5. Inquinanti idrici:
Alcuni dei principali inquinanti idrici sono: le acque di scarico, parassiti e
batteri, i fertilizzanti e pesticidi, il petrolio, metalli, sali minerali e composti
chimici inorganici, sabbie e detriti, il calore liberato nei fiumi dagli impianti
industriali e dalle centrali elettriche attraverso le acque di raffreddamento.
6.
7.
8. Cosa possiamo fare per ridurre
l’inquinamento delle acque?
Utilizzare detersivi meno aggressivi (utilizzare detersivi ecosostenibili)
Effettuare la raccolta differenziata ...
12. Fasi del fenomeno
Aumenta l’apporto di nutrienti in mare
Si sviluppano le fioriture microalgali
Le alghe muoiono e si depositano sul fondo
La decomposizione delle alghe morte
Gli organismi bentonici muoiono o migrano
Si modifica la composizione delle biocenosi di fondo
13.
14. Cause
La tendenza all’Eutrofizzazione, di diversi bacini idrici, non è del
tutto dovuta solo a fattori naturali, ma, soprattutto all’apporto di
sostanze nutritive, provenienti dai terreni agricoli e dalle acque di
scarico.
15. Che cosa succede nel corso
dell’eutrofizzazione?
Molti nutrienti stimolano la rapida crescita di piante ed alghe la cui morte
e decomposizione morta al consumo di grosse quantità di ossigeno.
L'alterazione del contenuto di ossigeno può portare per prima cosa,
insieme all'alterazione della qualità della luce, ad un cambiamento nella
popolazione algale planctonica, con sviluppo di alghe che producono
tossine. Inoltre se l'ossigeno si riduce troppo gli organismi animali
muoiono. In alcuni casi si arriva alla formazione di veri e propri strati
anossici (sul fondo o intera colonna d'acqua) con formazione di prodotti
gassosi (SO2, H2S) prodotti da microorganismi anaerobici.
16. Storia
In realtà bisogna mettere in evidenza che
l’eutrofizzazione è un fenomeno abbastanza
recente, compare in forma molto
intensa nell’Adriatico Nord - occidentale nella
seconda metà degli anni sessanta e si
manifesta in numerosi altri mari nel mondo
(ad esempio: Chesapeake Bay - USA, Mare del
Nord e Mar Baltico, Baia di Tokio, ed altre
aree). La condizione che accomuna questi casi
è legata da un lato alla forte antropizzazione
del territorio conseguente ad un rilevante
sviluppo economico e sociale, dall’altro al fatto
che i bacini idrografici che attraversano
queste aree scaricano le loro acque in mari
semichiusi. In sostanza è un fenomeno
totalmente attribuibile alla pesante presenza
dell’uomo sul territorio.
18. A livello comunitario
Di tutti i settori regolamentati dalla politica ambientale comunitaria, quello
dell’acqua ha prodotto la legislazione più vasta consistente in più di quaranta testi
tra regolamenti – direttive – decisioni e adottando approcci in materia di
protezione delle acque che si sono evoluti, negli ultimi vent’anni, in modo
significativo. Le modalità di governo dell’acqua, sancite dalla legislazione
comunitaria, possono essere suddivise in tre fasi.
All’inizio degli anni Settanta, a seguito delle prime Convenzioni sulla protezione
delle acque, si è dato maggior peso alla protezione dall’inquinamento causato da
alcune sostanze pericolose, per le quali vennero fissati valori limite di emissione
per gli scarichi industriali e/o obiettivi di qualità ambientale per i ricettori finali.
In seguito, si è ritenuto utile definire criteri di qualità per i diversi usi dell’acqua
adottando, ad esempio, le Direttive sulla qualità delle acque superficiali destinate
alla produzione d’acqua potabile, sulla qualità delle acque di balneazione, sul
consumo umano, ecc., e fissando valori limite per i diversi parametri fisici, chimici
e biologici. La classificazione dei diversi corpi idrici è stata fatta, di conseguenza,
in funzione del loro uso potenziale.
Negli anni seguenti è andata maturando la consapevolezza che una legislazione
così complessa, basata sul concetto di obiettivi di qualità ambientale, non fosse
comunque sufficiente per la protezione dell’ambiente acquatico.
19. A livello nazionale
Nelle prime norme nazionali è preminente la preoccupazione di
garantire le diverse utenze, prescindendo da valutazioni di
compatibilità degli usi con il mantenimento di adeguate
caratteristiche quali - quantitative dei corpi idrici interessati dai
prelievi.
Lo sviluppo socio - economico, accentuando gli squilibri tra
domanda e offerta di acque idonee ai diversi usi, ha posto le
premesse per un cambiamento radicale, tradotto solo
parzialmente in conseguenti disposizioni normative.
Il processo di cambiamento è stato avviato dalla L.319/76
(legge Merli), che ha dettato una disciplina degli scarichi degli
insediamenti produttivi sostanzialmente uniforme e demandato
alle Regioni le attività più propriamente legate agli aspetti
pianificatori, con particolare riguardo alla predisposizione del
Piano Regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.).
20. Solo con le successive modifiche della Merli sono state
introdotte disposizioni, anche riferite alla pianificazione e
riguardanti specifiche sostanze e particolari usi delle acque, più
direttamente mirate alla protezione della risorsa.
I risultati sono stati insufficienti sia per le carenze delle
strutture di controllo, sia per l’equivoco di una politica
ambientale fondata prevalentemente sui divieti, sia per lo
scollamento fra la gestione della quantità e quella della qualità
delle acque.
Più di recente, a dimostrazione del cambiamento culturale
intervenuto, la L.36/94 (legge Galli) ha introdotto il principio di
salvaguardia del bene acqua per le generazioni future,
indirizzando gli usi al risparmio e al rinnovo delle risorse per
non pregiudicare il patrimonio idrico, visto in forma complessiva
e integrata.
21. La politica delle risorse idriche, oggi, è ormai stabilmente
inserita nel quadro, più generale, della politica ambientale
sostenibile; la legge Galli e il D.Lgs.152/99 e s.m.i., che
definisce la disciplina generale per la tutela delle acque
superficiali e sotterranee attraverso la riduzione
dell’inquinamento e il perseguimento di usi sostenibili e
durevoli delle risorse idriche, hanno sancito l’avvento di una
nuova cultura dell’acqua dichiarando che l’uso delle risorse
idriche dev’essere compatibile con l’ambiente e con le
necessità delle generazioni future.
Uno degli ultimi provvedimenti adottati in materia di acqua è il
D.Lgs. 16 Marzo 2009 n. 30: in attuazione della direttiva
2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee
dall'inquinamento e dal deterioramento10
Il testo normativo definisce misure specifiche per prevenire e
controllare l'inquinamento ed il depauperamento delle acque
sotterranee.
22. Regione Puglia - comunicato
del 16 febbraio 2009:
Diga di Occhito:
E’ stata avviata e intensificata l’azione di monitoraggio delle acque, dove è stata notata
la presenza di un’alga, la “Planktothrix rubescens”, che in alcune situazioni può rilasciare
microtossine potenzialmente dannose per la salute. Gli ultimi dati disponibili dimostrano
che i livelli di microtossine presenti nell’acqua sono al di sotto della soglia di allarme.
Categorie a rischio
• Le persone che vengono a contatto con alimenti trattati con acque provenienti da bacini
infetti dal ‘Planktothrix rubescens”.
• La fauna ittica di acqua dolce che vive nei bacini e negli invasi;
• Gli animali presenti negli allevamenti nel caso in cui vengano abbeverati con acque
contaminate.
24. Definizione:
Per inquinamento termico si intende l'inquinamento dovuto al calore.
Vi sono due tipologie d'inquinamento termico:
• l'inquinamento termico diretto (dovuto direttamente all'attività
antropica);
• l'inquinamento termico indiretto (dovuto indirettamente all'attività
antropica)
25. Le cause sono:
- Il raffreddamento di centrali mediante acque di fiumi.
- Le industrie che riversano nel mare o in un fiume tonnellate di acque calde usate per il
raffreddamento dei loro macchinari.
26. Effetti:
L’inquinamento termico diretto, ha pesanti effetti sugli ecosistemi acquatici. I principali danni che
produce sono:
• la diminuzione della solubilità dell’ossigeno, che associata alla presenza di inquinamento
organico, può provocare la perdita di alcune specie più deboli.
• la morte della flora batterica, fondamentale nei processi di autodepurazione dell'acqua.
• l’allontanamento o la moria delle specie (di pesci e di crostacei) che sono intolleranti al calore
• la proliferazione delle specie acquatiche che resistono meglio al calore (come le alghe). La
diminuzione di alcune specie e la proliferazione di altre genera alterazioni nel funzionamento
dell’ecosistema, che sono facilmente intuibili.
• proliferazione di batteri.
27. Risposta politica
Alcune leggi impongono, per gli scarichi superficiali in ambienti idrici, il rispetto di alcuni
massimali della temperatura dello scarico nel punto di immissione dell'ambiente in cui si
riversano.
Queste leggi, come tante altre in Italia, non vengono però rispettate e pochi sono i controlli
effettuati dalle autorità.
28. Soluzioni
Un modo per prevenire o ridurre l'inquinamento
termico sarebbe quello di utilizzare l'acqua calda usata
per il raffreddamento dei macchinari per riscaldare le
abitazioni o per l'allevamento dei pesci tropicali. Solo
che per far questo le case devono essere vicine alle
centrali e nessuno vuole abitare in queste zone.
31. Curiosità
Le abitudini d’acquisto dell’acqua:
Nel percorso di scelta la marca (23%) ha ancora il ruolo più rilevante
seguita dal prezzo (19%), dal gusto (17%) e dalle offerte speciali (13%),
quindi solo il 28% della popolazione presta attenzione all’etichetta e
quindi alla quantità di bicarbonati, magnesio, calcio, potassio, nitrati e
fluoruri
32. Conclusioni
Tutti conoscono l’ineguagliabile importanza dell’acqua, ma
nonostante ciò tutti i giorni ci sono litri e litri di acqua
sprecata e inquinata. Ci basterebbe veramente poco per
evitare questo spreco, anche perché dall’altra parte del
mondo ci sono bambini che muoiono di sete o si ammalano
per il consumo di acqua non potabile.
Non dimentichiamo che l’acqua è l’oro blu perchè non è una
risorsa infinita, perciò facciamo attenzione all'uso che se ne
fa.