SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 42
Baixar para ler offline
I N F O L O G I S
G I A N PA O L O C A L Z O L A R O
KPI PER LA
LOGISTICA
Sommario
Misurare la performance aziendale 3
I processi aziendali 4
La business intelligence 6
I KPI 9
Caratteristiche 11
Metodologia per la costruzione dei kpi 12
I processi dell’area logistica 15
Modelli di processo 15
L’area magazzino 17
L’area scorte 20
L’area trasporti 22
Costruire i KPI 25
Gli strumenti disponibili 27
SpagoBi 27
Microstrategy 28
QlikView 29
Costruire i KPI con Excel 31
WWW.INFOLOGIS.BIZ
3
Misurare la
performance aziendale1
Il primo passo in qualsiasi processo di miglioramento aziendale è la misurazione, infatti
se non conosciamo la realtà che vogliamo migliorare non è possibile nessun cambiamen-
to. Immaginate di essere paracadutati in un luogo sconosciuto, senza una bussola ed una
cartina incontrerete enormi difficoltà per raggiungere un qualsiasi luogo. La misurazione è
una attività fondamentale per qualsiasi impresa, anche se si tratta di un piccolo negozio di
abbigliamento o di una piccola attività artigianale, altrimenti si corre il rischio che l’impresa
non sopravviva.
Alcuni piccoli imprenditori obbiettano che conoscono la loro attività e possono gestirla
senza strumenti di misurazione, e che questi strumenti sono eccessivi per una piccola re-
altà come la loro. È il primo passo verso il fallimento, per quanto si possa essere esperti e
navigati imprenditori la misurazione ed il controllo sono essenziali. Immaginate che la cassa
della vostra azienda stia diminuendo anche se il vostro fatturato stia crescendo, intuite che
ci sono delle spese che dovreste ridurre, fate un giro in magazzino e ad occhio vi sembra che
ci sia troppo materiale, decidete quindi di ridurre gli ordini ai vostri fornitori, dopo qualche
mese alcuni clienti iniziano a lamentarsi perché ricevono i loro ordini in ritardo.
Questo è quanto accade se le nostre decisioni si basano solo sull’intuito, se la vostra im-
presa avesse avuto un sistema di misurazione (più o meno sofisticato questo dipende dalle
esigenze del vostro business) avrebbe potuto immediatamente avere l’elenco degli articoli
con l’indice di rotazione più basso ed intervenire solo su quelli, inoltre un sistema di misu-
razione potrebbe evidenziare dei costi elevati di trasporto oppure dei tempi di prelievo non
soddisfacenti. I costi logistici a volte possono incidere molto sul prodotto finale, ma se non
conoscete a quanto ammontano questi costi e come si siano originati, una qualsiasi attività
di miglioramento in questo senso sarebbe come camminare ad occhi bendati, non è esclu-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
4
so che voi riusciate a raggiungere il vostro risultato, ma quante volte dovrete urtare contro
qualcosa prima di riuscirci?
Utilizzare strumenti che ci permettono di avere una visibilità sulla nostra attività logistica è
alla portata anche delle piccole imprese con costi sostenibili, la business intelligence non è
solo per le grandi imprese ma per tutte, quello che cambia è la strumentazione. Una grande
impresa con i suoi diversi stabilimenti ed i magazzini sparsi per il mondo è come un aereo
ed ha pertanto bisogno per essere guidata di una sofisticata strumentazione. Una piccola
impresa può essere paragonata ad una bicicletta pertanto non ha di certo bisogno di un
radar, di un altimetro o di strumenti per la misurazione delle condizioni meteo, però se ci
montiamo sopra un GPS per biciclette, il nostro percorso può essere molto più agevole e
possiamo spingerci anche in territori poco conosciuti. La strumentazione di misurazione
deve essere adeguata al mezzo che stiamo guidando così se guidiamo una multinazionale
abbiamo bisogno di un sistema ERP e di un software di business intelligence e di personale
competente per gestirli, se guidiamo una piccola attività artigianale allora ci basta un ge-
stionale e ed un foglio di calcolo per le nostre analisi.
Ora provate a rispondere a queste domande in maniera precisa, indicando un numero e
non risposte vaghe come molto, poco, alto, basso:
•	 Quale è l’indice di rotazione del magazzino ?
•	 Quanto tempo impieghiamo per preparare una spedizione ?
•	 Quanto tempo impieghiamo a caricare un automezzo ?
Se siete riusciti a rispondere a queste domande siete sulla buona strada ed il passo succes-
sivo è riuscire a rispondere a domande sempre più specifiche. In caso non siate riusciti a ri-
spondere a queste domande è tempo per la vostra azienda di dotarsi della strumentazione
necessaria per misurare le performance aziendali.
I processi aziendali
Possiamo considerare un processo come una serie di attività che trasformano un input
in un output che abbia valore per il cliente. Consideriamo il processo spedizione prodotto
finito, questo processo trasforma un input, il prodotto finito che si trova nel magazzino, in
un output, il prodotto finito che si trova nel magazzino del cliente. Per arrivare dall’input
all’output è necessario eseguire delle attività, prendere delle decisioni, acquisire informa-
zioni da altri processi. Possiamo considerare le attività logistiche come una serie di processi
tra di loro collegati in una rete in cui ad ogni nodo corrisponde un processo che può essere
a sua volta scomposto in altri sottoprocessi.
Il primo passo da fare per poter giungere alla costruzione di un sistema di valutazione dei
processi logistico produttivi consiste nell’individuare molto bene i processi stessi e definire
in modo univoco quali siano gli obiettivi che ognuno di essi ha, in un’ottica di funzionamen-
to complessivo ed ottimizzazione del sistema. Una volta identificati chiaramente processi
ed obiettivi, si può passare alla definizione delle misure opportune, e quindi dei KPI.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
5
Analizzare in dettaglio le caratteristiche dei processi logistici si rivela di grande utilità, in
quanto descrivere la mappa con cui le informazioni ed i materiali si muovono, contribuisce
ad avere una visione più chiara delle attività aziendali in modo da poter individuare i punti
in cui intervenire per poter razionalizzare l’intera gestione logistica. L’analisi dei processi
esistenti è di fondamentale importanza per le imprese che sono cresciute rapidamente in
quanto i processi si sono sviluppati nel tempo senza essere mai formalmente codificati,
mettere nero su bianco i propri processi aziendali aiuta ad individuare i punti su cui mi-
gliorare, è anche vero che le imprese in crescita sono prese da molte attività, ma trovare
il tempo per mappare i propri processi significa garantirsi la crescita per i prossimi anni. E
se l’impresa sta vivendo un periodo di crisi? Anche in questo caso ritagliarsi del tempo per
mappare i processi può rivelarsi utile al fine di uscire dalla crisi. In concreto cosa significa
mappare i processi ? di quali strumenti abbiamo bisogno ? è una attività dispendiosa ?
Mappare i processi significa svolgere le seguenti attività:
1.	 Identificare i diversi tipi di attività che operano durante il processo
2.	 Evidenziare il flusso dei materiali e delle informazioni che attraversano il processo
Per svolgere questa attività abbiamo bisogno di carta, penna, un software per il disegno di
diagrammi, eventuale documentazione aziendale (nel caso non ci fosse è necessario inter-
vistare direttamente gli operatori coinvolti nel processo).
I processi possono essere classificati in base a quattro caratteristiche fondamentali, è im-
portante ribadire che le classificazioni che si fanno non sono utili solo ai fini accademici ma
hanno grande rilevanza pratica, in fatti quando progettiamo un nuovo processo aziendale o
ridisegniamo uno esistente conoscerne le caratteristiche consente di prevederne la struttu-
ra dei costi. Le caratteristiche principali di un processo possono essere riassunte in:
•	 Volume
•	 Varietà
•	 Variabilità
•	 Visibilità
Ognuna di queste caratteristiche può essere alta o bassa dando luogo a diverse configura-
zioni di processi. Per volume si intende il numero di output realizzati dal processo, per varie-
tà si intende il numero di output differenti prodotti dal processo, per variabilità si intende la
variazione del volume nel tempo, mentre per visibilità si intende quanta parte del processo
è visibile da parte del cliente sia interno che esterno. Consideriamo l’esempio di un processo
comune in tutti i magazzini come il processo di picking e vediamo come misurare le quattro
caratteristiche precedenti. Nel caso del volume intendiamo il numero di prelievi effettuati
in un anno (4000 prelievi l’anno è un volume basso mentre 200.000 è un volume alto). Per
misurare la varietà del processo di picking consideriamo le tipologie di prelievi effettuati
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
6
(prelievi per vendite, per produzione interna, per produzione esterna). Per misurare la va-
riabilità valutiamo l’andamento dei prelievi nel corso dell’anno, avremo variabilità nulla nel
caso i prelievi siano costanti durante tutti i mesi dell’anno viceversa avremo una variabilità
più o meno elevata. La visibilità è misurata scomponendo il processo di prelievo nelle varie
attività elementari e nell’individuare quale percentuale di queste attività è visibile al cliente
(ad esempio se quando carichiamo sul camion la merce inviamo una mail con un copia di-
gitale del packing list possiamo dire che questa fase è visibile al cliente, viceversa quando il
magazziniere preleva il prodotto dalla sua ubicazione questo non è visibile al cliente).
È importante individuare le quattro caratteristiche dei processi prima evidenziati in quanto
ci permettono di effettuare diverse considerazioni, ad esempio se il nostro processo di pre-
lievo presenta un alto volume ed una bassa varietà e variabilità è un ottimo processo candi-
dato ad essere automatizzato. Inoltre processi che presentano alti volumi, alta varietà, alta
variabilità ed alta visibilità richiedo l’utilizzo di strumenti software abbastanza sofisticati.
La business intelligence
La business intelligence è una disciplina che consente a chi prende decisioni in azienda di
capire, attraverso soluzioni software, i fattori chiave del business e conseguentemente di
prendere le migliori decisioni in quel momento.
Possiamo considerare la gestione aziendale come una serie di decisioni da prendere con lo
scopo di mantenere in equilibrio l’equazione fondamentale dell’impresa, ovvero Profitto =
Ricavi – Costi. Obbiettivo di chi prende le decisioni è quello di ridurre al minimo le decisioni
sbagliate (bisogna essere consapevoli che è impossibile eliminare le decisioni sbagliate ma
è possibile ridurle).
Quanto grande deve essere il mio magazzino ? Se prendiamo una decisione sbagliata po-
tremmo ritrovarci con un magazzino troppo grande quindi con elevati costi di gestione, op-
pure un magazzino troppo piccolo con disservizi ai clienti e quindi minori ricavi, in entrambi
i casi l’equazione aziendale non è più in equilibrio ed i profitti si riducono. Se abbiamo le in-
formazioni giuste possiamo ridurre le possibilità di avere un magazzino non adeguatamente
dimensionato, parlo di ridurre e non di eliminare in quanto ci sono tantissime variabili da
misurare e prendere in considerazione per cui non esiste il magazzino perfettamente di-
mensionato, ma il magazzino le cui dimensioni sono ragionevolmente adeguate.
La business intelligence trasforma un dato grezzo in informazione, ad esempio la giacen-
za dell’articolo XYZ alla data del 24/04/2012 è di 56 confezioni è un dato grezzo, mentre il
trend dell’indice di rotazione delle materie prime è un’informazione sulla cui base prendere
delle decisioni. Come tutti i processi anche la business intelligence ha bisogno di un input,
in questo caso i dati, per poterli trasformare in un output, ovvero le informazioni necessarie
per prendere decisioni.
La base di partenza è quindi costituita dalla rilevazione dei dati elementari di business che
servono da supporto operativo per le attività aziendali. Sono le registrazioni relative agli
ordini di vendita, ai documenti di trasporto, alle fatture, ai prelievi per la produzione e così
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
7
via. Il punto di partenza è quindi un sistema gestionale anche elementare che permette di
effettuare queste misurazioni.
Un sistema di business intelligence si compone dei seguenti elementi:
•	 Database transazionali
•	 Strumenti ETL
•	 Datawarehouse
•	 Strumenti di reporting e analisi
Database transazionali: Sono i database dove sono registrati i dati operativi del nostro
business, ad esempio nel caso della logistica potremmo avere i dati su diversi database, ad
esempio gli ordini, i movimenti di magazzino ed i documenti di trasporto sono sul database
del gestionale, i dati relativi alle operazioni di magazzino potrebbero essere sul database
del sistema WMS che gestisce la radiofrequenza, oppure se abbiamo un magazzino auto-
matico i dati sulle missioni di prelievo e versamento sono sul suo database, infine potrem-
mo avere i dati relativi ai costi di trasporto in uno o più file Excel. In questa situazione la
fonte dei nostri dati può essere su supporti diversi soprattutto se la nostra è una impresa
medio grande, differentemente avremo una o due base dati da interrogare per ottenere le
informazioni desiderate.
Strumenti ETL: Sono programmi che si occupano di estrarre i dati dalle varie basi dati, uni-
formarli, eliminare eventuali dati anomali e caricare i dati nel datawarehouse. Nel caso di
più basi dati questa è una operazione abbastanza delicata e richiede una solida progettazio-
ne per evitare di avere informazioni non corrette. Nel caso di una piccola impresa che utiliz-
za un gestionale troviamo lo strumento ETL direttamente in Excel (MS Query, ne parleremo
nell’ultimo capitolo). La semplicità dello strumento non deve però escludere una attenta
progettazione dei dati da estrarre anche se in questo caso non sarà complicata come nel
caso di una medio/grande impresa.
Datawarehouse: è il magazzino centralizzato dei dati, in questo “luogo virtuale” sono rac-
colti ed organizzati i dati estratti con gli strumenti ETL ed il dato qui contenuto deve essere
certificato, evitando di creare ambiguità all’interno dell’azienda. Ad esempio per quanto
riguarda lo spedito bisogna identificare quali causali concorrono a determinare il volume
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
8
di spedizioni all’interno del mese, in modo che chiunque all’interno dell’azienda legge quel
dato sa come è stato ottenuto. È quindi sempre opportuno definire un dizionario dei dati
che rappresenta il linguaggio comune nelle discussioni aziendali, onde evitare polemiche
inutili o indurre chi deve utilizzare le informazioni a ritenerle non attendibili.
Fisicamente il datawarehouse può essere un altro database dove vengono scritti i dati
dopo che sono stati estratti e ripuliti oppure i dati possono essere contenuti in memoria
dall’applicazione di business intelligence.
Strumenti di reporting: Sono i programmi che consentono di creare riepiloghi, grafici ed
indicatori in grado di navigare all’interno dei dati per ottenere le informazioni necessarie
a prendere decisioni. Gli strumenti di reporting consentono di monitorare il business allo
stesso modo del cruscotto dell’automobile che ci indica, la velocità, il livello di carburante
e con l’accensione delle spie ci indica eventuali anomalie e malfunzionamenti. Ad esem-
pio per quanto riguarda la logistica monitorando l’indice di rotazione, l’indice di puntualità
delle consegne, l’indice di saturazione del magazzino possiamo avere precise indicazione
di come stiamo gestendo la logistica aziendale e prendere le decisioni adeguate. Ad esem-
pio notiamo che l’indice di puntualità è calato nelle ultime quattro settimane, andiamo ad
indagare per determinarne le cause, individuiamo le azioni per migliorarlo, applichiamo le
azioni e valutiamo cosa accade all’indice.
Gli strumenti di reporting aiutano anche nell’evitare sterili polemiche dovute al fatto che le
persone in mancanza di supporti decisionali tendono a crearsi uno schema della realtà non
affidabile generalizzando o cancellando parti della realtà. Ad esempio se il direttore generale
piomba nel vostro ufficio dicendo (in alcuni casi urlando !!!) che i clienti si lamentano per
ritardi nella consegna degli ordini, se non ha un supporto decisionale (in questo caso un re-
port settimanale con l’indice di puntualità), probabilmente sta generalizzando un esperienza
vissuta (ad esempio nella settimana scorsa ha ricevuto due telefonate da clienti irritati per
ritardi di consegna) senza avere una visione globale dei dati che potrebbe avere grazie ad un
report. Due clienti irritati non indicano che la logistica sta consegnando in ritardo, come una
rondine non fa primavera, un report invece si!!!.
Gli strumenti di business intelligence possono essere più o meno sofisticati a seconda delle
necessità dell’impresa ma sia che la vostra impresa sia piccola o grande se l’argomento bu-
siness intelligence non è mai stato affrontato è bene partire in piccolo, ovvero con soluzioni
fatte in casa con Excel, in questo modo potrete esplorare questo nuovo processo a costi ri-
dotti riuscendo ad individuare quali sono le esigenze della vostra impresa, poi chiaramente
dopo un po’ Excel vi inizierà a stare stretto e quindi è necessario cercare un software speci-
fico, ma a quel punto avrete chiare quali sono le esigenze in termini di informazioni per la
vostra aziende e potrete selezionare con più cognizione di causa il software adatto. Il mio
suggerimento per grandi e piccoli è quello di partire con Excel (vedremo nel terzo capitolo
come fare) e poi mangiando viene l’appetito.
VUOI SAPERNE DI PIU SULLA BUSINESS INTELLIGENCE ?
Partecipa al seminario online gratuito, clicca qui per l’iscrizione
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
9
I KPI
Gli indicatori sono particolari informazioni che hanno la caratteristica di essere: critiche,
sintetiche, significative, prioritarie che permettono di misurare l’andamento aziendale nei
suoi più svariati aspetti.
Critiche, in quanto su di esse il management opera le proprie scelte;
Sintetiche, perché espresse da una variabile semplice o composta (es. tempo, movimen-
tato x addetto);
Significative, in quanto rappresentano in maniera puntuale i fenomeni aziendali alle quali
si riferiscono;
Prioritarie, per la loro natura indispensabile nei cicli di pianificazione e controllo a tutti
i livelli aziendali (strategico, direzionale, operativo). Se lo scostamento del KPI del 10 per
cento in alto o in basso non spinge ad alzare il telefono per sgridare qualcuno o per congra-
tularsi con qualcun altro, significa che quel KPI è inutile.
Consentono di valutare l’andamento aziendale in quanto sono rappresentate da variabili
quantitative o qualitative comunque confrontabili (Indice di rotazione magazzino Roma,
rispetto al magazzino Palermo oppure indice rotazione 2011 con indice di rotazione 2010).
Ad ogni indicatore è associata la variabile che ne dà la misura (per il lead time  ad esem-
pio il tempo). Tramite questi indicatori, il management può non solo misurare i fenomeni
aziendali nel tempo (Anno 2011 ,Anno 2012) e nello spazio (nelle varie unità aziendali, nei
vari mercati), ma può pianificare e programmare le attività aziendali (definendo obiettivi
misurabili nel breve e medio periodo), misurare gli scostamenti (tra obiettivi attesi e risul-
tati ottenuti, e intraprendere le azioni necessarie per correggere i gap, ovvero può gestire
con metodo ,ovvero pianifico, eseguo, controllo, correggo: il PDCA dei circoli di qualità di
Deming) l’azienda o la parte di essa di cui è responsabile.
Le performance aziendali solitamente sono numerose e differenziate. Alcune hanno carat-
tere generale e quindi sono riscontrabili in tutti i processi, come  ad esempio le prestazioni
in termini di costo, tempo, qualità e valore; altre invece sono tipiche di processi specifici,
come ad esempio le prestazioni di produttività, versatilità e flessibilità nell’ambito dei pro-
cessi logistici. La valutazione quantitativa delle performance delle attività e dei processi
aziendali richiede la definizione di un sistema di indicatori che permetta di rappresentare,
in un quadro organico e prospettico, la capacità dell’impresa di perseguire i propri obiettivi
di breve, medio e lungo periodo.
Non si tratta di un sistema di misure che prendono in considerazione unicamente i risul-
tati raggiunti, quindi secondo una visione di analisi statica, ma di un sistema che  è anche
in grado di sottolineare la capacità dell’impresa di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente
esterno spesso turbolento ed instabile, secondo una visione di analisi dinamica.
Il sistema di misurazione e controllo deve avere dei requisiti che gli attribuiscono la capa-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
10
cità di guidare l’impresa verso il conseguimento degli obiettivi di breve, medio e lungo pe-
riodo, sia in prospettiva statica che dinamica. Possiamo individuare quattro caratteristiche
fondamentali:
•	 Completezza
•	 Rilevanza
•	 Flessibilità
•	 Comprensibilità
Completezza:Il sistema è completo perché misura tutte le parti nelle quali si può suddivi-
dere il concetto di valore creato dall’impresa.
Rilevanza: Il sistema è rilevante perché è strettamente legato ai processi decisionali dell’im-
presa. Gli indicatori sono rilevanti se supportano le decisioni nelle aree critiche di gestione,
nelle quali si pongono i fenomeni che maggiormente incidono sulle performance. Devono
fornire informazioni riguardo all’individuazione delle alternative di scelta e alla compren-
sione delle relazioni esistenti tra le decisioni prese e il raggiungimento degli obiettivi.
Flessibilità: Il sistema è flessibile perché può cambiare in relazione alle esigenze, variabi-
li, della misurazione. Nella attuale situazione produttiva, dominata da condizioni di forte
dinamismo e complessità dell’ambiente esterno e delle strategie d’impresa, i fattori critici
di successo e i parametri di misurazione possono cambiare anche in tempi non lunghi, e la
rapidità con cui si colgono questi cambiamenti possono fare la differenza tra una impresa
che sopravvive ed una che fallisce.
Comprensibile: Il sistema è comprensibile perché è in grado di essere trasferito all’interno
dell’organizzazione con un linguaggio ed un livello di rifinitura adatto alle esigenze degli
utenti. In tal modo tutta l’organizzazione ha la cognizione degli obiettivi di performance,
delle variabili critiche che la determinano e dei risultati prodotti da tutte le attività ed i
processi realizzati nell’impresa. In questo modo tutti sanno in che direzione sta andando
l’azienda e quali azioni bisogna compiere per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’indice di
puntualità non deve essere comprensibile al direttore della logistica e al direttore generale,
ma deve essere patrimonio comune dell’ufficio logistica e del magazzino.
Altre caratteristiche importanti possono essere considerate: la tempestività (capacità di
produrre e trasmettere informazioni nei tempi più opportuni rispetto ai processi decisio-
nali, se non so per tempo che il mio magazzino sta crescendo potrei prendere le decisioni
quando ormai è troppo tardi, perché ad esempio i fornitori hanno già consegnato), la fre-
quenza (Ogni quanto misuro le performance aziendali, dipende dalle decisioni che devo
prendere, ad esempio se sto gestendo la distribuzione di una collezione limitata ho bisogno
di informazioni giornaliere o addirittura più volte nell’arco della stessa giornata), la coeren-
za organizzativa (stretto riferimento degli indicatori alla struttura organizzativa, ai ruoli, alla
ripartizione delle responsabilità).
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
11
Caratteristiche
I Key Performance Indicators (KPI) sono una serie di indicatori quali/quantitativi che valu-
tano i risultati aziendali conseguiti, con riferimento ad aspetti fondamentali della gestione
aziendale come il livello di servizio garantito al cliente, il livello delle scorte in magazzino, il
livello di costi per i trasporti.
In un ambiente competitivo com’è quello attuale, il sistema di misurazione delle perfor-
mance deve racchiudere una estensione molto ricca di misuratori dei business process: per
questo motivo i KPI sono focalizzati principalmente sui processi. L’obiettivo è quello di misu-
rare l’intera gamma di prestazioni di un processo, che nel loro insieme deve quantificare il
valore dell’output del processo per il cliente. Meglio il KPI è scelto e misurato, migliore può
essere il controllo dei miglioramenti e la regolazione degli obiettivi. I KPI sono un insieme
di indicatori che misurano:
•	 Le prestazioni di efficienza
•	 Il livello di servizio
•	 La qualità dei processi aziendali
Le prestazioni di efficienza: Gli indicatori misurano la produttività e i costi unitari con cui
sono ottenuti gli output per i clienti del processo. La misurazione dell’efficienza è l’obiettivo
primario dei tradizionali sistemi di controllo di gestione, che calcolano margine e costi totali
delle attività e dei prodotti. Ad esempio quanto tempo impiego per prelevare il materiale
per la spedizione, quanto costa trasportare la merce dal magazzino di Torino a quello di
Bologna.
Il livello di servizio: Gli indicatori misurano i tempi di risposta alle richieste del cliente e la
flessibilità del fornitore. Ad esempio, il time to market, il lead time, la percentuale di modi-
fiche accettate, Il numero di consegne corrette, il numero di consegne non danneggiate sia
verso il cliente che da parte del fornitore.
La qualità dei processi aziendali: Gli indicatori misurano la conformità degli output alle
attese del cliente. Indicatori tipici sono le percentuali di scarti e resi o il livello di immagine.
Nell’ottica KPI, il processo gestionale come abbiamo visto è un insieme di attività che pro-
duce un output in risposta a richieste di servizio, utilizzando una serie di risorse. Gli indica-
tori KPI sono rivolti a misurare l’intera estensione di prestazioni di un processo, che nel loro
insieme devono calcolare il valore dell’output del processo per il cliente. Queste misure di
prestazione verso il cliente possono essere integrate da altri indicatori che uniscono infor-
mazioni sulle condizione in cui le prestazioni stesse sono state fornite. Tali indicatori posso-
no riguardare i volumi in input e in output, come il volume e l’assortimento degli ordini dei
clienti o il numero e l’assortimento dei prodotti in output.
Inoltre, in alcuni casi è rilevante contraddistinguere il profilo dell’input con opportuni in-
dicatori di qualità e di servizio, dal momento che può influenzare in modo determinante le
prestazioni del processo.  Naturalmente l’insieme degli indicatori è specifico per ogni pro-
cesso e cambia, per lo stesso processo, da azienda ad azienda; inoltre, non in tutti i processi
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
12
è presente la gamma completa degli indicatori.
Gli indicatori devono seguire una strategia ad imbuto rovesciato ovvero pochi indicatori
iniziali che poi possono essere approfonditi in base alle necessità. Quando il medico prescri-
ve le analisi del sangue, in un  foglio vengono raccolte le principali informazioni sullo stato
di salute, se i valori sono nella norma l’analisi termina altrimenti il medico prescrive ulteriori
analisi. Per questo è bene prevedere alcuni indicatori iniziali che possono essere facilmente
scomposti per ulteriori analisi, ad esempio l’indice di rotazione globale è un KPI che fa parte
del cruscotto generale ma si deve avere la possibilità di scomporlo per analizzare ad esem-
pio l’indice di rotazione di un particolare magazzino, di una determinata classe di articoli.
Nel caso ancora non riuscissimo a trovare risposte alle nostre domande allora è necessaria
un analisi specifica che non rientra nei report di monitoraggio.
Metodologia per la costruzione dei kpi
Obbiettivo della costruzione dei KPI è selezionare un insieme globale di informazioni che
deve essere in grado di valutare le prestazioni competitive del processo sotto tutti gli aspet-
ti, pur mantenendosi di numerosità ridotta, in grado di fornire a colpo d’occhio le informa-
zioni necessarie. Nell’individuare i KPI adeguati alla nostra attività possiamo seguire questi
passi:
1.	 Analisi dei processi
2.	 Lista e profilo dei KPI
3.	 Verifica KPI
Analisi dei processi: In questa fase andiamo a mappare i processi fondamentali dell’impre-
sa raggruppandoli in macro processi appartenenti a due categorie: principali e di supporto.
Una azienda che realizza abbigliamento sportivo ad esempio avrà come processi principali
la produzione di scarpe o la produzione di giacche, mentre una azienda di trasporto avrà
come processi principali il trasporto Italia e il trasporto Estero. Sono tipici processi di sup-
porto la contabilità o l’amministrazione del personale. Diversamente potremmo iniziare
l’attività di business intelligence da un’area aziendale come ad esempio la logistica per poi
passare ad altre aree, in questo caso non bisogna essere eccessivamente rigidi in quanto ci
sono processi che attraversano diverse aree funzionali per tanto è bene considerali in tutta
la loro estensione.
La mappatura del processo consiste nella sua forma più elementare, nella descrizione dei
processi in termini di collegamenti tra le attività. Vi sono molte tecniche, più o meno simili,
per la mappatura dei processi. Tutte le tecniche hanno in comune due caratteristiche: Iden-
tificano i diversi tipi di attività, mostrano il flusso di materiali, informazioni tra le attività.
Nella mappatura dei processi si utilizzano diversi simboli per rappresentare diversi tipi di
attività. Questi simboli si possono organizzare secondo un ordine logico, e disporre in serie
o in parallelo, per descrivere un determinato processo, anche se non esiste un set universa-
le di simboli alcuni di essi sono relativamente comuni.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
13
Nella mappatura dei processi logistici in cui
abbiamo flussi di materiali e di informazio-
ni che transitano in diversi nodi della rete
possono essere di aiuto diverse tecniche di
analisi che qui riassumiamo brevemente.
Assembly chart
Questo metodo è una rappresentazione
grafica dei componenti di un prodotto in
modo da evidenziare le relazioni tra le parti
e le sequenze di assemblaggio.
Operation process chart
È una estensione del metodo precedente
al quale aggiunge le operazioni ricavabili dai
cicli di produzione per evidenziare le ope-
razioni da eseguire sui componenti, la com-
plessità dei componenti, un’idea del flusso
dei materiali.
Multi-product process chart
Questo metodo è particolarmente utile per
evidenziare le relazioni tra i componenti di
un prodotto o tra prodotti, materiali, parte
ed operazioni.
Process Chart
È la tabulazione delle fasi di un processo,
che impiega simboli di rappresentazione e
dà origine a una descrizione sufficiente per
comprendere l’intero processo.
Flow Diagram
È un metodo grafico che utilizza gli stessi
simboli del process chart evidenziando il
flusso delle operazioni sul layout dell’area
in esame, evidenziando come i materiali si
muovono nello spazio.
Flow process chart
È la rappresentazione grafica più completa
dell’intero processo che si ottiene combi-
nando la process chart con l’operation pro-
cess chart.
From To Chart
È una matrice che riassume le movimenta-
zione dei materiali tra attività collegate per
stabilire le posizioni relative delle attività,
definire il flusso dei materiali e confrontare
flussi alternativi.
Operativamente per utilizzare questi me-
todi abbiamo bisogno di uno strumento
informatico che ci permetta di tracciare i
grafici e le tabelle necessarie, pertanto pos-
siamo utilizzare Excel in abbinamento con
Visio per realizzare i grafici più complicati.
TECNICHE PER L’ANALISI DEI PROCESSI LOGISTICI
Lista e profilo dei KPI: in questa fase andiamo ad individuare per i vari processi mappati
in precedenza uno o più indicatori evidenziando in che modo vengono calcolati, e le loro
dimensioni di analisi. Una dimensione tipica è quella temporale ovvero calcolo l’indice di
rotazione giornaliero, settimanale, mensile, annuale. Altre dimensioni tipiche sono il pro-
dotto oppure il magazzino, o il cliente. Per ciascuna dimensione è possibile realizzare delle
gerarchie di analisi ad esempio per il prodotto possiamo individuare la famiglia, la categorie
e la sottocategoria, così per il magazzino possiamo indicare il sito, l’area, l’ubicazione. In
questa fase andiamo a fare una specie di lista delle spesa, ovvero elenchiamo tutti gli indi-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
14
catori che è possibile costruire in base ai dati che abbiamo a disposizione.
Verifica KPI: In questa fase andiamo a calcolare i KPI ed analizzarli per alcune settimane
valutando quindi gli indicatori che sono effettivamente necessari, eliminando quelli inutili.
La costruzione del sistema di monitoraggio non termina qui in quanto è necessario presta-
re attenzione ai fenomeni aziendali ed eventualmente ripetere nuovamente l’analisi fatta,
magari solo parzialmente, per individuare nuove esigenze di monitoraggio. Il sistema di
monitoraggio è qualcosa di vivo a differenza del cruscotto dell’automobile che una volta in-
stallato rimane sempre quello, nel caso dell’impresa è necessario fare le modifiche affinché
il sistema sia effettivamente utile.
Mantenendo il paragone con il cruscotto dell’auto a volte può capitare che ci sia un mal-
funzionamento nel sistema stesso ad esempio si accende la spia della cintura non inserita
anche se non è vero. Questa situazione può verificarsi anche in un sistema di monitoraggio
aziendale soprattutto quando si presentano dati non previsti nella fase iniziale di proget-
tazione. Ad esempio potreste non aver previsto di ripulire da dati anomali il prezzo di ven-
dita così quando il vostro impiegato dell’ufficio logistica, sempre molto zelante, inserisce il
prezzo dell’ordine, gli scappa qualche zero in più ed ecco che miracolosamente il fatturato
di aprile schizza alle stelle ed il vostro direttore generale vi cerca urgentemente in pausa
pranzo (solitamente i direttori generali hanno l’abitudine di leggere i report in pausa pranzo
o dopo la chiusura aziendale).
WWW.INFOLOGIS.BIZ
15
2
I processi dell’area
logistica
Nel capitolo precedente abbiamo visto come il primo passo per costruire un qualsiasi si-
stema di misurazione sia la mappatura dei processi. In questo capitolo vedremo come map-
pare i processi dell’area logistica ed i principali indicatori associati ad essi. Esistono diversi
modelli per rappresentare i processi, ovvero dei sistemi in grado di ridurre la complessità
della realtà attraverso uno schema facilmente comprensibile. In questo capitolo vedremo
un modello per la mappatura dei processi logistici semplice ma estremamente efficace. Per
ogni marco area descriveremo i processi, lo schema dei dati ed i principali indicatori.
Modelli di processo
Possiamo considerare la logistica come l’insieme di due tipologie di attività fondamentali,
la sosta ed il trasferimento. Queste attività avvengono a diversi livelli della rete logistica. Ad
esempio se consideriamo una rete di aziende e quindi ogni azienda rappresenta un nodo
avremo dei trasferimenti tra i nodi (Il materiale passa dal produttore al distributore per
essere rivenduto al dettagliante) e delle soste all’interno dei nodi (il materiale trasferito al
distributore rimane nel suo magazzino fino a quando non viene trasferito nuovamente). Se
consideriamo la singola azienda allora i nodi diventano i vari reparti produttivi tra cui viene
trasferito il materiale (ad esempio il materiale in sosta nel magazzino prodotti finiti viene
trasferito nell’area spedizioni). Se scendiamo ulteriormente di livello ad esempio se consi-
deriamo il reparto produzione anche qui ci sono trasferimenti e soste di materiali.
La logistica ha come funzione la pianificazione, la gestione ed il coordinamento dei tra-
sferimenti e delle soste di materiali. Le attività, mattone elementare dei processi, hanno la
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
16
necessità di essere organiz-
zate per il raggiungimento
dell’obbiettivo (PIANIFICA-
ZIONE), è necessario so-
vraintendere alla loro ese-
cuzione (GESTIONE), ed è
necessario legare tra di loro
le attività (COORDINAMEN-
TO). All’interno della logisti-
ca queste operazioni sono
svolte attraverso quattro
macroprocessi:
•	 Scorte
•	 Magazzino
•	 Trasporti
•	 Flussi informativi
Il macro processo scorte
si occupa di pianificare le
soste ed i trasferimenti, ov-
vero decide il livello di ac-
cumulo dei materiali all’in-
terno dei diversi nodi della
rete e quando devono essere
effettuati i trasferimenti tra i
nodi. Il macro processo magaz-
zino si occupa della gestione
delle soste all’interno dei nodi,
il macro processo trasporti si
occupa della gestione dei tra-
sferimenti del materiale tra i
nodi mentre il macro processo
dei flussi informativi si occupa
di coordinare i legami tra le va-
rie attività all’interno dei vari
processi.
Per la mappatura dei processi
logistici ci concentreremo uni-
camente sui tre macro processi
che si occupano di pianificare e
gestire i trasferimenti e le so-
ste, mentre il coordinamento
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
17
attraverso i flussi informativi è un processo il cui monitoraggio rientra nelle attività della
funzione IT, pertanto benché essenziale per la corretta gestione logistica non verranno ana-
lizzati gli indicatori.
L’area magazzino
Il macro processo magazzino si occupa di gestire la sosta dei materiali all’interno di un
nodo che può essere il singolo magazzino di reparto fino al più grande magazzino di distri-
buzione regionale. Obbiettivo di questa area è quello di rendere la sosta la più efficiente
possibile. È possibile individuare cinque processi principali che poi possono essere scompo-
sti in altri sottoprocessi a seconda dell’attività tipica dell’azienda.
1.	 Ricevimento
2.	 Stoccaggio
3.	 Prelievo
4.	 Spedizione
5.	 Inventario
Ricevimento: Compito di questo processo è fare in modo che il materiale proveniente
da un altro nodo logistico sia riconosciuto e predisposto per entrare nel nodo logistico. In
questa fase avviene lo scarico del mezzo di trasporto, il riconoscimento delle unità di cari-
co tramite documento di trasporto, il deposito del materiale in una apposita area di sosta,
l’inserimento dei dati all’interno del sistema informativo, il controllo dei materiali ed il loro
smistamento. Obiettivo di questo processo è quello di ridurre il tempo di attesa dei mate-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
18
riali, procedere alla corretta identificazione del materiale ed al corretto smistamento.
Stoccaggio: In questo processo il materiale viene conservato all’interno dei diversi siste-
mi di stoccaggio nella allocazione più opportuna per il suo successivo prelievo. In questa
fase vengono posizionati i materiali nelle loro ubicazioni dopo che sono entrati nel nodo
logistico dopo la fase di ricevimento, oppure a seguito di riorganizzazione del materiale per
ottimizzare il prelievo. Obiettivo di questo processo è evitare lo smarrimento del materiale
all’interno del nodo.
Prelievo: In questo processo il materiale viene prelevato per essere trasferito dal nodo.
In questa fase  vengono definiti i prelievi che è necessario effettuare, vengono prelevati i
materiali, identificati, controllati e smistati nelle varie destinazioni. Obiettivo di questo pro-
cesso è quello di rendere breve la fase di prelievo e di ridurre i gli errori di identificazione e
smistamento.
Spedizione. In questo processo il materiale prelevato viene preparato per essere trasferito
all’esterno del nodo logistico, pertanto è necessario formare le unità di spedizione, predi-
Schema dimensionale per i movimenti di magazzino
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
19
sporre la documentazione necessaria e disporre le unità di spedizione nella apposita area in
attesa che il materiale venga trasferito. Obiettivo di questo processo è quello di ridurre al mi-
nimo gli errori nella preparazione delle unità di spedizione e nella documentazione relativa.
Inventario: In questo processo vengono riallineate le giacenze contabili con le giacenze fisi-
che in modo che non vi siano differenze. Tale attività può essere continua come con l’inven-
tario a rotazione oppure periodica come con l’inventario annuale. Obbiettivo dell’attività è di
ridurre al minimo i tempi necessari al suo espletamento e di evitare di introdurre nuovi errori
nelle giacenze contabili.
I principali indicatori hanno l’obiettivo di valutare l’efficienza dello stoccaggio valutando
quindi la saturazione volumetrica e superficiale del magazzino e la movimentazione dei ma-
teriali valutando la velocità e la correttezza delle operazioni.
La costruzione di questi indicatori non può prescindere dall’utilizzo di un sistema WMS che
rileva le ubicazioni di magazzino ed i movimenti. Per quanto riguarda la rilevazione delle gia-
cenze nelle ubicazioni e quindi la saturazione superficiale è possibile reperirle anche tramite
un buon gestionale, ma per i tempi relativi ai prelievi ed al ricevimento  e posizionamento non
è possibile farlo senza un WMS che registri tutte le operazioni di magazzino. Per la valutazio-
ne dell’efficacia delle operazioni di magazzino, in alcuni casi è necessario di dotarsi di sistemi
di registrazione per valutare ad esempio le spedizioni errate.
Il principale fatto da analizzare all’interno del area magazzino riguarda il movimento ovvero
l’operazione con la quale un materiale viene allocato in una ubicazione oppure prelevato, del
quale vengono considerate le dimensioni temporali, di ubicazione, articolo, operatore e cau-
sale. Vengono quindi misurati la QT del movimento, la QT di UDC, il loro peso, il volume e la
durata del movimento.
Indicatore Descrizione
Tasso occupazione magazzino Celle occupate/Celle totali
Saturazione Superficiale Superficie occupata/superficie totale
Saturazione Volumetrica Volume occupato/volume totale
Produttività Numero righe evase/giorno
Movimentazione in entrata Numero righe entra/movimenti totali giorno
Movimentazione in uscita Numero righe uscite/movimenti totali giorno
Accuratezza inventario Numero codice errati/numero codici totali
Affidabilità consegne Numero spedizioni errate/numero spedizioni totali
Completezza ordine Numero ordine evasi completi/numero ordini evasi
Puntualità consegna Ordini consegnati puntuali/ordini consegnati totali
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
20
L’area scorte
Questo macro processo si occupa di pianificare la sosta ed il trasferimento dei materiali tra
i  vari nodi logistici. Possiamo individuare tre processi principali:
1.	 Pianificazione approvvigionamento
2.	 Previsione della domanda
3.	 Pianificazione livello dei materiali
Pianificazione approvvigionamento: Questo processo si occupa di pianificare i trasferi-
menti di materiali dai fornitori interni ed esterni in base alla domanda di materiali all’inter-
no dei vari nodi. In questo processo vengono emessi gi ordini di acquisto, di conto lavoro, di
produzione o di trasferimento tra depositi diversi. Il processo parte a valle della previsione
della domanda ed ha come obiettivo quello di ridurre la sosta dei materiali all’interno dei
nodi.
Previsione della domanda: Questo processo si occupa di individuare la domanda di mate-
riale all’interno dei vari nodi. In questo processo vengono acquisti gli ordini clienti e vengo-
Schema dimensionale per l’inventario di magazzino
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
21
no fatte le previsioni per i periodi successivi, inoltre viene valutata l’evadibilità degli ordini
clienti. Obiettivo del processo è l’affidabilità della previsione della domanda.
Pianificazione del livello dei materiali: Questo processo si occupa della definizione dei
parametri di gestione dei flussi di materiali come la scorta minima, il punto di riordino ed il
lotto economico. È una attività periodica che definisce i parametri necessari alla pianifica-
zione dell’approvvigionamento ed alla previsione della domanda.
I principali indicatori per quest’area misurano il livello delle scorte all’interno dei vari nodi
e la loro durata per valutare l’efficacia della pianificazione degli approvvigionamenti e della
previsione della domanda.
In questo processo vengono misurati due fatti principali: La giacenza e l’ordine. La giacen-
za viene analizzata in base alla dimensione temporale, alla sua ubicazione ed all’articolo,
mentre l’ordine (di produzione, acquisto, vendita o conto lavoro) viene valutato in base
alla dimensione magazzino, alla data richiesta ed alla data effettiva ed in base all’articolo.
Schema dimensionale per gli ordini
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
22
Indicatore Descrizione
Indice di rotazione Spedito/giacenza media
Puntualità fornitori Ordini consegnati puntuali/ordini consegnati totali
Overstock Valore magazzino in surplus/valore magazzino
Obsolescenza Valore magazzino obsoleto/valore magazzino
Evadibilità ordini Numero di ordini evadibili in T/ Numero di ordini totali ricevuti in T
Scostamento lead
time
Lead time effettivo / lead time previsto
L’area trasporti
Questo macro processo si occupa di gestire i trasferimenti di materiali tra i vari nodi, in
modo particolare  tra i nodi di proprietà dell’azienda (ad esempio trasferimenti tra stabili-
menti differenti o tra magazzini centrali e periferici) e del trasferimento dei materiali verso i
nodi periferici o clienti, diversamente la gestione del trasferimento dai nodi fornitori non è
solitamente a carico dell’impresa. Due sono i principali processi di quest’area:
Gestione della distribuzione
Gestione dei vettori
Gestione della distribuzione: Questo processo si occupa di gestire la spedizione dei mate-
riali verso i vari nodi. In questo processo viene definito il piano delle spedizione, vengono
prenotati i ritiri e viene predisposta la documentazione necessaria in caso i nodi destinazio-
ne siano fuori dall’unione europea. Obiettivo di questo processo è di ottimizzare le spedi-
zioni in modo da ridurre i costi del trasporto.
Gestione dei vettori:Questo processo si occupa della gestione dei mezzi sia interni che
esterni per il trasferimento dei materiali. In questo processo vengono definiti gli accordi con
i fornitori esterni per le spedizioni gestite in outsourcing, invece per le spedizioni gestite in
proprio vengono effettuate tutte le operazioni necessarie alla gestione della flotta di auto-
mezzi (manutenzione, assicurazione, autisti). Obiettivo del processo è l’ottimizzazione delle
risorse necessarie, la riduzione dei tempi di consegna e l’affidabilità delle consegne.
I principali indicatori per quest’area riguardanp l’efficienza dei vettori come ad esempio il
costo per chilometro o la saturazione volumetrica delle spedizioni, mentre altri indicatori
riguardano l’efficacia dei vettori intesa come puntualità di consegna e correttezza.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
23
Il principale fatto analizzato sono le spedizioni che sono analizzate secondo la dimensione
temporale, la dimensione della destinazione dell’origine e della destinazione e secondo il
vettore. Per ogni spedizione sono misurati il peso, il volume, il numero di colli ed il numero
di articoli.
Per l’acquisizione dei dati necessari per l’analisi dei trasporti è fondamentale la corretta
compilazione del documento di trasporto con tutti i dati necessari non solo per assolvere
gli obblighi di legge ma anche quelli per le analisi statistiche, questi ultimi sono spesso sot-
tovalutati dagli operatori addetti alle spedizioni che a volte sotto la pressione dell’autista
trascurano la compilazione di alcuni campi nella predisposizione del DDT. Quindi è oppor-
tuno  pianificare con anticipo le spedizione e prevedere una procedure di emissione dei
dosumenti di trasporto molto intuitiva. Inoltre per avere dati relativi ai costi delle spedizioni
è necessario estrarre i dati relativi alle fatture emesse dai vari vettori.
Schema dimensionale per le spedizioni
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
24
Indicatore Descrizione
Puntualità consegna Consegne puntuali/consegne totali
Puntualità ritiro Ritiri puntuali/ritiri totali
Accuratezza consegna Consegne errate/consegne totali
Costo km Costi trasporto/km percorsi
Volume medio Volume trasportato/numero spedizioni
Numero destinazioni Numero destinazioni mensili
WWW.INFOLOGIS.BIZ
25
3 Costruire i KPI
In questo ultimo capitolo andremo a vedere come realizzare in pratica il nostro sistema
di misurazione individuando gli strumenti software adeguati alla realizzazione del nostro
obiettivo. Qualsiasi implementazione di un sistema di KPI deve partire da una progettazione
che anche se minima è necessario che ci sia altrimenti si corre il rischio di lavorare il doppio
dopo per star dietro agli errori. In questo capitolo vedremo due tipologie di soluzioni una
basata su software di business intelligence ed una basata sull’utilizzo di Excel. È bene consi-
derare che il software di business intelligence deve adattarsi alle mutevoli esigenze dell’im-
presa crescendo con l’azienda, per questo il mio consiglio è di partire dalla soluzione Excel,
in una fase iniziale in cui l’impresa sta esplorando le sue esigenze di Business Intelligence
per poi passare una volta che le esigenze sono maturate ad una soluzione di acquisto di
un software specifico. Per le imprese molto piccole potrebbe bastare la soluzione di Excel,
mentre chiaramente per le imprese di più grandi dimensioni la soluzione dopo un po’ si
rivela inadeguata.
Il mio consiglio anche per le imprese più grandi è quello di partire da una soluzione sempli-
ce per poi ampliarla quando saranno più chiare le esigenze di informazioni, in questo modo
si può lavorare senza la pressione di un budget e maturare una cultura di business intelli-
gence che si rivelerà di grandissima utilità nel approcciare progetti di maggiore complessità.
Nella definizione di un progetto “esplorativo”  di business intelligence possiamo seguire le
seguenti fasi:
1.	 Definizione degli obbiettivi
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
26
2.	 Analisi dei dati disponibili
3.	 Definizione dei requisiti
4.	 Modellazione dei dati
Definizione degli obbiettivi: In questa fase andremo a definire i confini del nostro proget-
to, ovvero quale parte di azienda andremo a misurare, ad esempio per quanto riguarda la
logistica potremmo decidere di monitorare le scorte, il magazzino o i trasporti.  In questa
fase individueremo un calendario delle attività da fare, le risorse necessarie ed i risultati
attesi.
Analisi dei dati disponibili: In questa fase andremo ad analizzare cosa registra il nostro
gestionale o gli altri sistemi ad esso collegato (ad esempio il software che gestisce il magaz-
zino automatico). Andremo quindi ad individuare dove sono registrati i dati, come sono re-
gistrati e chi ha il compito di gestirli. In questo modo avremo il panorama delle informazioni
che potremmo attenderci di estrarre. Ad esempio se il nostro gestionale non registra sul
DDT il volume della spedizione, non potremo chiaramente calcolare il volume medio delle
spedizioni. Diverso è invece se il gestionale prevede quel dato ma non viene inserito, in
questo caso bisogna valutare con chi gestisce l’inserimento del dato perché questo non vie-
ne rilevato. In questa fase esplorativa di Business Intelligence normalmente ci si accontenta
dei dati che ci sono, successivamente con l’utilizzo quotidiano dei report ci si può rendere
conto se effettivamente quel dato non registrato è importante oppure no.
Definizione dei requisiti: Sulla base di quanto è possibile estrarre dal gestionale ed in base
alle esigenze informative di chi deve prendere le decisioni vengono definite le domande
a cui il sistema di monitoraggio dovrà rispondere, ad esempio quanto ruota il magazzi-
no? Che volume di merci spediamo verso una particolare destinazione ?. Il suggerimento è
quello di fare un elenco di domande relative alle aree aziendali che dobbiamo analizzare e
a fianco di ogni domanda indicare quali dati sono necessari (ad esempio per l’indice di ro-
tazione abbiamo bisogno di dati come la giacenza e la qt spedita/consumata). Poi andiamo
ad eliminare le domande per cui non abbiamo i dati per rispondere.
Modellazione dei dati: In questa fase in base alle domande evidenziate dall’analisi dei
requisiti andiamo ad organizzare i dati per poter rispondere alle domande. Si tratta in so-
stanza di associare per ogni area di analisi una o più tabelle con i dati necessari per il calcolo
degli indicatori. Ad esempio per l’area scorte potrebbe essere necessaria una tabella con
informazioni del tipo: Articolo, Categoria, Sottocategoria, Giacenza, Data, Magazzino e così
via. Per ogni colonna della tabella andremo poi ad indicare sinteticamente dove andremo
a prendere il dato e se sono necessari dei calcoli per ottenere l’informazione necessaria.
Ad esempio in vecchi gestionali la data potrebbe essere registrata in questo modo AAAAM-
MGG, ma per poter fare delle operazioni è necessario riportala nel formato GG/MM/AAAA.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
27
SpagoBi
SpagoBI è una piattaforma libera per lo sviluppo di progetti di Business Intelligence in un
ambiente integrato ed estremamente flessibile. La piattaforma è un importante supporto ai
processi decisionali dell’attività di business quotidiano e strategico, sia a livello direzionale
che operativo grazie ai numerosi strumenti analitici messi a disposizione.
SpagoBI offre molteplici soluzioni per la reportistica, l’analisi multidimensionale, i cruscotti
semplici ed interattivi, le analisi geografiche e grafiche, la gestione e visualizzazione dei KPI,
l’interrogazione libera, il data mining, la collaborazione e l’arricchimento informativo. Spa-
goBI si articola in cinque moduli:
• SpagoBI Server: la piattaforma che comprende tutti gli strumenti analitici, la gestione
della sicurezza e delle regole di visibilità, i tools di amministrazione;
• SpagoBI Studio: un ambiente di sviluppo integrato basato su Eclipse;
• SpagoBI Meta: l’ambiente dei metadati;
• SpagoBI SDK: un layer di integrazione per usare SpagoBI da applicazioni esterne;
• SpagoBI Applications: che accoglie tutti i modelli analitici verticali sviluppati con SpagoBI.
SpagoBI Server
Il Modello Analitico è il cuore di SpagoBI Server e soddisfa l’intera gamma dei requisiti di
analisi, offrendo diverse soluzioni per ogni area analitica:
• Reports per presentare dati strutturati in modalità pixel-perfect;
• Analisi OLAP per navigare attraverso i dati;
• Dashboards in tempo reale per monitorare i KPI;
• Processi di data mining per scoprire informazioni nascoste;
• Statistiche geo-referenziate per pubblicare con una rappresentazione geografica i dati
archiviati in normali data warehouse;
• Grafici per presentare le informazioni in una modalità semplice ed intuitiva;
• Free Inquiry (QbE) per comporre liberamente le proprie interrogazioni, esportarne il ri-
sultato in fogli di lavoro e generare il primo template di reportistica;
Gli strumenti disponibili
Sul mercato sono disponibili diversi software per business intelligence pertanto tra le varie
soluzioni ho scelto quelle maggiormente conosciute e per cui è disponibile diverso mate-
riale in giro per internet. Ho scelto due software commerciali ed uno open source anche se
i due software commerciali presentano entrambi delle versioni free con delle limitazioni. Il
mio suggerimento è quello di iniziare con Excel poi passare ad una delle versioni free o base
di uno dei software illustrati e successivamente valutare l’implementazione della versione
avanzata, in questo modo lo strumento software crescerà con la maturazione delle vostre
esigenze di business intelligence.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
28
• Modello KPI per costruire ed esaminare il proprio modello di monitoraggio prestazionale;
• Dossier Analitici per condividere informazioni pubbliche e private prima di una riunione
(ad esempio nella contrattazione del budget, in una riunione di avanzamento progetti) o per
archiviare collezioni tematiche di documenti (ad esempio il libro dei prodotti di una stagione
con i relative dati di vendita);
• Documenti Office per pubblicare documenti office sotto il governo del modello comporta-
mentale;
• processi ETL per raccogliere dati da molte e diverse sorgenti.
SpagoBI permette all’utente di decidere come comporre la piattaforma che soddisfa al me-
glio le sue esigenze, anche unendo prodotti open source e proprietari al fine di salvare gli
investimenti pregressi e quindi massimizzare il ROI. Il Modello Comportamentale regola la
visibilità sui documenti e sui dati, in relazioni ai ruoli dell’utente finale. Grazie al modello com-
portamentale è possibile riuscire a:
• ridurre il numero di documenti analitici da sviluppare e mantenere;
• codificare una sola volta le regole di comportamento dei documenti e di visibilità sui dati;
• garantire lo crescita armonica del progetto nel tempo;
• garantire il rispetto delle regole di visibilità nel tempo, indipendentemente dai motori o dai
documenti analitici che si vanno aggiungendo.
SpagoBI Meta
SpagoBI Meta è il modulo di SpagoBI specificatamente focalizzato nella gestione e nell’inter-
rogazione dei metadati. La piattaforma gestisce metadati tecnici e di business, permettendo
all’utente di modificarli o importarli da tool esterni quali l’ETL. I metadati di business aiutano
l’utente a conoscere meglio i dati che sta guardando, mentre i metadati tecnici permettono
all’amministratore di sapere la provenienza dei dati, generare documentazione automatica o
effettuare analisi di impatto. Il modulo è composto da uno strumento a supporto della fase
di reverse engineering della base dati tramite il quale è possibile definire oggetti base e og-
getti complessi da utilizzare poi all’interno della piattaforma dagli strumenti di analisi. Questo
modulo si occupa anche di arricchire la base di conoscenza dei metadati di SpagoBI Server,
così da essere facilmente interrogabili attraverso tutti gli strumenti già a disposizione: report,
OLAP e QbE.
Microstrategy
Microstrategy , è un’azienda americana leader mondiale per quanto riguarda la distribu-
zione di software per la Business Intelligence. Microstrategy è caratterizzato da un architet-
tura relazionale (ROLAP), all’interno della quale si utilizza un modello multidimensionale
virtuale, contraddistinto da una serie di cubi che descrivono i principali fatti di interesse e
che possono facilmente essere compresi dagli utenti che possono quindi navigare senza
troppi problemi all’interno della mole di dati e informazioni.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
29
MicroStrategy consente un facile scambio di componenti aperti come DBMS, ETL, Sistemi
Operativi, Sistemi di Directory, ERP e software per il Web, per consentire ai clienti di scam-
biare facilmente un componente tecnologico con un altro. Mantenendo una stretta relazione
con le tecnologie complementari, questo prodotto consente ai clienti di ottenere quella fles-
sibilità necessaria per creare sistemi di Business Intelligence assicurando al contempo alte
prestazioni e una gestione operativa stabile. Le principali caratteristiche di MicroStrategy
Interfaccia Web: MicroStrategy  introduce una nuova interfaccia utente, specificamente cre-
ata per l’imprenditore e ottimizzata per elevata produttività. L’interfaccia utente include una
nuova serie di azioni a “clic singolo”, incorporate attraverso l’interfaccia per rendere gli utenti
altamente produttivi nella visualizzazione e nell’esplorazione dei dati. È progettata con un
look innovativo e una visione più semplice, che espone la funzionalità agli utenti in modo
graduale, secondo le loro necessità;
Reporting completamente interattivo: MicroStrategy  ha esteso la capacità di report delle
versioni precedenti, rendendo completamente interattivi tutti i report e le scorecard. Ora gli
utenti possono riorganizzare qualunque report con semplici interventi di trascinamento o
facendo clic sulle nuove icone della barra degli strumenti, per avere visualizzazioni completa-
mente nuove dei dati, tutte per lo stesso report e senza richiedere assistenza;
Accesso diretto ai dati di business: MicroStrategy  incorpora nella propria architettura un ul-
teriore motore dinamico di accesso ai dati. Questo motore è progettato per accedere a data-
base multidimensioni, per esempio i database di Business Information Warehouse (BW) SAP.
Unione eterogenea dei dati di tutta l’azienda: MicroStrategy  estende la flessibilità di mo-
dellazione dei dati delle versioni precedenti per includere viste integrate dei dati provenienti
da memorie dati eterogenee. I dati possono provenire da qualunque sorgente, inclusi ware-
house dei dati, centri dati, BW SAP e qualunque database di sistemi operativi;
Integrazione della funzione di Data Mining migliore nei report e nelle analisi principali: Mi-
croStrategy  ha allargato il proprio motore analitico alla capacità di Data Mining, che consente
ai report e alle analisi di includere capacità predittive in ogni report o analisi. Ora il motore
analitico può calcolare svariate funzioni di data mining, compresi algoritmi di rete neurale,
algoritmi di cluster, di regressione e ad albero. Insieme a questa nuova capacità di calcolo,
MicroStrategy  comprende anche la nuova possibilità di importare modelli di data mining
direttamente dai migliori prodotti del settore.
QlikView
Gran parte dei database standard di QlikView sono basati su un modello relazionale. I
record sono suddivisi in modo da ridurre la ridondanza, mentre i campi chiave vengono
utilizzati per riunire nuovamente i record nel momento in cui vengono utilizzati. I program-
matori di database devono trovare un difficile compromesso tra l’incremento della velocità
e l’aumento dello spazio e del tempo necessari per aggiungere o modificare i record.
QlikView è una soluzione di architettura semplice, dove tutti i dati sono salvati in memoria
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
30
e i calcoli vengono eseguiti solo all’occorrenza. L’obiettivo di QlikTech consiste nel fornire
potenti soluzioni di analisi e reporting in un quarto del tempo, a costi dimezzati e con un
valore doppio rispetto ai prodotti basati sui cubi OLAP. QlikView è progettato in modo che
l’intera applicazione (incluso il modello dati) sia memorizzata nella RAM, caratteristica che
rende questa soluzione più efficiente rispetto alle applicazioni OLAP tradizionali.
Nel momento in cui avviene il caricamento dei dati da un’origine dati, QlikView crea un
modello dati in-memory che consente l’accesso a milioni di celle di dati e risponde alle que-
ry in una frazione di secondo. È inoltre possibile eseguire associazioni ad alta velocità con
un semplice clic sugli oggetti dei vari fogli e aggiornare immediatamente la visualizzazione.
QlikView lavora a velocità superiori e richiede meno spazio rispetto a un database relazio-
nale equivalente in quanto ottimizza le informazioni nel momento in cui le carica, rimuo-
vendo i valori ridondanti dei diversi campi e correlando automaticamente le tabelle. Poiché
non sono necessari indici, ogni campo è disponibile come campo di ricerca senza compro-
mettere in alcun modo le prestazioni. Grazie a questa architettura, QlikView richiede in
genere un decimo, o anche meno, dello spazio necessario per gli stessi dati rappresentati in
un modello relazionale (ad es. in 10 GB di memoria sono contenuti 100GB di dati).
Non esiste alcun limite al numero di tabelle consentite in un’applicazione o al numero di
campi, righe o celle in una singola tabella. La capacità della RAM è l’unico fattore che limita
le dimensioni dell’applicazione. QlikView consente di analizzare grandi volumi di dati a ve-
locità elevata grazie alla particolare struttura del modello dati in-memory. QlikView esegue
calcoli “al volo”, fornendo a tutti gli utenti – e non solo ai pochi esperti – funzionalità di
analisi multidimensionale. Di conseguenza gli utenti possono ottenere risposte alle query
ed eseguire calcoli in una frazione di secondo, nonché elaborare grandi dataset; dal canto
loro le aziende possono soddisfare in modo rapido e conveniente le esigenze di un maggior
numero di utenti.
Sfruttando appieno i vantaggi della capacità di memoria della tecnologia a 64 bit, QlikView
è in grado di fornire metriche a livello di riepilogo e dettagli a livello di record sulla stessa
architettura. Le aziende possono quindi trarre vantaggio da soluzioni di analisi scalabili che
forniscono indicatori KPI a livello di riepilogo, oltre ad analisi dettagliate ed estremamente
granulari. QlikView integra in una singola piattaforma unificata tutte le funzionalità che in
genere caratterizzano suite di prodotti più complesse e costose.
Oltre a fornire potenti applicazioni analitiche, QlikView consente di eseguire analisi fles-
sibili ad hoc e di creare semplici report stampabili. In questo modo le aziende possono
estendere QlikView a tutti gli utenti - dagli analisti qualificati che creano report dettagliati
ai dirigenti che hanno bisogno di una panoramica sulle informazioni aziendali critiche, fino
ai responsabili della supervisione degli impianti che analizzano le prestazioni di output. Con
QlikView è inoltre possibile sostituire i report cartacei non utilizzati con report generati on
demand.
QlikView mette disposizione una versione free completamente funzionante con la limita-
zione che i file creati non possono essere condivisi ed aperti da altri utenti che hanno Qli-
kView. L’installazione e l’utilizzo sono molto intuitivi inoltre sono disponibili diversi tutorial
e guide per poter imparare i primi rudimenti.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
31
Costruire i KPI con Excel
Ogni gestionale ha la necessità di registrare i dati all’interno di un particolare file (in realtà
non sempre si tratta di un unico file) chiamato database. Ogni qualvolta aprite una ma-
schera del vostro gestionale per inserire un DDT o un ordine, il programma si preoccupa
di recuperare o registrare i dati all’interno di una o più tabelle del database. Le maschere
hanno il compito di semplificare (almeno questo è quello che fanno nella maggior parte dei
casi) l’inserimento, la modifica, la cancellazione e l’interrogazione dei dati all’interno di una
database, che solitamente è organizzato in più tabelle che contengono dati omogenei tra
di loro, ad esempio la tabella con l’anagrafica articoli, la tabella con le righe degli ordini di
vendita.
La soluzione proposta prevede l’utilizzo di MS Query per estrarre i dati dalle tabelle del
gestionale e l’uso delle tabelle Pivot per creare report e grafici riepilogativi. Per poter rea-
lizzare questa soluzione sono necessari due requisiti di base:
•	 Il database sia accessibile
•	 Avere le credenziali di accesso al database
Esistono sul mercato diverse tipologie di database più o meno costose, più o meno ef-
ficienti che possono essere utilizzate per archiviare i dati. Solitamente il produttore del
gestionale sceglie un database su cui registrare i dati, oppure per le grandi imprese viene
lasciata libertà di scegliere quale database utilizzare, pagando quindi due licenze una per il
software gestionale ed una per il database (solitamente Oracle, SQLServer o MySql). Quan-
do il database è compreso nel pacchetto software (soprattutto per i gestionali di piccole
dimensioni in cui non devono accedere molti utenti) solitamente è utilizzata una licenza
gratuita o limitata dei database più diffusi. Potrebbe anche capitare (ma questo succedeva
in passato) che i dati vengano registrati su un database proprietario dell’azienda produttri-
ce del software gestionale ed in questo caso non è possibile accedere ai dati, oggi la stra-
grande maggioranza dei gestionali utilizza uno dei database maggiormente diffusi e quindi
accessibili.
La seconda condizione è di avere le credenziali di accesso al database del gestionali, ovve-
ro username e password per accedere al database, che potrebbero corrispondere a quelle
utilizzate per accedere al gestionale.
Una volta verificati i prerequisiti è necessario collegarsi al database tramite una connessio-
ne ODBC, ovvero una specie di ponte che permette di interrogare i dati presenti all’interno
dello specifico database. È necessario che sul proprio PC sia installato un driver ODBC per il
database da interrogare, solitamente con l’installazione di windows vengono caricati i dri-
ver per MS Access e SQLServer. Nel caso non fosse installato il driver solitamente è possibile
scaricarlo dal sito del produttore del database.
Una volta verificata la presenza del driver ODBC necessario per creare la connessione pro-
cediamo in questo modo:
1 Andiamo in pannello di controllo
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
32
2 Clicchiamo su strumenti di amministrazione
3 Clicchiamo su origine dati ODBC
4 Nella maschera che compare vedrete tutte le connessioni presenti sul vostro PC, quindi
cliccate su aggiungi
5 Nell’elenco dei driver ODBC presenti selezionare il driver specifico per il proprio databa-
se e cliccare su fine.
6 A questo punto la configurazione della connessione dipende dallo specifico database
ma solitamente viene richiesto:Un nome da dare alla connessione (a vostra scelta) il server
(ovvero il PC) su cui risiede il database, l’username e la password.
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
33
Una volta creata la connessione possiamo iniziare ad interrogare i dati, ma prima di opera-
re è opportuno conoscere il database ovvero cercare di capire come sono organizzati i dati
per poter effettuare le interrogazioni,  se disponibile è meglio consultare la documentazio-
ne che nel migliore dei casi consiste nello schema relazionale (un disegno con i nomi delle
tabelle e come sono collegate tra di loro) ed il dizionario dei dati ovvero l’elenco dei campi
presenti nelle varie tabelle con una descrizione di cosa è contenuto nel campo. Ovviamente
non ha senso analizzare tutte le tabelle, anche perché in un piccolo gestionale ce ne sono
centinaia, mentre per un sistema ERP come SAP si arriva tranquillamente a diverse centina-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
34
ia. In questa fase dovrete individuare le tabelle che servono per la vostra analisi, per l’area
logistica sono d’interesse le tabelle con l’anagrafica articoli, l’anagrafica clienti/fornitori,
gli ordini di vendita e di acquisto, i  documenti di trasporto, i movimenti di magazzino ed i
saldi di magazzino. Ovviamente se i programmatori hanno avuto buon senso nel definire il
nome delle tabelle non dovrebbe essere difficile, altrimenti dovrete navigare tra sigle come
MAGSAL o TESORCLI e via dicendo.
LO SCHEMA RELAZIONALE CON VISIO
Se non avete lo schema relazionale ma avete a disposizione VISIO potere ricavarvi lo sche-
ma relazionale con l’elenco dei campi presenti nel vostro database. Una volta avviato MS
VISIO procedete in questo modo:
1 Andate su nuovo e tra i modelli scegliete software e database e scegliete Database –
modello
2 Andate nel menù database e cliccate su decodifica
3 Selezionate la connessione ODBC al vostro database
4 Cliccate due volte su avanti e vi ritroverete l’elenco delle tabelle del vostro database, a
questo punto se sono poche potete selezionarle tutte, oppure scegliere solo quelle che vi
interessano.
5 Cliccate su fine e dopo un tempo che dipende dal numero di tabelle che avete selezio-
nato  vi ritrovate la mappa del vostro database. Buona navigazione !!!
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
35
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
36
Nel caso non aveste a disposizione la documentazione del database dovrete procedere per
tentativi, ovvero quando andate ad interrogare il database dovrete scorrevi le varie tabelle
per individuare quelle che potrebbero contenere i dati che servono provare ad estrarre i
dati e verificare se sono quelli che vi servono. È un lavoraccio ma non è impossibile (la pros-
sima volta farete più attenzione nello scegliere il vostro fornitore di servizi informatici!!!)
A questo punto siete pronti ad estrarre i dati, ovvero a creare la vostra prima Query (in-
terrogazione). Per interrogare i database è stato realizzato un apposito linguaggio chiamato
SQL che praticamente vi permette di chiedere qualsiasi cosa al vostro database (sempre che
lui abbia voglia di rispondervi e la domanda sia posta correttamente !!!). Ovviamente per
interrogazioni semplici non è necessario imparare questo linguaggio ma potete utilizzare
MS Query per creare in maniera grafica ed intuitiva le vostre interrogazioni.
Per avviare MS Query aprite Excel andate sulla barra dati e procedete in questo modo:
1 Cliccate da altre origini dati e cliccate su MS Query
2 Nella maschera che vi compare selezionate la connessione ODBC al vostro database e
togliete la spunta da usa creazione guidata.
3 A questo punto vi trovate in MS Query e nella prima maschera vi viene chiesta la tabella
da aggiungere, scorrete l’elenco e selezionate la tabella che vi interessa.
A questo punto  cliccate sul pulsante mostra criteri e vi troverete lo schermo diviso in tre
parti:
Nella prima parte trovate l’elenco delle tabelle con i loro campi, potete sempre aggiun-
gere una tabella cliccando su aggiungi tabelle, oppure eliminare selezionando la tabella e
premendo il tasto CANC. Solitamente quando fate un’interrogazione i dati sono presenti su
più tabelle ad esempio nelle righe d’ordini trovate il codice articolo, ma per avere una sua
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
37
descrizione o conoscere la categoria merceologica è necessario aggiungere la tabella ana-
grafica articoli. Solitamente nei database ben progettati i dati sono collegati tra di loro cosi
quando aggiungerete la tabella Articoli comparirà una linea che collega il campo Articolo
della tabella anagrafica con il campo Articolo della tabella righe ordine. Nel caso questo
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
38
collegamento non fosse automatico bisogna crearlo trascinando il campo articolo della ta-
bella anagrafica sul campo articolo della tabelle righe ordine (Anche in questo caso potete
maledire il vostro fornitore software !!!).
Quando fate doppio clic su un campo di una tabella questo viene riportato nell’area in bas-
so dove compaiono i dati della query in anteprima, alternativamente potete selezionare il
campo che vi interessa e trascinarlo nell’area anteprima.
Nella seconda parte dello schermo compaiono i criteri con i quali selezionare i dati, per
inserire un filtro su un campo potete selezionare il campo nella tabella e trascinarlo in
quest’area, dove c’è scritto valore andrete ad in indicare il valore da filtrare con un uno o
più operatori di confronto (=, ,, like, not ecc) se non indicate nessun operatore allora vie-
ne considerato come operatore uguale. Ad esempio se avete selezionato il campo prezzo
in anagrafica articoli e come valore avete inserito  5 la query estrarrà tutti gli articoli con
prezzo uguale a 5 se invece volete gli articoli con prezzo superiore a 5 dovrete inserire 5 se
volete gli articoli con prezzo tra 5 e 10 dovrete scrivere 5 and 10, se volete gli articoli con
prezzo tra 5 e 10 o tra 20 e 30 dovrete scrivere 5 and 10 or 20 and 30.
Per fare ricerche all’interno di testi utilizzate l’operatore like in abbinamento con * e ?.
Vediamo alcuni semplici esempi:
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
39
Descrizione articolo che inizia con Tessuto, indicate come criterio like ‘Tessuto*’
Descrizione articolo che contiene ciliegio, indicate come criterio like ‘*ciliegio*’
Codice articolo di 5 caratteri che inizia per T, indicate come criterio like ‘T????’
Possiamo inserire quanti criteri vogliano semplicemente trascinando il campo che vogliamo
filtrare nel campo criteri , ma attenzione che filtrando, filtrando la tabella rimane vuota !!!
Nella ultima parte dello schermo compare l’anteprima dei dati selezionati, in questa parte
possiamo spostare le colonne. Se facciamo doppio clic su una colonna compare una ma-
schera che ci consente di effettuare due operazioni: rinominare il campo ed effettuare dei
raggruppamenti. Per dare un nome più significativo al campo basta inserire una descrizione
in intestazione colonna, se il vostro campo si chiama CODART potete inserire una descrizione
comprensibile anche ad essere umani come Codice Articolo.
Con il raggruppamento possiamo effettuare delle operazioni su diversi record, ad esempio
se vogliamo sapere quanti articoli ci sono per categoria merceologica, possiamo trascinare i
campi Categoria e Codice Articolo nella zona antepri-
ma, fare doppio clic sulla colonna Codice articolo e
inserire in intestazione colonna la descrizione Totale
articoli, mentre nella colonna a discesa selezionate
Conteggio. In questa casella trovate le varie operazio-
ne di aggregazione che è possibile compiere come la
somma, la media, il minimo ed il massimo.
Sempre nell’area anteprima è possibile inserire dei
campi calcolati, ad esempio se abbiamo estratto dal-
la nostra tabella righe ordini clienti la QT ordinata, e
dalla tabella listini il prezzo di listino dell’articolo pos-
siamo calcolare il prezzo totale nella prima colonna
vuota dell’area anteprima la formula: TOTALE=QT * Prezzo (o qualsiasi altro nome abbiano i
campi che riportano il prezzo e la QT).
Se conosciamo il linguaggio SQL, o semplicemente per curiosità (o magari per imparare fa-
cendo) cliccate sul pulsante SQL e tutto quello che avete creato graficamente viene tradotto
da MS Query in linguaggio SQL. Ovviamente potete fare qui le vostre modifiche o scrivere
direttamente la vostra query, il vantaggio di scrivere direttamente le istruzione SQL è chiara-
mente quello di avere una maggiore flessibilità e potenza nell’estrarre i dati dal vostro data-
base, pensate che ci sono istruzioni SQL che arrivano a diverse decine di righe (nelle Query
create graficamente solitamente ci sono al massimo 4/5 righe) effettuando calcoli abbastanza
complicati e collegando più tabelle insieme.
A questo punto quando la vostra interrogazione è pronta e siete soddisfatti dei dati estratti
potete cliccare su file e poi su restituisci dati ad Excel. A questo punto vi ritrovate i vostri dati
in Excel che potete ulteriormente ordinare, filtrare e rielaborare. Quando il database viene
modificato per avere i dati sempre aggiornati, basta andare su Dati e cliccare su aggiorna, in
questo modo avete il vostro fatturato in tempo reale !!!. Ovviamente  i tempi di aggiornamen-
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
40
to dipendono da quanto complicata è la vostra query e di quanti dati estrae (ad esempio molti
collegamenti tra tabelle soprattutto se molto grandi rallentano molto l’estrazione dei dati)
Una piccola precisazione per chi utilizza la versione 2003 di Excel, in questa versione c’è il li-
mite di 65000 righe, limite che può essere facilmente superato soprattutto nei database delle
medio grandi imprese quando si estraggono molti dati di dettaglio, ad esempio se vogliamo
estrarre tutti i movimenti di una azienda che possiede più magazzini nell’arco di un anno pos-
siamo tranquillamente superare le 100.000 righe, in questo caso Excel 2003 vi segnala errore
e vi restituisce solo le prime 65.000 righe.
Una volta estratti i dati possiamo utilizzarli per realizzare delle tabelle Pivot che ci consento-
no di raggruppare i dati per ottenere dei report riassuntivi delle nostre informazioni (in verità
una volta cliccato in MS Query su riporta i dati in Excel, ci viene proposto se riportare i dati
così come sono oppure di creare direttamente una tabella Pivot. Allo stesso modo quando
creiamo una tabella Pivot che ci chiede di specificare l’origine dati possiamo selezionare l’op-
zione origine dati esterna per creare una query su cui costruire la tabella Pivot)
La tabella pivot è composta da quattro elementi in cui trascinare i campi della tabella da
analizzare:
•	 Etichette di riga
•	 Etichette di colonna
•	 Valori
•	 Filtro Rapporto
Etichette di riga: In questa sezione trasciniamo uno o più campi che vogliamo compaiano
come intestazioni delle righe della tabella. Ad esempio se abbiamo estratto la tabella con la
testata dei documenti di trasporto possiamo trascinare in questa area il campo Destinazione
in modo da avere l’elenco delle destinazioni.
Etichette di colonna: Analogamente alle etichette di riga in questa area trasciniamo i campi
che vogliamo compaiano come intestazioni di colonna della tabella. Sempre considerando
l’esempio dei DDT in questa area trasciniamo ad esempio il campo Data
Sia per i campi in etichetta di colonna che di riga possiamo effettuare un raggruppamento di
dati, cliccando con il pulsante destro sul campo della tabella pivot e cliccando su raggruppa
possiamo utilizzare raggruppamenti automatici per dati di tipo numerico o di tipo data. Sem-
pre nell’esempio precedente se clicchiamo sul campo Data spedizione possiamo raggruppare
le date per mesi, trimestri od anni. Nel caso di campi numerici possiamo indicare un intervallo
di raggruppamento. Ad esempio se ho un campo con il peso della spedizione posso ad esem-
pio indicare un intervallo da 1 a 200 e raggruppare per 20, in questo modo ho delle classi di
intervallo uguale a 20 kg e contare per ogni classe quante spedizioni sono state fatte.
Valori: In questo campo andiamo a trascinare il campo su cui vogliamo effettuare una ope-
razione di aggregazione come ad esempio il conteggio o la somma. Il tipo di operazione effet-
tuabile dipende dal tipo di dato ad esempio per un dato alfanumerico possiamo fare solo il
conteggio (ad esempio se abbiamo il nostro elenco di articoli e con la categoria merceologia
ed il peso, se raggruppiamo per categoria per il campo codice articolo possiamo fare solo un
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
41
KPI PER LA LOGISTICA
WWW.INFOLOGIS.BIZ
42
conteggio mentre per il campo peso possiamo effettuare oltre che il conteggio anche la som-
ma). Per i campi di tipo numerico possiamo fare tutte le operazioni di aggregazione anche se
non è detto che queste abbiano senso. Consideriamo ad esempio una tabella in cui abbiamo
il magazzino, il codice articolo, la data ed il valore della giacenza. Se raggruppiamo per la data
per mese non ha senso fare la somma dei valori della giacenza in quanto non avremo un va-
lore corretto, ha più senso fare una media, mentre se raggruppiamo per magazzino possiamo
fare la somma della giacenza.
Cliccando sul campo valore possiamo dare una formattazione numerica al dato oppure pos-
siamo farlo esprimere in percentuale di colonna o di riga o del totale.
Filtro Rapporto: Questa area rappresenta la terza dimensione del report, ovvero la zona
in cui solitamente si inserisce un filtro per avere sezioni particolari di un rapporto. Sempre
considerando l’esempio dei DDT nel campo filtro possiamo trascinare ad esempio la causale
del trasporto in modo che possiamo analizzare le spedizione nel tempo e nello spazio (Riga
destinazione e Colonna Data) e filtrare ad esempio per causale vendita più tosto che conto la-
voro in modo da avere due report distinti per le spedizioni in conto lavoro e quelle in vendita
semplicemente cliccando su filtra rapporto.
Dalla tabella Pivot possiamo in automatico creare un grafico per una rappresentazione più
immediata dei nostri dati. Il grafico sarà collegato alla nostra tabella quindi qualsiasi aggior-
namento facciamo alla tabella si rifletterà sul grafico. Nella tabella pivot è poi possibile filtrare
alcuni dati specifici, ad esempio potremmo considerare sole le spedizioni verso alcune desti-
nazione, è poi possibile ordinare i campi etichetta e valori.
Completano la creazione di report l’utilizzo della formattazione condizionale in modo da far
risaltare alcuni dati in particolare, oppure per creare delle tabelle con dentro dei grafici uti-
lizzando ad esempio la formattazione condizionale a semaforo per avere immediatamente il
colpo d’occhio sull’andamento del fenomeno.
PowerPivot per Excel 2010 è uno strumen-
to per l’analisi dei dati che offre potenzialità
di calcolo senza precedenti direttamente in
un’applicazione già nota e molto apprezza-
ta dagli utenti: Microsoft Excel.  Con questo
componente aggiuntivo per Excel, è possi-
bile elaborare enormi quantità di dati con
una velocità notevole per trasformarli in in-
formazioni significative in grado di offrire le
risposte necessarie.
Si possono elaborare milioni di righe con
prestazioni elevate, molto simili a quelle
normalmente ottenute per l’elaborazione di
un migliaio di righe. Il motore di business in-
telligence (BI) in memoria, inoltre, consente
di sfruttare al massimo le potenzialità offer-
te dalla disponibilità di processori multicore
e gigabyte di memoria per ottenere velocità
elevatissime di elaborazione dei calcoli. È
possibile integrare dati provenienti da una
vasta gamma di origini, tra le quali database
aziendali, fogli di calcolo, rapporti, file di te-
sto e feed di dati Internet.
PIU POTENZA CON POWERPIVOT

Mais conteúdo relacionado

Mais procurados

Principi di Procurement & Supply Management
Principi di Procurement & Supply ManagementPrincipi di Procurement & Supply Management
Principi di Procurement & Supply Managementfabio novara
 
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...Simco Consulting
 
SIMCO: I sistemi avanzati di Picking
SIMCO: I sistemi avanzati di PickingSIMCO: I sistemi avanzati di Picking
SIMCO: I sistemi avanzati di PickingSimco Consulting
 
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a Commessa
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a CommessaOperations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a Commessa
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a CommessaMauro Giovanelli
 
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresa
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresaLa forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresa
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresaGiorgio Tosi
 
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001Safer - Formazione e Consulenza
 
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerce
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerceKPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerce
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerceBizup
 
Demand e inventory planner
Demand e inventory plannerDemand e inventory planner
Demand e inventory plannerConcordia Srl
 
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crm
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crmSistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crm
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crmERP Billing & CRM
 
SIMCO: Magazzino Automatico
SIMCO: Magazzino AutomaticoSIMCO: Magazzino Automatico
SIMCO: Magazzino AutomaticoSimco Consulting
 
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTINGL'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTINGlogisticaefficiente
 
Soluzioni software per la Lean Management
Soluzioni software per la Lean ManagementSoluzioni software per la Lean Management
Soluzioni software per la Lean ManagementTeamSystem
 
Gestione della commessa
Gestione della commessaGestione della commessa
Gestione della commessasata
 
ProcOut e la Forza degli Acquisti
ProcOut e la Forza degli AcquistiProcOut e la Forza degli Acquisti
ProcOut e la Forza degli AcquistiSergio Giordano
 
7 migliorare processi aziendali
7 migliorare processi aziendali7 migliorare processi aziendali
7 migliorare processi aziendaliJacques Bottel
 
CONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONECONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONEmindlabhotel
 
Pillole Di Formazione 2009: Il Budget
Pillole Di Formazione 2009: Il BudgetPillole Di Formazione 2009: Il Budget
Pillole Di Formazione 2009: Il BudgetLuigi Mengato
 
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?Simco Consulting
 
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...Simco Consulting
 

Mais procurados (20)

Principi di Procurement & Supply Management
Principi di Procurement & Supply ManagementPrincipi di Procurement & Supply Management
Principi di Procurement & Supply Management
 
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...
SIMCO: COME REALIZZARE UNA «LEAN SUPPLY CHAIN» i 10 punti e gli elementi chia...
 
SIMCO: I sistemi avanzati di Picking
SIMCO: I sistemi avanzati di PickingSIMCO: I sistemi avanzati di Picking
SIMCO: I sistemi avanzati di Picking
 
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a Commessa
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a CommessaOperations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a Commessa
Operations - La Gestione del Prodotto nelle Aziende a Commessa
 
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresa
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresaLa forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresa
La forza vendita quale reale asset per accelerare la ripresa
 
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001
La pianificazione di una commessa secondo la norma UNI EN ISO 9001
 
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerce
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerceKPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerce
KPI nel carrello: 27 indicatori di successo di un eCommerce
 
Demand e inventory planner
Demand e inventory plannerDemand e inventory planner
Demand e inventory planner
 
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crm
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crmSistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crm
Sistema gestionale contabilità analitica erp_billing_crm
 
SIMCO: Magazzino Automatico
SIMCO: Magazzino AutomaticoSIMCO: Magazzino Automatico
SIMCO: Magazzino Automatico
 
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTINGL'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
 
Soluzioni software per la Lean Management
Soluzioni software per la Lean ManagementSoluzioni software per la Lean Management
Soluzioni software per la Lean Management
 
Gestione della commessa
Gestione della commessaGestione della commessa
Gestione della commessa
 
Le 10 regole per la costruzione di un Report Acquisti
Le 10 regole per la costruzione di un Report AcquistiLe 10 regole per la costruzione di un Report Acquisti
Le 10 regole per la costruzione di un Report Acquisti
 
ProcOut e la Forza degli Acquisti
ProcOut e la Forza degli AcquistiProcOut e la Forza degli Acquisti
ProcOut e la Forza degli Acquisti
 
7 migliorare processi aziendali
7 migliorare processi aziendali7 migliorare processi aziendali
7 migliorare processi aziendali
 
CONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONECONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONE
 
Pillole Di Formazione 2009: Il Budget
Pillole Di Formazione 2009: Il BudgetPillole Di Formazione 2009: Il Budget
Pillole Di Formazione 2009: Il Budget
 
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?
E' possibile avere più efficienza in magazzino senza investire?
 
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...
SIMCO: Previsione della domanda e gestione delle scorte tecniche e strumenti ...
 

Destaque

Supply Chain: Gestione delle scorte
Supply Chain: Gestione delle scorte Supply Chain: Gestione delle scorte
Supply Chain: Gestione delle scorte Manager.it
 
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logistica
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logisticaStockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logistica
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logisticaGloria Bellini
 
SIMCO: Progettare il picking
SIMCO: Progettare il pickingSIMCO: Progettare il picking
SIMCO: Progettare il pickingSimco Consulting
 
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...Infolog Spa
 
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...Global Logistics
 
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...Metodo spa
 
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...Global Logistics
 
Presentazione levia group
Presentazione levia groupPresentazione levia group
Presentazione levia groupLevia Group
 
Offering - Fashion retail management
Offering - Fashion retail managementOffering - Fashion retail management
Offering - Fashion retail managementXenesys
 
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e Logistica
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e LogisticaGestione Magazzino parte II: Magazzino e Logistica
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e Logisticaremo luzi
 
Linkedin for-branding-business
Linkedin for-branding-businessLinkedin for-branding-business
Linkedin for-branding-businessDML Srl
 
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorte
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorteGestione magazzino - parte III. Analisi delle scorte
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorteremo luzi
 

Destaque (16)

Supply Chain: Gestione delle scorte
Supply Chain: Gestione delle scorte Supply Chain: Gestione delle scorte
Supply Chain: Gestione delle scorte
 
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logistica
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logisticaStockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logistica
StockSystemEvolution: il WMS per gestire con più efficienza la logistica
 
SIMCO: Progettare il picking
SIMCO: Progettare il pickingSIMCO: Progettare il picking
SIMCO: Progettare il picking
 
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...
WMS: più efficienza e meno stress con la Regìa Attiva | Gestione avanzata del...
 
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...
La presentazione di Paolo Lugli e di Infolog Spa alla XVII edizione di Global...
 
Wearable Computer
Wearable ComputerWearable Computer
Wearable Computer
 
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...
La logistica di magazzino per tutte le esigenze delle PMI integrata a Metodo ...
 
Onroad
OnroadOnroad
Onroad
 
2015 OnLog
2015 OnLog2015 OnLog
2015 OnLog
 
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...
La presentazione di Paolo Lugli e Infolog Spa sul WMS e la regia attiva, il 2...
 
Presentazione levia group
Presentazione levia groupPresentazione levia group
Presentazione levia group
 
Offering - Fashion retail management
Offering - Fashion retail managementOffering - Fashion retail management
Offering - Fashion retail management
 
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e Logistica
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e LogisticaGestione Magazzino parte II: Magazzino e Logistica
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e Logistica
 
Linkedin for-branding-business
Linkedin for-branding-businessLinkedin for-branding-business
Linkedin for-branding-business
 
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorte
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorteGestione magazzino - parte III. Analisi delle scorte
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorte
 
Le performance commerciali
Le performance commercialiLe performance commerciali
Le performance commerciali
 

Semelhante a Kpi per la_logistica

È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?
È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?
È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?Maurilio Savoldi
 
3 process intelligence.pptx
3 process intelligence.pptx3 process intelligence.pptx
3 process intelligence.pptxAlberto Franchi
 
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...CentoCinquanta srl
 
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15Stefano Saladino
 
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1marco sandrone
 
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics Lazise
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics LaziseWorkshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics Lazise
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics LaziseSimco Consulting
 
Retail Store Delivery Innovations - Italiano
Retail Store Delivery Innovations - ItalianoRetail Store Delivery Innovations - Italiano
Retail Store Delivery Innovations - ItalianoORTEC
 
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investire
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investireSIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investire
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investireSimco Consulting
 
Migliorare senza investire
Migliorare senza investireMigliorare senza investire
Migliorare senza investireSimco Consulting
 
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logistics
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logisticsMigliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logistics
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logisticsConcordia Srl
 
Introduzione alla Metodologia Scrumban
Introduzione alla Metodologia ScrumbanIntroduzione alla Metodologia Scrumban
Introduzione alla Metodologia ScrumbanNextre Engineering
 
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli uffici
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli ufficiLean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli uffici
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli ufficiForema
 
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendali
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendaliCreazione e monitoraggio delle strategie aziendali
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendaliCentoCinquanta srl
 
Cmp Value Proposition
Cmp Value PropositionCmp Value Proposition
Cmp Value PropositionMauro Pomer
 

Semelhante a Kpi per la_logistica (20)

È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?
È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?
È possibile migliorare i processi senza usare il Digital Process Discovery?
 
3 process intelligence.pptx
3 process intelligence.pptx3 process intelligence.pptx
3 process intelligence.pptx
 
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...
La mappa strategica: la creazione delle strategie di crescita e il loro monit...
 
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15
Leonardo Lillo - Progettare lo Smart Working - Rinascita Digitale | DAY #15
 
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1
Migliorare senza investire 21 novembre 2013 global logistics lazise_1
 
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics Lazise
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics LaziseWorkshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics Lazise
Workshop_Migliorare senza investire 21 novembre 2013 Global Logistics Lazise
 
Fashion guide: PLM e PLM GoLive
Fashion guide: PLM e PLM GoLiveFashion guide: PLM e PLM GoLive
Fashion guide: PLM e PLM GoLive
 
Retail Store Delivery Innovations - Italiano
Retail Store Delivery Innovations - ItalianoRetail Store Delivery Innovations - Italiano
Retail Store Delivery Innovations - Italiano
 
Simco Lean Warehousing
Simco Lean WarehousingSimco Lean Warehousing
Simco Lean Warehousing
 
Simco Lean Warehousing
Simco Lean WarehousingSimco Lean Warehousing
Simco Lean Warehousing
 
Iso 9001 2000 Sezione IV
Iso 9001 2000 Sezione IVIso 9001 2000 Sezione IV
Iso 9001 2000 Sezione IV
 
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investire
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investireSIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investire
SIMCO: Global Logistics Migliorare le prestazioni del magazzino senza investire
 
Migliorare senza investire
Migliorare senza investireMigliorare senza investire
Migliorare senza investire
 
Migliorare senza investire
Migliorare senza investireMigliorare senza investire
Migliorare senza investire
 
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logistics
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logisticsMigliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logistics
Migliorare senza investire 13 novembre_2014_global-logistics
 
Introduzione alla Metodologia Scrumban
Introduzione alla Metodologia ScrumbanIntroduzione alla Metodologia Scrumban
Introduzione alla Metodologia Scrumban
 
BPM l' innovazione nei processi aziendali
BPM l' innovazione nei processi aziendaliBPM l' innovazione nei processi aziendali
BPM l' innovazione nei processi aziendali
 
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli uffici
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli ufficiLean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli uffici
Lean office: ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza negli uffici
 
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendali
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendaliCreazione e monitoraggio delle strategie aziendali
Creazione e monitoraggio delle strategie aziendali
 
Cmp Value Proposition
Cmp Value PropositionCmp Value Proposition
Cmp Value Proposition
 

Kpi per la_logistica

  • 1. I N F O L O G I S G I A N PA O L O C A L Z O L A R O KPI PER LA LOGISTICA
  • 2. Sommario Misurare la performance aziendale 3 I processi aziendali 4 La business intelligence 6 I KPI 9 Caratteristiche 11 Metodologia per la costruzione dei kpi 12 I processi dell’area logistica 15 Modelli di processo 15 L’area magazzino 17 L’area scorte 20 L’area trasporti 22 Costruire i KPI 25 Gli strumenti disponibili 27 SpagoBi 27 Microstrategy 28 QlikView 29 Costruire i KPI con Excel 31
  • 3. WWW.INFOLOGIS.BIZ 3 Misurare la performance aziendale1 Il primo passo in qualsiasi processo di miglioramento aziendale è la misurazione, infatti se non conosciamo la realtà che vogliamo migliorare non è possibile nessun cambiamen- to. Immaginate di essere paracadutati in un luogo sconosciuto, senza una bussola ed una cartina incontrerete enormi difficoltà per raggiungere un qualsiasi luogo. La misurazione è una attività fondamentale per qualsiasi impresa, anche se si tratta di un piccolo negozio di abbigliamento o di una piccola attività artigianale, altrimenti si corre il rischio che l’impresa non sopravviva. Alcuni piccoli imprenditori obbiettano che conoscono la loro attività e possono gestirla senza strumenti di misurazione, e che questi strumenti sono eccessivi per una piccola re- altà come la loro. È il primo passo verso il fallimento, per quanto si possa essere esperti e navigati imprenditori la misurazione ed il controllo sono essenziali. Immaginate che la cassa della vostra azienda stia diminuendo anche se il vostro fatturato stia crescendo, intuite che ci sono delle spese che dovreste ridurre, fate un giro in magazzino e ad occhio vi sembra che ci sia troppo materiale, decidete quindi di ridurre gli ordini ai vostri fornitori, dopo qualche mese alcuni clienti iniziano a lamentarsi perché ricevono i loro ordini in ritardo. Questo è quanto accade se le nostre decisioni si basano solo sull’intuito, se la vostra im- presa avesse avuto un sistema di misurazione (più o meno sofisticato questo dipende dalle esigenze del vostro business) avrebbe potuto immediatamente avere l’elenco degli articoli con l’indice di rotazione più basso ed intervenire solo su quelli, inoltre un sistema di misu- razione potrebbe evidenziare dei costi elevati di trasporto oppure dei tempi di prelievo non soddisfacenti. I costi logistici a volte possono incidere molto sul prodotto finale, ma se non conoscete a quanto ammontano questi costi e come si siano originati, una qualsiasi attività di miglioramento in questo senso sarebbe come camminare ad occhi bendati, non è esclu-
  • 4. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 4 so che voi riusciate a raggiungere il vostro risultato, ma quante volte dovrete urtare contro qualcosa prima di riuscirci? Utilizzare strumenti che ci permettono di avere una visibilità sulla nostra attività logistica è alla portata anche delle piccole imprese con costi sostenibili, la business intelligence non è solo per le grandi imprese ma per tutte, quello che cambia è la strumentazione. Una grande impresa con i suoi diversi stabilimenti ed i magazzini sparsi per il mondo è come un aereo ed ha pertanto bisogno per essere guidata di una sofisticata strumentazione. Una piccola impresa può essere paragonata ad una bicicletta pertanto non ha di certo bisogno di un radar, di un altimetro o di strumenti per la misurazione delle condizioni meteo, però se ci montiamo sopra un GPS per biciclette, il nostro percorso può essere molto più agevole e possiamo spingerci anche in territori poco conosciuti. La strumentazione di misurazione deve essere adeguata al mezzo che stiamo guidando così se guidiamo una multinazionale abbiamo bisogno di un sistema ERP e di un software di business intelligence e di personale competente per gestirli, se guidiamo una piccola attività artigianale allora ci basta un ge- stionale e ed un foglio di calcolo per le nostre analisi. Ora provate a rispondere a queste domande in maniera precisa, indicando un numero e non risposte vaghe come molto, poco, alto, basso: • Quale è l’indice di rotazione del magazzino ? • Quanto tempo impieghiamo per preparare una spedizione ? • Quanto tempo impieghiamo a caricare un automezzo ? Se siete riusciti a rispondere a queste domande siete sulla buona strada ed il passo succes- sivo è riuscire a rispondere a domande sempre più specifiche. In caso non siate riusciti a ri- spondere a queste domande è tempo per la vostra azienda di dotarsi della strumentazione necessaria per misurare le performance aziendali. I processi aziendali Possiamo considerare un processo come una serie di attività che trasformano un input in un output che abbia valore per il cliente. Consideriamo il processo spedizione prodotto finito, questo processo trasforma un input, il prodotto finito che si trova nel magazzino, in un output, il prodotto finito che si trova nel magazzino del cliente. Per arrivare dall’input all’output è necessario eseguire delle attività, prendere delle decisioni, acquisire informa- zioni da altri processi. Possiamo considerare le attività logistiche come una serie di processi tra di loro collegati in una rete in cui ad ogni nodo corrisponde un processo che può essere a sua volta scomposto in altri sottoprocessi. Il primo passo da fare per poter giungere alla costruzione di un sistema di valutazione dei processi logistico produttivi consiste nell’individuare molto bene i processi stessi e definire in modo univoco quali siano gli obiettivi che ognuno di essi ha, in un’ottica di funzionamen- to complessivo ed ottimizzazione del sistema. Una volta identificati chiaramente processi ed obiettivi, si può passare alla definizione delle misure opportune, e quindi dei KPI.
  • 5. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 5 Analizzare in dettaglio le caratteristiche dei processi logistici si rivela di grande utilità, in quanto descrivere la mappa con cui le informazioni ed i materiali si muovono, contribuisce ad avere una visione più chiara delle attività aziendali in modo da poter individuare i punti in cui intervenire per poter razionalizzare l’intera gestione logistica. L’analisi dei processi esistenti è di fondamentale importanza per le imprese che sono cresciute rapidamente in quanto i processi si sono sviluppati nel tempo senza essere mai formalmente codificati, mettere nero su bianco i propri processi aziendali aiuta ad individuare i punti su cui mi- gliorare, è anche vero che le imprese in crescita sono prese da molte attività, ma trovare il tempo per mappare i propri processi significa garantirsi la crescita per i prossimi anni. E se l’impresa sta vivendo un periodo di crisi? Anche in questo caso ritagliarsi del tempo per mappare i processi può rivelarsi utile al fine di uscire dalla crisi. In concreto cosa significa mappare i processi ? di quali strumenti abbiamo bisogno ? è una attività dispendiosa ? Mappare i processi significa svolgere le seguenti attività: 1. Identificare i diversi tipi di attività che operano durante il processo 2. Evidenziare il flusso dei materiali e delle informazioni che attraversano il processo Per svolgere questa attività abbiamo bisogno di carta, penna, un software per il disegno di diagrammi, eventuale documentazione aziendale (nel caso non ci fosse è necessario inter- vistare direttamente gli operatori coinvolti nel processo). I processi possono essere classificati in base a quattro caratteristiche fondamentali, è im- portante ribadire che le classificazioni che si fanno non sono utili solo ai fini accademici ma hanno grande rilevanza pratica, in fatti quando progettiamo un nuovo processo aziendale o ridisegniamo uno esistente conoscerne le caratteristiche consente di prevederne la struttu- ra dei costi. Le caratteristiche principali di un processo possono essere riassunte in: • Volume • Varietà • Variabilità • Visibilità Ognuna di queste caratteristiche può essere alta o bassa dando luogo a diverse configura- zioni di processi. Per volume si intende il numero di output realizzati dal processo, per varie- tà si intende il numero di output differenti prodotti dal processo, per variabilità si intende la variazione del volume nel tempo, mentre per visibilità si intende quanta parte del processo è visibile da parte del cliente sia interno che esterno. Consideriamo l’esempio di un processo comune in tutti i magazzini come il processo di picking e vediamo come misurare le quattro caratteristiche precedenti. Nel caso del volume intendiamo il numero di prelievi effettuati in un anno (4000 prelievi l’anno è un volume basso mentre 200.000 è un volume alto). Per misurare la varietà del processo di picking consideriamo le tipologie di prelievi effettuati
  • 6. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 6 (prelievi per vendite, per produzione interna, per produzione esterna). Per misurare la va- riabilità valutiamo l’andamento dei prelievi nel corso dell’anno, avremo variabilità nulla nel caso i prelievi siano costanti durante tutti i mesi dell’anno viceversa avremo una variabilità più o meno elevata. La visibilità è misurata scomponendo il processo di prelievo nelle varie attività elementari e nell’individuare quale percentuale di queste attività è visibile al cliente (ad esempio se quando carichiamo sul camion la merce inviamo una mail con un copia di- gitale del packing list possiamo dire che questa fase è visibile al cliente, viceversa quando il magazziniere preleva il prodotto dalla sua ubicazione questo non è visibile al cliente). È importante individuare le quattro caratteristiche dei processi prima evidenziati in quanto ci permettono di effettuare diverse considerazioni, ad esempio se il nostro processo di pre- lievo presenta un alto volume ed una bassa varietà e variabilità è un ottimo processo candi- dato ad essere automatizzato. Inoltre processi che presentano alti volumi, alta varietà, alta variabilità ed alta visibilità richiedo l’utilizzo di strumenti software abbastanza sofisticati. La business intelligence La business intelligence è una disciplina che consente a chi prende decisioni in azienda di capire, attraverso soluzioni software, i fattori chiave del business e conseguentemente di prendere le migliori decisioni in quel momento. Possiamo considerare la gestione aziendale come una serie di decisioni da prendere con lo scopo di mantenere in equilibrio l’equazione fondamentale dell’impresa, ovvero Profitto = Ricavi – Costi. Obbiettivo di chi prende le decisioni è quello di ridurre al minimo le decisioni sbagliate (bisogna essere consapevoli che è impossibile eliminare le decisioni sbagliate ma è possibile ridurle). Quanto grande deve essere il mio magazzino ? Se prendiamo una decisione sbagliata po- tremmo ritrovarci con un magazzino troppo grande quindi con elevati costi di gestione, op- pure un magazzino troppo piccolo con disservizi ai clienti e quindi minori ricavi, in entrambi i casi l’equazione aziendale non è più in equilibrio ed i profitti si riducono. Se abbiamo le in- formazioni giuste possiamo ridurre le possibilità di avere un magazzino non adeguatamente dimensionato, parlo di ridurre e non di eliminare in quanto ci sono tantissime variabili da misurare e prendere in considerazione per cui non esiste il magazzino perfettamente di- mensionato, ma il magazzino le cui dimensioni sono ragionevolmente adeguate. La business intelligence trasforma un dato grezzo in informazione, ad esempio la giacen- za dell’articolo XYZ alla data del 24/04/2012 è di 56 confezioni è un dato grezzo, mentre il trend dell’indice di rotazione delle materie prime è un’informazione sulla cui base prendere delle decisioni. Come tutti i processi anche la business intelligence ha bisogno di un input, in questo caso i dati, per poterli trasformare in un output, ovvero le informazioni necessarie per prendere decisioni. La base di partenza è quindi costituita dalla rilevazione dei dati elementari di business che servono da supporto operativo per le attività aziendali. Sono le registrazioni relative agli ordini di vendita, ai documenti di trasporto, alle fatture, ai prelievi per la produzione e così
  • 7. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 7 via. Il punto di partenza è quindi un sistema gestionale anche elementare che permette di effettuare queste misurazioni. Un sistema di business intelligence si compone dei seguenti elementi: • Database transazionali • Strumenti ETL • Datawarehouse • Strumenti di reporting e analisi Database transazionali: Sono i database dove sono registrati i dati operativi del nostro business, ad esempio nel caso della logistica potremmo avere i dati su diversi database, ad esempio gli ordini, i movimenti di magazzino ed i documenti di trasporto sono sul database del gestionale, i dati relativi alle operazioni di magazzino potrebbero essere sul database del sistema WMS che gestisce la radiofrequenza, oppure se abbiamo un magazzino auto- matico i dati sulle missioni di prelievo e versamento sono sul suo database, infine potrem- mo avere i dati relativi ai costi di trasporto in uno o più file Excel. In questa situazione la fonte dei nostri dati può essere su supporti diversi soprattutto se la nostra è una impresa medio grande, differentemente avremo una o due base dati da interrogare per ottenere le informazioni desiderate. Strumenti ETL: Sono programmi che si occupano di estrarre i dati dalle varie basi dati, uni- formarli, eliminare eventuali dati anomali e caricare i dati nel datawarehouse. Nel caso di più basi dati questa è una operazione abbastanza delicata e richiede una solida progettazio- ne per evitare di avere informazioni non corrette. Nel caso di una piccola impresa che utiliz- za un gestionale troviamo lo strumento ETL direttamente in Excel (MS Query, ne parleremo nell’ultimo capitolo). La semplicità dello strumento non deve però escludere una attenta progettazione dei dati da estrarre anche se in questo caso non sarà complicata come nel caso di una medio/grande impresa. Datawarehouse: è il magazzino centralizzato dei dati, in questo “luogo virtuale” sono rac- colti ed organizzati i dati estratti con gli strumenti ETL ed il dato qui contenuto deve essere certificato, evitando di creare ambiguità all’interno dell’azienda. Ad esempio per quanto riguarda lo spedito bisogna identificare quali causali concorrono a determinare il volume
  • 8. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 8 di spedizioni all’interno del mese, in modo che chiunque all’interno dell’azienda legge quel dato sa come è stato ottenuto. È quindi sempre opportuno definire un dizionario dei dati che rappresenta il linguaggio comune nelle discussioni aziendali, onde evitare polemiche inutili o indurre chi deve utilizzare le informazioni a ritenerle non attendibili. Fisicamente il datawarehouse può essere un altro database dove vengono scritti i dati dopo che sono stati estratti e ripuliti oppure i dati possono essere contenuti in memoria dall’applicazione di business intelligence. Strumenti di reporting: Sono i programmi che consentono di creare riepiloghi, grafici ed indicatori in grado di navigare all’interno dei dati per ottenere le informazioni necessarie a prendere decisioni. Gli strumenti di reporting consentono di monitorare il business allo stesso modo del cruscotto dell’automobile che ci indica, la velocità, il livello di carburante e con l’accensione delle spie ci indica eventuali anomalie e malfunzionamenti. Ad esem- pio per quanto riguarda la logistica monitorando l’indice di rotazione, l’indice di puntualità delle consegne, l’indice di saturazione del magazzino possiamo avere precise indicazione di come stiamo gestendo la logistica aziendale e prendere le decisioni adeguate. Ad esem- pio notiamo che l’indice di puntualità è calato nelle ultime quattro settimane, andiamo ad indagare per determinarne le cause, individuiamo le azioni per migliorarlo, applichiamo le azioni e valutiamo cosa accade all’indice. Gli strumenti di reporting aiutano anche nell’evitare sterili polemiche dovute al fatto che le persone in mancanza di supporti decisionali tendono a crearsi uno schema della realtà non affidabile generalizzando o cancellando parti della realtà. Ad esempio se il direttore generale piomba nel vostro ufficio dicendo (in alcuni casi urlando !!!) che i clienti si lamentano per ritardi nella consegna degli ordini, se non ha un supporto decisionale (in questo caso un re- port settimanale con l’indice di puntualità), probabilmente sta generalizzando un esperienza vissuta (ad esempio nella settimana scorsa ha ricevuto due telefonate da clienti irritati per ritardi di consegna) senza avere una visione globale dei dati che potrebbe avere grazie ad un report. Due clienti irritati non indicano che la logistica sta consegnando in ritardo, come una rondine non fa primavera, un report invece si!!!. Gli strumenti di business intelligence possono essere più o meno sofisticati a seconda delle necessità dell’impresa ma sia che la vostra impresa sia piccola o grande se l’argomento bu- siness intelligence non è mai stato affrontato è bene partire in piccolo, ovvero con soluzioni fatte in casa con Excel, in questo modo potrete esplorare questo nuovo processo a costi ri- dotti riuscendo ad individuare quali sono le esigenze della vostra impresa, poi chiaramente dopo un po’ Excel vi inizierà a stare stretto e quindi è necessario cercare un software speci- fico, ma a quel punto avrete chiare quali sono le esigenze in termini di informazioni per la vostra aziende e potrete selezionare con più cognizione di causa il software adatto. Il mio suggerimento per grandi e piccoli è quello di partire con Excel (vedremo nel terzo capitolo come fare) e poi mangiando viene l’appetito. VUOI SAPERNE DI PIU SULLA BUSINESS INTELLIGENCE ? Partecipa al seminario online gratuito, clicca qui per l’iscrizione
  • 9. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 9 I KPI Gli indicatori sono particolari informazioni che hanno la caratteristica di essere: critiche, sintetiche, significative, prioritarie che permettono di misurare l’andamento aziendale nei suoi più svariati aspetti. Critiche, in quanto su di esse il management opera le proprie scelte; Sintetiche, perché espresse da una variabile semplice o composta (es. tempo, movimen- tato x addetto); Significative, in quanto rappresentano in maniera puntuale i fenomeni aziendali alle quali si riferiscono; Prioritarie, per la loro natura indispensabile nei cicli di pianificazione e controllo a tutti i livelli aziendali (strategico, direzionale, operativo). Se lo scostamento del KPI del 10 per cento in alto o in basso non spinge ad alzare il telefono per sgridare qualcuno o per congra- tularsi con qualcun altro, significa che quel KPI è inutile. Consentono di valutare l’andamento aziendale in quanto sono rappresentate da variabili quantitative o qualitative comunque confrontabili (Indice di rotazione magazzino Roma, rispetto al magazzino Palermo oppure indice rotazione 2011 con indice di rotazione 2010). Ad ogni indicatore è associata la variabile che ne dà la misura (per il lead time ad esem- pio il tempo). Tramite questi indicatori, il management può non solo misurare i fenomeni aziendali nel tempo (Anno 2011 ,Anno 2012) e nello spazio (nelle varie unità aziendali, nei vari mercati), ma può pianificare e programmare le attività aziendali (definendo obiettivi misurabili nel breve e medio periodo), misurare gli scostamenti (tra obiettivi attesi e risul- tati ottenuti, e intraprendere le azioni necessarie per correggere i gap, ovvero può gestire con metodo ,ovvero pianifico, eseguo, controllo, correggo: il PDCA dei circoli di qualità di Deming) l’azienda o la parte di essa di cui è responsabile. Le performance aziendali solitamente sono numerose e differenziate. Alcune hanno carat- tere generale e quindi sono riscontrabili in tutti i processi, come ad esempio le prestazioni in termini di costo, tempo, qualità e valore; altre invece sono tipiche di processi specifici, come ad esempio le prestazioni di produttività, versatilità e flessibilità nell’ambito dei pro- cessi logistici. La valutazione quantitativa delle performance delle attività e dei processi aziendali richiede la definizione di un sistema di indicatori che permetta di rappresentare, in un quadro organico e prospettico, la capacità dell’impresa di perseguire i propri obiettivi di breve, medio e lungo periodo. Non si tratta di un sistema di misure che prendono in considerazione unicamente i risul- tati raggiunti, quindi secondo una visione di analisi statica, ma di un sistema che è anche in grado di sottolineare la capacità dell’impresa di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente esterno spesso turbolento ed instabile, secondo una visione di analisi dinamica. Il sistema di misurazione e controllo deve avere dei requisiti che gli attribuiscono la capa-
  • 10. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 10 cità di guidare l’impresa verso il conseguimento degli obiettivi di breve, medio e lungo pe- riodo, sia in prospettiva statica che dinamica. Possiamo individuare quattro caratteristiche fondamentali: • Completezza • Rilevanza • Flessibilità • Comprensibilità Completezza:Il sistema è completo perché misura tutte le parti nelle quali si può suddivi- dere il concetto di valore creato dall’impresa. Rilevanza: Il sistema è rilevante perché è strettamente legato ai processi decisionali dell’im- presa. Gli indicatori sono rilevanti se supportano le decisioni nelle aree critiche di gestione, nelle quali si pongono i fenomeni che maggiormente incidono sulle performance. Devono fornire informazioni riguardo all’individuazione delle alternative di scelta e alla compren- sione delle relazioni esistenti tra le decisioni prese e il raggiungimento degli obiettivi. Flessibilità: Il sistema è flessibile perché può cambiare in relazione alle esigenze, variabi- li, della misurazione. Nella attuale situazione produttiva, dominata da condizioni di forte dinamismo e complessità dell’ambiente esterno e delle strategie d’impresa, i fattori critici di successo e i parametri di misurazione possono cambiare anche in tempi non lunghi, e la rapidità con cui si colgono questi cambiamenti possono fare la differenza tra una impresa che sopravvive ed una che fallisce. Comprensibile: Il sistema è comprensibile perché è in grado di essere trasferito all’interno dell’organizzazione con un linguaggio ed un livello di rifinitura adatto alle esigenze degli utenti. In tal modo tutta l’organizzazione ha la cognizione degli obiettivi di performance, delle variabili critiche che la determinano e dei risultati prodotti da tutte le attività ed i processi realizzati nell’impresa. In questo modo tutti sanno in che direzione sta andando l’azienda e quali azioni bisogna compiere per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’indice di puntualità non deve essere comprensibile al direttore della logistica e al direttore generale, ma deve essere patrimonio comune dell’ufficio logistica e del magazzino. Altre caratteristiche importanti possono essere considerate: la tempestività (capacità di produrre e trasmettere informazioni nei tempi più opportuni rispetto ai processi decisio- nali, se non so per tempo che il mio magazzino sta crescendo potrei prendere le decisioni quando ormai è troppo tardi, perché ad esempio i fornitori hanno già consegnato), la fre- quenza (Ogni quanto misuro le performance aziendali, dipende dalle decisioni che devo prendere, ad esempio se sto gestendo la distribuzione di una collezione limitata ho bisogno di informazioni giornaliere o addirittura più volte nell’arco della stessa giornata), la coeren- za organizzativa (stretto riferimento degli indicatori alla struttura organizzativa, ai ruoli, alla ripartizione delle responsabilità).
  • 11. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 11 Caratteristiche I Key Performance Indicators (KPI) sono una serie di indicatori quali/quantitativi che valu- tano i risultati aziendali conseguiti, con riferimento ad aspetti fondamentali della gestione aziendale come il livello di servizio garantito al cliente, il livello delle scorte in magazzino, il livello di costi per i trasporti. In un ambiente competitivo com’è quello attuale, il sistema di misurazione delle perfor- mance deve racchiudere una estensione molto ricca di misuratori dei business process: per questo motivo i KPI sono focalizzati principalmente sui processi. L’obiettivo è quello di misu- rare l’intera gamma di prestazioni di un processo, che nel loro insieme deve quantificare il valore dell’output del processo per il cliente. Meglio il KPI è scelto e misurato, migliore può essere il controllo dei miglioramenti e la regolazione degli obiettivi. I KPI sono un insieme di indicatori che misurano: • Le prestazioni di efficienza • Il livello di servizio • La qualità dei processi aziendali Le prestazioni di efficienza: Gli indicatori misurano la produttività e i costi unitari con cui sono ottenuti gli output per i clienti del processo. La misurazione dell’efficienza è l’obiettivo primario dei tradizionali sistemi di controllo di gestione, che calcolano margine e costi totali delle attività e dei prodotti. Ad esempio quanto tempo impiego per prelevare il materiale per la spedizione, quanto costa trasportare la merce dal magazzino di Torino a quello di Bologna. Il livello di servizio: Gli indicatori misurano i tempi di risposta alle richieste del cliente e la flessibilità del fornitore. Ad esempio, il time to market, il lead time, la percentuale di modi- fiche accettate, Il numero di consegne corrette, il numero di consegne non danneggiate sia verso il cliente che da parte del fornitore. La qualità dei processi aziendali: Gli indicatori misurano la conformità degli output alle attese del cliente. Indicatori tipici sono le percentuali di scarti e resi o il livello di immagine. Nell’ottica KPI, il processo gestionale come abbiamo visto è un insieme di attività che pro- duce un output in risposta a richieste di servizio, utilizzando una serie di risorse. Gli indica- tori KPI sono rivolti a misurare l’intera estensione di prestazioni di un processo, che nel loro insieme devono calcolare il valore dell’output del processo per il cliente. Queste misure di prestazione verso il cliente possono essere integrate da altri indicatori che uniscono infor- mazioni sulle condizione in cui le prestazioni stesse sono state fornite. Tali indicatori posso- no riguardare i volumi in input e in output, come il volume e l’assortimento degli ordini dei clienti o il numero e l’assortimento dei prodotti in output. Inoltre, in alcuni casi è rilevante contraddistinguere il profilo dell’input con opportuni in- dicatori di qualità e di servizio, dal momento che può influenzare in modo determinante le prestazioni del processo. Naturalmente l’insieme degli indicatori è specifico per ogni pro- cesso e cambia, per lo stesso processo, da azienda ad azienda; inoltre, non in tutti i processi
  • 12. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 12 è presente la gamma completa degli indicatori. Gli indicatori devono seguire una strategia ad imbuto rovesciato ovvero pochi indicatori iniziali che poi possono essere approfonditi in base alle necessità. Quando il medico prescri- ve le analisi del sangue, in un foglio vengono raccolte le principali informazioni sullo stato di salute, se i valori sono nella norma l’analisi termina altrimenti il medico prescrive ulteriori analisi. Per questo è bene prevedere alcuni indicatori iniziali che possono essere facilmente scomposti per ulteriori analisi, ad esempio l’indice di rotazione globale è un KPI che fa parte del cruscotto generale ma si deve avere la possibilità di scomporlo per analizzare ad esem- pio l’indice di rotazione di un particolare magazzino, di una determinata classe di articoli. Nel caso ancora non riuscissimo a trovare risposte alle nostre domande allora è necessaria un analisi specifica che non rientra nei report di monitoraggio. Metodologia per la costruzione dei kpi Obbiettivo della costruzione dei KPI è selezionare un insieme globale di informazioni che deve essere in grado di valutare le prestazioni competitive del processo sotto tutti gli aspet- ti, pur mantenendosi di numerosità ridotta, in grado di fornire a colpo d’occhio le informa- zioni necessarie. Nell’individuare i KPI adeguati alla nostra attività possiamo seguire questi passi: 1. Analisi dei processi 2. Lista e profilo dei KPI 3. Verifica KPI Analisi dei processi: In questa fase andiamo a mappare i processi fondamentali dell’impre- sa raggruppandoli in macro processi appartenenti a due categorie: principali e di supporto. Una azienda che realizza abbigliamento sportivo ad esempio avrà come processi principali la produzione di scarpe o la produzione di giacche, mentre una azienda di trasporto avrà come processi principali il trasporto Italia e il trasporto Estero. Sono tipici processi di sup- porto la contabilità o l’amministrazione del personale. Diversamente potremmo iniziare l’attività di business intelligence da un’area aziendale come ad esempio la logistica per poi passare ad altre aree, in questo caso non bisogna essere eccessivamente rigidi in quanto ci sono processi che attraversano diverse aree funzionali per tanto è bene considerali in tutta la loro estensione. La mappatura del processo consiste nella sua forma più elementare, nella descrizione dei processi in termini di collegamenti tra le attività. Vi sono molte tecniche, più o meno simili, per la mappatura dei processi. Tutte le tecniche hanno in comune due caratteristiche: Iden- tificano i diversi tipi di attività, mostrano il flusso di materiali, informazioni tra le attività. Nella mappatura dei processi si utilizzano diversi simboli per rappresentare diversi tipi di attività. Questi simboli si possono organizzare secondo un ordine logico, e disporre in serie o in parallelo, per descrivere un determinato processo, anche se non esiste un set universa- le di simboli alcuni di essi sono relativamente comuni.
  • 13. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 13 Nella mappatura dei processi logistici in cui abbiamo flussi di materiali e di informazio- ni che transitano in diversi nodi della rete possono essere di aiuto diverse tecniche di analisi che qui riassumiamo brevemente. Assembly chart Questo metodo è una rappresentazione grafica dei componenti di un prodotto in modo da evidenziare le relazioni tra le parti e le sequenze di assemblaggio. Operation process chart È una estensione del metodo precedente al quale aggiunge le operazioni ricavabili dai cicli di produzione per evidenziare le ope- razioni da eseguire sui componenti, la com- plessità dei componenti, un’idea del flusso dei materiali. Multi-product process chart Questo metodo è particolarmente utile per evidenziare le relazioni tra i componenti di un prodotto o tra prodotti, materiali, parte ed operazioni. Process Chart È la tabulazione delle fasi di un processo, che impiega simboli di rappresentazione e dà origine a una descrizione sufficiente per comprendere l’intero processo. Flow Diagram È un metodo grafico che utilizza gli stessi simboli del process chart evidenziando il flusso delle operazioni sul layout dell’area in esame, evidenziando come i materiali si muovono nello spazio. Flow process chart È la rappresentazione grafica più completa dell’intero processo che si ottiene combi- nando la process chart con l’operation pro- cess chart. From To Chart È una matrice che riassume le movimenta- zione dei materiali tra attività collegate per stabilire le posizioni relative delle attività, definire il flusso dei materiali e confrontare flussi alternativi. Operativamente per utilizzare questi me- todi abbiamo bisogno di uno strumento informatico che ci permetta di tracciare i grafici e le tabelle necessarie, pertanto pos- siamo utilizzare Excel in abbinamento con Visio per realizzare i grafici più complicati. TECNICHE PER L’ANALISI DEI PROCESSI LOGISTICI Lista e profilo dei KPI: in questa fase andiamo ad individuare per i vari processi mappati in precedenza uno o più indicatori evidenziando in che modo vengono calcolati, e le loro dimensioni di analisi. Una dimensione tipica è quella temporale ovvero calcolo l’indice di rotazione giornaliero, settimanale, mensile, annuale. Altre dimensioni tipiche sono il pro- dotto oppure il magazzino, o il cliente. Per ciascuna dimensione è possibile realizzare delle gerarchie di analisi ad esempio per il prodotto possiamo individuare la famiglia, la categorie e la sottocategoria, così per il magazzino possiamo indicare il sito, l’area, l’ubicazione. In questa fase andiamo a fare una specie di lista delle spesa, ovvero elenchiamo tutti gli indi-
  • 14. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 14 catori che è possibile costruire in base ai dati che abbiamo a disposizione. Verifica KPI: In questa fase andiamo a calcolare i KPI ed analizzarli per alcune settimane valutando quindi gli indicatori che sono effettivamente necessari, eliminando quelli inutili. La costruzione del sistema di monitoraggio non termina qui in quanto è necessario presta- re attenzione ai fenomeni aziendali ed eventualmente ripetere nuovamente l’analisi fatta, magari solo parzialmente, per individuare nuove esigenze di monitoraggio. Il sistema di monitoraggio è qualcosa di vivo a differenza del cruscotto dell’automobile che una volta in- stallato rimane sempre quello, nel caso dell’impresa è necessario fare le modifiche affinché il sistema sia effettivamente utile. Mantenendo il paragone con il cruscotto dell’auto a volte può capitare che ci sia un mal- funzionamento nel sistema stesso ad esempio si accende la spia della cintura non inserita anche se non è vero. Questa situazione può verificarsi anche in un sistema di monitoraggio aziendale soprattutto quando si presentano dati non previsti nella fase iniziale di proget- tazione. Ad esempio potreste non aver previsto di ripulire da dati anomali il prezzo di ven- dita così quando il vostro impiegato dell’ufficio logistica, sempre molto zelante, inserisce il prezzo dell’ordine, gli scappa qualche zero in più ed ecco che miracolosamente il fatturato di aprile schizza alle stelle ed il vostro direttore generale vi cerca urgentemente in pausa pranzo (solitamente i direttori generali hanno l’abitudine di leggere i report in pausa pranzo o dopo la chiusura aziendale).
  • 15. WWW.INFOLOGIS.BIZ 15 2 I processi dell’area logistica Nel capitolo precedente abbiamo visto come il primo passo per costruire un qualsiasi si- stema di misurazione sia la mappatura dei processi. In questo capitolo vedremo come map- pare i processi dell’area logistica ed i principali indicatori associati ad essi. Esistono diversi modelli per rappresentare i processi, ovvero dei sistemi in grado di ridurre la complessità della realtà attraverso uno schema facilmente comprensibile. In questo capitolo vedremo un modello per la mappatura dei processi logistici semplice ma estremamente efficace. Per ogni marco area descriveremo i processi, lo schema dei dati ed i principali indicatori. Modelli di processo Possiamo considerare la logistica come l’insieme di due tipologie di attività fondamentali, la sosta ed il trasferimento. Queste attività avvengono a diversi livelli della rete logistica. Ad esempio se consideriamo una rete di aziende e quindi ogni azienda rappresenta un nodo avremo dei trasferimenti tra i nodi (Il materiale passa dal produttore al distributore per essere rivenduto al dettagliante) e delle soste all’interno dei nodi (il materiale trasferito al distributore rimane nel suo magazzino fino a quando non viene trasferito nuovamente). Se consideriamo la singola azienda allora i nodi diventano i vari reparti produttivi tra cui viene trasferito il materiale (ad esempio il materiale in sosta nel magazzino prodotti finiti viene trasferito nell’area spedizioni). Se scendiamo ulteriormente di livello ad esempio se consi- deriamo il reparto produzione anche qui ci sono trasferimenti e soste di materiali. La logistica ha come funzione la pianificazione, la gestione ed il coordinamento dei tra- sferimenti e delle soste di materiali. Le attività, mattone elementare dei processi, hanno la
  • 16. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 16 necessità di essere organiz- zate per il raggiungimento dell’obbiettivo (PIANIFICA- ZIONE), è necessario so- vraintendere alla loro ese- cuzione (GESTIONE), ed è necessario legare tra di loro le attività (COORDINAMEN- TO). All’interno della logisti- ca queste operazioni sono svolte attraverso quattro macroprocessi: • Scorte • Magazzino • Trasporti • Flussi informativi Il macro processo scorte si occupa di pianificare le soste ed i trasferimenti, ov- vero decide il livello di ac- cumulo dei materiali all’in- terno dei diversi nodi della rete e quando devono essere effettuati i trasferimenti tra i nodi. Il macro processo magaz- zino si occupa della gestione delle soste all’interno dei nodi, il macro processo trasporti si occupa della gestione dei tra- sferimenti del materiale tra i nodi mentre il macro processo dei flussi informativi si occupa di coordinare i legami tra le va- rie attività all’interno dei vari processi. Per la mappatura dei processi logistici ci concentreremo uni- camente sui tre macro processi che si occupano di pianificare e gestire i trasferimenti e le so- ste, mentre il coordinamento
  • 17. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 17 attraverso i flussi informativi è un processo il cui monitoraggio rientra nelle attività della funzione IT, pertanto benché essenziale per la corretta gestione logistica non verranno ana- lizzati gli indicatori. L’area magazzino Il macro processo magazzino si occupa di gestire la sosta dei materiali all’interno di un nodo che può essere il singolo magazzino di reparto fino al più grande magazzino di distri- buzione regionale. Obbiettivo di questa area è quello di rendere la sosta la più efficiente possibile. È possibile individuare cinque processi principali che poi possono essere scompo- sti in altri sottoprocessi a seconda dell’attività tipica dell’azienda. 1. Ricevimento 2. Stoccaggio 3. Prelievo 4. Spedizione 5. Inventario Ricevimento: Compito di questo processo è fare in modo che il materiale proveniente da un altro nodo logistico sia riconosciuto e predisposto per entrare nel nodo logistico. In questa fase avviene lo scarico del mezzo di trasporto, il riconoscimento delle unità di cari- co tramite documento di trasporto, il deposito del materiale in una apposita area di sosta, l’inserimento dei dati all’interno del sistema informativo, il controllo dei materiali ed il loro smistamento. Obiettivo di questo processo è quello di ridurre il tempo di attesa dei mate-
  • 18. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 18 riali, procedere alla corretta identificazione del materiale ed al corretto smistamento. Stoccaggio: In questo processo il materiale viene conservato all’interno dei diversi siste- mi di stoccaggio nella allocazione più opportuna per il suo successivo prelievo. In questa fase vengono posizionati i materiali nelle loro ubicazioni dopo che sono entrati nel nodo logistico dopo la fase di ricevimento, oppure a seguito di riorganizzazione del materiale per ottimizzare il prelievo. Obiettivo di questo processo è evitare lo smarrimento del materiale all’interno del nodo. Prelievo: In questo processo il materiale viene prelevato per essere trasferito dal nodo. In questa fase vengono definiti i prelievi che è necessario effettuare, vengono prelevati i materiali, identificati, controllati e smistati nelle varie destinazioni. Obiettivo di questo pro- cesso è quello di rendere breve la fase di prelievo e di ridurre i gli errori di identificazione e smistamento. Spedizione. In questo processo il materiale prelevato viene preparato per essere trasferito all’esterno del nodo logistico, pertanto è necessario formare le unità di spedizione, predi- Schema dimensionale per i movimenti di magazzino
  • 19. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 19 sporre la documentazione necessaria e disporre le unità di spedizione nella apposita area in attesa che il materiale venga trasferito. Obiettivo di questo processo è quello di ridurre al mi- nimo gli errori nella preparazione delle unità di spedizione e nella documentazione relativa. Inventario: In questo processo vengono riallineate le giacenze contabili con le giacenze fisi- che in modo che non vi siano differenze. Tale attività può essere continua come con l’inven- tario a rotazione oppure periodica come con l’inventario annuale. Obbiettivo dell’attività è di ridurre al minimo i tempi necessari al suo espletamento e di evitare di introdurre nuovi errori nelle giacenze contabili. I principali indicatori hanno l’obiettivo di valutare l’efficienza dello stoccaggio valutando quindi la saturazione volumetrica e superficiale del magazzino e la movimentazione dei ma- teriali valutando la velocità e la correttezza delle operazioni. La costruzione di questi indicatori non può prescindere dall’utilizzo di un sistema WMS che rileva le ubicazioni di magazzino ed i movimenti. Per quanto riguarda la rilevazione delle gia- cenze nelle ubicazioni e quindi la saturazione superficiale è possibile reperirle anche tramite un buon gestionale, ma per i tempi relativi ai prelievi ed al ricevimento e posizionamento non è possibile farlo senza un WMS che registri tutte le operazioni di magazzino. Per la valutazio- ne dell’efficacia delle operazioni di magazzino, in alcuni casi è necessario di dotarsi di sistemi di registrazione per valutare ad esempio le spedizioni errate. Il principale fatto da analizzare all’interno del area magazzino riguarda il movimento ovvero l’operazione con la quale un materiale viene allocato in una ubicazione oppure prelevato, del quale vengono considerate le dimensioni temporali, di ubicazione, articolo, operatore e cau- sale. Vengono quindi misurati la QT del movimento, la QT di UDC, il loro peso, il volume e la durata del movimento. Indicatore Descrizione Tasso occupazione magazzino Celle occupate/Celle totali Saturazione Superficiale Superficie occupata/superficie totale Saturazione Volumetrica Volume occupato/volume totale Produttività Numero righe evase/giorno Movimentazione in entrata Numero righe entra/movimenti totali giorno Movimentazione in uscita Numero righe uscite/movimenti totali giorno Accuratezza inventario Numero codice errati/numero codici totali Affidabilità consegne Numero spedizioni errate/numero spedizioni totali Completezza ordine Numero ordine evasi completi/numero ordini evasi Puntualità consegna Ordini consegnati puntuali/ordini consegnati totali
  • 20. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 20 L’area scorte Questo macro processo si occupa di pianificare la sosta ed il trasferimento dei materiali tra i vari nodi logistici. Possiamo individuare tre processi principali: 1. Pianificazione approvvigionamento 2. Previsione della domanda 3. Pianificazione livello dei materiali Pianificazione approvvigionamento: Questo processo si occupa di pianificare i trasferi- menti di materiali dai fornitori interni ed esterni in base alla domanda di materiali all’inter- no dei vari nodi. In questo processo vengono emessi gi ordini di acquisto, di conto lavoro, di produzione o di trasferimento tra depositi diversi. Il processo parte a valle della previsione della domanda ed ha come obiettivo quello di ridurre la sosta dei materiali all’interno dei nodi. Previsione della domanda: Questo processo si occupa di individuare la domanda di mate- riale all’interno dei vari nodi. In questo processo vengono acquisti gli ordini clienti e vengo- Schema dimensionale per l’inventario di magazzino
  • 21. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 21 no fatte le previsioni per i periodi successivi, inoltre viene valutata l’evadibilità degli ordini clienti. Obiettivo del processo è l’affidabilità della previsione della domanda. Pianificazione del livello dei materiali: Questo processo si occupa della definizione dei parametri di gestione dei flussi di materiali come la scorta minima, il punto di riordino ed il lotto economico. È una attività periodica che definisce i parametri necessari alla pianifica- zione dell’approvvigionamento ed alla previsione della domanda. I principali indicatori per quest’area misurano il livello delle scorte all’interno dei vari nodi e la loro durata per valutare l’efficacia della pianificazione degli approvvigionamenti e della previsione della domanda. In questo processo vengono misurati due fatti principali: La giacenza e l’ordine. La giacen- za viene analizzata in base alla dimensione temporale, alla sua ubicazione ed all’articolo, mentre l’ordine (di produzione, acquisto, vendita o conto lavoro) viene valutato in base alla dimensione magazzino, alla data richiesta ed alla data effettiva ed in base all’articolo. Schema dimensionale per gli ordini
  • 22. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 22 Indicatore Descrizione Indice di rotazione Spedito/giacenza media Puntualità fornitori Ordini consegnati puntuali/ordini consegnati totali Overstock Valore magazzino in surplus/valore magazzino Obsolescenza Valore magazzino obsoleto/valore magazzino Evadibilità ordini Numero di ordini evadibili in T/ Numero di ordini totali ricevuti in T Scostamento lead time Lead time effettivo / lead time previsto L’area trasporti Questo macro processo si occupa di gestire i trasferimenti di materiali tra i vari nodi, in modo particolare tra i nodi di proprietà dell’azienda (ad esempio trasferimenti tra stabili- menti differenti o tra magazzini centrali e periferici) e del trasferimento dei materiali verso i nodi periferici o clienti, diversamente la gestione del trasferimento dai nodi fornitori non è solitamente a carico dell’impresa. Due sono i principali processi di quest’area: Gestione della distribuzione Gestione dei vettori Gestione della distribuzione: Questo processo si occupa di gestire la spedizione dei mate- riali verso i vari nodi. In questo processo viene definito il piano delle spedizione, vengono prenotati i ritiri e viene predisposta la documentazione necessaria in caso i nodi destinazio- ne siano fuori dall’unione europea. Obiettivo di questo processo è di ottimizzare le spedi- zioni in modo da ridurre i costi del trasporto. Gestione dei vettori:Questo processo si occupa della gestione dei mezzi sia interni che esterni per il trasferimento dei materiali. In questo processo vengono definiti gli accordi con i fornitori esterni per le spedizioni gestite in outsourcing, invece per le spedizioni gestite in proprio vengono effettuate tutte le operazioni necessarie alla gestione della flotta di auto- mezzi (manutenzione, assicurazione, autisti). Obiettivo del processo è l’ottimizzazione delle risorse necessarie, la riduzione dei tempi di consegna e l’affidabilità delle consegne. I principali indicatori per quest’area riguardanp l’efficienza dei vettori come ad esempio il costo per chilometro o la saturazione volumetrica delle spedizioni, mentre altri indicatori riguardano l’efficacia dei vettori intesa come puntualità di consegna e correttezza.
  • 23. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 23 Il principale fatto analizzato sono le spedizioni che sono analizzate secondo la dimensione temporale, la dimensione della destinazione dell’origine e della destinazione e secondo il vettore. Per ogni spedizione sono misurati il peso, il volume, il numero di colli ed il numero di articoli. Per l’acquisizione dei dati necessari per l’analisi dei trasporti è fondamentale la corretta compilazione del documento di trasporto con tutti i dati necessari non solo per assolvere gli obblighi di legge ma anche quelli per le analisi statistiche, questi ultimi sono spesso sot- tovalutati dagli operatori addetti alle spedizioni che a volte sotto la pressione dell’autista trascurano la compilazione di alcuni campi nella predisposizione del DDT. Quindi è oppor- tuno pianificare con anticipo le spedizione e prevedere una procedure di emissione dei dosumenti di trasporto molto intuitiva. Inoltre per avere dati relativi ai costi delle spedizioni è necessario estrarre i dati relativi alle fatture emesse dai vari vettori. Schema dimensionale per le spedizioni
  • 24. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 24 Indicatore Descrizione Puntualità consegna Consegne puntuali/consegne totali Puntualità ritiro Ritiri puntuali/ritiri totali Accuratezza consegna Consegne errate/consegne totali Costo km Costi trasporto/km percorsi Volume medio Volume trasportato/numero spedizioni Numero destinazioni Numero destinazioni mensili
  • 25. WWW.INFOLOGIS.BIZ 25 3 Costruire i KPI In questo ultimo capitolo andremo a vedere come realizzare in pratica il nostro sistema di misurazione individuando gli strumenti software adeguati alla realizzazione del nostro obiettivo. Qualsiasi implementazione di un sistema di KPI deve partire da una progettazione che anche se minima è necessario che ci sia altrimenti si corre il rischio di lavorare il doppio dopo per star dietro agli errori. In questo capitolo vedremo due tipologie di soluzioni una basata su software di business intelligence ed una basata sull’utilizzo di Excel. È bene consi- derare che il software di business intelligence deve adattarsi alle mutevoli esigenze dell’im- presa crescendo con l’azienda, per questo il mio consiglio è di partire dalla soluzione Excel, in una fase iniziale in cui l’impresa sta esplorando le sue esigenze di Business Intelligence per poi passare una volta che le esigenze sono maturate ad una soluzione di acquisto di un software specifico. Per le imprese molto piccole potrebbe bastare la soluzione di Excel, mentre chiaramente per le imprese di più grandi dimensioni la soluzione dopo un po’ si rivela inadeguata. Il mio consiglio anche per le imprese più grandi è quello di partire da una soluzione sempli- ce per poi ampliarla quando saranno più chiare le esigenze di informazioni, in questo modo si può lavorare senza la pressione di un budget e maturare una cultura di business intelli- gence che si rivelerà di grandissima utilità nel approcciare progetti di maggiore complessità. Nella definizione di un progetto “esplorativo” di business intelligence possiamo seguire le seguenti fasi: 1. Definizione degli obbiettivi
  • 26. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 26 2. Analisi dei dati disponibili 3. Definizione dei requisiti 4. Modellazione dei dati Definizione degli obbiettivi: In questa fase andremo a definire i confini del nostro proget- to, ovvero quale parte di azienda andremo a misurare, ad esempio per quanto riguarda la logistica potremmo decidere di monitorare le scorte, il magazzino o i trasporti. In questa fase individueremo un calendario delle attività da fare, le risorse necessarie ed i risultati attesi. Analisi dei dati disponibili: In questa fase andremo ad analizzare cosa registra il nostro gestionale o gli altri sistemi ad esso collegato (ad esempio il software che gestisce il magaz- zino automatico). Andremo quindi ad individuare dove sono registrati i dati, come sono re- gistrati e chi ha il compito di gestirli. In questo modo avremo il panorama delle informazioni che potremmo attenderci di estrarre. Ad esempio se il nostro gestionale non registra sul DDT il volume della spedizione, non potremo chiaramente calcolare il volume medio delle spedizioni. Diverso è invece se il gestionale prevede quel dato ma non viene inserito, in questo caso bisogna valutare con chi gestisce l’inserimento del dato perché questo non vie- ne rilevato. In questa fase esplorativa di Business Intelligence normalmente ci si accontenta dei dati che ci sono, successivamente con l’utilizzo quotidiano dei report ci si può rendere conto se effettivamente quel dato non registrato è importante oppure no. Definizione dei requisiti: Sulla base di quanto è possibile estrarre dal gestionale ed in base alle esigenze informative di chi deve prendere le decisioni vengono definite le domande a cui il sistema di monitoraggio dovrà rispondere, ad esempio quanto ruota il magazzi- no? Che volume di merci spediamo verso una particolare destinazione ?. Il suggerimento è quello di fare un elenco di domande relative alle aree aziendali che dobbiamo analizzare e a fianco di ogni domanda indicare quali dati sono necessari (ad esempio per l’indice di ro- tazione abbiamo bisogno di dati come la giacenza e la qt spedita/consumata). Poi andiamo ad eliminare le domande per cui non abbiamo i dati per rispondere. Modellazione dei dati: In questa fase in base alle domande evidenziate dall’analisi dei requisiti andiamo ad organizzare i dati per poter rispondere alle domande. Si tratta in so- stanza di associare per ogni area di analisi una o più tabelle con i dati necessari per il calcolo degli indicatori. Ad esempio per l’area scorte potrebbe essere necessaria una tabella con informazioni del tipo: Articolo, Categoria, Sottocategoria, Giacenza, Data, Magazzino e così via. Per ogni colonna della tabella andremo poi ad indicare sinteticamente dove andremo a prendere il dato e se sono necessari dei calcoli per ottenere l’informazione necessaria. Ad esempio in vecchi gestionali la data potrebbe essere registrata in questo modo AAAAM- MGG, ma per poter fare delle operazioni è necessario riportala nel formato GG/MM/AAAA.
  • 27. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 27 SpagoBi SpagoBI è una piattaforma libera per lo sviluppo di progetti di Business Intelligence in un ambiente integrato ed estremamente flessibile. La piattaforma è un importante supporto ai processi decisionali dell’attività di business quotidiano e strategico, sia a livello direzionale che operativo grazie ai numerosi strumenti analitici messi a disposizione. SpagoBI offre molteplici soluzioni per la reportistica, l’analisi multidimensionale, i cruscotti semplici ed interattivi, le analisi geografiche e grafiche, la gestione e visualizzazione dei KPI, l’interrogazione libera, il data mining, la collaborazione e l’arricchimento informativo. Spa- goBI si articola in cinque moduli: • SpagoBI Server: la piattaforma che comprende tutti gli strumenti analitici, la gestione della sicurezza e delle regole di visibilità, i tools di amministrazione; • SpagoBI Studio: un ambiente di sviluppo integrato basato su Eclipse; • SpagoBI Meta: l’ambiente dei metadati; • SpagoBI SDK: un layer di integrazione per usare SpagoBI da applicazioni esterne; • SpagoBI Applications: che accoglie tutti i modelli analitici verticali sviluppati con SpagoBI. SpagoBI Server Il Modello Analitico è il cuore di SpagoBI Server e soddisfa l’intera gamma dei requisiti di analisi, offrendo diverse soluzioni per ogni area analitica: • Reports per presentare dati strutturati in modalità pixel-perfect; • Analisi OLAP per navigare attraverso i dati; • Dashboards in tempo reale per monitorare i KPI; • Processi di data mining per scoprire informazioni nascoste; • Statistiche geo-referenziate per pubblicare con una rappresentazione geografica i dati archiviati in normali data warehouse; • Grafici per presentare le informazioni in una modalità semplice ed intuitiva; • Free Inquiry (QbE) per comporre liberamente le proprie interrogazioni, esportarne il ri- sultato in fogli di lavoro e generare il primo template di reportistica; Gli strumenti disponibili Sul mercato sono disponibili diversi software per business intelligence pertanto tra le varie soluzioni ho scelto quelle maggiormente conosciute e per cui è disponibile diverso mate- riale in giro per internet. Ho scelto due software commerciali ed uno open source anche se i due software commerciali presentano entrambi delle versioni free con delle limitazioni. Il mio suggerimento è quello di iniziare con Excel poi passare ad una delle versioni free o base di uno dei software illustrati e successivamente valutare l’implementazione della versione avanzata, in questo modo lo strumento software crescerà con la maturazione delle vostre esigenze di business intelligence.
  • 28. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 28 • Modello KPI per costruire ed esaminare il proprio modello di monitoraggio prestazionale; • Dossier Analitici per condividere informazioni pubbliche e private prima di una riunione (ad esempio nella contrattazione del budget, in una riunione di avanzamento progetti) o per archiviare collezioni tematiche di documenti (ad esempio il libro dei prodotti di una stagione con i relative dati di vendita); • Documenti Office per pubblicare documenti office sotto il governo del modello comporta- mentale; • processi ETL per raccogliere dati da molte e diverse sorgenti. SpagoBI permette all’utente di decidere come comporre la piattaforma che soddisfa al me- glio le sue esigenze, anche unendo prodotti open source e proprietari al fine di salvare gli investimenti pregressi e quindi massimizzare il ROI. Il Modello Comportamentale regola la visibilità sui documenti e sui dati, in relazioni ai ruoli dell’utente finale. Grazie al modello com- portamentale è possibile riuscire a: • ridurre il numero di documenti analitici da sviluppare e mantenere; • codificare una sola volta le regole di comportamento dei documenti e di visibilità sui dati; • garantire lo crescita armonica del progetto nel tempo; • garantire il rispetto delle regole di visibilità nel tempo, indipendentemente dai motori o dai documenti analitici che si vanno aggiungendo. SpagoBI Meta SpagoBI Meta è il modulo di SpagoBI specificatamente focalizzato nella gestione e nell’inter- rogazione dei metadati. La piattaforma gestisce metadati tecnici e di business, permettendo all’utente di modificarli o importarli da tool esterni quali l’ETL. I metadati di business aiutano l’utente a conoscere meglio i dati che sta guardando, mentre i metadati tecnici permettono all’amministratore di sapere la provenienza dei dati, generare documentazione automatica o effettuare analisi di impatto. Il modulo è composto da uno strumento a supporto della fase di reverse engineering della base dati tramite il quale è possibile definire oggetti base e og- getti complessi da utilizzare poi all’interno della piattaforma dagli strumenti di analisi. Questo modulo si occupa anche di arricchire la base di conoscenza dei metadati di SpagoBI Server, così da essere facilmente interrogabili attraverso tutti gli strumenti già a disposizione: report, OLAP e QbE. Microstrategy Microstrategy , è un’azienda americana leader mondiale per quanto riguarda la distribu- zione di software per la Business Intelligence. Microstrategy è caratterizzato da un architet- tura relazionale (ROLAP), all’interno della quale si utilizza un modello multidimensionale virtuale, contraddistinto da una serie di cubi che descrivono i principali fatti di interesse e che possono facilmente essere compresi dagli utenti che possono quindi navigare senza troppi problemi all’interno della mole di dati e informazioni.
  • 29. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 29 MicroStrategy consente un facile scambio di componenti aperti come DBMS, ETL, Sistemi Operativi, Sistemi di Directory, ERP e software per il Web, per consentire ai clienti di scam- biare facilmente un componente tecnologico con un altro. Mantenendo una stretta relazione con le tecnologie complementari, questo prodotto consente ai clienti di ottenere quella fles- sibilità necessaria per creare sistemi di Business Intelligence assicurando al contempo alte prestazioni e una gestione operativa stabile. Le principali caratteristiche di MicroStrategy Interfaccia Web: MicroStrategy introduce una nuova interfaccia utente, specificamente cre- ata per l’imprenditore e ottimizzata per elevata produttività. L’interfaccia utente include una nuova serie di azioni a “clic singolo”, incorporate attraverso l’interfaccia per rendere gli utenti altamente produttivi nella visualizzazione e nell’esplorazione dei dati. È progettata con un look innovativo e una visione più semplice, che espone la funzionalità agli utenti in modo graduale, secondo le loro necessità; Reporting completamente interattivo: MicroStrategy ha esteso la capacità di report delle versioni precedenti, rendendo completamente interattivi tutti i report e le scorecard. Ora gli utenti possono riorganizzare qualunque report con semplici interventi di trascinamento o facendo clic sulle nuove icone della barra degli strumenti, per avere visualizzazioni completa- mente nuove dei dati, tutte per lo stesso report e senza richiedere assistenza; Accesso diretto ai dati di business: MicroStrategy incorpora nella propria architettura un ul- teriore motore dinamico di accesso ai dati. Questo motore è progettato per accedere a data- base multidimensioni, per esempio i database di Business Information Warehouse (BW) SAP. Unione eterogenea dei dati di tutta l’azienda: MicroStrategy estende la flessibilità di mo- dellazione dei dati delle versioni precedenti per includere viste integrate dei dati provenienti da memorie dati eterogenee. I dati possono provenire da qualunque sorgente, inclusi ware- house dei dati, centri dati, BW SAP e qualunque database di sistemi operativi; Integrazione della funzione di Data Mining migliore nei report e nelle analisi principali: Mi- croStrategy ha allargato il proprio motore analitico alla capacità di Data Mining, che consente ai report e alle analisi di includere capacità predittive in ogni report o analisi. Ora il motore analitico può calcolare svariate funzioni di data mining, compresi algoritmi di rete neurale, algoritmi di cluster, di regressione e ad albero. Insieme a questa nuova capacità di calcolo, MicroStrategy comprende anche la nuova possibilità di importare modelli di data mining direttamente dai migliori prodotti del settore. QlikView Gran parte dei database standard di QlikView sono basati su un modello relazionale. I record sono suddivisi in modo da ridurre la ridondanza, mentre i campi chiave vengono utilizzati per riunire nuovamente i record nel momento in cui vengono utilizzati. I program- matori di database devono trovare un difficile compromesso tra l’incremento della velocità e l’aumento dello spazio e del tempo necessari per aggiungere o modificare i record. QlikView è una soluzione di architettura semplice, dove tutti i dati sono salvati in memoria
  • 30. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 30 e i calcoli vengono eseguiti solo all’occorrenza. L’obiettivo di QlikTech consiste nel fornire potenti soluzioni di analisi e reporting in un quarto del tempo, a costi dimezzati e con un valore doppio rispetto ai prodotti basati sui cubi OLAP. QlikView è progettato in modo che l’intera applicazione (incluso il modello dati) sia memorizzata nella RAM, caratteristica che rende questa soluzione più efficiente rispetto alle applicazioni OLAP tradizionali. Nel momento in cui avviene il caricamento dei dati da un’origine dati, QlikView crea un modello dati in-memory che consente l’accesso a milioni di celle di dati e risponde alle que- ry in una frazione di secondo. È inoltre possibile eseguire associazioni ad alta velocità con un semplice clic sugli oggetti dei vari fogli e aggiornare immediatamente la visualizzazione. QlikView lavora a velocità superiori e richiede meno spazio rispetto a un database relazio- nale equivalente in quanto ottimizza le informazioni nel momento in cui le carica, rimuo- vendo i valori ridondanti dei diversi campi e correlando automaticamente le tabelle. Poiché non sono necessari indici, ogni campo è disponibile come campo di ricerca senza compro- mettere in alcun modo le prestazioni. Grazie a questa architettura, QlikView richiede in genere un decimo, o anche meno, dello spazio necessario per gli stessi dati rappresentati in un modello relazionale (ad es. in 10 GB di memoria sono contenuti 100GB di dati). Non esiste alcun limite al numero di tabelle consentite in un’applicazione o al numero di campi, righe o celle in una singola tabella. La capacità della RAM è l’unico fattore che limita le dimensioni dell’applicazione. QlikView consente di analizzare grandi volumi di dati a ve- locità elevata grazie alla particolare struttura del modello dati in-memory. QlikView esegue calcoli “al volo”, fornendo a tutti gli utenti – e non solo ai pochi esperti – funzionalità di analisi multidimensionale. Di conseguenza gli utenti possono ottenere risposte alle query ed eseguire calcoli in una frazione di secondo, nonché elaborare grandi dataset; dal canto loro le aziende possono soddisfare in modo rapido e conveniente le esigenze di un maggior numero di utenti. Sfruttando appieno i vantaggi della capacità di memoria della tecnologia a 64 bit, QlikView è in grado di fornire metriche a livello di riepilogo e dettagli a livello di record sulla stessa architettura. Le aziende possono quindi trarre vantaggio da soluzioni di analisi scalabili che forniscono indicatori KPI a livello di riepilogo, oltre ad analisi dettagliate ed estremamente granulari. QlikView integra in una singola piattaforma unificata tutte le funzionalità che in genere caratterizzano suite di prodotti più complesse e costose. Oltre a fornire potenti applicazioni analitiche, QlikView consente di eseguire analisi fles- sibili ad hoc e di creare semplici report stampabili. In questo modo le aziende possono estendere QlikView a tutti gli utenti - dagli analisti qualificati che creano report dettagliati ai dirigenti che hanno bisogno di una panoramica sulle informazioni aziendali critiche, fino ai responsabili della supervisione degli impianti che analizzano le prestazioni di output. Con QlikView è inoltre possibile sostituire i report cartacei non utilizzati con report generati on demand. QlikView mette disposizione una versione free completamente funzionante con la limita- zione che i file creati non possono essere condivisi ed aperti da altri utenti che hanno Qli- kView. L’installazione e l’utilizzo sono molto intuitivi inoltre sono disponibili diversi tutorial e guide per poter imparare i primi rudimenti.
  • 31. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 31 Costruire i KPI con Excel Ogni gestionale ha la necessità di registrare i dati all’interno di un particolare file (in realtà non sempre si tratta di un unico file) chiamato database. Ogni qualvolta aprite una ma- schera del vostro gestionale per inserire un DDT o un ordine, il programma si preoccupa di recuperare o registrare i dati all’interno di una o più tabelle del database. Le maschere hanno il compito di semplificare (almeno questo è quello che fanno nella maggior parte dei casi) l’inserimento, la modifica, la cancellazione e l’interrogazione dei dati all’interno di una database, che solitamente è organizzato in più tabelle che contengono dati omogenei tra di loro, ad esempio la tabella con l’anagrafica articoli, la tabella con le righe degli ordini di vendita. La soluzione proposta prevede l’utilizzo di MS Query per estrarre i dati dalle tabelle del gestionale e l’uso delle tabelle Pivot per creare report e grafici riepilogativi. Per poter rea- lizzare questa soluzione sono necessari due requisiti di base: • Il database sia accessibile • Avere le credenziali di accesso al database Esistono sul mercato diverse tipologie di database più o meno costose, più o meno ef- ficienti che possono essere utilizzate per archiviare i dati. Solitamente il produttore del gestionale sceglie un database su cui registrare i dati, oppure per le grandi imprese viene lasciata libertà di scegliere quale database utilizzare, pagando quindi due licenze una per il software gestionale ed una per il database (solitamente Oracle, SQLServer o MySql). Quan- do il database è compreso nel pacchetto software (soprattutto per i gestionali di piccole dimensioni in cui non devono accedere molti utenti) solitamente è utilizzata una licenza gratuita o limitata dei database più diffusi. Potrebbe anche capitare (ma questo succedeva in passato) che i dati vengano registrati su un database proprietario dell’azienda produttri- ce del software gestionale ed in questo caso non è possibile accedere ai dati, oggi la stra- grande maggioranza dei gestionali utilizza uno dei database maggiormente diffusi e quindi accessibili. La seconda condizione è di avere le credenziali di accesso al database del gestionali, ovve- ro username e password per accedere al database, che potrebbero corrispondere a quelle utilizzate per accedere al gestionale. Una volta verificati i prerequisiti è necessario collegarsi al database tramite una connessio- ne ODBC, ovvero una specie di ponte che permette di interrogare i dati presenti all’interno dello specifico database. È necessario che sul proprio PC sia installato un driver ODBC per il database da interrogare, solitamente con l’installazione di windows vengono caricati i dri- ver per MS Access e SQLServer. Nel caso non fosse installato il driver solitamente è possibile scaricarlo dal sito del produttore del database. Una volta verificata la presenza del driver ODBC necessario per creare la connessione pro- cediamo in questo modo: 1 Andiamo in pannello di controllo
  • 32. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 32 2 Clicchiamo su strumenti di amministrazione 3 Clicchiamo su origine dati ODBC 4 Nella maschera che compare vedrete tutte le connessioni presenti sul vostro PC, quindi cliccate su aggiungi 5 Nell’elenco dei driver ODBC presenti selezionare il driver specifico per il proprio databa- se e cliccare su fine. 6 A questo punto la configurazione della connessione dipende dallo specifico database ma solitamente viene richiesto:Un nome da dare alla connessione (a vostra scelta) il server (ovvero il PC) su cui risiede il database, l’username e la password.
  • 33. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 33 Una volta creata la connessione possiamo iniziare ad interrogare i dati, ma prima di opera- re è opportuno conoscere il database ovvero cercare di capire come sono organizzati i dati per poter effettuare le interrogazioni, se disponibile è meglio consultare la documentazio- ne che nel migliore dei casi consiste nello schema relazionale (un disegno con i nomi delle tabelle e come sono collegate tra di loro) ed il dizionario dei dati ovvero l’elenco dei campi presenti nelle varie tabelle con una descrizione di cosa è contenuto nel campo. Ovviamente non ha senso analizzare tutte le tabelle, anche perché in un piccolo gestionale ce ne sono centinaia, mentre per un sistema ERP come SAP si arriva tranquillamente a diverse centina-
  • 34. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 34 ia. In questa fase dovrete individuare le tabelle che servono per la vostra analisi, per l’area logistica sono d’interesse le tabelle con l’anagrafica articoli, l’anagrafica clienti/fornitori, gli ordini di vendita e di acquisto, i documenti di trasporto, i movimenti di magazzino ed i saldi di magazzino. Ovviamente se i programmatori hanno avuto buon senso nel definire il nome delle tabelle non dovrebbe essere difficile, altrimenti dovrete navigare tra sigle come MAGSAL o TESORCLI e via dicendo. LO SCHEMA RELAZIONALE CON VISIO Se non avete lo schema relazionale ma avete a disposizione VISIO potere ricavarvi lo sche- ma relazionale con l’elenco dei campi presenti nel vostro database. Una volta avviato MS VISIO procedete in questo modo: 1 Andate su nuovo e tra i modelli scegliete software e database e scegliete Database – modello 2 Andate nel menù database e cliccate su decodifica 3 Selezionate la connessione ODBC al vostro database 4 Cliccate due volte su avanti e vi ritroverete l’elenco delle tabelle del vostro database, a questo punto se sono poche potete selezionarle tutte, oppure scegliere solo quelle che vi interessano. 5 Cliccate su fine e dopo un tempo che dipende dal numero di tabelle che avete selezio- nato vi ritrovate la mappa del vostro database. Buona navigazione !!!
  • 35. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 35
  • 36. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 36 Nel caso non aveste a disposizione la documentazione del database dovrete procedere per tentativi, ovvero quando andate ad interrogare il database dovrete scorrevi le varie tabelle per individuare quelle che potrebbero contenere i dati che servono provare ad estrarre i dati e verificare se sono quelli che vi servono. È un lavoraccio ma non è impossibile (la pros- sima volta farete più attenzione nello scegliere il vostro fornitore di servizi informatici!!!) A questo punto siete pronti ad estrarre i dati, ovvero a creare la vostra prima Query (in- terrogazione). Per interrogare i database è stato realizzato un apposito linguaggio chiamato SQL che praticamente vi permette di chiedere qualsiasi cosa al vostro database (sempre che lui abbia voglia di rispondervi e la domanda sia posta correttamente !!!). Ovviamente per interrogazioni semplici non è necessario imparare questo linguaggio ma potete utilizzare MS Query per creare in maniera grafica ed intuitiva le vostre interrogazioni. Per avviare MS Query aprite Excel andate sulla barra dati e procedete in questo modo: 1 Cliccate da altre origini dati e cliccate su MS Query 2 Nella maschera che vi compare selezionate la connessione ODBC al vostro database e togliete la spunta da usa creazione guidata. 3 A questo punto vi trovate in MS Query e nella prima maschera vi viene chiesta la tabella da aggiungere, scorrete l’elenco e selezionate la tabella che vi interessa. A questo punto cliccate sul pulsante mostra criteri e vi troverete lo schermo diviso in tre parti: Nella prima parte trovate l’elenco delle tabelle con i loro campi, potete sempre aggiun- gere una tabella cliccando su aggiungi tabelle, oppure eliminare selezionando la tabella e premendo il tasto CANC. Solitamente quando fate un’interrogazione i dati sono presenti su più tabelle ad esempio nelle righe d’ordini trovate il codice articolo, ma per avere una sua
  • 37. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 37 descrizione o conoscere la categoria merceologica è necessario aggiungere la tabella ana- grafica articoli. Solitamente nei database ben progettati i dati sono collegati tra di loro cosi quando aggiungerete la tabella Articoli comparirà una linea che collega il campo Articolo della tabella anagrafica con il campo Articolo della tabella righe ordine. Nel caso questo
  • 38. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 38 collegamento non fosse automatico bisogna crearlo trascinando il campo articolo della ta- bella anagrafica sul campo articolo della tabelle righe ordine (Anche in questo caso potete maledire il vostro fornitore software !!!). Quando fate doppio clic su un campo di una tabella questo viene riportato nell’area in bas- so dove compaiono i dati della query in anteprima, alternativamente potete selezionare il campo che vi interessa e trascinarlo nell’area anteprima. Nella seconda parte dello schermo compaiono i criteri con i quali selezionare i dati, per inserire un filtro su un campo potete selezionare il campo nella tabella e trascinarlo in quest’area, dove c’è scritto valore andrete ad in indicare il valore da filtrare con un uno o più operatori di confronto (=, ,, like, not ecc) se non indicate nessun operatore allora vie- ne considerato come operatore uguale. Ad esempio se avete selezionato il campo prezzo in anagrafica articoli e come valore avete inserito 5 la query estrarrà tutti gli articoli con prezzo uguale a 5 se invece volete gli articoli con prezzo superiore a 5 dovrete inserire 5 se volete gli articoli con prezzo tra 5 e 10 dovrete scrivere 5 and 10, se volete gli articoli con prezzo tra 5 e 10 o tra 20 e 30 dovrete scrivere 5 and 10 or 20 and 30. Per fare ricerche all’interno di testi utilizzate l’operatore like in abbinamento con * e ?. Vediamo alcuni semplici esempi:
  • 39. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 39 Descrizione articolo che inizia con Tessuto, indicate come criterio like ‘Tessuto*’ Descrizione articolo che contiene ciliegio, indicate come criterio like ‘*ciliegio*’ Codice articolo di 5 caratteri che inizia per T, indicate come criterio like ‘T????’ Possiamo inserire quanti criteri vogliano semplicemente trascinando il campo che vogliamo filtrare nel campo criteri , ma attenzione che filtrando, filtrando la tabella rimane vuota !!! Nella ultima parte dello schermo compare l’anteprima dei dati selezionati, in questa parte possiamo spostare le colonne. Se facciamo doppio clic su una colonna compare una ma- schera che ci consente di effettuare due operazioni: rinominare il campo ed effettuare dei raggruppamenti. Per dare un nome più significativo al campo basta inserire una descrizione in intestazione colonna, se il vostro campo si chiama CODART potete inserire una descrizione comprensibile anche ad essere umani come Codice Articolo. Con il raggruppamento possiamo effettuare delle operazioni su diversi record, ad esempio se vogliamo sapere quanti articoli ci sono per categoria merceologica, possiamo trascinare i campi Categoria e Codice Articolo nella zona antepri- ma, fare doppio clic sulla colonna Codice articolo e inserire in intestazione colonna la descrizione Totale articoli, mentre nella colonna a discesa selezionate Conteggio. In questa casella trovate le varie operazio- ne di aggregazione che è possibile compiere come la somma, la media, il minimo ed il massimo. Sempre nell’area anteprima è possibile inserire dei campi calcolati, ad esempio se abbiamo estratto dal- la nostra tabella righe ordini clienti la QT ordinata, e dalla tabella listini il prezzo di listino dell’articolo pos- siamo calcolare il prezzo totale nella prima colonna vuota dell’area anteprima la formula: TOTALE=QT * Prezzo (o qualsiasi altro nome abbiano i campi che riportano il prezzo e la QT). Se conosciamo il linguaggio SQL, o semplicemente per curiosità (o magari per imparare fa- cendo) cliccate sul pulsante SQL e tutto quello che avete creato graficamente viene tradotto da MS Query in linguaggio SQL. Ovviamente potete fare qui le vostre modifiche o scrivere direttamente la vostra query, il vantaggio di scrivere direttamente le istruzione SQL è chiara- mente quello di avere una maggiore flessibilità e potenza nell’estrarre i dati dal vostro data- base, pensate che ci sono istruzioni SQL che arrivano a diverse decine di righe (nelle Query create graficamente solitamente ci sono al massimo 4/5 righe) effettuando calcoli abbastanza complicati e collegando più tabelle insieme. A questo punto quando la vostra interrogazione è pronta e siete soddisfatti dei dati estratti potete cliccare su file e poi su restituisci dati ad Excel. A questo punto vi ritrovate i vostri dati in Excel che potete ulteriormente ordinare, filtrare e rielaborare. Quando il database viene modificato per avere i dati sempre aggiornati, basta andare su Dati e cliccare su aggiorna, in questo modo avete il vostro fatturato in tempo reale !!!. Ovviamente i tempi di aggiornamen-
  • 40. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 40 to dipendono da quanto complicata è la vostra query e di quanti dati estrae (ad esempio molti collegamenti tra tabelle soprattutto se molto grandi rallentano molto l’estrazione dei dati) Una piccola precisazione per chi utilizza la versione 2003 di Excel, in questa versione c’è il li- mite di 65000 righe, limite che può essere facilmente superato soprattutto nei database delle medio grandi imprese quando si estraggono molti dati di dettaglio, ad esempio se vogliamo estrarre tutti i movimenti di una azienda che possiede più magazzini nell’arco di un anno pos- siamo tranquillamente superare le 100.000 righe, in questo caso Excel 2003 vi segnala errore e vi restituisce solo le prime 65.000 righe. Una volta estratti i dati possiamo utilizzarli per realizzare delle tabelle Pivot che ci consento- no di raggruppare i dati per ottenere dei report riassuntivi delle nostre informazioni (in verità una volta cliccato in MS Query su riporta i dati in Excel, ci viene proposto se riportare i dati così come sono oppure di creare direttamente una tabella Pivot. Allo stesso modo quando creiamo una tabella Pivot che ci chiede di specificare l’origine dati possiamo selezionare l’op- zione origine dati esterna per creare una query su cui costruire la tabella Pivot) La tabella pivot è composta da quattro elementi in cui trascinare i campi della tabella da analizzare: • Etichette di riga • Etichette di colonna • Valori • Filtro Rapporto Etichette di riga: In questa sezione trasciniamo uno o più campi che vogliamo compaiano come intestazioni delle righe della tabella. Ad esempio se abbiamo estratto la tabella con la testata dei documenti di trasporto possiamo trascinare in questa area il campo Destinazione in modo da avere l’elenco delle destinazioni. Etichette di colonna: Analogamente alle etichette di riga in questa area trasciniamo i campi che vogliamo compaiano come intestazioni di colonna della tabella. Sempre considerando l’esempio dei DDT in questa area trasciniamo ad esempio il campo Data Sia per i campi in etichetta di colonna che di riga possiamo effettuare un raggruppamento di dati, cliccando con il pulsante destro sul campo della tabella pivot e cliccando su raggruppa possiamo utilizzare raggruppamenti automatici per dati di tipo numerico o di tipo data. Sem- pre nell’esempio precedente se clicchiamo sul campo Data spedizione possiamo raggruppare le date per mesi, trimestri od anni. Nel caso di campi numerici possiamo indicare un intervallo di raggruppamento. Ad esempio se ho un campo con il peso della spedizione posso ad esem- pio indicare un intervallo da 1 a 200 e raggruppare per 20, in questo modo ho delle classi di intervallo uguale a 20 kg e contare per ogni classe quante spedizioni sono state fatte. Valori: In questo campo andiamo a trascinare il campo su cui vogliamo effettuare una ope- razione di aggregazione come ad esempio il conteggio o la somma. Il tipo di operazione effet- tuabile dipende dal tipo di dato ad esempio per un dato alfanumerico possiamo fare solo il conteggio (ad esempio se abbiamo il nostro elenco di articoli e con la categoria merceologia ed il peso, se raggruppiamo per categoria per il campo codice articolo possiamo fare solo un
  • 41. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 41
  • 42. KPI PER LA LOGISTICA WWW.INFOLOGIS.BIZ 42 conteggio mentre per il campo peso possiamo effettuare oltre che il conteggio anche la som- ma). Per i campi di tipo numerico possiamo fare tutte le operazioni di aggregazione anche se non è detto che queste abbiano senso. Consideriamo ad esempio una tabella in cui abbiamo il magazzino, il codice articolo, la data ed il valore della giacenza. Se raggruppiamo per la data per mese non ha senso fare la somma dei valori della giacenza in quanto non avremo un va- lore corretto, ha più senso fare una media, mentre se raggruppiamo per magazzino possiamo fare la somma della giacenza. Cliccando sul campo valore possiamo dare una formattazione numerica al dato oppure pos- siamo farlo esprimere in percentuale di colonna o di riga o del totale. Filtro Rapporto: Questa area rappresenta la terza dimensione del report, ovvero la zona in cui solitamente si inserisce un filtro per avere sezioni particolari di un rapporto. Sempre considerando l’esempio dei DDT nel campo filtro possiamo trascinare ad esempio la causale del trasporto in modo che possiamo analizzare le spedizione nel tempo e nello spazio (Riga destinazione e Colonna Data) e filtrare ad esempio per causale vendita più tosto che conto la- voro in modo da avere due report distinti per le spedizioni in conto lavoro e quelle in vendita semplicemente cliccando su filtra rapporto. Dalla tabella Pivot possiamo in automatico creare un grafico per una rappresentazione più immediata dei nostri dati. Il grafico sarà collegato alla nostra tabella quindi qualsiasi aggior- namento facciamo alla tabella si rifletterà sul grafico. Nella tabella pivot è poi possibile filtrare alcuni dati specifici, ad esempio potremmo considerare sole le spedizioni verso alcune desti- nazione, è poi possibile ordinare i campi etichetta e valori. Completano la creazione di report l’utilizzo della formattazione condizionale in modo da far risaltare alcuni dati in particolare, oppure per creare delle tabelle con dentro dei grafici uti- lizzando ad esempio la formattazione condizionale a semaforo per avere immediatamente il colpo d’occhio sull’andamento del fenomeno. PowerPivot per Excel 2010 è uno strumen- to per l’analisi dei dati che offre potenzialità di calcolo senza precedenti direttamente in un’applicazione già nota e molto apprezza- ta dagli utenti: Microsoft Excel. Con questo componente aggiuntivo per Excel, è possi- bile elaborare enormi quantità di dati con una velocità notevole per trasformarli in in- formazioni significative in grado di offrire le risposte necessarie. Si possono elaborare milioni di righe con prestazioni elevate, molto simili a quelle normalmente ottenute per l’elaborazione di un migliaio di righe. Il motore di business in- telligence (BI) in memoria, inoltre, consente di sfruttare al massimo le potenzialità offer- te dalla disponibilità di processori multicore e gigabyte di memoria per ottenere velocità elevatissime di elaborazione dei calcoli. È possibile integrare dati provenienti da una vasta gamma di origini, tra le quali database aziendali, fogli di calcolo, rapporti, file di te- sto e feed di dati Internet. PIU POTENZA CON POWERPIVOT