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Politecnico di Torino
I Facoltà di Architettura - Corso di Laurea in Architettura (Costruzione). A.Acc. 2010-2011

Saggio di ricerca I a carattere storico critico




La lunga durata delle idee architettoniche
Lettura comparata di due edifici contemporanei



Due grattacieli per uffici a New York City




Prof. Pierre Alain Croset                                    Studente: Francesca Venezia. m. 161087
“L’architettura è sempre la volontà di un epoca tradotta in spazio, nient’altro.”
                                                                Mies van der Rohe




                                   Due grattacieli per uffici a New York City |   2
norman foster                                    mies van der rohe
HEARST WORLD                                     SEAGRAM BUILDING
HEADQUARTERS                                     new york, 1954-1958
new york, 2000-2006




                                                 committente
                                                 Joseph E.Seagram &Co
                                                 progetto
                                                 Mies van der Rohe
                                                 co-architetto
committente                                      Philip Johnson
Hearst Corporation                               architetti associati
progetto                                         Kahn & Jacobs Architects
Foster and Partners                              director of planning
architetti associati                             Phyllis Lambert
Adamson Associates                               ingeneria meccanica
responsabile sviluppo                            Jaros, Baum & Bolles
Tishman Speyer Properties                        consulenza strutture
strutture                                        Severud-Elstad e Krueger
Cantor Seinuk Group                              ingegneria elettrica
servizi/MEP                                      Clifton E.Smith
Flack & Kurtz                                    consulenza illuminazione
ascensori                                        Richard Kelly
VDA                                              landscape designers
illuminazione                                    Charles Middeleer e Karl Linn
George Sexton and Associates                     consulenza acustica
impresa                                          Bolt-Beranek & Newman
Turner Construction                              consulente grafica
localizzazione                                   Elaine Lustig
959 8th Avenue/300 West 57th Street, New York,   cantiere e valutazione economica
USA                                              Lou Crandall
dati dimensionali                                localizzazzione
79.500 m2: superficie complessiva                 375 Park Avenue/ 52nd Street e 53rd Street,
60.470 m2: superficie utile                      New York, USA
1.900 m2: superficie piano tipo                  dati dimensionali
1.800-2.200 persone: capacità edificio           152.400 m2
cronologia                                       cronologia
1928: progetto Joseph Urban                      1954: progetto
1988: denominazione ad architectural landmark    1955-1958: realizzazione
2000: progetto Norman Foster                     1988: denominazione ad architectural landmark
2003-06: realizzazione

                                                      Due grattacieli per uffici a New York City |   3
Sommario
1.    Introduzione ......................................................................................................................................... 5
2.    Il contesto ............................................................................................................................................. 6
3.    Il landmark americano....................................................................................................................... 7
4.    La figura del committente e la ricerca dell’architetto perfetto ............................................... 8
5.    Forma, funzione e tecnica .............................................................................................................. 10
6.    Onestà strutturale ............................................................................................................................ 12
7.    Il grattacielo a New York. Costanti e nuove direzioni. ............................................................ 14
8.    I materiali scelti ................................................................................................................................. 16
9.    Interpretazioni ................................................................................................................................... 17
10.   La plaza newyorkese e la lobby.................................................................................................... 18
11.   L’opera d’arte totale......................................................................................................................... 20
12.   Lo spazio di lavoro........................................................................................................................... 21




                                                                                              Due grattacieli per uffici a New York City |                    4
2. Il contesto
La vicenda del Seagram si inserisce nella
radicale trasformazione che investe Park Avenue.
In un periodo di tempo sorprendentemente rapido
si costituisce una vera e propria arteria di
grattacieli per uffici, un nuovo polo a carattere
direzionale che dovrà ospitare i quartieri generali
delle maggiori società in seguito alla ripresa
economica. In pochi anni, il quartiere residenziale
risulterà completamente rivoluzionato dall’enorme
aumento della densità di occupazione. Nel 1954
Lewis Mumfod lamenta, in un articolo sul ‘New
Yorker’ la rapida e impietosa distruzione di one of
the twentieth century’s grat urban ensambles 4.
Fino alla metà degli anni Cinquanta e ad
eccezione della Lever House (SOM, 1952), il tipo
ricorrente dell’edificazione lungo Park Avenue, in
cui nasce il progetto del Seagram Building, è
erede diretto di quelli sviluppatasi prima del
secondo conflitto mondiale. Benché si facciano
strada i primi tentativi di adeguarsi alle recenti
tendenze architettoniche d’importazione europea,
gli edifici sono ancora organizzati secondo la
sezione verticale della wedding cake (profilo teso
a edificare al massimo volume consentito dai
regolamenti edilizi), ma vanno riducendosi gli
stilemi Beaux-Arts o jazz style in favore di un
esercizio stilistico più moderno.
Sempre a New York, all’inizio del XXI secolo, si
presenta l’occasione per un progetto importante.
Nessuna torre commerciale infatti ha avuto tante
attenzioni negli ultimi anni: la Hearst Tower è il
primo grande progetto di costruzione ad essere
annunciato dopo il 9/11. L’intervento non è una
semplice aggiunta allo skyline newyorkese, ma il
completamento di un ambizione cominciata già
negli anni Venti del Novecento quando William
Rudolph Hearst commissionò a Joseph Urban e
allo studio George B.Post & Sons la sede della
sua prima compagnia: un pomposo blocco di
base di sei piani sulla 8th Avenue tra 56th e 57th
Street da cui sarebbe poi derivata una futura
torre. La depressione costrinse Hearst ad
abbandonare il progetto e il basamento di pietra
fusa in stile Art Decò diventò gradualmente una
sgraziata ma famigliare presenza nella Midtown
Manhattan.

In alto: Seagram Building.
In basso: vista dall’alto della Hearst Tower.


      4
        L.Mumford, The sky line: skin treatment and
      new wrinkles, in “The New Yorker”, October 23,
      1954, pp.132-138.
                                                       Due grattacieli per uffici a New York City |   6
3. Il landmark americano                                  Il processo che ha invece portato il Seagram ad
                                                          essere ufficialmente riconosciuto con lo statuto di
Costruito nel 1926-28 per Rudolph Hearst, uno             architectural landmark è lungo e complesso. La
dei maggiori editor americani, l’ edificio è              sua designazione gli attribuisce un valore
caratterizzato da 6 grandi colonne scanalate              all’interno    della   cultura      (non    soltanto
giustapposte alle facciate e da gruppi scultorei          architettonica) americana, nella quale esso
richiamanti la finalità educativa dell’attività           rappresenta una sorta di passaggio obbligato. Un
editoriale del committente. Le facciate, concepite        icona dell’architettura in cui si incontrano la
come stage-set urbani, sporgono in avanti                 purezza dell’idea Miesiana con le figure, le scelte
rispetto alla massa dell’edificio riunendosi sotto        e le motivazioni di attori esterne alle questioni di
l’attico del sesto piano in una continua e                architettura, ma spinte da forti interessi
prominente       cornice.    Nonostante       l’altezza   imprenditoriali. Un operazione che certamente
contenuta        tutto    suggeriva       grandezza,      implica avere avuto già in mente il risultato finale
specialmente le colonne che si allungavano più            ed averlo anteposto alle necessità particolari. Un
alte dell’edificio stesso facendola sembrare una          processo che mira, fin dall’inizio, a coinvolgere
base di un eventuale struttura più alta.                  una      lista  impressionante      di   personalità
L’architettura di Urban è scenografica e vede in          appartenenti ai più alti livelli del mondo artistico
termini estetici la città come stage. La                  internazionali quali Léger, Mirò, Picasso. I loro
dichiarazione nel’ 1988             a “monumento          quadri vengono esposti all’interno del ristorante
importante nella tradizione architettonica di New         The Four Season progettato da Philips Johnson
York e il suo vincolo a landmark americano                insieme ad oggetti d’arte recuperati in tutto il
impedisce a Foster di intervenire sul suo aspetto         mondo ed esposti all’interno dell’edificio. Il
esterno. Foster nel suo intervento sembra seguire         Seagram raggiunge il massimo livello qualitativo
l’ambizione di Urban di creare un intervento              raggiungibile: “the most distinguished skyscraper
scenografico di rispettabile esuberanza, ma in            that art and technology could produce and
termini moderni e senza compromettere il suo              money could buy” 6. Un operazione economica
credo strutturale e tecnologico. Il blocco multi          dal formidabile impatto pubblicitario e con un
sfaccettato e intagliato fa eco agli spigoli smussati     ritorno di immagine sconvolgente: Nel 1963,
di Urban. Foster dona una torre di inusuale               tassato dalla municipalità newyorkese che applica
vivacità allo skyline di Manhattan, ma benché la          al Seagram Building una imposta sul proprio
valutazione della preesistenza come priva di              prestigio, costringe i proprietari a vendere il
particolari meriti architettonici sia condivisibile e     grattacielo a qualcuno che non abbia alcun tipo di
benché certo non ci si aspetti che venga                  relazione con la Seagram o con l’edificio stesso.
trattenuto ai dettami di un manierismo stilistico, il     Designato finalmente architectural landmark nel
suo rifiuto al dialogo con Urban toglie ogni              1988, l’edificio aumenta enormemente il proprio
speranza contestuale o di scala riposizionando il         valore, rappresentando per Seagram il migliore
Landmark americano a piedistallo e L’Hearst               investimento immaginabile.
tower “like a delinquent teen and a grandfather,
thumbs its nose at its older companion” 5.
                                                                6
                                                                 Riportato in N.Ross terry, The Seagram
      5
                                                                Building as a total work of decorative art, New
          Architectural record, 2008 Jan., v.196, n.1,          York, The New York Landmark Preservation
      p.47-48                                                   Commission/MOMA, 1979.
                                                                Due grattacieli per uffici a New York City |      7
4. La figura del
committente e la ricerca
dell’architetto perfetto
Uno dei documenti più preziosi per la
ricostruzione della vicenda del Seagram è una              stesso tempo, realizzi un edificio per uffici che
lunga lettera 7 inviata da Phyllis Bronfman                perda di anonimato, ma che anzi sia più vicino
Lambert al padre e committente Samuel                      alla scala umana. Uno spazio di lavoro pieno di
Bronfman in cui, indignata per la proposta                 luce naturale che aumenti la produttività dei propri
progettuale fatta dagli architetti Pereia &                dipendenti e che incentivi a lavorare meglio.
Luckman, esorta il padre ad “immaginare un                 L’obbiettivo è quello di una delle migliori
edificio che esprima al meglio la società in cui           architetture, che raggiunga leggerezza ed
vivi e contemporaneamente, la tua speranza di              eleganza, che sfidi l’attuale icona del grattacielo
migliorare questa società”7. Phyllis invita il padre       come enorme, pesante e sgraziato mostro. A
a riflettere riguardo alla responsabilità legata           poco a poco diventava sempre più chiaro che era
all’edificio che costruirà, per chi ci abiterà e per       Mies Van der Rohe colui che era arrivato ad una
New York come al resto del mondo. La ricerca               comprensione della sua epoca così profonda da
della famiglia Bronfman, di un artista che possa           essere riuscito a trasformare la tecnologia in
realizzare una grandiosa architettura degna dei            poesia. 8 Il momento storico lo richiede per erigere
tempi, cerca di seguire le orme della famiglia             un grattacielo nuovo.
Medici e dei magnifici monumenti che fecero                 La Hearst Tower doveva essere la sintesi tra
erigere. La loro attenzione si rivolge così ad uno          vecchio e nuovo, arrivando finalmente a
dei contemporanei maestri dell’architettura che             soddisfare l’ambita realizzazione sia di Urban che
possa realizzare un edificio nobile che dia piacere         di Hearst.
alla gente e alla società democratica. Si cerca un
artista capace di realizzare un opera d’arte che           In alto: Seagram building, New York.
faccia risplendere il nome della società e della
famiglia e che, allo                                             8
                                                                   “Dove la tecnologia raggiunge il limite delle
                                                                 proprie possibilità, si trasforma in architettura”.
      7
        Phyllis Bronfman Lambert scrive da Parigi                L.Mies van der Rohe, Architecture and
      boiling with fury al dearest daddy, lettera datata         technology, in “Arts and
      28 giugno 1954.                                            Architecture”,n.10,1950,p.30
                                                                 Due grattacieli per uffici a New York City |      8
Molti condividono che sia Foster l’architetto
adatto a compiere questo sforzo. Lo studio Foster
and Partners aveva già dato prova di essersi
confrontato con la storia, con la dialettica del
modernismo in alcune delicate questioni: come il
Great Court of the British Library (2000) e il
Reichstag di Berlino (1999). In questi progetti egli
combina eleganza formale innovativa, un attento
rispetto dell’esistente ed una grande sensibilità al
simbolismo trasmesso dai monumenti del
passato9.
L’insistenza di Foster sul modernismo e l’utilizzo
dell’acciaio e del vetro come mezzo per vedere e
rispettare la storia nei suoi interventi portò la
Hearst Corporation a tentare la pericolosa sfida di
una commistione di un grattacielo contemporaneo
per uffici e un Landmark americano.
Foster non si piega ad una commissione
storicista ma dà vita ad un progetto
contemporaneo        intriso   di     tecnologia     e
apparentemente del tutto contraddittorio alla jazz
age confection10 su cui poggia.
Al suo debutto nella City lo studio Foster si
presenta come il pioniere dei green building per
uffici in Europa e, in termini di purezza formale,
colui che, con pochi altri, ha risollevato l’interesse
nell’espressione del potenziale formale delle
geometrie strutturali.




A destra: Hearst Tower, New York.
                                                                  
      9
         Journal of the Society of Architectural
      Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159
      10
           AV monographs, 2006 Nov.-Dec., n.122,
      p.26-[37]

                                                                     Due grattacieli per uffici a New York City |   9 
5. Forma, funzione e
tecnica
La nuova sede della Hearst Corporation si innalza
per 46 piani, sino ad un altezza di 182 metri. La
struttura metallica perimetrale è costituita da
triangoli isosceli (60° l’angolo alla base) che si
ripetono per tre campate sul fronte verso la 8th
Avenue, quattro sui fronti nord e sud e nove in
altezza. Più intuitivamente la rete a forma di
diamante multi sfaccettato sembra formare un
pattern       a      losanghe,      ognuna         divisa
orizzontalmente da un paio di triangoli invertiti, in
cui ogni triangolo si innalza per quattro piani
dall’apice alla base.
 La logica di Foster estremizza i concetti di
 funzionalità e tecnica. Non accettando che
 l’architettura si distanzi dalle innumerevoli
 problematiche di natura non estetica dei processi
 progettuali e realizzativi, si distacca dalla ricerca
 della forma in sé, dedicandosi all’analisi dei
 sistemi più efficaci per produrre e realizzare
 progetti. Il suo obbiettivo sembra essere la
 tecnica, che interpreta come passaggio tra ricerca
 scientifica ed espressività artistica. Tecnica non
 solo come strumento risolutivo di problemi
 costruttivi, ma come punto di partenza di sinergie
 pluridisciplinari che lavorano insieme per risolvere
 la sfida creativa che l’architettura di volta in volta
 propone.
 La struttura appare nel progetto della Hearst
 Tower come un trofeo che sembra voler
 decretare      il    passaggio     all’    “architettura
 dell’ingegneria”. Qui si celebra il progresso
 tecnologico di un opera che ha la propria matrice
 materica nell’acciaio e nel vetro.
 La complessità dei temi confluenti nel progetto si
 affianca       al      concetto         di     struttura
 tecnologico/costruttiva 11               univocamente
 caratterizzata. Nella struttura, e in particolare nel
 nodo tecnologico, si esplicita la specularità tra
 ricerca strutturale e ricerca geometrica,
 caratteristica costante negli interventi di Foster.
 La      complessità       dei     nodi       tecnologici
 all’avanguardia e delle soluzioni ingegneristiche
 permettono ad una geometria pura, quale il
 triangolo, di costruire la matrice strutturale e
 formale dell’architettura.

A destra: Hearst Tower. Prospetto sulla 8th Avenue
e particolare della facciata.

       11
          Campi, Massimiliano, Norman Foster : il
       disegno per la conoscenza di strutture
       complesse e di geometrie pure. Roma: Kappa,
       2002.
                                                            Due grattacieli per uffici a New York City |   10
L’idea di grattacielo, che dal Ventesimo secolo in
poi si da per scontata, deriva da una serie
complessa di sviluppi tecnici e progettuali.
L’edificio di Park Avenue è diventato il culmine di
un ideale di architettura e di perfezione che,
anche se imitata innumerevoli volte, mai è stata
eguagliata.
Sulla base dei tipi di spazi da affittare che si
desideravano e sul New York City Building Code
Mies van der Rohe stabilì le dimensioni di un
modulo di base con il quale organizzare l’intero
edificio, altezza del grattacielo compresa.
Nell’edificio di Mies le proporzioni giocano un
ruolo fondamentale negli studi progettuali.
Quando già in fase di progetto avanzata venne
chiesto a Mies di aumentare le superficie utile egli
non optò per una semplice aggiunta di qualche
piano, ma per la creazione di un corpo posteriore
ulteriore. Mies preferisce aggiungere un nuovo
pezzo dietro la stele bronzea piuttosto che                Seagram Building. Pianta a livello della plaza,
modificare quest’ultima         e le proporzioni           e piani tipo dei livelli intermedi (dal primo al
accuratamente pensate.                                     quarto piano) e della torre (a partire dal
Nonostante l’impressione generale sia di una               decimo piano).
unità geometrica, le piante mostrano una verità
più complessa. Si tratta di due geometrie a T
congiunte. Ai quattro piani inferiori la torre arretra
in un blocco che occupa l’intera larghezza del
lotto. La torre non è un semplice prisma a base
rettangolare, ma contiene una risega posteriore di
proporzione 3:1, anche detta bay spine, che
funge da collegamento con il volume a sei piani.
Sopra questo blocco, il corpo centrale, continua in
altezza fino al decimo piano formando invece una
T rovesciata.
La torre ha una pianta rettangolare di proporzioni
5:3, disposta parallelamente alla Avenue ed è
separata da questa per mezzo di una plaza.
L’area edificata infatti, occupa solo i 2/3 del lotto
mentre l’ area restante è completamente lasciata
libera a PIAZZA impegnando così il committente
ad un considerevole sacrificio economico.
L’architetto è nel progetto completamente libero
di agire secondo canoni essenzialmente formali
(e di una forma completamente sua) compreso
tra una committenza illuminata e una città in
trasformazione economica.




                                                         Due grattacieli per uffici a New York City |   11
6. Onestà strutturale
Il sistema utilizzato “Diagrid”, che unisce i termini
diagonal e grid, si basa su un metodo che porta
all’esterno la struttura eliminando tutte le colonne
verticali interne, donando ai piani una flessibilità
non comune di area pari a 6096m2. La diagrid
riunisce su di sé tutte le forze agenti sulla torre:
gravità, spinte laterali e movimenti sismici. Il telaio
diagonale sostiene la struttura con l’aiuto di un
nucleo in acciaio e di colonne in acciaio
inossidabile rinforzate in cemento ai piani più
bassi. All’innesto del nuovo grattacielo con la
base, la diagrid passa ad una pilastratura a
colonne verticali.
La tendenza di mettere in mostra strutture ed
impianti elevandoli a linguaggio formale diede vita
ad nuovo modo di progettare, che P.Buchahan
nel 1938 sintetizzò con l’espressione high-tech,
che riprendeva “tutte le idee archigrammiste,
dalla macchinolatria alla fantascienza, […], dalla
macrodimensione all’effimero architettonico, dal
rapporto provocatorio con l’ambiente preesistente
fino alla concezione di un architettura informativa,
pubblicitaria, essa stessa mass-media” 12. La
tendenza ad enfatizzare strutture e impianti,
costante nell’architetto inglese nel corso di tutta la
sua carriera, può essere vista in chiave
interpretativa come un onestà strutturale che ha
origine ben prima, nella volontà di Mies di
“mentire per dire la verità”.
La diagrid in acciaio è una struttura
particolarmente efficace che ha permesso di
sbilanciare di tredici metri su di un lato il nucleo
della torre. Questo si è tradotto in una riduzione
del numero di colonne che penetrano nell’edificio
con un risparmio del 20% di acciaio rispetto ad un
grattacielo a telaio convenzionale di New York. La
diagrid sembra essere il prodotto di un credo
ingegneristico di un do more with less e possiede
la seduttività di un apparente “inevitability”.
Nonostante il risparmio di acciaio, la struttura di
Foster è in realtà sovradimensionata. Anche
Foster, come Mies nel Seagram, aggiunge
qualcosa. I tempi però sono diversi, le ragioni
pure ma in entrambi i progetti siamo distanti dalla
struttura del Crystal Palace di Paxton del 1889.
La vera espressione strutturale è purtroppo
illusoria con l’acciaio quando lo spazio é abitato.
Si rientra nei sotterfugi di Mies che saldò alla

A destra: Hearst Tower. Sezione e vista degli interni.


      12
        Journal of the Society of Architectural
      Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159
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facciata i decorativi e superflui profili ad I per      Anche nella Hearst Tower i profilati strutturali,
rappresentare gli elementi portanti nascosti in         accuratamente sagomati, movimentano la facciata
profondità      e    conosciuti     altrimenti  solo    creando una superficie tridimensionale.
dall’architetto. Anche quello che si vede nella         La scelta di andare verso una struttura e una
Hearst Tower non è la vera e propria struttura ma       costruzione chiaramente espressa caratterizza le
un rivestimento di acciaio inossidabile che si offre    facciate di entrambi i progetti. L’intenzione di far
a rappresentazione della struttura sottostante.         emergere la struttura è evidente, ma nel progetto
 La diagrid è ridondante perché fornisce                di Foster sembra più che altro un modo visivo per
 l’alloggiamento dei cavi elettrici, un punto di        articolare la massa della torre. La sfortunata
 sicurezza per la prima torre costruita a New York      conseguenza è che i triangoli di quattro piani di
 dopo l’11 Settembre. Lo scheletro portante deve        altezza costituiscono un ordine gigantesco che
 rispondere ai regolamenti sulla sicurezza e            fanno      sembrare      la    travatura     esterna
 l’acciaio deve essere protetto da membrane             esageratamente sovradimensionata e rinforzata
 antincendio e l’antincendio protetto anch’esso.        per un edificio di soli 42 piani, facendolo apparire
 Inoltre le tolleranze di fabbricazione e di            un po’ troppo basso a confronto degli edifici vicini.
 assemblaggio dei layer protettivi aggiungono           La tecnica costruttiva adottata nella realizzazione
 ulteriori dimensioni non strutturali.                  sembra essere solo una delle possibili alternative
 L’intera struttura del Seagram, i telai del curtain-   possibili, e non tanto la risposta univoca ad un
 wall e i profilati a doppio T sono realizzati in       problema unico e urbano come era stato per Mies
 bronzo, mentre i tamponamenti esterni sono in          che intravedeva nel Seagram, insieme con il suo
 vetro caldo color topazio. I montanti in bronzo        committente, il modello degli edifici per uffici del
 creano ombre nette, le quali una a fianco dell’altra   futuro.
 consentono […] di dare una terza dimensione alla
 facciata 13.


In basso: Seagram Building. Prospetti.
(Tratti da “The Mies van der Rohe Archive”).




      13
        Journal of the Society of Architectural
      Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159
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7. Il grattacielo a New
York. Costanti e nuove
direzioni.
 La grande dimensione e il gigantismo della
 struttura si insediando nell’architettura del
 movimento        moderno       declinandosi      nello
 sperimentalismo di Foster che produce un
 architettura autocelebrativa che tende a divenire
 mezzo di comunicazione di se stessa, “mega-
 insegna”.
Il progetto si fa, nei due esempi qui a confronto,
promotore di un mecenatismo industriale che
tende quasi a sfruttare gli edifici come contenitori
non solo per far lavorare meglio ma soprattutto
per dare visibilità alla grandiosità del potere
economico raggiunto. E quale tipologia meglio del
grattacielo riesce a includere in se queste
ispirazioni? Proprio con essi si confrontano molte
volte i protagonisti contemporanei producendo
opere che forniscono interessanti declinazioni
linguistiche di un audacia del progresso
tecnologico raggiunto dall’ingegneria applicata
all’architettura.
  Se, alla fine degli anni Cinquanta, i vetri ambrati
 accuratamente        selezionati    rappresentavano
 l’azienda Seagram esprimendo integrità e
 severità contribuendo ad elevarlo a modello di
 edificio per uffici, oggi la facciata di Foster
 sembra riflettere, nella superfici lucide del vetro e
 dell’acciaio,     le      ambizioni      celebrative,
 propagandistiche della nostra cultura che a sua
 volta le eleva a “monumenti dell’immaterialità
 della nuova era tecnofila” 14.
 Se per Mies il Seagram è conferma e verifica
 delle retoriche del movimento moderno la Hearst
 Tower è il progetto in cui Foster riesce meglio a
 coniugare aspetti estetici con problematiche
 relativi al controllo dei costi, dei tempi e della
 qualità.
 Il grattacielo del Ventunesimo secolo si pone
 nuovi obbiettivi superando quelli stilistici e formali
 dell’origine del movimento moderno. La Hearst
 Tower è infatti il primo grattacielo a Manhattan,
 riconosciuto dalla Biannual International Highrise
 Award, che chiede ed ottiene la classificazione
 Gold standard LEED dall’ente americano Green
 Building Council diventando così un progetto

A destra: Seagram building in costruzione e
particolare di facciata.


      14
        Journal of the Society of Architectural
      Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159
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fondamentale per l’intera città e contribuendo ad
accrescere        la    “coscienza      verde”      nella
progettazione di nuovi edifici. La copertura è stata
progettata in modo da convogliare all’interno
l’acqua piovana che viene così utilizzata per
integrare i bisogni idrici degli impianti di
condizionamento e per irrigare i giardini interni ed
esterni dell’edificio. Un serbatoio nello scantinato
dell’edificio contiene fino a 14.000 galloni. La torre
è ventilata naturalmente per tre quarti dell’anno e
l’aria, filtrata e ripulita da un impianto centrale,
distribuita attraverso l’intero complesso. Ciò
riduce drasticamente il bisogno di riscaldamento e
condizionamento artificiale permettendo all’edificio
di consumare il 26% in meno di energia rispetto a
una struttura convenzionale.
 Un prodotto ecologico però, non solo riguardo
 all’edificio compiuto e ai conseguenti risparmi
 energetici, ma per lo stesso processo di
 costruzione. Il rigore strutturale della diagrid ha
 permesso di risparmiare oltre duemila tonnellate
 di acciaio. Inoltre l’85% della struttura principale
 utilizza materiali riciclati tra cui quelli recuperati
 con lo sventramento del basamento. Sebbene
 l’applicazione del tema strutturale ad una torre di
 Manhattan la renda poco innovativa, Foster
 lavora ad una altra variazione del tema a lui caro
 ed esplorato negli ultimi tre decenni. Ciò che
 davvero rende la diagrid una struttura rigorosa
 rispetto alla costruzione di edifici alti per uffici é il
 risparmio e il riuso dei materiali, e la flessibilità
 interna che mette a disposizione ambienti di
 lavoro salubri e pieni di luce.
 Nonostante il costo totale di 500 miliardi di dollari
 della Hearst Tower gli sforzi fatti per risparmiare
 sono stati notevoli, sia nella costruzione che nella
 fase di utilizzo dell’edificio. Questi nuovi obbiettivi
 dei giorni d’oggi sono distanti dagli sforzi per
 rendere il Seagram l’edificio più elegante,
 prestigioso e distinto di New York.
 Gli sforzi di entrambi i progetti qui presentati,
 hanno l’intento di celebrare l’immagine aziendale,
 seppur percorrendo strade diverse dettate dai
 tempi e dalle tematiche contemporanee che
 caratterizzano i due interventi.




A destra: Hearst Tower. Viste degli interni.

                                                             Due grattacieli per uffici a New York City |   15
8. I materiali scelti                                     In basso: Seagram Building. Dettagli costruttivi e
                                                          particolari di facciata.
Quando Mies van der Rohe chiese a Bronfman
se esistesse un materiale a lui particolarmente
gradito la scelta ricadde sulla capacità evocativa
di potere e di prestigio–del bronzo. Nello specifico
vennero usate due leghe diverse: l’intera struttura
venne rivestita di laminati di rame (61%) e zinco
(39%), mentre i profili a doppio T che si alternano
verticalmente sulle facciate vennero realizzati
tramite estrusione di barre a sezione cilindrica
composte da rame (56%), zinco (41,5%) e
piombo (2,5%) 15. La levigatezza del bronzo fu
raggiunta ad ogni costo per garantire un
predeterminato grado di riflessioni solari. Ideale
per i progettisti per la grande semplicità di
lavorazione e prediletto dal committente, il
materiale prometteva di invecchiare benissimo e,
anzi, di migliorare al passare del tempo. Secondo
Mies e Philips Johnson la qualità superiore di
questa lega produceva un effetto che si adattava
perfettamente alla loro idea di edificio alto,
soprattutto per la struttura. La scelta di materiali
pregiati continua con il travertino degli interni, il
vetro colorato dei tamponamenti e il marmo verde
dei parapetti lungo 52nd e 53rd Streets
Le soluzioni tecnologiche adottate per il Seagram
risultano, paradossalmente, impossibili da
realizzarsi senza un più o meno marcato
intervento artigianale. Disincantata adesione alla
logica della produzione e dell’economia, il
grattacielo di Park Avenue è sostanzialmente
artigianato industriale, e rende quasi impossibile
agli esempi che seguiranno di imitare il suo
modello. Il paradosso del Seagram sta nell’
riproducibilità dei materiali utilizzati e nelle scelte
quali la plaza che pur elevandolo a modello di
edificio alto per uffici non permettono che una
imitazione formale e non sostanziale e ricca
dell’intera vicenda che accompagna il Seagram
Building.
Nella Hearst Tower si cerca di fare del grattacielo
un green building attraverso il riciclo dei materiali
e si tende al risparmio di materiale nella struttura.
Negli interni sono stati utilizzati materiali
sostenibili, a bassa tossicità e possibilmente
reperiti localmente. I vetri impiegati nelle facciate
sono basso emissivi (low-E-coated): ovvero
permettono ai raggi luminosi di entrare senza
produrre      calore   da     radiazione      ponendo
l’attenzione sulla qualità termica e ambientale
interna e al risparmio energetico.


      15
        Bronze gem for Park Avenue, in “Copper and
      Brass Bulletin”, n.180, 1957, pp.2-4.

                                                              Due grattacieli per uffici a New York City |   16
9.         Interpretazioni
Leonardo Benevolo riconosce al Seagram un
ruolo eccezionale all’interno degli sviluppi
dell’architettura moderna. Il Seagram, formidabile
successo speculativo e pubblicitario, schiera un
entità di mezzi economici formidabili che lo
porteranno ad un ritorno di immagine e di denaro
a cui contribuisce il “passo indietro 16” compiuto da
Mies e da cui avranno origine molte maldestre
ripetizioni. Il Seagram building è una
contraddizione del moderno sia per l’artigianato
industriale che per essere un modello carico di
lusinghe formali.
La Hearst Tower ha un inconfondibile presenza
sculturale e la diagrid lascia spazio a due diverse
possibili interpretazioni: la nozione di espressione
strutturale che mostra lo scheletro interno e
quella di oggetto minimalista, una forma cristallina
intagliata      da    un      blocco      preesistente
interpretazione rinforzata da Foster con i tagli
sugli spigoli del grattacielo che creano superfici
trasparenti tra i punti intersecanti della diagrid, le
cosiddette bird’s-mounth. La diagrid dà quasi
l’impressione che la cima dell’edificio sia stata
troncata arbitrariamente all’altezza del numero
dei piani richiesti se si interpreta la sequenza di
losanghe dal basso verso l’alto. Il basamento di
Urban non fa inoltre che aumentare la sensazione
di una mancato gesto conclusivo superiore. La
transizione della diagrid alla pilastratura verticale
che scompare al centro dell’edificio in muratura e
completamente sventrato fa apparire quest’ultimo
come un vero e proprio piedistallo13.
E’      legittimo    chiedersi     se      l’intervento
autoreferenziale      crei     un    gesto      urbano
comprensibile. La ferma convinzione di Foster
che la triangolazione permei il mondo naturale
non aiuta a determinare i contributi civici del
manufatto tanto quanto l’intervento di Mies van
der Rohe che arretrando il suo edificio dal filo
della strada, non senza fatica, dona alla City una
plaza pubblica, una soluzione geniale, uno spazio
unico e pubblico, donando anche alla prospettiva
dell’edificio una grandiosa unicità.




A destra; dall’alto verso il basso: Schizzo di Mies
van der Rohe della Plaza, Hearst Tower.


      16
        M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal CO,
      M.Tafur, Arhitettura contemporanea, Milano,
      Electa, 1976, p.309.
                                                          Due grattacieli per uffici a New York City |   17
10. La plaza newyorkese e
la lobby                                                  filo di facciata: sono invisibili a chi entra, e
                                                          fungono da elemento di transizione tra la parte di
In una città in cui ogni centimetro di terreno vale       lobby affacciata sulla piazza e quella posteriore.
cifre astronomiche la soluzione geniale di Mies è          Il grande spazio aperto affacciato sulla Avenue,
la risposta ad una grave e sentita mancanza di             oggetto di grandi attenzioni e studi da parte
spazi      aperti   all’interno    di    una    densa      dell’architetto è uno degli elemento base del
concentrazione urbana. Nella Manhattan in cui il           progetto ed è l’aspetto che permette al Seagram
progetto del Seagram vede la luce non esiste               Building di fargli acquistare quel senso profondo
alcun esempio di plaza antistante l’edificio. La           all’interno della vita sociale e culturale di
pavimentazione a lastroni e le opere d’arte                Manhattan che si propone anche come Theater
disegnate dallo stesso architetto fanno parte delle        Event che possa unire le esibizioni nella lobby
attenzioni di Mies che tendono quasi a                     con altre attività nella piazza. Ancora oggi le
considerare la plaza come lo spazio preminente             opere d’arte da esporsi nella plaza antistante il
del progetto alla quale si accede dal livello              landmark       Newyorkese        devono       essere
stradale ritrovandosi in uno spazio perfettamente          accuratamente scelte e controllate.
piano. Lo spazio vuoto permette di percepire               Gli architetti seguiranno Mies allineandosi col
l’edificio senza dover oltrepassare la strada ed           Seagram, e arretrati rispetto al filo stradale,
impressiona per la sistemazione dello spazio               distruggendo la particolarità spaziale dell’
aperto e la magnifica entrata a cui ci si ritrova di       architettura creata da Mies venendo aiutati dalle
fronte. Qui l’architetto sembra focalizzare la sua         autorità municipali della città. Nel nuovo zoning
attenzione su ciò che è più vicino all’osservatore         code del 1961 viene offerta la possibilità di
disegnando con cura le pensilina che, sporgendo            costruire fino ad un altezza maggiore di quella
dal parallelepipedo di metallo e vetro, accoglie i         consentita se ci si impegna a lasciar sgombra una
visitatori guidandoli all’interno della lobby rivestita    parte di lotto per la realizzazione di open plaza.
in travertino, risolvendo la transizione fra plaza e       Questo provvedimento diventerà responsabile
lobby. I due corpi scala disposti all’innesto fra il       della proliferazione di “Piazzette ornate di sculture
volume frontale e quello posteriore si sviluppano          e fontane che si allineano , prive di funzione e nel
su due rampe disposte ad angolo. Gli ascensori             disordine più assoluto, come inutili sale esterne di
sono sistemati come spesse pareti ortogonali al            attesa” 17.




                                                                17
                                                                  M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal Co,
A sinistra: Seagram Building. Entrata.
                                                                M.Tafuri, Architettura contemporanea, Milano,
A destra: Hearst Tower. Vista interna della lobby.              Electa, 1976, p.309.

                                                              Due grattacieli per uffici a New York City |   18
Foster sembra rispettare la visione scenografica             e ai pasti dei dipendenti. La Lobby, le opere d’arte
delle facciate di Urban, che le interpretava come            e la ricchezza dei materiali non sono accessibili al
stage-set, donandogli nuova vita, demolendo tutti i          pubblico, che viene fermato dalla sicurezza poco
piani, stuccando gli interni e creando uno spazio            dopo l’arco d’entrata originale di Urban.
alto 6 piani. Il basamento della nuova torre è
svuotato e ridotto ad un guscio. La scenografia
diventa così anch’essa parte della composizione
di Foster. La silhouette della finestratura dei
quattro piani capovolge lo stage-set di Urban,
liberandolo da ogni ruolo funzionale e lasciandolo           In alto: sezione assonometrica della lobby della
cosi come puro capriccio teatrale                            Hearst Tower. In basso: pianta del livello della
 Nel vasto invaso spaziale della lobby, una delle            lobby.
 più drammatiche di New York si accede per
 mezzo di tre scale mobili (di nuovo il numero tre)
 angolate che fanno da ponte sulla grande cascata
 d’acqua e vetro nell’entrata principale.
 L’atrio, dell’altezza insolita di quattro piani, dona
 la sensazione di essere in una piazza esterna,
 come sottolineato dallo stesso Foster. Lo spazio
 è drammatizzato dai giganteschi pilastri e puntoni
 diagonali che si elevano sino al nono piano, quota
 di imposta della “sopraelevazione” 18.
 Le nuove proporzioni confondo le comuni nozioni
 di interno - esterno nella odierna lobby, lounge e
 caffetteria, che si trova a due piani sopra il livello
 della strada dove lo stesso Urban aveva voluto
 nel suo progetto una corte sopraelevata.
 La visione di Foster della lobby come “moderna
 piazza esterna” ha, in realtà poco a che fare con
 la piazza miesiana e perde di intensità quando si
 scopre che l’esperienza più caratterizzante
 dell’edificio, ovvero quella di accedere alla lobby,
 viene negata al pubblico e riservata alle colazioni


      18
           Casabella, 2006 Nov., v.70, n.749, p.[48]-[57].
                                                                 Due grattacieli per uffici a New York City |   19
11. L’opera d’arte totale
                                                             sperimenta nell’entrare nella torre, incluso il
 Complessa é la vicenda del Seagram che
                                                             sottofondo acustico dall’effetto riposante ed il
 riunisce in sé il volere di una committenza
                                                             movimento dell’acqua che genera un esperienza
 illuminata e fortemente determinata, quasi
                                                             visiva animata. Icefall è alimentata dalle piogge di
 “rinascimentale”, ispirata dal concetto di opera
                                                             New York, in maniera indipendente alle stagioni,
 d’arte totale come espressione ideale che il
                                                             rinfrescando lo spazio della Lobby nei mesi estivi
 Seagram doveva incarnare. Tutto suggerisce
                                                             e integrando il livello di umidità dell’aria in quella
 prestigio e unicità nel Seagram: dagli arredi agli
                                                             invernale. La parete monumentale disegnata con
 interni degli uffici, dalle cabine degli ascensori alla
                                                             il fango dell’Hadson river da Richard Long è
 grafica studiata appositamente per l’edificio, dalle
                                                             situata alle spalle della cascata, che scorre su
 fontane della plaza agli stessi materiali di
                                                             profilati di vetro stampato. Quello che colpisce
 costruzione e soprattutto l’allestimento degli
                                                             l’osservatore della Hearst Tower è una sorta di
 interni del ristorante The Four Season con opere
                                                             stage-set       architecture 19,       dalle      forme
 d’arte internazionali. Nella sua non riproducibilità
                                                             propagandistiche e allegoria di una responsabilità
 la vicenda del Seagram costituirà l’esempio, forse
                                                             aziendale      ecologica,     l’altruismo    dell’ultimo
 tra i più seguiti, di edificio per uffici che riflette in
                                                             capitalismo.
 ogni sua parte la magnificenza del suo
                                                             Ma seppur Icefall e la parete di fango
 committente.
                                                             contribuiscono al ricordo del Seagram, elevato ad
Nell’opera di Foster la collaborazione con Jim
                                                             opera d’arte totale, queste si rivestono di nuove
Garland della fluidity design per quanto riguarda
                                                             accezioni connesse ai problemi contemporanei in
la parte liquida e con Jamie Carpenter per il vetro
                                                             un approccio scultoreo alla creazione di un clima
ha portato alla creazione di Icefall. Una struttura
                                                             ‘sostenibile’ per l’architettura dello spazio interno.
animata, parte integrante dell’esperienza che si




                                                                    19
                                                                       Campi, Massimiliano, Norman Foster : il
In alto: Hearst Tower. Vista degli interni.                         disegno per la conoscenza di strutture
In basso: Seagram Building. Plaza.                                  complesse e di geometrie pure. Roma: Kappa,
                                                                    2002.
                                                                 Due grattacieli per uffici a New York City |   20
12. Lo spazio di lavoro
Del tutto innovativa è la soluzione trovata per le
partizioni mobili interne del Seagram che sotto
questo profilo viene definito da Arvid Klein come:
the first modular building – something that is now
taken for granted 20.
I pannelli modulari integrano infatti in un unico
elemento il sistema di partizione (mobile),
l’illuminazione (con l’impiego di un sistema a
bassa luminosità anch’esso modulare) e
l’elettricità. Il consulente per l’illuminazione del
progetto, Richard Kelly, definisce una serie di
celle luminose nascoste nel pavimento in
prossimità dell’innesto con le pareti e disposte            Sopra: pianta piano tipo Hearst Tower. Sotto,
lungo tutto il perimetro ad ogni piano dell’edificio.       dall’alto al basso: interni del Seagram
Di giorno illuminano debolmente i vetri evitando            Building, interni della Hearst Tower.
l’abbagliamento, di notte vengono lasciate accese
a creare un magico effetto notturno. Questo,
insieme alle veneziane, progettate per essere
regolate soltanto in tre modi e per cui un
regolamento di piano ne regola l’uso,
contribuiscono a donare all’edificio la massima
integrità formale, secondo l’abitudine Miesiana.
Nella Hearst Tower l’impatto psicologico degli
spazi produce un alto livello di comunicazione tra
lo staff. Gli uffici trasparenti lungo la facciata
esterna fanno desiderare agli impiegati di
meritare di lavorare in quegli spazi invidiando chi
lavora nelle stanze agli angoli ma ammettendo
che chi lavora sodo è preso in considerazione
nel progetto 21. Un sistema di ascensori formano,
insieme alle scale antincendio, il nucleo
dell’edificio. Il sistema diagonale di supporto
esterno, permette infatti di spostare questa zona
dei collegamenti verticali verso ovest dove
l’edificio accanto, Sheffield, avrebbe ostruito la
vista. Le zone liberate ad ogni piano offrono spazi
ben illuminati in cui lavorano la maggior parte
degli impiegati, mentre gli elementi strutturali
imponenti contribuiscono al carattere degli uffici
privati e delle sale conferenze lungo le facciate
esterne. La flessibilità dei piani della Hearst
Tower e l’indifferenziazione architettonica e
spaziale tra i piani adibiti ad uffici e quelli destinati
a conferenze, ristorante ed uffici amministrativi
sono un ritorno al passato al concept di Mies di
uno spazio universale e flessibile, qui
considerevolmente aiutato dagli sforzi strutturali e
tecnologici dello studio Foster and Partners.


      20
         N. Polites, Living with a Landmark, New York,
      Pasanella + Klein, 1988.
      21
         Architecture, 2006 Aug., v.95, n.8, p.[44]-[47]
                                                                Due grattacieli per uffici a New York City |   21
BIBLIOGRAFIA
Hearst Tower
 Principali opere monografiche su Norman Foster:
-         Bennet, David. Grattacieli : come sono, dove sono, come si costruiscono gli edifici più alti del
          mondo. Novara: De Agostini, 1996.
-         Campi, Massimiliano. Norman Foster : il disegno per la conoscenza di strutture complesse e di
          geometrie pure. Roma: Kappa,2002.
-         Foster and partners. Norman Foster: selected and current works of Foster and Partners. Mulgrave:
          Images, 1997.
-         Foster Norman. Foster catalogue 2001. Munich [etc]: Prestel, 2001.
-         Greco, Laura. Norman Foster, le ali della tecnica. Universale di architettura. Torino:Testo e
          immagine, 2002.
-         Jodidio, Philip. Sir Norman Foster / Philip Jodidio. Köln: Taschen, 1997.
-         Norman Foster Studio. The Norman Foster Studio: consistency through diversity. London/New
          York: E & Fn Spon, 1999.
-         Pawley,Martin. Norman Foster:architettura globale. Milano/New York: Rizzoli,1999.
-         Sudjic, Deyan;David, Jenkins; Foster Norman. On Foster…Foster on. Munich/London/New York:
          Prestel, 2000.

Principali contributi monografici sulla Hearst Tower:

-     Arca, 2009 Apr., n.246, p.[50]-55
-     Vitta, Maurizio. L'Arca Flash [Guggenheim Museum, Las Vegas, Hearst Tower, New York]. Arca, 2002
      Feb., n.167, p.74-75
-     Dawson, Layla. Reach for the sky: Foster + Partners' Hearst Tower in New York. Architectural review,
      2009 Jan., v.225, n.1343, p.88
-     Lubetkin Prize: Brits abroad. Architectural review, 2007 July, v.222, n.1325, p.24-25
-     Webb, Michael. Foster takes Manhattan. Architectural review, 2006 Nov., v.220, n.1317, p.30
-     Campbell, Robert. Why Foster's Hearst Tower is no gherkin. Architectural record, 2008 Jan., v.196,
      n.1, p.47-48
-     Kieran, Christopher. The 10th BW-AR Awards: this year, 10 buildings mark 10 years of business
      design recognition. Architectural record, 2007 Nov., v.195, n.11, p.87-114
-     Amelar, Sarah. For its Manhattan debut, Foster and Partners creates the new Hearst Tower with a
      glass-and-steel shaft hovering atop a vintage low-rise. Architectural record, 2006 Aug., v.194, n.8,
      p.[74]-81
-     Merkel, Jayne. Foster + Partners' Hearst Tower and Gehry Partners' IAC Building. Architectural
      Design, vol. 77, no. 5, 2007, pp. 112-117, Sep 2007-Oct 2007
-     Eakin, Julie Sinclair. The devil wears diagrid: Hearst, Condé Nast's legendary publishing rival, gets a
      leg up with Foster's new fishnet tower. Architecture, 2006 Aug., v.95, n.8, p.[44]-[47]
-     Goldberger, Paul. Hearst Tower, New York: Norman Foster. AV monographs, 2006 Nov.-Dec., n.122,
      p.26-[37]
-     Mulazzani, Marco. Norman Foster: Hearst world headquarters, New York. Casabella, 2006 Nov., v.70,
      n.749, p.[48]-[57]
-     Casciani, Stefano. Lord of the spring. Domus, 2006 Nov., n.897, suppl., p.22-[27]
-     Rustow, Stephen. Scenography and structural theatrics: Urban, Foster and the Hearst Tower. Journal
      of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159

Sitografia

-     http://www.fosterandpartners.com




                                                               Due grattacieli per uffici a New York City |   22
Seagram Building

“The Mies van der Rohe Archive”
The Mies van der Rohe Archive. An illustrated catalogue of the Mies van der Rohe drawings in the Museum
     of Modern Art. Part II: 1938-1967, a cura di F.Schulze, 16 voll. New York/London, Garland Publishing,
     Inc., 1992.

Principali opere monografiche su Ludwig Mies van der Rohe:
-     M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal Co, M.Tafuri, Architettura contemporanea, Milano, Electa, 1976,
      p.309
-     Ph.Johnson, Mies van der Rohe, New York, MOMA Museum of Modern Art,1947.
-     L.K. Hilberseimer, Mies van der Rohe, Chicago, PaulTheobald &Co., 1956
      (trad.it.id.,Milano,Clup,1984).
-     Arts and Architecture”, 67, n.10,1950, p.30. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der
      Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986.
-     Frühlicht, 1, n.4,1922,pp.122-124. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das
      Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986.
-     “G”,n.2,settembre 1923, p.1. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das
      Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986.
-     Der Querschnitt, 4, n.1,1924,pp. 31-32. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der
      Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986.
-     Collection Monographies. Mies van der Rohe, sa carrier, son heritage et ses disciples. Art Institute of
      Chicago. Centre Georges Pompidou. 1986.
-     Cohen, Jean-Louis, Ludwig Mies van der Rohe. Basel-Boston-Berlin. Basel,2007.
-     Cohen, Jean-Louis, Ludwig Mies van der Rohe. Editori Laterza, Bari, 1996.
-     P.Carter. Mies van der Rohe at work. Washington: Praeger, 1974
-     Architectural Monographs 11. Mies van der Rohe European works. Academy Edition/Martin’s Press.
      London/New York. 1986.
-     Giovanni Leoni. Mies van der Rohe. Motta Architettura, Milano 2008.

Principali contributi monografici sul Seagram Building:
-     Ph.Lambert. How a buildings gets built, in “Vassar Alumnae Magazine”, n.3, 1959, pp.13-19.
-     N.Polites, Living with a landmark, NewYork, Pasanella + Klein, 1988
-     The Seagram Building as a total work of decorative art, New York, The New York Landmark
      Preservation Commission/MOMA, 1979.




                                                               Due grattacieli per uffici a New York City |   23

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Saggio Critico

  • 1. Politecnico di Torino I Facoltà di Architettura - Corso di Laurea in Architettura (Costruzione). A.Acc. 2010-2011 Saggio di ricerca I a carattere storico critico La lunga durata delle idee architettoniche Lettura comparata di due edifici contemporanei Due grattacieli per uffici a New York City Prof. Pierre Alain Croset Studente: Francesca Venezia. m. 161087
  • 2. “L’architettura è sempre la volontà di un epoca tradotta in spazio, nient’altro.” Mies van der Rohe Due grattacieli per uffici a New York City | 2
  • 3. norman foster mies van der rohe HEARST WORLD SEAGRAM BUILDING HEADQUARTERS new york, 1954-1958 new york, 2000-2006 committente Joseph E.Seagram &Co progetto Mies van der Rohe co-architetto committente Philip Johnson Hearst Corporation architetti associati progetto Kahn & Jacobs Architects Foster and Partners director of planning architetti associati Phyllis Lambert Adamson Associates ingeneria meccanica responsabile sviluppo Jaros, Baum & Bolles Tishman Speyer Properties consulenza strutture strutture Severud-Elstad e Krueger Cantor Seinuk Group ingegneria elettrica servizi/MEP Clifton E.Smith Flack & Kurtz consulenza illuminazione ascensori Richard Kelly VDA landscape designers illuminazione Charles Middeleer e Karl Linn George Sexton and Associates consulenza acustica impresa Bolt-Beranek & Newman Turner Construction consulente grafica localizzazione Elaine Lustig 959 8th Avenue/300 West 57th Street, New York, cantiere e valutazione economica USA Lou Crandall dati dimensionali localizzazzione 79.500 m2: superficie complessiva 375 Park Avenue/ 52nd Street e 53rd Street, 60.470 m2: superficie utile New York, USA 1.900 m2: superficie piano tipo dati dimensionali 1.800-2.200 persone: capacità edificio 152.400 m2 cronologia cronologia 1928: progetto Joseph Urban 1954: progetto 1988: denominazione ad architectural landmark 1955-1958: realizzazione 2000: progetto Norman Foster 1988: denominazione ad architectural landmark 2003-06: realizzazione Due grattacieli per uffici a New York City | 3
  • 4. Sommario 1. Introduzione ......................................................................................................................................... 5 2. Il contesto ............................................................................................................................................. 6 3. Il landmark americano....................................................................................................................... 7 4. La figura del committente e la ricerca dell’architetto perfetto ............................................... 8 5. Forma, funzione e tecnica .............................................................................................................. 10 6. Onestà strutturale ............................................................................................................................ 12 7. Il grattacielo a New York. Costanti e nuove direzioni. ............................................................ 14 8. I materiali scelti ................................................................................................................................. 16 9. Interpretazioni ................................................................................................................................... 17 10. La plaza newyorkese e la lobby.................................................................................................... 18 11. L’opera d’arte totale......................................................................................................................... 20 12. Lo spazio di lavoro........................................................................................................................... 21 Due grattacieli per uffici a New York City | 4
  • 5.
  • 6. 2. Il contesto La vicenda del Seagram si inserisce nella radicale trasformazione che investe Park Avenue. In un periodo di tempo sorprendentemente rapido si costituisce una vera e propria arteria di grattacieli per uffici, un nuovo polo a carattere direzionale che dovrà ospitare i quartieri generali delle maggiori società in seguito alla ripresa economica. In pochi anni, il quartiere residenziale risulterà completamente rivoluzionato dall’enorme aumento della densità di occupazione. Nel 1954 Lewis Mumfod lamenta, in un articolo sul ‘New Yorker’ la rapida e impietosa distruzione di one of the twentieth century’s grat urban ensambles 4. Fino alla metà degli anni Cinquanta e ad eccezione della Lever House (SOM, 1952), il tipo ricorrente dell’edificazione lungo Park Avenue, in cui nasce il progetto del Seagram Building, è erede diretto di quelli sviluppatasi prima del secondo conflitto mondiale. Benché si facciano strada i primi tentativi di adeguarsi alle recenti tendenze architettoniche d’importazione europea, gli edifici sono ancora organizzati secondo la sezione verticale della wedding cake (profilo teso a edificare al massimo volume consentito dai regolamenti edilizi), ma vanno riducendosi gli stilemi Beaux-Arts o jazz style in favore di un esercizio stilistico più moderno. Sempre a New York, all’inizio del XXI secolo, si presenta l’occasione per un progetto importante. Nessuna torre commerciale infatti ha avuto tante attenzioni negli ultimi anni: la Hearst Tower è il primo grande progetto di costruzione ad essere annunciato dopo il 9/11. L’intervento non è una semplice aggiunta allo skyline newyorkese, ma il completamento di un ambizione cominciata già negli anni Venti del Novecento quando William Rudolph Hearst commissionò a Joseph Urban e allo studio George B.Post & Sons la sede della sua prima compagnia: un pomposo blocco di base di sei piani sulla 8th Avenue tra 56th e 57th Street da cui sarebbe poi derivata una futura torre. La depressione costrinse Hearst ad abbandonare il progetto e il basamento di pietra fusa in stile Art Decò diventò gradualmente una sgraziata ma famigliare presenza nella Midtown Manhattan. In alto: Seagram Building. In basso: vista dall’alto della Hearst Tower. 4 L.Mumford, The sky line: skin treatment and new wrinkles, in “The New Yorker”, October 23, 1954, pp.132-138. Due grattacieli per uffici a New York City | 6
  • 7. 3. Il landmark americano Il processo che ha invece portato il Seagram ad essere ufficialmente riconosciuto con lo statuto di Costruito nel 1926-28 per Rudolph Hearst, uno architectural landmark è lungo e complesso. La dei maggiori editor americani, l’ edificio è sua designazione gli attribuisce un valore caratterizzato da 6 grandi colonne scanalate all’interno della cultura (non soltanto giustapposte alle facciate e da gruppi scultorei architettonica) americana, nella quale esso richiamanti la finalità educativa dell’attività rappresenta una sorta di passaggio obbligato. Un editoriale del committente. Le facciate, concepite icona dell’architettura in cui si incontrano la come stage-set urbani, sporgono in avanti purezza dell’idea Miesiana con le figure, le scelte rispetto alla massa dell’edificio riunendosi sotto e le motivazioni di attori esterne alle questioni di l’attico del sesto piano in una continua e architettura, ma spinte da forti interessi prominente cornice. Nonostante l’altezza imprenditoriali. Un operazione che certamente contenuta tutto suggeriva grandezza, implica avere avuto già in mente il risultato finale specialmente le colonne che si allungavano più ed averlo anteposto alle necessità particolari. Un alte dell’edificio stesso facendola sembrare una processo che mira, fin dall’inizio, a coinvolgere base di un eventuale struttura più alta. una lista impressionante di personalità L’architettura di Urban è scenografica e vede in appartenenti ai più alti livelli del mondo artistico termini estetici la città come stage. La internazionali quali Léger, Mirò, Picasso. I loro dichiarazione nel’ 1988 a “monumento quadri vengono esposti all’interno del ristorante importante nella tradizione architettonica di New The Four Season progettato da Philips Johnson York e il suo vincolo a landmark americano insieme ad oggetti d’arte recuperati in tutto il impedisce a Foster di intervenire sul suo aspetto mondo ed esposti all’interno dell’edificio. Il esterno. Foster nel suo intervento sembra seguire Seagram raggiunge il massimo livello qualitativo l’ambizione di Urban di creare un intervento raggiungibile: “the most distinguished skyscraper scenografico di rispettabile esuberanza, ma in that art and technology could produce and termini moderni e senza compromettere il suo money could buy” 6. Un operazione economica credo strutturale e tecnologico. Il blocco multi dal formidabile impatto pubblicitario e con un sfaccettato e intagliato fa eco agli spigoli smussati ritorno di immagine sconvolgente: Nel 1963, di Urban. Foster dona una torre di inusuale tassato dalla municipalità newyorkese che applica vivacità allo skyline di Manhattan, ma benché la al Seagram Building una imposta sul proprio valutazione della preesistenza come priva di prestigio, costringe i proprietari a vendere il particolari meriti architettonici sia condivisibile e grattacielo a qualcuno che non abbia alcun tipo di benché certo non ci si aspetti che venga relazione con la Seagram o con l’edificio stesso. trattenuto ai dettami di un manierismo stilistico, il Designato finalmente architectural landmark nel suo rifiuto al dialogo con Urban toglie ogni 1988, l’edificio aumenta enormemente il proprio speranza contestuale o di scala riposizionando il valore, rappresentando per Seagram il migliore Landmark americano a piedistallo e L’Hearst investimento immaginabile. tower “like a delinquent teen and a grandfather, thumbs its nose at its older companion” 5. 6 Riportato in N.Ross terry, The Seagram 5 Building as a total work of decorative art, New Architectural record, 2008 Jan., v.196, n.1, York, The New York Landmark Preservation p.47-48 Commission/MOMA, 1979. Due grattacieli per uffici a New York City | 7
  • 8. 4. La figura del committente e la ricerca dell’architetto perfetto Uno dei documenti più preziosi per la ricostruzione della vicenda del Seagram è una stesso tempo, realizzi un edificio per uffici che lunga lettera 7 inviata da Phyllis Bronfman perda di anonimato, ma che anzi sia più vicino Lambert al padre e committente Samuel alla scala umana. Uno spazio di lavoro pieno di Bronfman in cui, indignata per la proposta luce naturale che aumenti la produttività dei propri progettuale fatta dagli architetti Pereia & dipendenti e che incentivi a lavorare meglio. Luckman, esorta il padre ad “immaginare un L’obbiettivo è quello di una delle migliori edificio che esprima al meglio la società in cui architetture, che raggiunga leggerezza ed vivi e contemporaneamente, la tua speranza di eleganza, che sfidi l’attuale icona del grattacielo migliorare questa società”7. Phyllis invita il padre come enorme, pesante e sgraziato mostro. A a riflettere riguardo alla responsabilità legata poco a poco diventava sempre più chiaro che era all’edificio che costruirà, per chi ci abiterà e per Mies Van der Rohe colui che era arrivato ad una New York come al resto del mondo. La ricerca comprensione della sua epoca così profonda da della famiglia Bronfman, di un artista che possa essere riuscito a trasformare la tecnologia in realizzare una grandiosa architettura degna dei poesia. 8 Il momento storico lo richiede per erigere tempi, cerca di seguire le orme della famiglia un grattacielo nuovo. Medici e dei magnifici monumenti che fecero La Hearst Tower doveva essere la sintesi tra erigere. La loro attenzione si rivolge così ad uno vecchio e nuovo, arrivando finalmente a dei contemporanei maestri dell’architettura che soddisfare l’ambita realizzazione sia di Urban che possa realizzare un edificio nobile che dia piacere di Hearst. alla gente e alla società democratica. Si cerca un artista capace di realizzare un opera d’arte che In alto: Seagram building, New York. faccia risplendere il nome della società e della famiglia e che, allo 8 “Dove la tecnologia raggiunge il limite delle proprie possibilità, si trasforma in architettura”. 7 Phyllis Bronfman Lambert scrive da Parigi L.Mies van der Rohe, Architecture and boiling with fury al dearest daddy, lettera datata technology, in “Arts and 28 giugno 1954. Architecture”,n.10,1950,p.30 Due grattacieli per uffici a New York City | 8
  • 9. Molti condividono che sia Foster l’architetto adatto a compiere questo sforzo. Lo studio Foster and Partners aveva già dato prova di essersi confrontato con la storia, con la dialettica del modernismo in alcune delicate questioni: come il Great Court of the British Library (2000) e il Reichstag di Berlino (1999). In questi progetti egli combina eleganza formale innovativa, un attento rispetto dell’esistente ed una grande sensibilità al simbolismo trasmesso dai monumenti del passato9. L’insistenza di Foster sul modernismo e l’utilizzo dell’acciaio e del vetro come mezzo per vedere e rispettare la storia nei suoi interventi portò la Hearst Corporation a tentare la pericolosa sfida di una commistione di un grattacielo contemporaneo per uffici e un Landmark americano. Foster non si piega ad una commissione storicista ma dà vita ad un progetto contemporaneo intriso di tecnologia e apparentemente del tutto contraddittorio alla jazz age confection10 su cui poggia. Al suo debutto nella City lo studio Foster si presenta come il pioniere dei green building per uffici in Europa e, in termini di purezza formale, colui che, con pochi altri, ha risollevato l’interesse nell’espressione del potenziale formale delle geometrie strutturali. A destra: Hearst Tower, New York.                                                              9 Journal of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159 10 AV monographs, 2006 Nov.-Dec., n.122, p.26-[37] Due grattacieli per uffici a New York City | 9 
  • 10. 5. Forma, funzione e tecnica La nuova sede della Hearst Corporation si innalza per 46 piani, sino ad un altezza di 182 metri. La struttura metallica perimetrale è costituita da triangoli isosceli (60° l’angolo alla base) che si ripetono per tre campate sul fronte verso la 8th Avenue, quattro sui fronti nord e sud e nove in altezza. Più intuitivamente la rete a forma di diamante multi sfaccettato sembra formare un pattern a losanghe, ognuna divisa orizzontalmente da un paio di triangoli invertiti, in cui ogni triangolo si innalza per quattro piani dall’apice alla base. La logica di Foster estremizza i concetti di funzionalità e tecnica. Non accettando che l’architettura si distanzi dalle innumerevoli problematiche di natura non estetica dei processi progettuali e realizzativi, si distacca dalla ricerca della forma in sé, dedicandosi all’analisi dei sistemi più efficaci per produrre e realizzare progetti. Il suo obbiettivo sembra essere la tecnica, che interpreta come passaggio tra ricerca scientifica ed espressività artistica. Tecnica non solo come strumento risolutivo di problemi costruttivi, ma come punto di partenza di sinergie pluridisciplinari che lavorano insieme per risolvere la sfida creativa che l’architettura di volta in volta propone. La struttura appare nel progetto della Hearst Tower come un trofeo che sembra voler decretare il passaggio all’ “architettura dell’ingegneria”. Qui si celebra il progresso tecnologico di un opera che ha la propria matrice materica nell’acciaio e nel vetro. La complessità dei temi confluenti nel progetto si affianca al concetto di struttura tecnologico/costruttiva 11 univocamente caratterizzata. Nella struttura, e in particolare nel nodo tecnologico, si esplicita la specularità tra ricerca strutturale e ricerca geometrica, caratteristica costante negli interventi di Foster. La complessità dei nodi tecnologici all’avanguardia e delle soluzioni ingegneristiche permettono ad una geometria pura, quale il triangolo, di costruire la matrice strutturale e formale dell’architettura. A destra: Hearst Tower. Prospetto sulla 8th Avenue e particolare della facciata. 11 Campi, Massimiliano, Norman Foster : il disegno per la conoscenza di strutture complesse e di geometrie pure. Roma: Kappa, 2002. Due grattacieli per uffici a New York City | 10
  • 11. L’idea di grattacielo, che dal Ventesimo secolo in poi si da per scontata, deriva da una serie complessa di sviluppi tecnici e progettuali. L’edificio di Park Avenue è diventato il culmine di un ideale di architettura e di perfezione che, anche se imitata innumerevoli volte, mai è stata eguagliata. Sulla base dei tipi di spazi da affittare che si desideravano e sul New York City Building Code Mies van der Rohe stabilì le dimensioni di un modulo di base con il quale organizzare l’intero edificio, altezza del grattacielo compresa. Nell’edificio di Mies le proporzioni giocano un ruolo fondamentale negli studi progettuali. Quando già in fase di progetto avanzata venne chiesto a Mies di aumentare le superficie utile egli non optò per una semplice aggiunta di qualche piano, ma per la creazione di un corpo posteriore ulteriore. Mies preferisce aggiungere un nuovo pezzo dietro la stele bronzea piuttosto che Seagram Building. Pianta a livello della plaza, modificare quest’ultima e le proporzioni e piani tipo dei livelli intermedi (dal primo al accuratamente pensate. quarto piano) e della torre (a partire dal Nonostante l’impressione generale sia di una decimo piano). unità geometrica, le piante mostrano una verità più complessa. Si tratta di due geometrie a T congiunte. Ai quattro piani inferiori la torre arretra in un blocco che occupa l’intera larghezza del lotto. La torre non è un semplice prisma a base rettangolare, ma contiene una risega posteriore di proporzione 3:1, anche detta bay spine, che funge da collegamento con il volume a sei piani. Sopra questo blocco, il corpo centrale, continua in altezza fino al decimo piano formando invece una T rovesciata. La torre ha una pianta rettangolare di proporzioni 5:3, disposta parallelamente alla Avenue ed è separata da questa per mezzo di una plaza. L’area edificata infatti, occupa solo i 2/3 del lotto mentre l’ area restante è completamente lasciata libera a PIAZZA impegnando così il committente ad un considerevole sacrificio economico. L’architetto è nel progetto completamente libero di agire secondo canoni essenzialmente formali (e di una forma completamente sua) compreso tra una committenza illuminata e una città in trasformazione economica. Due grattacieli per uffici a New York City | 11
  • 12. 6. Onestà strutturale Il sistema utilizzato “Diagrid”, che unisce i termini diagonal e grid, si basa su un metodo che porta all’esterno la struttura eliminando tutte le colonne verticali interne, donando ai piani una flessibilità non comune di area pari a 6096m2. La diagrid riunisce su di sé tutte le forze agenti sulla torre: gravità, spinte laterali e movimenti sismici. Il telaio diagonale sostiene la struttura con l’aiuto di un nucleo in acciaio e di colonne in acciaio inossidabile rinforzate in cemento ai piani più bassi. All’innesto del nuovo grattacielo con la base, la diagrid passa ad una pilastratura a colonne verticali. La tendenza di mettere in mostra strutture ed impianti elevandoli a linguaggio formale diede vita ad nuovo modo di progettare, che P.Buchahan nel 1938 sintetizzò con l’espressione high-tech, che riprendeva “tutte le idee archigrammiste, dalla macchinolatria alla fantascienza, […], dalla macrodimensione all’effimero architettonico, dal rapporto provocatorio con l’ambiente preesistente fino alla concezione di un architettura informativa, pubblicitaria, essa stessa mass-media” 12. La tendenza ad enfatizzare strutture e impianti, costante nell’architetto inglese nel corso di tutta la sua carriera, può essere vista in chiave interpretativa come un onestà strutturale che ha origine ben prima, nella volontà di Mies di “mentire per dire la verità”. La diagrid in acciaio è una struttura particolarmente efficace che ha permesso di sbilanciare di tredici metri su di un lato il nucleo della torre. Questo si è tradotto in una riduzione del numero di colonne che penetrano nell’edificio con un risparmio del 20% di acciaio rispetto ad un grattacielo a telaio convenzionale di New York. La diagrid sembra essere il prodotto di un credo ingegneristico di un do more with less e possiede la seduttività di un apparente “inevitability”. Nonostante il risparmio di acciaio, la struttura di Foster è in realtà sovradimensionata. Anche Foster, come Mies nel Seagram, aggiunge qualcosa. I tempi però sono diversi, le ragioni pure ma in entrambi i progetti siamo distanti dalla struttura del Crystal Palace di Paxton del 1889. La vera espressione strutturale è purtroppo illusoria con l’acciaio quando lo spazio é abitato. Si rientra nei sotterfugi di Mies che saldò alla A destra: Hearst Tower. Sezione e vista degli interni. 12 Journal of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159 Due grattacieli per uffici a New York City | 12
  • 13. facciata i decorativi e superflui profili ad I per Anche nella Hearst Tower i profilati strutturali, rappresentare gli elementi portanti nascosti in accuratamente sagomati, movimentano la facciata profondità e conosciuti altrimenti solo creando una superficie tridimensionale. dall’architetto. Anche quello che si vede nella La scelta di andare verso una struttura e una Hearst Tower non è la vera e propria struttura ma costruzione chiaramente espressa caratterizza le un rivestimento di acciaio inossidabile che si offre facciate di entrambi i progetti. L’intenzione di far a rappresentazione della struttura sottostante. emergere la struttura è evidente, ma nel progetto La diagrid è ridondante perché fornisce di Foster sembra più che altro un modo visivo per l’alloggiamento dei cavi elettrici, un punto di articolare la massa della torre. La sfortunata sicurezza per la prima torre costruita a New York conseguenza è che i triangoli di quattro piani di dopo l’11 Settembre. Lo scheletro portante deve altezza costituiscono un ordine gigantesco che rispondere ai regolamenti sulla sicurezza e fanno sembrare la travatura esterna l’acciaio deve essere protetto da membrane esageratamente sovradimensionata e rinforzata antincendio e l’antincendio protetto anch’esso. per un edificio di soli 42 piani, facendolo apparire Inoltre le tolleranze di fabbricazione e di un po’ troppo basso a confronto degli edifici vicini. assemblaggio dei layer protettivi aggiungono La tecnica costruttiva adottata nella realizzazione ulteriori dimensioni non strutturali. sembra essere solo una delle possibili alternative L’intera struttura del Seagram, i telai del curtain- possibili, e non tanto la risposta univoca ad un wall e i profilati a doppio T sono realizzati in problema unico e urbano come era stato per Mies bronzo, mentre i tamponamenti esterni sono in che intravedeva nel Seagram, insieme con il suo vetro caldo color topazio. I montanti in bronzo committente, il modello degli edifici per uffici del creano ombre nette, le quali una a fianco dell’altra futuro. consentono […] di dare una terza dimensione alla facciata 13. In basso: Seagram Building. Prospetti. (Tratti da “The Mies van der Rohe Archive”). 13 Journal of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159 Due grattacieli per uffici a New York City | 13
  • 14. 7. Il grattacielo a New York. Costanti e nuove direzioni. La grande dimensione e il gigantismo della struttura si insediando nell’architettura del movimento moderno declinandosi nello sperimentalismo di Foster che produce un architettura autocelebrativa che tende a divenire mezzo di comunicazione di se stessa, “mega- insegna”. Il progetto si fa, nei due esempi qui a confronto, promotore di un mecenatismo industriale che tende quasi a sfruttare gli edifici come contenitori non solo per far lavorare meglio ma soprattutto per dare visibilità alla grandiosità del potere economico raggiunto. E quale tipologia meglio del grattacielo riesce a includere in se queste ispirazioni? Proprio con essi si confrontano molte volte i protagonisti contemporanei producendo opere che forniscono interessanti declinazioni linguistiche di un audacia del progresso tecnologico raggiunto dall’ingegneria applicata all’architettura. Se, alla fine degli anni Cinquanta, i vetri ambrati accuratamente selezionati rappresentavano l’azienda Seagram esprimendo integrità e severità contribuendo ad elevarlo a modello di edificio per uffici, oggi la facciata di Foster sembra riflettere, nella superfici lucide del vetro e dell’acciaio, le ambizioni celebrative, propagandistiche della nostra cultura che a sua volta le eleva a “monumenti dell’immaterialità della nuova era tecnofila” 14. Se per Mies il Seagram è conferma e verifica delle retoriche del movimento moderno la Hearst Tower è il progetto in cui Foster riesce meglio a coniugare aspetti estetici con problematiche relativi al controllo dei costi, dei tempi e della qualità. Il grattacielo del Ventunesimo secolo si pone nuovi obbiettivi superando quelli stilistici e formali dell’origine del movimento moderno. La Hearst Tower è infatti il primo grattacielo a Manhattan, riconosciuto dalla Biannual International Highrise Award, che chiede ed ottiene la classificazione Gold standard LEED dall’ente americano Green Building Council diventando così un progetto A destra: Seagram building in costruzione e particolare di facciata. 14 Journal of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159 Due grattacieli per uffici a New York City | 14
  • 15. fondamentale per l’intera città e contribuendo ad accrescere la “coscienza verde” nella progettazione di nuovi edifici. La copertura è stata progettata in modo da convogliare all’interno l’acqua piovana che viene così utilizzata per integrare i bisogni idrici degli impianti di condizionamento e per irrigare i giardini interni ed esterni dell’edificio. Un serbatoio nello scantinato dell’edificio contiene fino a 14.000 galloni. La torre è ventilata naturalmente per tre quarti dell’anno e l’aria, filtrata e ripulita da un impianto centrale, distribuita attraverso l’intero complesso. Ciò riduce drasticamente il bisogno di riscaldamento e condizionamento artificiale permettendo all’edificio di consumare il 26% in meno di energia rispetto a una struttura convenzionale. Un prodotto ecologico però, non solo riguardo all’edificio compiuto e ai conseguenti risparmi energetici, ma per lo stesso processo di costruzione. Il rigore strutturale della diagrid ha permesso di risparmiare oltre duemila tonnellate di acciaio. Inoltre l’85% della struttura principale utilizza materiali riciclati tra cui quelli recuperati con lo sventramento del basamento. Sebbene l’applicazione del tema strutturale ad una torre di Manhattan la renda poco innovativa, Foster lavora ad una altra variazione del tema a lui caro ed esplorato negli ultimi tre decenni. Ciò che davvero rende la diagrid una struttura rigorosa rispetto alla costruzione di edifici alti per uffici é il risparmio e il riuso dei materiali, e la flessibilità interna che mette a disposizione ambienti di lavoro salubri e pieni di luce. Nonostante il costo totale di 500 miliardi di dollari della Hearst Tower gli sforzi fatti per risparmiare sono stati notevoli, sia nella costruzione che nella fase di utilizzo dell’edificio. Questi nuovi obbiettivi dei giorni d’oggi sono distanti dagli sforzi per rendere il Seagram l’edificio più elegante, prestigioso e distinto di New York. Gli sforzi di entrambi i progetti qui presentati, hanno l’intento di celebrare l’immagine aziendale, seppur percorrendo strade diverse dettate dai tempi e dalle tematiche contemporanee che caratterizzano i due interventi. A destra: Hearst Tower. Viste degli interni. Due grattacieli per uffici a New York City | 15
  • 16. 8. I materiali scelti In basso: Seagram Building. Dettagli costruttivi e particolari di facciata. Quando Mies van der Rohe chiese a Bronfman se esistesse un materiale a lui particolarmente gradito la scelta ricadde sulla capacità evocativa di potere e di prestigio–del bronzo. Nello specifico vennero usate due leghe diverse: l’intera struttura venne rivestita di laminati di rame (61%) e zinco (39%), mentre i profili a doppio T che si alternano verticalmente sulle facciate vennero realizzati tramite estrusione di barre a sezione cilindrica composte da rame (56%), zinco (41,5%) e piombo (2,5%) 15. La levigatezza del bronzo fu raggiunta ad ogni costo per garantire un predeterminato grado di riflessioni solari. Ideale per i progettisti per la grande semplicità di lavorazione e prediletto dal committente, il materiale prometteva di invecchiare benissimo e, anzi, di migliorare al passare del tempo. Secondo Mies e Philips Johnson la qualità superiore di questa lega produceva un effetto che si adattava perfettamente alla loro idea di edificio alto, soprattutto per la struttura. La scelta di materiali pregiati continua con il travertino degli interni, il vetro colorato dei tamponamenti e il marmo verde dei parapetti lungo 52nd e 53rd Streets Le soluzioni tecnologiche adottate per il Seagram risultano, paradossalmente, impossibili da realizzarsi senza un più o meno marcato intervento artigianale. Disincantata adesione alla logica della produzione e dell’economia, il grattacielo di Park Avenue è sostanzialmente artigianato industriale, e rende quasi impossibile agli esempi che seguiranno di imitare il suo modello. Il paradosso del Seagram sta nell’ riproducibilità dei materiali utilizzati e nelle scelte quali la plaza che pur elevandolo a modello di edificio alto per uffici non permettono che una imitazione formale e non sostanziale e ricca dell’intera vicenda che accompagna il Seagram Building. Nella Hearst Tower si cerca di fare del grattacielo un green building attraverso il riciclo dei materiali e si tende al risparmio di materiale nella struttura. Negli interni sono stati utilizzati materiali sostenibili, a bassa tossicità e possibilmente reperiti localmente. I vetri impiegati nelle facciate sono basso emissivi (low-E-coated): ovvero permettono ai raggi luminosi di entrare senza produrre calore da radiazione ponendo l’attenzione sulla qualità termica e ambientale interna e al risparmio energetico. 15 Bronze gem for Park Avenue, in “Copper and Brass Bulletin”, n.180, 1957, pp.2-4. Due grattacieli per uffici a New York City | 16
  • 17. 9. Interpretazioni Leonardo Benevolo riconosce al Seagram un ruolo eccezionale all’interno degli sviluppi dell’architettura moderna. Il Seagram, formidabile successo speculativo e pubblicitario, schiera un entità di mezzi economici formidabili che lo porteranno ad un ritorno di immagine e di denaro a cui contribuisce il “passo indietro 16” compiuto da Mies e da cui avranno origine molte maldestre ripetizioni. Il Seagram building è una contraddizione del moderno sia per l’artigianato industriale che per essere un modello carico di lusinghe formali. La Hearst Tower ha un inconfondibile presenza sculturale e la diagrid lascia spazio a due diverse possibili interpretazioni: la nozione di espressione strutturale che mostra lo scheletro interno e quella di oggetto minimalista, una forma cristallina intagliata da un blocco preesistente interpretazione rinforzata da Foster con i tagli sugli spigoli del grattacielo che creano superfici trasparenti tra i punti intersecanti della diagrid, le cosiddette bird’s-mounth. La diagrid dà quasi l’impressione che la cima dell’edificio sia stata troncata arbitrariamente all’altezza del numero dei piani richiesti se si interpreta la sequenza di losanghe dal basso verso l’alto. Il basamento di Urban non fa inoltre che aumentare la sensazione di una mancato gesto conclusivo superiore. La transizione della diagrid alla pilastratura verticale che scompare al centro dell’edificio in muratura e completamente sventrato fa apparire quest’ultimo come un vero e proprio piedistallo13. E’ legittimo chiedersi se l’intervento autoreferenziale crei un gesto urbano comprensibile. La ferma convinzione di Foster che la triangolazione permei il mondo naturale non aiuta a determinare i contributi civici del manufatto tanto quanto l’intervento di Mies van der Rohe che arretrando il suo edificio dal filo della strada, non senza fatica, dona alla City una plaza pubblica, una soluzione geniale, uno spazio unico e pubblico, donando anche alla prospettiva dell’edificio una grandiosa unicità. A destra; dall’alto verso il basso: Schizzo di Mies van der Rohe della Plaza, Hearst Tower. 16 M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal CO, M.Tafur, Arhitettura contemporanea, Milano, Electa, 1976, p.309. Due grattacieli per uffici a New York City | 17
  • 18. 10. La plaza newyorkese e la lobby filo di facciata: sono invisibili a chi entra, e fungono da elemento di transizione tra la parte di In una città in cui ogni centimetro di terreno vale lobby affacciata sulla piazza e quella posteriore. cifre astronomiche la soluzione geniale di Mies è Il grande spazio aperto affacciato sulla Avenue, la risposta ad una grave e sentita mancanza di oggetto di grandi attenzioni e studi da parte spazi aperti all’interno di una densa dell’architetto è uno degli elemento base del concentrazione urbana. Nella Manhattan in cui il progetto ed è l’aspetto che permette al Seagram progetto del Seagram vede la luce non esiste Building di fargli acquistare quel senso profondo alcun esempio di plaza antistante l’edificio. La all’interno della vita sociale e culturale di pavimentazione a lastroni e le opere d’arte Manhattan che si propone anche come Theater disegnate dallo stesso architetto fanno parte delle Event che possa unire le esibizioni nella lobby attenzioni di Mies che tendono quasi a con altre attività nella piazza. Ancora oggi le considerare la plaza come lo spazio preminente opere d’arte da esporsi nella plaza antistante il del progetto alla quale si accede dal livello landmark Newyorkese devono essere stradale ritrovandosi in uno spazio perfettamente accuratamente scelte e controllate. piano. Lo spazio vuoto permette di percepire Gli architetti seguiranno Mies allineandosi col l’edificio senza dover oltrepassare la strada ed Seagram, e arretrati rispetto al filo stradale, impressiona per la sistemazione dello spazio distruggendo la particolarità spaziale dell’ aperto e la magnifica entrata a cui ci si ritrova di architettura creata da Mies venendo aiutati dalle fronte. Qui l’architetto sembra focalizzare la sua autorità municipali della città. Nel nuovo zoning attenzione su ciò che è più vicino all’osservatore code del 1961 viene offerta la possibilità di disegnando con cura le pensilina che, sporgendo costruire fino ad un altezza maggiore di quella dal parallelepipedo di metallo e vetro, accoglie i consentita se ci si impegna a lasciar sgombra una visitatori guidandoli all’interno della lobby rivestita parte di lotto per la realizzazione di open plaza. in travertino, risolvendo la transizione fra plaza e Questo provvedimento diventerà responsabile lobby. I due corpi scala disposti all’innesto fra il della proliferazione di “Piazzette ornate di sculture volume frontale e quello posteriore si sviluppano e fontane che si allineano , prive di funzione e nel su due rampe disposte ad angolo. Gli ascensori disordine più assoluto, come inutili sale esterne di sono sistemati come spesse pareti ortogonali al attesa” 17. 17 M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal Co, A sinistra: Seagram Building. Entrata. M.Tafuri, Architettura contemporanea, Milano, A destra: Hearst Tower. Vista interna della lobby. Electa, 1976, p.309. Due grattacieli per uffici a New York City | 18
  • 19. Foster sembra rispettare la visione scenografica e ai pasti dei dipendenti. La Lobby, le opere d’arte delle facciate di Urban, che le interpretava come e la ricchezza dei materiali non sono accessibili al stage-set, donandogli nuova vita, demolendo tutti i pubblico, che viene fermato dalla sicurezza poco piani, stuccando gli interni e creando uno spazio dopo l’arco d’entrata originale di Urban. alto 6 piani. Il basamento della nuova torre è svuotato e ridotto ad un guscio. La scenografia diventa così anch’essa parte della composizione di Foster. La silhouette della finestratura dei quattro piani capovolge lo stage-set di Urban, liberandolo da ogni ruolo funzionale e lasciandolo In alto: sezione assonometrica della lobby della cosi come puro capriccio teatrale Hearst Tower. In basso: pianta del livello della Nel vasto invaso spaziale della lobby, una delle lobby. più drammatiche di New York si accede per mezzo di tre scale mobili (di nuovo il numero tre) angolate che fanno da ponte sulla grande cascata d’acqua e vetro nell’entrata principale. L’atrio, dell’altezza insolita di quattro piani, dona la sensazione di essere in una piazza esterna, come sottolineato dallo stesso Foster. Lo spazio è drammatizzato dai giganteschi pilastri e puntoni diagonali che si elevano sino al nono piano, quota di imposta della “sopraelevazione” 18. Le nuove proporzioni confondo le comuni nozioni di interno - esterno nella odierna lobby, lounge e caffetteria, che si trova a due piani sopra il livello della strada dove lo stesso Urban aveva voluto nel suo progetto una corte sopraelevata. La visione di Foster della lobby come “moderna piazza esterna” ha, in realtà poco a che fare con la piazza miesiana e perde di intensità quando si scopre che l’esperienza più caratterizzante dell’edificio, ovvero quella di accedere alla lobby, viene negata al pubblico e riservata alle colazioni 18 Casabella, 2006 Nov., v.70, n.749, p.[48]-[57]. Due grattacieli per uffici a New York City | 19
  • 20. 11. L’opera d’arte totale sperimenta nell’entrare nella torre, incluso il Complessa é la vicenda del Seagram che sottofondo acustico dall’effetto riposante ed il riunisce in sé il volere di una committenza movimento dell’acqua che genera un esperienza illuminata e fortemente determinata, quasi visiva animata. Icefall è alimentata dalle piogge di “rinascimentale”, ispirata dal concetto di opera New York, in maniera indipendente alle stagioni, d’arte totale come espressione ideale che il rinfrescando lo spazio della Lobby nei mesi estivi Seagram doveva incarnare. Tutto suggerisce e integrando il livello di umidità dell’aria in quella prestigio e unicità nel Seagram: dagli arredi agli invernale. La parete monumentale disegnata con interni degli uffici, dalle cabine degli ascensori alla il fango dell’Hadson river da Richard Long è grafica studiata appositamente per l’edificio, dalle situata alle spalle della cascata, che scorre su fontane della plaza agli stessi materiali di profilati di vetro stampato. Quello che colpisce costruzione e soprattutto l’allestimento degli l’osservatore della Hearst Tower è una sorta di interni del ristorante The Four Season con opere stage-set architecture 19, dalle forme d’arte internazionali. Nella sua non riproducibilità propagandistiche e allegoria di una responsabilità la vicenda del Seagram costituirà l’esempio, forse aziendale ecologica, l’altruismo dell’ultimo tra i più seguiti, di edificio per uffici che riflette in capitalismo. ogni sua parte la magnificenza del suo Ma seppur Icefall e la parete di fango committente. contribuiscono al ricordo del Seagram, elevato ad Nell’opera di Foster la collaborazione con Jim opera d’arte totale, queste si rivestono di nuove Garland della fluidity design per quanto riguarda accezioni connesse ai problemi contemporanei in la parte liquida e con Jamie Carpenter per il vetro un approccio scultoreo alla creazione di un clima ha portato alla creazione di Icefall. Una struttura ‘sostenibile’ per l’architettura dello spazio interno. animata, parte integrante dell’esperienza che si 19 Campi, Massimiliano, Norman Foster : il In alto: Hearst Tower. Vista degli interni. disegno per la conoscenza di strutture In basso: Seagram Building. Plaza. complesse e di geometrie pure. Roma: Kappa, 2002. Due grattacieli per uffici a New York City | 20
  • 21. 12. Lo spazio di lavoro Del tutto innovativa è la soluzione trovata per le partizioni mobili interne del Seagram che sotto questo profilo viene definito da Arvid Klein come: the first modular building – something that is now taken for granted 20. I pannelli modulari integrano infatti in un unico elemento il sistema di partizione (mobile), l’illuminazione (con l’impiego di un sistema a bassa luminosità anch’esso modulare) e l’elettricità. Il consulente per l’illuminazione del progetto, Richard Kelly, definisce una serie di celle luminose nascoste nel pavimento in prossimità dell’innesto con le pareti e disposte Sopra: pianta piano tipo Hearst Tower. Sotto, lungo tutto il perimetro ad ogni piano dell’edificio. dall’alto al basso: interni del Seagram Di giorno illuminano debolmente i vetri evitando Building, interni della Hearst Tower. l’abbagliamento, di notte vengono lasciate accese a creare un magico effetto notturno. Questo, insieme alle veneziane, progettate per essere regolate soltanto in tre modi e per cui un regolamento di piano ne regola l’uso, contribuiscono a donare all’edificio la massima integrità formale, secondo l’abitudine Miesiana. Nella Hearst Tower l’impatto psicologico degli spazi produce un alto livello di comunicazione tra lo staff. Gli uffici trasparenti lungo la facciata esterna fanno desiderare agli impiegati di meritare di lavorare in quegli spazi invidiando chi lavora nelle stanze agli angoli ma ammettendo che chi lavora sodo è preso in considerazione nel progetto 21. Un sistema di ascensori formano, insieme alle scale antincendio, il nucleo dell’edificio. Il sistema diagonale di supporto esterno, permette infatti di spostare questa zona dei collegamenti verticali verso ovest dove l’edificio accanto, Sheffield, avrebbe ostruito la vista. Le zone liberate ad ogni piano offrono spazi ben illuminati in cui lavorano la maggior parte degli impiegati, mentre gli elementi strutturali imponenti contribuiscono al carattere degli uffici privati e delle sale conferenze lungo le facciate esterne. La flessibilità dei piani della Hearst Tower e l’indifferenziazione architettonica e spaziale tra i piani adibiti ad uffici e quelli destinati a conferenze, ristorante ed uffici amministrativi sono un ritorno al passato al concept di Mies di uno spazio universale e flessibile, qui considerevolmente aiutato dagli sforzi strutturali e tecnologici dello studio Foster and Partners. 20 N. Polites, Living with a Landmark, New York, Pasanella + Klein, 1988. 21 Architecture, 2006 Aug., v.95, n.8, p.[44]-[47] Due grattacieli per uffici a New York City | 21
  • 22. BIBLIOGRAFIA Hearst Tower Principali opere monografiche su Norman Foster: - Bennet, David. Grattacieli : come sono, dove sono, come si costruiscono gli edifici più alti del mondo. Novara: De Agostini, 1996. - Campi, Massimiliano. Norman Foster : il disegno per la conoscenza di strutture complesse e di geometrie pure. Roma: Kappa,2002. - Foster and partners. Norman Foster: selected and current works of Foster and Partners. Mulgrave: Images, 1997. - Foster Norman. Foster catalogue 2001. Munich [etc]: Prestel, 2001. - Greco, Laura. Norman Foster, le ali della tecnica. Universale di architettura. Torino:Testo e immagine, 2002. - Jodidio, Philip. Sir Norman Foster / Philip Jodidio. Köln: Taschen, 1997. - Norman Foster Studio. The Norman Foster Studio: consistency through diversity. London/New York: E & Fn Spon, 1999. - Pawley,Martin. Norman Foster:architettura globale. Milano/New York: Rizzoli,1999. - Sudjic, Deyan;David, Jenkins; Foster Norman. On Foster…Foster on. Munich/London/New York: Prestel, 2000. Principali contributi monografici sulla Hearst Tower: - Arca, 2009 Apr., n.246, p.[50]-55 - Vitta, Maurizio. L'Arca Flash [Guggenheim Museum, Las Vegas, Hearst Tower, New York]. Arca, 2002 Feb., n.167, p.74-75 - Dawson, Layla. Reach for the sky: Foster + Partners' Hearst Tower in New York. Architectural review, 2009 Jan., v.225, n.1343, p.88 - Lubetkin Prize: Brits abroad. Architectural review, 2007 July, v.222, n.1325, p.24-25 - Webb, Michael. Foster takes Manhattan. Architectural review, 2006 Nov., v.220, n.1317, p.30 - Campbell, Robert. Why Foster's Hearst Tower is no gherkin. Architectural record, 2008 Jan., v.196, n.1, p.47-48 - Kieran, Christopher. The 10th BW-AR Awards: this year, 10 buildings mark 10 years of business design recognition. Architectural record, 2007 Nov., v.195, n.11, p.87-114 - Amelar, Sarah. For its Manhattan debut, Foster and Partners creates the new Hearst Tower with a glass-and-steel shaft hovering atop a vintage low-rise. Architectural record, 2006 Aug., v.194, n.8, p.[74]-81 - Merkel, Jayne. Foster + Partners' Hearst Tower and Gehry Partners' IAC Building. Architectural Design, vol. 77, no. 5, 2007, pp. 112-117, Sep 2007-Oct 2007 - Eakin, Julie Sinclair. The devil wears diagrid: Hearst, Condé Nast's legendary publishing rival, gets a leg up with Foster's new fishnet tower. Architecture, 2006 Aug., v.95, n.8, p.[44]-[47] - Goldberger, Paul. Hearst Tower, New York: Norman Foster. AV monographs, 2006 Nov.-Dec., n.122, p.26-[37] - Mulazzani, Marco. Norman Foster: Hearst world headquarters, New York. Casabella, 2006 Nov., v.70, n.749, p.[48]-[57] - Casciani, Stefano. Lord of the spring. Domus, 2006 Nov., n.897, suppl., p.22-[27] - Rustow, Stephen. Scenography and structural theatrics: Urban, Foster and the Hearst Tower. Journal of the Society of Architectural Historians, 2007 June, v.66,n.2, p.154-159 Sitografia - http://www.fosterandpartners.com Due grattacieli per uffici a New York City | 22
  • 23. Seagram Building “The Mies van der Rohe Archive” The Mies van der Rohe Archive. An illustrated catalogue of the Mies van der Rohe drawings in the Museum of Modern Art. Part II: 1938-1967, a cura di F.Schulze, 16 voll. New York/London, Garland Publishing, Inc., 1992. Principali opere monografiche su Ludwig Mies van der Rohe: - M.Tafuri, Mies van der Rohe, in F.Dal Co, M.Tafuri, Architettura contemporanea, Milano, Electa, 1976, p.309 - Ph.Johnson, Mies van der Rohe, New York, MOMA Museum of Modern Art,1947. - L.K. Hilberseimer, Mies van der Rohe, Chicago, PaulTheobald &Co., 1956 (trad.it.id.,Milano,Clup,1984). - Arts and Architecture”, 67, n.10,1950, p.30. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986. - Frühlicht, 1, n.4,1922,pp.122-124. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986. - “G”,n.2,settembre 1923, p.1. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986. - Der Querschnitt, 4, n.1,1924,pp. 31-32. Tradotto da Ivano Gorzanelli: F.Neumeyer, Mies van der Rohe. Das Kunstlose Wort, Gedanken zur Baukunst, Wolf Jobst Siedler, Berlino, 1986. - Collection Monographies. Mies van der Rohe, sa carrier, son heritage et ses disciples. Art Institute of Chicago. Centre Georges Pompidou. 1986. - Cohen, Jean-Louis, Ludwig Mies van der Rohe. Basel-Boston-Berlin. Basel,2007. - Cohen, Jean-Louis, Ludwig Mies van der Rohe. Editori Laterza, Bari, 1996. - P.Carter. Mies van der Rohe at work. Washington: Praeger, 1974 - Architectural Monographs 11. Mies van der Rohe European works. Academy Edition/Martin’s Press. London/New York. 1986. - Giovanni Leoni. Mies van der Rohe. Motta Architettura, Milano 2008. Principali contributi monografici sul Seagram Building: - Ph.Lambert. How a buildings gets built, in “Vassar Alumnae Magazine”, n.3, 1959, pp.13-19. - N.Polites, Living with a landmark, NewYork, Pasanella + Klein, 1988 - The Seagram Building as a total work of decorative art, New York, The New York Landmark Preservation Commission/MOMA, 1979. Due grattacieli per uffici a New York City | 23