2. Definizioni
Palinsesto: 1 antico codice manoscritto di
pergamena su cui, raschiata la prima scrittura,
è stato scritto un nuovo testo
2 (scherz.) vecchio scritto pieno di cancellature
e correzioni
3 prospetto, quadro d’insieme delle trasmissioni
radiotelevisive programmate da una certa rete
per un dato periodo, con riferimento alle
rispettive fasce orarie.
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3. Il processo di realizzazione del palinsesto
Similmente con quanto avviene nel settore della .
distribuzione commerciale, dove il prodotto offerto
e’ rappresentato dall’assortimento proposto sul
mercato (del quale i singoli beni collocati sugli
scaffali ne sono le varie componenti), anche nel
mondo della televisione l’offerta e’ rappresentata
dal palinsesto.
Palinsesto e’ un insieme di attività e decisioni
complesse
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4. Le 4P nel marketing televisivo
PRODUCT Palinsesto
Costo sostenuto per la fruizione del
PRICE
palinsesto da parte dei telespettatori
PLACE Canale utilizzato per la trasmissione
Attività con cui la rete promuove
PROMOTION
la sua programmazione
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5. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
I programmi, singoli elementi del palinsesto, possono
essere
- Realizzati totalmente o in parte all’interno
dell’impresa televisiva
- Acquistati da fornitori esterni
Vanno considerati come
ingredienti di una formula
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6. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
Prospettiva tecnica: un documento piuttosto semplice nel
quale si riporta la successione dei singoli programmi
audiovisivi di una rete, dettagliatamente distribuiti all’interno
di una griglia temporale
Prospettiva di marketing: risultato dell’organizzazione e del
coordinamento dinamici dell’offerta di programmi televisivi
secondo criteri di pertinenza tra i vari generi nelle diverse
fasce orarie della giornata e nelle diverse stagioni, in base alle
previsioni quantitative e qualitative del pubblico.
È la sintesi dell’attivita’ del marketing televisivo, la migliore combinazione tra:
- vincoli e opportunità del mercato
- competenze e risorse dell’azienda
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7. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
Prospettiva editoriale: è frutto di decisioni qualitative (target
da raggiungere, linguaggio e contesto da utilizzare,
posizionamento rispetto alla concorrenza) e quantitative
(audience prevista)
Prospettiva economica: raggiungere il massimo fatturato
possibile (misurato prevalentemente sugli spazi pubblicitari
venduti) con il minimo costo di produzione
Prospettiva legislativa: rispettare le regole della pubblicità
(affollamento, limiti per l’interruzione dei programmi) ed ai
contenuti editoriali (es. quota minima di produzione
audiovisiva realizzata nell’UE) ed i vincoli imposti dal
Contratto di Servizio con lo Stato
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8. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
Il settore televisivo grazie a nuove normative, piattaforme
tecnologiche (satellite), ha favorito l’accesso al pubblico da parte
di nuovi competitors.
La concorrenza per l’audience induce le aziende a passare da un
approccio product oriented (loro decidevano cosa mandare in
onda) ad un’impostazione market oriented (cosa vogliono gli
utenti e cosa offre la concorrenza)
Costruire un palinsesto tanto più accurato, razionale e coerente
con le esigenze del pubblico quanto più diventa ampia l’offerta
della concorrenza e frammentata la fruizione dei programmi
Concetto base del mktg “non si deve vendere ciò che si è
prodotto, ma si deve produrre ciò che si può vendere”
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9. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
Dalla nascita della tv i palinsesti sono andati differenziandosi
considerato che l’ampiezza e la profondità dell’assortimento
dei programmi presenti può variare in ragione:
Dell’assetto istituzionale dell’azienda televisiva (pubblica o
commerciale)
Della strategia di marketing sottostante
Del tipo di tecnologia utilizzata per la sua diffusione
Oggi è possibile distinguere tra 3 tipologie di palinsesto:
Palinsesto generalista
Palinsesto tematico o specializzato
Palinsesto personalizzato
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10. Il processo di realizzazione del
palinsesto editoriale
La tv, come mezzo di comunicazione di massa, nasce con
un palinsesto generalista per indirizzarsi
necessariamente al pubblico generale e per assicurarsi
un’audience sufficiente a giustificare l’investimento
produttivo.
Con l’evoluzione delle tecnologie digitali di trasmissione e
con l’ampliamento dello scenario competitivo si è
determinata la differenziazione dell’offerta.
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11. Gli anni della tv generalista pubblica
1934 1954 1955 1957 1959
I quattro moschettieri Il campanile d’oro Ascolta, si fa sera Rin Tin Tin Il tenente Sheridan
1961 1967 1970 1977 1980
L’amico del giaguaro I promessi sposi Il Rischiatutto Portobello Mixer
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12. La tv generalista pubblica e
commerciale
La televisione pubblica è chiamata a produrre, a fronte del
finanziamento che riceve dallo Stato, un reale valore
sociale per la collettività ed il sistema Paese nel suo
complesso. L’audience e i relativi risultati commerciali
non vengono interpretati come l’obiettivo strategico di
fondo ma condizioni necessarie al conseguimento della
mission.
La tv generalista commerciale vede negli inserzionisti la
propria clientela di riferimento ed il proprio obiettivo
aziendale. È maggiormente orientata a strutturare il
proprio palinsesto nel modo più adatto per conquistare il
tipo di pubblico delle aziende.
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13. La tv generalista pubblica e
commerciale
Nella tv generalista contenuti editoriali e pubblicità si
alternano sviluppando un palinsesto con una sequenza
cosiddetta “a flusso”, caratterizzata dalla mescolanza di:
programmi (palinsesto editoriale) – punto di partenza
per la televisione pubblica
spot pubblicitari (palinsesto pubblicitario) – punto di
partenza per le reti commerciali
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14. Tre diversi modelli di business
Tv pubblica Tv Tv a
commerciale pagamento
Introiti Finanziamento Vendita spazi Vendita
statale e pubblicitari abbonamenti o
vendita spazi singole visioni
pubblicitari
Palinsesto Generalista Generalista Tematico
Cliente Stato e Aziende Individui
aziende
Utente Individui e Individui e Individui e
famiglie famiglie famiglie
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15. Lo sviluppo del palinsesto
Per qualunque tipologia di tv generalista il prodotto offerto e’ una
combinazione equilibrata tra contenuti che rispettino la linea
editoriale e obiettivi commerciali
3 tipi di decisioni da parte dei responsabili:
L’audience da raggiungere: obiettivi di ricavi, linee editoriali
(identità di rete, target, posizionamento)
Gli investimenti da effettuare per realizzare i programmi
(produzioni/acquisti) (risorse produttive ed economico-finanziarie
utilizzabili, generi e programmi disponibili)
La specifica collocazione (ora, giorno, mese) dei contenuti
all’interno della programmazione (stili di vita del target, effetto
traino, programmazione competitor)
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16. Lo sviluppo del palinsesto
1
IDENTITA’,
RICAVI AUDIENCE TARGET E
PUBBLICITARI
OBIETTIVO POSIZIONAMENTO
DI RETE
C
O
4
N
TR
O
LL
2 O 3
INVESTIMENTI COLLOCAZIONE
PER REALIZZARE DEI PROGRAMMI
L’OFFERTA
TRAINO DELL’
BUDGET PER ESIGENZE ED AUDIENCE E
ACQUISTI E OPPORTUNITA’ DI FLUSSO DEI
PRODUZIONI CONTROPROGRAMMAZIONE CONTENUTI
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17. Identità, target e posizionamento della rete
La strategia di fondo per costruire un palinsesto
richiede 3 scelte tra loro connesse.
Vengono scelte livello corporate: scelta d’identità,
target e posizionamento per realizzare i propri obiettivi
nell’ambito della mission aziendale
Ogni canale e’ caratterizzato da una propria identita’
L’identità di una rete è l’insieme di elementi espressivi
utilizzati per veicolare all’esterno le proprie credenziali.
- visual identity e brand image
- benefici funzionali, emotivi o di autoespressione
- credibilità della programmazione e costruzione di
rapporti durevoli con i telespettatori
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18. Identità, target e posizionamento
della rete
Target prevalente delle Tv generaliste
58%
COMPOSIZIONE UOMINI
53%
48%
43%
TOTALE
ASCOLTO
38%
33%
50% 62% 67% 72% 77% 82% 87%
COMPOSIZIONE > 35 anni
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19. Identità, target e posizionamento della rete
Una volta definita l’identita’ occorre enfatizzare i vantaggi di un
palinsesto e valorizzarne gli attributi distintivi facendo in modo che
risultino importanti per il target di telespettatori –> viene definito
posizionamento ossia come la rete vuole differenziarsi dai
concorrenti
occorre scegliere:
- linea editoriale
- ambito socioculturale
- identità sedimentata
- fedeltà
Grazie al posizionamento l’identità di rete tende a coincidere con
quella del pubblico target cui si rivolge e con lo stile che assume
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20. Identità, target e posizionamento della rete
Identità
Fisionomia della rete in termini di caratteristiche visibili
e valoriali.
Target
La platea verso la quale orientarsi.
Posizionamento
Perimetro nel quale declinare l’offerta di programmi.
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21. Identità, target e posizionamento delle 3 reti Rai: Rai1
elemento unificante del Paese
aggregazione ed integrazione
tra diversità e disuguaglianze Rete per la famiglia:
contenere differenze
doppio televisivo della generazionali e diventare uno
società civile strumento di unificazione,
confronto e divertimento, il
rinnovare e creare ex novo meno possibile segmentante
riconoscimento e fiducia
nuove famiglie, nuovi adulti,
nuovi anziani
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22. Identità, target e posizionamento delle 3 reti Rai
mediare tra i valori di Rai Uno
e le spinte più nuove
contenuti ringiovaniti Rete per i giovani adulti,
teenager e bambini:
sperimentazione e rappresentarne tendenze e
mediazione continua linguaggi con un palinsesto a
blocchi tematici coerente con
osservare il cambiamento le modalità di fruizione
interventi sul marchio dal
punto di vista visivo e delle
politiche di brand
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23. Identità, target e posizionamento delle 3 reti Rai
impegno sociale, attenzione al
cittadino, radicamento anche
produttivo nel territorio
testimone della differenza e Rete complementare a Rai
Uno per la famiglia:
delle istanze della cultura dimensioni e momenti del
evocare esplorazione del servizio a tutela del cittadino,
come individuo e come
territorio e della conoscenza, consumatore
divulgazione ed
approfondimento
sinergie con Testate
Regionali
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24. Identità, target e posizionamento della rete
storicamente sono state le televisioni commerciali le
prime ad intuire la necessità di differenziare le reti, per
offrire pubblici specifici agli investitori pubblicitari
la Rai nel tempo ha conciliato la segmentazione
commerciale col suo impegno istituzionale
la disponibilità di un numero elevato di reti per
ognuno dei 2 principali player del mercato ha
comportato una limitata differenziazione dell’offerta a
livello inter-gruppo (ossia tra Rai e Mediaset) a fronte
di una maggiore differenziazione intra-gruppo (ossia
tra le reti generaliste dello stesso network
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25. Identità, target e posizionamento
della rete
Rete di programmi popolari e di intrattenimento per le famiglie,
fiction e informazione
Programmi di intrattenimento per un target giovanile
Programmazione incentrata su film, soap, telenovelas e
informazione di intrattenimento per un pubblico più adulto e
femminile
Promozione incrociata, posizioni di
nicchia dei piccoli operatori (La7)
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26. L’audience obiettivo di rete
Con l’aumento della concorrenza occorre Garantire livello e
costanza degli ascolti
il Palinsesto come leva per evitare lo zapping
ogni rete ha un obiettivo di audience connesso con la sua
strategia di mktg
Da una giusta Combinazione di target ed audience che l’offerta
commerciale acquista la sua competitività
Previsione audience media: sommatoria dei pubblici che si
presume di attirare con i programmi del palinsesto
Dati storici
Attrattività del prodotto
Competitività dei concorrenti
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27. L’audience obiettivo di rete
I gusti dei clienti si formano anche a fronte di un’offerta nuova e
stimolanteoccorre intuire i gusti del pubblico prima che li abbia
percepiti.
Conoscere a priori l’audience di un nuovo programma , a meno
che non sia una rivisitazione di un format collaudato o il seguito
di un prodotto seriale, e’ difficile.
questo riduce molto la Propensione delle reti ad innovare
l’offerta e spiega il perche’ di una programmazione
(specialmente quella non-prime time) tendenzialmente omogenea
e stabile
oltre alla Audience media di rete ed e’ importante anche
audience relativa degli specifici segmenti di telespettatori
Adulti, 25-44 anni target piu’ appetitoso per i pubblicitari
Giovani, under 25 (informatica, telecomunicazioni)_>reti piu’
targettizzate Rai2, Italia1, Sky
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28. L’audience obiettivo di rete
Share: quota percentuale di pubblico che si è
sintonizzata su un determinato programma rispetto al
totale del pubblico presente davanti alla tv nello stesso
tempo di intervallo considerato
Ascolto medio di un’emittente
X 100
Ascolto totale
Rating: percentuale di televisori sintonizzati sul totale
delle famiglie con televisore
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Nei programmi non composti da parte autonome la distanza tra i break deve essere di 20’ e non è consentito interrompere i cartoni animati. La Rai deve investire il 15% dei propri ricavi annui in opere audiovisive europee mentre Mediaset il 10%.
Product oriented, nel quale le reti decidevano unicamente secondo la propria sensibilità i programmi da mandare in onda, ad un’impostazione market oriented, dove le decisioni relative alla programmazione vengono prese alla luce delle informazioni sul mercato, in termini di gusti dei telespettatori e offerta della concorrenza. Questo tipo di evoluzione è in linea con quella che ha riguardato i diversi settori industriali, a partire dal mercato dei beni di largo consumo (alimentari, prodotti per la casa) per poi estendersi a beni durevoli (auto, elettrodomestici) ed ai servizi (trasporti, banche).
In questo corso faremo prevalentemente riferimento alla prima tipologia, la televisione generalista free di Rai, Mediaset e La7, che comprende un assortimento molto ampio di programmi, capaci di rispondere alle esigenze di un pubblico vasto e differenziato.
La televisione pubblica, in quanto finanziata dal canone è chiamata a rispettare un Contratto di Servizio che le impone una maggiore attenzione verso una funzione informativa, pedagogica, divulgativa e di promozione culturale. Una programmazione capace di soddisfare gli interessi e le esigenze anche delle minoranze linguistiche, politiche e sociali.
In sintesi, la televisione pubblica è tenuta a privilegiare l’interesse della collettività e del sistema paese (di cui fa parte anche il sistema industriale e i suoi prodotti) cercando di mantenere l’equilibrio economico. L’impresa commerciale cerca quel numero di spettatori che consenta il migliore rapporto tra ricavi e costi. Per molti aspetti il palinsesto dei diversi concorrenti generalisti tende ad assumere un’impostazione simile ed a offrire contenuti in buona misura analoghi. Le dinamiche del mercato e della concorrenza spingono nella stessa direzione, considerano che la televisione pubblica in Italia è autorizzata ad integrare i propri introiti attraverso la pubblicità, e quindi ad utilizzare almeno in parte lo stesso modello di business delle tv commerciali.
L’origine del processo è nella parte alta del grafico, dove viene definito l’obiettivo della rete in termini di audience. Tale decisione dipende dalla più ampia strategia aziendale che assegna alla rete una sua identità, un posizionamento rispetto alla concorrenza ed un target da raggiungere con il palinsesto. Per il raggiungimento dell’audience auspicata occorre poi definire un piano degli investimenti che sarà condizionato dalle necessità di tipo produttivo (acquisti e realizzazioni dei programmi nell’ambito dei diversi generi televisivi) e dai ricavi pubblicitari che si presuppone quella specifica audience consentirà di raggiungere. Il piano degli investimenti sarà inoltre condizionato dall’offerta della concorrenza che potrebbe indurre la rete ad agire nell’ottica della controprogrammazione. Le esigenze di controprogrammazione e la necessità di garantire un flusso coerente di contenuti e sfruttare al meglio il reciproco effetto traino dei programmi, condizioneranno poi la successiva fase di collocazione orario e giornaliera dei programmi, ossia il palinsesto in senso stretto. Il processo non ha un vero momento finale, in quanto le rilevazioni d’ascolto successive alla messa in onda potrebbero portare a rivedere le stime di audience e tutte le conseguenti decisioni.
Identità: ogni canale televisivo è caratterizzato da una propria identità, più o meno forte e stabile nel tempo, che dipende in parte dal tipo di pubblico a cui si rivolge e dallo stile di vita cui fa riferimento. Il modo più esplicito per comunicare l’identità è rappresentato dalla visual identity, che per una televisione è sostanzialmente la cornice grafica e musicale all’interno della quale vengono contenuti i programmi (per esempio il logo, la grafica dei “promo”, le sigle, i colori utilizzati). È un elemento importante ma insufficiente ad esaurire il concetto di identità intesa come sistema complessivo di significati che viene costruita attraverso il mix dei generi, il linguaggio utilizzato, i singoli programmi e i conduttori. Ciò che i consumatori percepiscono della marca, indipendentemente dal fatto che tale percezione corrisponda o meno all’effettiva volontà dell’impresa viene definito come immagine del brand (brand image). Mentre l’identità è ciò che l’azienda trasmette al mercato e dunque ricade nelle sue possibilità di controllo, l’immagine è il risultato di una costruzione espressiva più complessa, che si forma nella mente dei diversi interlocutori in quanto destinatari delle informazioni sulla marca.
Se da un lato esistono palinsesti sostanzialmente indifferenziati (rai uno e canale 5) che si rivolgono al pubblico generale senza focalizzazione su un target specifico, dall’altro lato reti come italia1 e rete4 tendono ad essere orientate verso specifiche tipologie di pubblico (per esempio in termini di sesso ed età e in quest’ottica caratterizzano a priori la propria offerta.
È importante non tradire la propria impostazione di fondo per inseguire tendenze effimere o mode passeggere. Per esempio maschile/femminile, giovani/adulti. Conservatore/progressista, individualistico/familiare.
La competizione tra reti si fa più accesa ed aumenta la difficoltà nel conquistare una quota stabile del mercato dell’audience. L’obiettivo è garantire una riconoscibilità utile a fidelizzare uno spettatore sempre più impaziente, incostante e compulsivo nella scelta dei canali. Ed è attraverso il palinsesto che una rete televisiva conferma la propria identità, e dichiara un posizionamento in termini di pubblico, target e tipologia di programmazione.
Pubblicizzandosi a vicenda per affermare i rispettivi posizionamenti (La 7 per esempio ha impostato il suo palinsesto sull’nformazione per un pubblico evoluto tra le 20.30 e le 23.00)
Ogni rete ha un obiettivo di ascolto assegnato dall’azienda che è strettamente connesso con la sua strategia di marketing, considerato che le rispettive concessionarie devono garantire ai propri clienti (aziende inserzioniste) non solo una specifica qualità del target (e questo è reso possibile dal posizionamento) ma anche una quantità (share). È molto difficile sapere in anticipo ciò che i telespettatori gradiranno. È compito di chi produce avere la capacità di intuire i gusti del pubblico prima ancora che il pubblico stesso li abbia percepiti.
L’obiettivo commerciale del palinsesto è quello di produrre quel numero di contatti che assicuri all’azienda il massimo differenziale tra il ricavato pubblicitario ed il costo di produzione.