti e Ca++  Pannello tossicologico e alcolemia  Osmolarità plasmatica  Dosaggi farmacologici  Tiroide  Tests infettivologici  ECG  Liquor  TC/RMN  EEG  LA GLICEMIA!
  • 18.
  • 19. Quando il dialogo fallisce
  • 20. Quando il dialogo fallisce
  • 21. Contenzione Fisica Per impedire un danno imminente ad altri Per impedire un danno imminente alla persona Per garantire la somministrazione della terapia e prevenire danni alla struttura Come parte di un programma di terapia comportamentale
  • 22. Requisiti essenziali Preservazione della dignità del paziente Rispetto per i suoi bisogni Utilizzare gli strumenti meno costrittivi Applicazione e rimozione sicura da parte di personale preparato Monitoraggio clinico del paziente Applicazione su prescrizione medica per un tempo definito Documentazione completa
  • 23. Contenzione Farmacologica  Butirrofenoni (aloperidolo, droperidolo): efficaci per via intramuscolare ed ev a dosaggi di 2.5-10 mg ripetibili (aloperidolo) o 2.5-20 mg ripetibili (droperidolo).  Benzodiazepine: lorazepam (1-2 mg im o ev ripetibili); midazolam (5-15 mg im o ev: emivita molto breve)  La combinazione delle due categorie di farmaci (tranquillizzazione rapida) risulta il trattamento di scelta in termini di effetti collaterali ed efficacia  Fortemente consigliata nel paziente sottoposto a contenzione fisica (rabdomiolisi)
  • 24. Dopo l’evento Compilare una relazione dettagliata dell’accaduto (tenere un registro degli episodi di violenza nel DEA) Analizzare l’evento in modo collegiale e stabilire la necessità di incrementare i sistemi di sicurezza Debriefing: lo staff coinvolto deve poter parlare del modo in cui ha vissuto l’accaduto in modo da potersi “scaricare” Pianificare: le misure di sicurezza, la chiamata rapida delle forze di polizia, l’evacuazione, la terapia medica…
  • 25. Prevenzione Primaria: controllare i fattori che ingenerano frustrazione e aggressività (ad es: tempi d’attesa) Secondaria: riconoscimento del rischio e tecniche di de-escalation (formazione!) Terziaria: limitare gli effetti dell’evento una volta determinatosi (costrizione fisica e farmacologica; importanza dei protocolli)
  • 26.
  • 27. Conclusioni E’ necessario imparare ad identificare precocemente il paziente potenzialmente aggressivo e mettere in atto tecniche efficaci di de-escalation Quando queste tecniche falliscono può essere necessario ricorrere a misure di contenzione fisica o farmacologica per proteggere il paziente e lo staff Il paziente agitato richiede un’approfondita valutazione medica finalizzata ad escludere un problema organico acuto