SlideShare a Scribd company logo
1 of 27
L’USURA A VITERBO E NEL LAZIO
 MONTALTO DI CASTRO, 5 APRILE 2011
UN QUADRO D’INSIEME
La crisi economica che si trascina ormai da diverso tempo, il calo dei consumi, la perdita d’acquisto di salari
e stipendi, l’impoverimento della classe media, cui bisogna aggiungere dissesti e scandali finanziari ed
emergenze non previste, espongono nostro Paese in una situazione simile a quella del biennio 90-92. Anni
di congiuntura economica negativa e di una caduta verticale di fiducia nelle Istituzioni, e in cui il fenomeno
dell’usura emerse come un dramma sociale diffuso.
E’ nei forti periodi di crisi, infatti, che il bisogno impellente di denaro liquido trova nel mercato usuraio uno
sbocco, un’apparente soluzione per tanti che non intravedono altre vie d’uscita a situazioni che diventano,
giorno dopo giorno, sempre più difficili da gestire.
La crisi è seria, molto seria, minimizzarla o nasconderla non ha senso. Sono diversi gli indicatori economici e
le fonti che ne confermano la gravità. Queste, in modo pressoché unanime, rendono l’immagine di un’Italia
in affanno con famiglie ed imprese sempre più indebitate e con sempre minori strumenti per gestire l’inde-
bitamento.
Ormai, da qualche anno, il ricorso al credito al consumo, virtuoso e produttore di crescita economica se fi-
nalizzato all’acquisto di beni durevoli e/o di lusso, è finalizzato alla copertura di spese di gestione familiare.
Sintomo evidente della perdita di un potere di acquisto di redditi e salari: una sostanziale mancanza di liqui-
dità per le spese correnti.
Secondo il bollettino economico della Banca d’Italia del Lazio:


Nella prima metà del 2009 la congiuntura per l’economia laziale ha mostrato un’elevata variabilità; nel pri-
mo trimestre si è approfondita la caduta dell’attività economica iniziata nell’anno precedente, mentre nel
secondo trimestre è prevalsa una fase di lieve recupero degli ordinativi, che si mantengono su valori storica-
mente bassi. Nel primo semestre dell’anno le esportazioni laziali si sono notevolmente ridotte, con cali più
ampi della media per i settori della chimica, della gomma e plastica, del tessile e dell’abbigliamento. È dimi-
nuito il numero di occupati nella regione e il tasso di disoccupazione è aumentato; la contrazione dell’attivi-
tà produttiva si è riflessa nel forte aumento degli interventi di Cassa integrazione guadagni. I prestiti banca-
ri alla clientela residente nella regione alla fine del primo semestre del 2009 hanno mostrato complessiva-
mente una diminuzione; si è ridotto il credito alle società finanziarie e hanno decelerato i finanziamenti alle
imprese e alle famiglie. I flussi di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti sono lievemente aumentati. È dimi-
nuito il ritmo di crescita dei depositi bancari; si è tuttavia incrementata la componente dei conti correnti,
per una maggiore propensione verso attività più liquide.1


Ancora più precise le analisi della Camera di Commercio di Viterbo che, a pagina 10 del Rapporto Polos
2008, scrive:

1
    Banca D’Italia, Economie regionali. L’economia del Lazio nel primo semestre 2009,Novembre 2009
(…) Tuttavia, il sistema creditizio italiano non rischia il fallimento, anzi, nell’ambito delle economie occiden-
tali è quello dimostratosi più solido. Non solo, anche l’economia del nostro Paese si è dimostrata meno
esposta alle fluttuazioni congiunturali.
La provincia di Viterbo, per il modello di sviluppo perseguito, accentua tale caratteristica, mostrando una di-
namica in cui, per il momento, l’incidenza della crisi sembra rimarcare le difficoltà strutturali e gli squilibri
socio economici già emersi nel corso delle scorse edizioni degli Osservatori economici e che sono i seguenti:
• La contenuta capacità competitiva
• La difficoltà di creazione della ricchezza
• L’innovazione ancora poco marcata
• La terziarizzazione di tipo tradizionale
• L’importanza delle filiere produttive tradizionali
• La rilevanza del mercato locale
• Le difficoltà del mercato del lavoro
• I deficit infrastrutturali
(…) Volendo verificare la durata dell’impatto della crisi in provincia, i due terzi degli imprenditori locali
(66,9%) sostengono che essa manifesterà il picco nel 2009, con particolare riferimento al II semestre
(36,4%), riducendo l’effetto stagionale dell’agricoltura, del turismo e del commercio natalizio sulla crescita
del sistema economico. Il 24,1% delle imprese afferma che la crisi dispiegherà gli effetti più seri nel 2010.2


In altri termini, la crisi del sistema finanziario internazionale che, come ben sappiamo, viene da lontano, ha
ripercussioni negative sull’economia reale, sia, come logica conseguenza, sui circuiti creditizi e sui sistemi
bancari delle economie più avanzate. Sebbene il modello bancario italiano abbia mostrato una maggiore te-
nuta rispetto a quello delle altre economie occidentali, non sono mancate difficoltà e punti di criticità che
hanno abbassato il clima di fiducia tra banche, da una parte, ed imprese e famiglie, dall’altra.3
La Tuscia non rappresenta un’eccezione. Anche nel territorio della provincia di Viterbo imprese e famiglie
hanno denunciato di aver registrato un peggioramento delle condizioni di accesso al credito. «Sono soprat-
tutto le imprese appartenenti al commercio a rilevare tale difficoltà (41,3%), mentre meno esposte sembra-
no essere le imprese degli altri servizi (turismo, trasporti, terziario avanzato, servizi alle famiglie: 29,7%). Di-
stinguendo il campione per classe dimensionale, poi, sono soprattutto le imprese maggiori (almeno 50 ad-
detti) a mostrare un’incidenza percentuale superiore (46,7%). Questo perché le imprese più grandi sono,
nella maggior parte dei casi, più implicate nei circuiti economici internazionali e, quindi, maggiormente
esposte alla difficile congiuntura mondiale. Ciò, evidentemente, funge da deterrente riguardo il livello di fi-


2
    Camera di Commercio di Viterbo, Polos 2008. 9° Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese
3
    Tra gli effetti non dimentichiamo l’irrigidimento del sistema creditizio provocato dal protocollo di Basilea 2
ducia nelle banche sull’attività economica dell’azienda. Analogamente, nella ripartizione del campione di
imprese, sono soprattutto le Società più strutturate, quali le società per azioni, a riscontrare un maggior ir-
rigidimento in tal senso. Meno esposte sono, invece, le società di persone e, soprattutto, le cooperative
(20,0%), la cui capacità finanziaria è notoriamente orientata più sul lavoro che sulle attività patrimoniali (i
cui valori si sono sensibilmente ridotti negli ultimi mesi)»4.
Sostanzialmente, quasi tutti gli indicatori della qualità della vita evidenziano un segno negativo in tutto il
territorio del Lazio. Le province del Lazio (escludendo quella di Rieti) scendono di posizione nella graduato-
ria stipulata annualmente dal Sole 24 Ore. La Tuscia, posizionandosi al terzo posto (59°) nella graduatoria
regionale, preceduta da Roma (8°) e da Rieti (55°), sale rispetto all’anno precedente di 5 posizioni. In parti-
colare, in relazione alla classifica generale, migliore è la posizione relativa alla categoria affari e lavoro (61°)
per l’alta concentrazione delle imprese per 1.000 ab. (7°) la bassa incidenza di fallimenti (38°). Pesano nega-
tivamente, nel settore affari e lavoro, il basso valore in percentuale delle persone occupate tra i 25 e 34
anni (62°) ma, soprattutto, il rapporto in percentuale tra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro (78°).
Nella classifica finale, il basso tenore di vita contribuisce a far scendere l’indicatore della qualità della vita.
Le variabili che pesano positivamente sono il costo di insediamento residenziale (per mq) e la ripartizione
della spesa. Pesano negativamente il basso livello del Pil pro-capite (68°), i livello dei depositi bancari (75°) e
l’indice dei prezzi al consumo, che analizza il costo vita. In particolare è l’indice Foi a posizionarsi in fondo
alla graduatoria nazionale (101° su un totale di 103 province).
Ma vi sono due elementi importanti che denunciano l’effetto della crisi economica: l'aumento dei fallimenti
e dei protesti, che sono termometro di una situazione più complessiva di fragilità del sistema delle imprese
e sono tra i sintomi più comuni del rischio usura.
Nel corso del 2008 noi abbiamo visto raddoppiato il numero dei fallimenti. A Viterbo, secondo i dati forniti
da Cribis.it sulle rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio, si è passati dalle 18 imprese che avevano
dichiarato fallimento nel 2007 a 31 aziende nel giro di dodici mesi con un incremento totale del 72,2%.
A farne le spese maggiori sono state le micro-imprese prive di brand appartenenti al settore dell'edilizia, su-
bito seguite dal manifatturiero. Dati allarmanti se si considera che nel 2007 i fallimenti si fermavano a quo-
ta 6.202 in tutta la penisola registrando un notevole calo rispetto ai circa 10mila del 2006. Per quanto ri-
guarda Viterbo la situazione non è ancora del tutto negativa se si paragona a quella di altre province italia-
ne che hanno raggiunto picchi davvero elevati di procedimenti fallimentari. Tutte le statistiche sembrano
quindi sottolineare ancora una volta che gli effetti della crisi economico-finanziaria continueranno a pesare
sul sistema produttivo nazionale.
Per ora le piccole aziende sono quelle che ne soffrono di più e la situazione della provincia di Viterbo sem-
bra confermarlo.



4
    Camera di Commercio di Viterbo, cit.
L’USURA: UN DRAMMA SOCIALE
Come è noto il Rapporto annuale di Sos Impresa analizza, in modo dettagliato, l’evolversi dei fenomeni cri-
minali sulle attività economiche e, in particolar modo, il racket e l’usura. Concentrando l’attenzione sul giro
d’affari dei reati che incidono più direttamente sulla vita delle imprese, vale a dire su quello che il Rapporto
Le mani della criminalità sulle imprese definisce il ramo commerciale della Mafia Spa, ci troviamo di fronte
ad un consolidamento del fatturato, sebbene segnato da importanti scostamenti.
Il settore maggiormente in crescita è quello dell’usura che, nel 2009, ha registrato un vero boom. Questo
reato segnala una crescita degli imprenditori colpiti, della media del capitale prestato e degli interessi resti-
tuiti, dei tassi applicati, facendo lievitare i commercianti colpiti ad oltre 200.000 con un giro d’affari che
oscilla intorno ai 20 miliardi di euro.
Di segno diverso il racket delle estorsioni dove risulta sostanzialmente invariato il numero dei commercianti
taglieggiati con una lieve contrazione dovuta al calo degli esercizi commerciali e all’aumento di quelli di pro-
prietà mafiosa.




                                      Denaro movi-
                                                         Denaro           Costi per i       Commercianti
               Tipologia              mentato dalle
                                                       movimentato       commercianti          colpiti
                                         mafie
                Usura                    15 mld            40 mld            20 mld            200.000
               Racket                     9 mld             9 mld            5,5 mld           160.000
           Furti e rapine               1,2 mld             8 mld            2,5 mld            90.000
                Truffe                  4,6 mld5           4,6 mld           4,6 mld           500.000
          Contrabbando                  1,2 mld            1,5 mld            0,2 ml            15.000
     Contraffazione e Pirateria         6,5 mld             8 mld            2,3 mld
            Abusivismo                    2 mld            10 mld            1,3 mld
             Agromafia                  7,5 mld            7,5 mld
     Appalti e forniture pubbli-
                                          1,2 mld          1,2 mld           0,3 mld
                 che
     Appalti e forniture private
                                          5,3 mld          5,3 mld             0,8
              (Edilizia)
       Giochi e scommesse                  2,5 mld         3 mld
              TOTALE                      56,1 mld        98,1mld           37,5 mld




Anche le attività di “rilevazione sul campo” confermano i dati del Rapporto e altre autorevoli fonti citate in
precedenza. Secondo i dirigenti dei Consorzi fidi nell’ultimo biennio sono aumentate le richieste di credito
d’esercizio a fronte di quelli per investimenti. Segnale evidente della difficoltà crescente per piccole impre-
se a far quadrare i conti.
La nostra rete di Sportelli di ascolto e aiuto, presente nella Regione, segnala con sempre maggiore frequen-
za una situazione di forte disagio che coinvolge sempre di più imprese e classi sociali una volta ritenute im-
muni da rischi di sovra indebitamento, quali impiegati, liberi professionisti, piccoli imprenditori, l’espressio-
ne di quel ceto medio che, fino a pochi anni fa, era privo di problemi economici e non poteva considerarsi
povero.
L’usura, quindi, confermandosi come fenomeno sociale diffuso, mantiene il proprio zoccolo duro tra le fa-
miglie povere e le microimprese, ma ha ampliato il bacino di interventi. In senso figurato potremmo para-
gonare il fenomeno usuraio ad un tumore del tessuto sociale ed economico, quando questo vede indeboliti
i propri anticorpi le metastasi si propagano velocemente e lo distruggono.
Nel triennio 2006-2009 sono state 165.000 le attività commerciali e 50.000 gli alberghi e i pubblici esercizi
costretti alla chiusura. Di queste un robusto 40% deve la sua cessazione all’aggravarsi di problemi finanziari,
a un forte indebitamento, all’usura. Non tutti, però, chiudono definitivamente. Due commercianti sui tre
tentano di intraprendere un’altra attività cambiando ragione sociale, ovvero intestando l’attività ai figli, alla
moglie, o a qualche parente stretto. Il fenomeno colpisce in larga parte persone mature, intorno ai cinquan-
t’anni, che hanno sempre fatto i commercianti e che hanno oggettive difficoltà a riconvertirsi nel mercato
del lavoro e, quindi, tentano di tutto per evitare il protesto di un assegno, il fallimento della loro attività.
Solitamente sono commercianti che operano nel dettaglio tradizionale: alimentaristi, fruttivendoli, gestori
di negozi di abbigliamento e calzature, fiorai, mobilieri, quelli che oggi pagano più di ogni altro il prezzo del-
la crisi. Non deve, quindi, stupire che in questa situazione ci si rivolga agli usurai anche per aprire bottega.
Anche il fenomeno dell'usura di giornata, che Sos Impresa ha denunciato pochi mesi fa, è frutto della crisi.
Un prestito usuraio che si conclude nell'arco di una giornata: la mattina si prende, la sera si restituisce, è il
caso di dirlo, con gli interessi! L'incredibile fenomeno riguarda piccoli commercianti, ma anche titolari di at-
tività di media dimensione che, per resistere alla crisi, per mantenere aperto l'esercizio e pagare i fornitori,
si rivolgono agli usurai. Questi alla mattina prestano i soldi (mediamente mille euro) e la sera passano a riti-
rare il capitale maggiorato di un 10%. Un fenomeno va collegato alla difficile situazione in cui si dibattono le
Pmi e non solo.
Come abbiamo visto, tutti gli ultimi studi di settore, compresi quelli della Banca d’Italia, confermano l’inde-
bitamento delle famiglie, oscillante mediamente intorno ai 22mila euro. Un trend, purtroppo, in continua
ascesa cui è strettamente legato il rischio di incappare nel credito illegale.
L’usura, come abbiamo visto, si sta insinuando in tutti gli strati sociali, rendendo particolarmente rischiosa
l’attività della piccola impresa commerciale al dettaglio, dell’artigianato di vicinato, dei ceti più poveri, ma
anche di quei soggetti una volta ritenuti immuni da questa piaga.
In queste aree, accanto all’usura strettamente intesa, emerge, infatti, un’area vasta di sovra-indebitamento
che colpisce soprattutto le famiglie. E’ inevitabile che, come in ogni mercato, con il crescere della domanda
si sviluppi anche l’offerta. Un’offerta ormai diversificata. L'usura di giornata ne è una prova. Così accanto a
figure classiche di usurai di quartiere si muove un nuovo mondo che va dalle società di servizi e mediazione
finanziaria, ormai presenti in ogni città, a reti strutturate e professionalizzate, fino a giungere
a soggetti legati ad organizzazioni criminali.
L'usura di mafia ha trovato forza anche per il modificarsi del mercato del prestito a strozzo.
Si segnalano, a questo riguardo, due aspetti importanti: cresce innanzitutto da parte delle vittime l'entità
del capitale richiesto. Si tratta di somme cospicue che il prestatore di quartiere non è in grado di soddisfare,
mentre l'usuraio del clan, spesso il ragioniere che gestisce la liquidità che deriva dal traffico di droga e delle
scommesse, nel giro di poche ore può soddisfare anche le richieste più impegnative. In secondo luogo, pa-
radossalmente, aumentano le sofferenze anche per i prestatori a nero, e solo gruppi particolarmente attrez-
zati, dotati di un’organizzazione e di un carisma criminale importante, sono in grado di riscuotere con cer-
tezza le rate usurarie scadute.
L’usuraio mafioso può accontentarsi anche d’interessi modesti, soprattutto se la famiglia è interessata ad
entrare in compartecipazione con l’azienda del debitore. Per alcuni l’obiettivo è la moltiplicazione del dena-
ro, per altri quello di impossessarsi delle aziende delle vittime, altri ancora puntano alla spoliazione dei pa-
trimoni. Un quadro, quindi, variegato nel quale vecchio e nuovo si mescolano e s’intrecciano.
Ciò che più preoccupa, dai dati in nostro possesso e dall’ascolto delle vittime che si rivolgono ai nostri spor-
telli di aiuto, è la presenza sempre più aggressiva di cosche e clan mafiosi e camorristici nel mercato dell’u-
sura e, soprattutto, la quasi totale assenza di misure di prevenzione patrimoniale, accompagnato ad un
crollo in verticale delle denunce.
Nell’arco di dieci anni, la criminalità che aveva una presenza marginale nel mercato usuraio, ha acquisito
amplissime quote e sempre più numerosi sono i clan e le cosche che compaiono nelle cronache giudiziarie.
L’ingresso della criminalità organizzata (soprattutto della ‘ndrangheta) nell’attività usuraia ha favorito la
trasformazione della stessa in una grande holding economico criminale. Questo reato strutturalmente lega-
to alla vita dell’impresa e al sistema economico ha spalancato le porte dei grandi circuiti finanziari, ha dato
consapevolezza che l’attività di riciclaggio poteva essere non solo un costo, com’era stato in passato, ma
anche una nuova risorsa. Ha consentito alla Mafia Spa di stare più dentro le imprese e affinare il suo core
business.
Attività anno 2009
Nel 2009 Sos Impresa è entrata in contatto con 1021 utenti di questi 211 sono stati presi in carico e assisti-
ti. La stragrande maggioranza dei contatti è avvenuta telefonicamente attraverso il numero verde, ma im-
portanti sono stati i contatti personali o per posta elettronica. Dal 24 aprile 2009 è stato attivato il numero
verde 800900767 con il quale la stragrande maggioranza degli utenti ha contattato gli operatori dello
“Sportello”.
Di seguito il numero delle chiamate e la durata delle stesse.




                                                BT ITALIA S.P.A.
                                                  800900767

                                   Numero
                                              Durata Chia-
                      Mese         Chiama-                                note
                                             mate in Minuti
                                     te
                     2009/04            11           32,62                       dal giorno 24
                     2009/05            43           45,78
                     2009/06            39           103,9
                     2009/07           183          618,57
                     2009/08            80          273,82
                     2009/09           130          410,83
                     2009/10           121          384,88
                     2009/11            88          326,82
                     2009/12            86          213,28
                          Totale       770        2.377,88
Statistiche chiamate/mese al numero verde
                                                                    800.900.767
                     200
                                                                 183
                     180


                     160


                     140
                                                                                                    130
numero di chiamate




                                                                                                               121
                     120


                     100
                                                                                                                          88        86
                                                                                  80
                      80


                      60
                                          43
                                                    39
                      40


                      20        11


                       0




                                                                                                              0




                                                                                                                         1
                               4




                                         5




                                                   6




                                                                7




                                                                                 8




                                                                                                 9




                                                                                                                                   2
                                                                                                           /1




                                                                                                                      /1
                            /0




                                      /0




                                                /0




                                                             /0




                                                                              /0




                                                                                              /0




                                                                                                                                /1
                           09




                                                            09




                                                                             09




                                                                                             09




                                                                                                          09




                                                                                                                     09




                                                                                                                               09
                                     09




                                               09




                                                                                                          20




                                                                                                                     20
                           20




                                     20




                                               20




                                                           20




                                                                           20




                                                                                           20




                                                                                                                               20
                                                                                mese

                                                                       numero di chiamate al mese
Statistiche minuti di conversazione/mese al numero verde
                                                                                  800.900.767

                          700


                                                                              618,57

                          600




                          500
minuti di conversazione




                                                                                                                 410,83
                          400                                                                                                  384,88


                                                                                                                                             326,82

                          300                                                                   273,82


                                                                                                                                                           213,28
                          200


                                                                 103,9
                          100
                                                  45,78
                                     32,62

                            0                                                                   8




                                                                                                                9




                                                                                                                              0




                                                                                                                                            1




                                                                                                                                                          2
                                    4




                                                 5




                                                                6




                                                                             7




                                                                                             /0




                                                                                                             /0




                                                                                                                           /1




                                                                                                                                         /1




                                                                                                                                                       /1
                                 /0




                                              /0




                                                             /0




                                                                          /0
                                09




                                             09




                                                            09




                                                                         09




                                                                                           09




                                                                                                            09




                                                                                                                          09




                                                                                                                                        09




                                                                                                                                                      09
                                                                                          20




                                                                                                          20




                                                                                                                          20




                                                                                                                                        20




                                                                                                                                                      20
                                20




                                             20




                                                           20




                                                                         20




                                                                                               mese

                                                                                   minuti di conversazione al mese
Le tabelle che seguono, inoltre, danno un quadro esaustivo della tipologia degli utenti dello sportello, della
provenienza e dell’attività.




TIPOLOGIA DEI CONTATTI
        NUMERO                                     TIPOLOGIA                                % SU TOTALE
       CONTATTI
         276           Informazioni generiche                                                    27%
         245           Informazioni e chiarimenti su rapporti bancari                            24%
         143           Segnalazioni e richieste d’intervento su situazioni di sovrain-           14%
                       debitamento
            51         Segnalazioni e richieste su altri reati (Truffe- Estorsioni etc.)          5%
           306         Informazioni e richieste legate all’usura                                 30%



I 306 contatti con richieste e informazioni riferibili al fenomeno dell’usura possono essere distinti in:



           104         Informazioni generiche sulla Legge 108/96                                 34%
            64         Richiesta informazioni ed assistenza per Istanze di richiesta al          21%
                       Fondo di Solidarietà

            61         Richieste varie di assistenza legale                                      20%
            52         Richieste varie di assistenza finanziaria e commerciale                   17%


            25         Denunce di usura Assistenza e tutoraggio                                   8%




Nella Provincia di Viterbo SOS Impresa nel 2010 ha assistito 17 persone, 16 imprenditori ed un
dipendente. 9 uomini e 8 donne
PROVENIENZA DEGLI ASSISTITI

Dei 211 assisti 191 (pari al 91%) risiedono nel Lazio e 20 (pari al 9%) provengono da altre regioni.




                                          9%




                                                                    91%
                                               Lazio      Altre Regioni



Tra quelli residenti nel Lazio: 111 (59%) risiedono a Roma, 37 (19%) nella provincia di Roma, 20 (10%) a Vi-
terbo, 11 (6%) a Frosinone, 10 a Latina (5%) , 2 (1%) a Rieti.



                              Frosinone                Latina
             Viterbo                                                      Rieti
                                 6%                     5%
              10%                                                          1%




                Roma provincia
                                                                          Roma città
                    19%
                                                                            59%
Le regioni di provenienza di quelli non residenti nel Lazio sono: 4 Umbria, 4 Calabria, 3 Sicilia, 3 Campania,
2 Veneto, 1 Toscana, 1 Abruzzo, 1 Puglia, 1 Lombardia.




                     Lombardia; 1


                     Puglia; 1

                     Abruzzo ; 1                                                             Lombardia
                                                                                             Puglia
                     Lombardia; 1                                                            Abruzzo
                                                                                             Lombardia
                     Toscana; 1
                                                                                             Toscana
                                    Veneto; 2                                                Veneto
                                                                                             Campania
                                                Campania; 3                                  Sicilia
                                                                                             Umbria
                                                Sicilia; 3
                                                                                             Calabria

                                                              Umbria; 4


                                                              Calabria; 4




PROFESSIONE DEGLI ASSISTITI
Dai contatti stabiliti, ma soprattutto, dalle persone ascoltate è stato possibile tracciare un identikit profes-
sionale degli utenti che si sono rivolti allo sportello che, nella quasi totalità, si è rivelata essere quella del
piccolo imprenditore.
Agenti e         Lavoratori         Imprenditori
     Liberi
                   rappresentanti di   dipendenti -          agricoli
  professionisti
                     commercio -        pensionati             1%
       6%
                     Assicuratori          5%
                          5%




 Artigiani e
   Piccoli
imprenditori
     12%




                                            Commercianti
                                               71%
IL MERCATO DELL’USURA
Stimare il mercato dell'usura è quanto mai difficile. Si tratta infatti di un fenomeno fortemente sommerso,
su cui si possono indicare solo ordini di grandezza, incrociando diversi criteri: numero delle denunce,
operazioni delle forze dell'ordine, esame dei registri contabili sequestrati, la cifra media dell'erogato dal
Fondo di Solidarietà per le vittime dell'usura, informazioni confidenziali da parte delle vittime. Anche
l'esperienza è utile per la quantificazione del mercato usuraio. Partiamo da una semplice notizia: I militari
del Nucleo PT della Guardia di Finanza di Pesaro, nel corso di una complessa ed articolata attività
investigativa, hanno proceduto al sequestro, nelle città di Rimini, Riccione, Gabicce Mare, Pesaro e Napoli,
di beni stimati per 20 milioni di euro. Le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di
Pesaro ed in seguito da quella di Rimini, hanno consentito di raccogliere numerosi elementi a carico di un
soggetto residente in Romagna, responsabile, in concorso con due professionisti, del reato di usura (Asca, 4
marzo 2011)
Da un punto di vista meramente statistico ci troviamo di fronte a una persona che, in concorso con altri, è
indagata per il reato di usura.
Una lettura più attenta, costruita sulla base di un’esperienza decennale di ascolto e di aiuto alle vittime di
usura, ci consente invece una lettura completamente diversa.
E' mai possibile che questo signore si sia costruito un patrimonio di due noti alberghi, un coffee-bar, otto
società a Gabicce Mare, oltre a conti correnti, titoli, depositi di risparmio, somme di denaro, cassette di sicu-
rezza, polizze assicurative, libretti di deposito presso cinque istituti bancari, estorcendo venti milioni di euro
ad un singolo usurato?
Certamente lo strozzino doveva avere un giro molto più ampio, infatti scopriamo che l’uomo è un pericolo-
so pluripregiudicato napoletano, cinquantenne, domiciliato a Rimini e con precedenti per omicidio, rapina e
associazione a delinquere in contatto con pericolosi clan camorristici, e che nessuna delle vittime, ha sporto
denuncia.
Ma quante possono essere le vittime di una simile organizzazione? Tenuto conto che, dalle nostre ricerche,
la quota d’interessi pagati, al netto del capitale versato, risulta oscillare mediamente tra i sessanta e i no-
vantamila euro, si comprende come questo soggetto gestisse, in un arco di tempo di tre anni (il tempo mi-
nimo della durata di un rapporto usurario) non meno di trecento clienti.
A questo punto è giusto porsi un'altra domanda: è credibile che una sola persona potesse gestire trecento
rapporti usurari quasi contemporaneamente? Vale a dire procurarsi i debitori, gestire la contabilità (con le
vittime, la banca, altri prestatori), fare il recupero crediti etc., visto che tutte le vittime, quando giungono
alla denuncia, raccontano dell'asfissiante pressione dell'usuraio per saldare le rate e di come si presentasse-
ro sempre in due a minacciare e recuperare i crediti? In conclusione il fatto descritto dalla notizia giornali-
stica, se ha uno scarso significato statistico, svela uno spaccato che, una lettura superficiale, avrebbe lascia-
to sommerso, dandoci un quadro delle relazioni usuraie, del giro di soldi, delle vittime coinvolte, in due lo-
calità balneari della costiera marchigiana e romagnola. Ed è bene aggiungere che quasi mai i sequestri col-
piscono la totalità dei beni procurati illecitamente e occultati fra prestanome e segreto bancario.
Sulla base di queste informazioni possiamo presumere che il numero dei commercianti coinvolti in rapporti
usurari è sensibilmente aumentato, in quest'ultimo biennio, e oggi possono essere stimati in non meno di
200.000. Inoltre poiché ciascuno, s’indebita con più strozzini le posizioni debitorie possono essere ragione-
volmente stimate in oltre 600.000, ma ciò che è più preoccupante è che in almeno 70.000 casi sono con as-
sociazioni per delinquere di tipo mafioso finalizzate all’usura. Gli interessi sono, ormai stabilizzati oltre il
10% mensile, ma, come detto, cresce il capitale richiesto e gli interessi restituiti.
Nel complesso il tributo pagato dai commercianti ogni anno, a causa di questa lievitazione, si aggira in non
meno di venti miliardi di euro.
Nel Lazio sono 28.000 gli imprenditori coinvolti. E nella provincia di Viterbo?
Nel lontano 1996 il dottor Franco Pacifici, pm presso la Pretura stimava in oltre 1.000 le vittime dell’usura a
Viterbo. La stima era emersa dopo un’operazione antiusura svolta nel capoluogo della Tuscia che aveva
portato all’arresto una commerciante di frutta e verdura nel popoloso quartiere Pilastro.
Oggi la situazione si è ulteriormente aggravata e possiamo stimare in più di 1.400 le persone invischiate
in patti usurari per un giro di affari complessivo per capitale ed interessi di 7 milioni di euro l’anno.


                                  R
                                  e
                                  g
                                      Commercianti        % sul totale atti-      Giro d’affari in
                                  i
                                         coinvolti                vi                    ml.
                                  o
                                  n
                                  i
                Campania                32000             32,00%                         2,8
                Lazio                   28000             34,80%                         3,3
                Sicilia                 25000             29,20%                         2,5
                Puglia                  17500              19.2%                         1,5
                Lombardia               16500             12,50%                          2
                Calabria                13000             34,00%                         1,1
                Piemonte                 9500              11,2%                         1,1
                Emilia Romagna           8500               8,6%                        0,95
                Toscana                  8000              10,6%                         0,9
                Abruzzo                  6500              25,2%                         0,5
                Liguria                  5700               12%                          0,6
                Altre                   29800                                           2,.75
                TOTALE                 200000              19,2%                         20
                             Fonte: Rielaborazione Sos Impresa su dati ISTAT
LE DENUNCE
Di fronte allora alle nostre stime, certamente per difetto, il numero delle denunce appare veramente
risibile. Dal 1996, anno di emanazione della Legge 108, ad oggi, e tranne qualche segnale in
controtendenza, assistiamo ad un calo sistematico e apparentemente inarrestabile del numero delle
denunce, anche se è doveroso segnalare che, dal 2004, il metodo di rilevazione statistica del Ministro
dell’Interno è cambiato e, quindi, diventa più difficoltosa un’automatica comparazione con gli anni
precedenti.
Nel 2009 il numero delle denunce non si differenzia dagli anni precedenti. Significativo è invece il caso del
Lazio nel quale si registra un notevole incremento sul 2008 (+91%), ma i numeri sono talmente bassi da
rendere insignificante qualsiasi serio raffronto statistico. La tendenza dei primi sei mesi del 2010 va segna-
re un calo deciso con appena 138 reati (11 nel Lazio) e 736 persone denunciate.



                                     DENUNCE PER USURA –2007-2009
                                                     2007        2008        2009         2010
                           Viterbo
                            Lazio                      41          31          57          11
                            Italia                    382         375         372         138
                                  Fonte: CED Mistero dell’Interno, dati SDI.



Se le denunce diminuiscono significativo è l’aumento delle persone denunciate che segna, non già una mag-
giore capacità investigativa che si mantiene su standard elevati, ma omogenei, quanto una maggiore pre-
senza del denaro circolante, dell’allargamento del giro usuraio e soprattutto che l'usura diventa un reato
sempre più associativo. Più che le denunce, un’analisi delle operazioni antiusura svolte dalle forze dell'ordi-
ne nel 2009 ci rappresenta un fenomeno diffuso su tutto il territorio regionale. 753 persone denunciate nel
periodo gennaio-giugno ed è presumibile che alla fine dell'anno segnaleremo un piccolo incremento.
Inoltre appare evidente come l'usura sia un reato crocevia di altri delitti, cui si accompagna normalmente
l'estorsione in primo luogo, ma anche le truffe, la gestione di bische clandestine e comunque del gioco d'az-
zardo, la prostituzione e lo smercio di stupefacenti.




                                          OPERAZIONE ANTIUSURA
2008                          2009                            2010
                                     Arrestati                   Arrestati                       Arrestati
       Regione          Operazioni                    Operazioni                  Operazioni
                                      Indagati                    Indagati                       Indagati
      Abruzzo               14           34               14         75                12           33
     Basilicata              1            4                1          1                 0            0
      Calabria              11           74               13         82                14           38
    Campania                38          227               44        228                46          192
  Emilia Romagna             4           37                3          3                 6           32
        Lazio               21           65               19        127                28          154
      Viterbo                4           17                2          3                 2           15
       Liguria              11           17                3          5                 7           32
    Lombardia               15          131               17         52                19           89
      Marche                 1            2                1          1                 4            9
       Molise                2            2                0          0                 4           12
    Piemonte                11           49                4          5                 8            8
       Puglia               11           80               27         78                23          195
     Sardegna                5           21                4         14                 3           17
       Sicilia              22           85               34        209                18           79
      Toscana               14           67               12         40                15           50
     Triveneto               5           20                5         17                 7           11
      Umbria                 0            0                1          1                 0            1
   Valle D’Aosta             0            0                0          0                 0            0
       Totale              186          914              202        938               214          952



        Il rischio usura nelle province del Lazio
Il numero delle denunce e dei procedimenti penali danno solo un quadro indicativo della presenza dell’usu-
ra in un determinato territorio. La propensione alla denuncia, tra l’altro, è un elemento sottoposto a nume-
rose variabili, a cominciare dalla gravità della minaccia percepita da parte delle vittime, dalla presenza di
Associazioni e Fondazioni antiusura e dalla rete di aiuto organizzata da società civile ed istituzioni locali, che
nel Lazio è particolarmente presente, con importanti iniziative svolte dalla Regione e dagli altri enti, Comu-
ne e Provincia di Roma in particolare.
Essa però non è in grado di fornire indicazioni sul concreto “rischio usura” e tanto meno sullo spessore cri-
minale delle reti usuraie presenti. Ciò che deve interrogare i decisori pubblici non è l’usura in quanto tale, in
gran parte fenomeno fisiologico, ma le sue relazioni, vale a dire i circuiti nei quali essa si insinua, le distor-
sione che crea nella comunità degli affari, i rischi di criminalità per il territorio, le ricadute sociali. Per dare
un quadro più preciso di queste dinamiche abbiamo, nel corso degli anni studiato e perfezionato un model-
lo che, attraverso tre indicatori, consente di avere una visione più precisa della presenza del “fenomeno
usura” nelle nostre province, valutandone la vulnerabilità finanziaria e stimando, al contempo, la pericolosi-
tà delle organizzazioni usuraie presenti. Il risultato di questi parametri, riconsiderati in progressione, è stato
chiamato Quoziente Rischio Usura (QRU) determinato sulla base di tre indicatori:
- un indice statistico-penale, IPSi
- un indice economico-finanziario, IEFii
- un indice criminologico, IPSiii
La classificazione finale da un quadro del “rischio usura” sul territorio e soprattutto della pericolosità socia-
le delle reti usuraie presenti.
Nella Regione colpisce la presenza di Rieti al primo posto, ma ciò è dato dal numero di denunce che
sebbene limitato, ma rapportato alla popolazione residente da un coefficiente numerico alto. Il dato
è in parte distorto, ma significativo del tendenziale “rischio” usura presente nella Provincia che non
deve essere assolutamente sottovalutato.
Per le altre province la graduatoria non si discosta dall’esperienza empirica. Quattro Province su cin-
que sono ben oltre il livello di rischi nazionale.
Viterbo si colloca appena sotto la media nazionale in una percentuale di “rischio medio”.
Secondo le segnalazioni giunte al nostro Sportello tre le aree maggiormente a rischio: il comprenso-
rio di Tarquinia quello di Civita Castellana e la città di Viterbo.




                          CITTA’       ISP       ISP+IEF     QRUiv
                   1.     Pescara      25,81     27,02       27,57
                   2.     Messina      22,34     22,59       24,49
                   3.     Siracusa     22,77     22,56       22,56     Rischio Molto Alto
                   7.     Rieti        17,40     17,77       17,77
                   14.    Latina       11,11     12,04       12,44     Rischio Alto
                   15.    Roma         10,72     11,60       12,10
                   32.    Frosinone    6,78      7,61        7,81      Rischio Medio Alto
                          ITALIA       4,95
                   55.    Viterbo      2,75      2,63        2,63      Rischio Medio




                                               ESTORSIONI E USURA NEL VITERBESE
IL CONTRASTO DELLE FORZE DELL’ORDINE
Il Lazio è una delle regioni più colpite dal fenomeno usuraio. Roma, infatti, è da decenni il luogo per eccel-
lenza dell’usura, una pratica che può essere fatta risalire agli inizi della sua stessa storia. Nella Capitale si
riescono a trovare tutte le fenomenologie fino ad oggi note del sistema: dal singolo usuraio (in gergo cra-
vattaro), pensionato o libero professionista, alle bande di quartiere, dalla criminalità organizzata alle finan-
ziarie, apparentemente legali. Le vecchie reti usuraie, ripetutamente smantellate dalle forze dell’ordine, si
ricompongono in fretta ed anche nelle inchieste più recenti compaiono figure note agli inquirenti. Un dato
è certo: le organizzazioni usuraie, negli ultimi tempi, sono diventate sempre più aggressive e violente ed
hanno ampliato il loro raggio d’azione, in tutta la Regione.
Nella provincia viterbese, l'usura ha il volto tranquillo del vicino di casa, del fornitore abituale, del profes-
sionista. Per queste ragioni è più difficilela denuncia perchè l'attività usuraia è mascherata da normali con-
tratti di commercializzazioni, corredate da tanto di fatture ebolle di accompagnamento. Inoltre i “prestatori
a nero” sono persone “in vista” nelle città, per cui la denuncia è sempre vista con sospetto. Ciò non toglie
che esperienza, anche giudiziaria, non ha messo in risalto la presenza di soggetti altamente pericolosi come
gruppi nomadi o come quello di un possibile giro di racket fra la comunità rumena di Viterbo. A far suonare
il "campanello di allarme" è stata la richiesta di 5 mila euro fatta ai gestori di un negozio di specialità rume-
ne in via Polidori.
Hanno riguardato il territorio viterbese l’operazione Fire, del febbraio 2008, con la quale è stato arrestato
Consiglio Di Guglielmi, alias Claudio Casamonica ed è stata sventata la penetrazione del clan nomade dei
Casamonica nella Tuscia. L’indagine sul racket delle estorsione ed usura ha avuto origine nel settembre
2007, quando il nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri di Viterbo fece eseguire i rilievi
tecnici e i preliminari accertamenti presso la concessionaria di auto Lem, la ditta Centro Gomme Viterbesi e
l'azienda ittica Agrifish, dove erano state posizionate delle taniche colme di benzina, come avvertimento di
matrice estorsiva. Nel corso dell'operazione, sono state eseguite venticinque perquisizioni domiciliari anche
a carico di altre persone collegate all’arrestato. L’operazione ha portato alla luce quattro casi di estorsione
ed uno di usura, basati sulla forza di intimidazione, derivante dall'appartenenza al Clan Casamonica. L’attivi-
tà criminale era diretta da Claudio Casamonica, che stava tentando, con gli altri complici, di infiltrarsi nel
tessuto economico viterbese.
Anche l’operazione Jackal porta all’arresto di esponenti del clan Casamonica con l'accusa di estorsione, usu-
ra, rapina e truffa. Le indagini, partite nel febbraio 2008 dopo la denuncia di un imprenditore, vittima degli
usurai, che aveva chiesto 30mila euro e nell'arco di pochi mesi si era ritrovato costretto a pagarne 200mila.
Il gioco è andato avanti finché la vittima ha trovato il coraggio di fare il nome dei suoi aguzzini, dopo aver
scoperto che alcuni di loro erano già coinvolti in un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Viter-
bo. Dall'inchiesta coordinata dalla Dda di Roma è emerso che i Casamonica avevano più volte minacciato di
morte l'imprenditore e i suoi familiari, anche con l'uso di armi: «O finisci di pagare il debito o la tua vita fini-
sce qui». Pedinamenti, armi e taniche di benzina erano i metodi con i quali i malviventi convincevano i mal-
capitati a pagare, in silenzio. In un'occasione sono arrivati perfino a rubare un'auto a uno dei debitori come
«caparra». Quindici sarebbero al momento i commercianti finiti negli ingranaggi di tassi insostenibili e spro-
porzionati.
Nel marzo 2009, l’operazione Money Bags, porta all’arresto di otto persone, (cinque uomini e tre donne),
decine di perquisizioni, il sequestro di una lussuosa villa quadrifamiliare e di due autovetture. I reati conte-
stati sono di riciclaggio di denaro proveniente da traffici di droga, usura ed estorsione.
Le indagini, partite da un grosso traffico di cocaina sull’asse Spagna – Italia stroncato dal Gico della Guardia
di finanza di Milano nel 2005, sono state condotte sugli investimenti eseguiti nella Capitale da imprenditori
emissari dei narcotrafficanti, mettendo in luce come il denaro venisse riciclato sia attraverso l’acquisto di
beni immobili sia attraverso la concessione di prestiti a tassi usurari. Le indagini del Gico si sono successiva-
mente intersecate con quelle del Nucleo investigativo dei carabinieri viterbesi, che stavano indagando su
fenomeni di infiltrazione di una nota cosca romana nella Tuscia. I soggetti arrestati, infatti, riciclavano som-
me di denaro per acquisti di immobili di gran pregio ubicati nella Capitale, anche attraverso la partecipazio-
ne ad aste giudiziarie.
Nel 2010 si sono svolte due importanti operazioni. Nell'aprile dell'anno scorsol'operazione Ghost Check ha
messo in risalto un'organizzazione usuraia con ramificazioni nel territorio nazionale e base nella provincia di
Caserta. Diversi i reati contestati oltre l'usura a cominciare dalla ricettazione e dai furti, 200 le vittime ac-
certate, atra le quali anche alcuni residenti del paesi dei Monti Cimini.
A dicembre l'operazione Stop usura ha portato all'arresto 13 persone. Una vera e propria organizzazione
flessibile, una rete di persone che prestavano individualmente, ma pronte a scambiarsi informazioni e clien-
ti. Diverse le vittime acceratate, soprattutto commercianti e piccoli imprenditori che condividevano lo stes-
so ambiente, ma anche anziani e casalinghe.
Nel viterbese si registra anche una vittoria del fronte antiusura. Il 23 settembre scorso, in attuazione di un
provvedimento del giudice dell’esecuzione del tribunale di Viterbo, una donna vittima di usura unitamente
a tutta la sua famiglia, è potuto rientrare in possesso dell'abitazione da cui era stata sfrattata a seguito di
una vicenda ancora al vaglio della magistratura penale. In particolare il giudice ha ritenuto che la vittima,
assistita dall’avvocato Giacomo Barelli del foro di Viterbo, legale di Sos Impresa, avesse diritto a vedersi ri-
conosciuti i benefici di cui all’art. 20 della legge nr. 44 /1999 per le vittime dell’usura, ottenendo quindi la
sospensione della procedura esecutiva che l’aveva addirittura costretta a lasciare l’abitazione in cui viveva,
lasciando lei e la sua famiglia per oltre due mesi senza casa.
Una vittoria per Sos Impresa e per tutte le vittime, fatta di faticanti ricorsi, reclami, procedimenti penali,
ma che è il segnale che non solo chi denuncia tali reati non viene lasciato solo, ma, che già adesso, ci sono
gli strumenti normativi, necessariamente da migliorare, per tutelare le persone colpite da tale fenomeno
L’attività dello
          sportello di aiuto
alle vittime dell’usura e del racket
      Sos Impresa Roma-Lazio




             Numero verde
         800 900 767
Sos Impresa per la sua attività utilizza anche il contributo della Regione Lazio e per tale motivo non si è mai
discostata dai criteri fondamentali di scelta delle persone prese in carico. In particolare:
-    l’obbligo della denuncia per le vittime che si rivolgono allo Sportello di aiuto;
-    la gratuità dell’assistenza che si esplicita nell’attività di “volontariato” dei professionisti e degli operato-
     ri coinvolti.
Le motivazioni di tali scelte sono semplici: non può ottenersi nessun serio risultato se le persone vittime di
usura non recidono definitivamente, attraverso la denuncia, il cordone ombelicale che li lega agli usurai. Su
questo punto non possono esistere equivoci ed il “contratto di aiuto” è molto chiaro in proposito: l’Associa-
zione aiuta la vittima solo dopo la denuncia dell’usuraio.
Le azioni attuate sono state cofinanziate dalla Regione Lazio nell’ambito della Legge Regionale 23/01 ed
un’apposita convenzione con Unionfidi Lazio.


COME FUNZIONA LO SPORTELLO
Dopo un primo contatto telefonico in cui l’utente deve fornire le generalità e spiegare i motivi che lo hanno
spinto a rivolgersi allo “Sportello di aiuto”, si attiva una prima fase di “ascolto”.
Sulla base delle esigenze poste, l’utente verrà indirizzato ad uno dei due settori di intervento: prevenzione e
solidarietà.
A quel punto l’utente diventerà un assistito e, a seconda dei casi, i coordinatori fisseranno un incontro con
l’intera equipe nella sede dell’ambulatorio o nello studio di uno dei consulenti.
L’intera equipe, costituita da un avvocato penalista, un avvocato civilista, un esperto bancario, un commer-
cialista, uno psicologo ed i coordinatori del gruppo, si riunisce di norma una volta alla settimana per esami-
nare ogni singolo intervento.
L’intervento dello “Sportello di aiuto” si articola su tre piani di intervento ed è diretto soprattutto ad un’o-
pera di sostegno, consulenza e accompagno dell’assistito.




ATTIVITÀ SVOLTA   A FAVORE DELLE VITTIME SEGUITE DALLO SPORTELLO

Nei confronti delle persone assistite lo “Sportello di aiuto” ha erogato i seguenti servizi:
 Assistenza Legale
 Assistenza commerciale e finanziaria
 Attività di Tutor (assistenza legale, commerciale e finanziarie)


ASSISTENZA LEGALE (PENALE E CIVILE)
L’assistenza legale è volta ad affrontare i problemi di natura giuridica che gravano sull’utente, questa va da
un semplice parere orale ad una vera e propria assistenza e rappresentanza in giudizio.
In questa fase i protagonisti sono gli avvocati penalisti e civilisti. Il primo passo è la denuncia penale, che
spezza definitivamente il legame con l’usuraio, impedendo il rischio di una ricaduta della vittima, che viene
assistita lungo tutto l’iter processuale.
Le vicende giudiziarie che coinvolgono gli utenti sono le più varie ed è quindi molto diversificato l’interven-
to richiesto agli operatori dello sportello:
 procedimenti penali (costituzione di parte civile della P.O. nel processo a carico dell’usuraio);
 cause civili (procedure esecutive per il recupero del credito contro l’utente, procedure fallimentari);
 questioni extra-giudiziale (trattative con i creditori, il più delle volte società finanziarie, per evitare più
       onerose e gravose procedure esecutive).
I legali accertano la validità delle accuse e aiutano a ricostruire la storia dell’usura per l’acquisizione delle
prove. Compito dell’avvocato civilista, esperto in procedure fallimentari, è la tutela dei diritti dell’assistito,
valorizzando in particolare quelli che derivano dalla condizione di vittima di usura (16 casi).


ASSISTENZA COMMERCIALE E FINANZIARIA
Sovente l’utente dello sportello presenta notevoli difficoltà finanziarie e manifesta la necessità di una sup-
porto tecnico nella gestione della propria contabilità, sia questa personale/familiare o d’impresa.
L’intervento dei nostri operatori è finalizzato, in questi casi, al superamento delle situazioni di sovra-indebi-
tamento e ad un aiuto per migliorare le gestione economica delle disponibilità finanziarie dell’assistito.
Si procede ad una valutazione dello situazione debitoria, sia personale, sia aziendale, dell’assistito. Si valu-
tano le residue potenzialità economiche e si imposta un piano economico-finanziario di risanamento in gra-
do di onorare i debiti legittimi contratti con le banche o finanziarie e per permettere all’assistito la ripresa
della propria attività e il reinserimento nel tessuto economico-produttivo.
Inoltre, l’operatore fornisce un indispensabile aiuto, coadiuvando gli altri operatori nell’assistenza legale, in
tutte quelle ipotesi, non infrequenti, nelle quali è richiesta una consulenza economica da utilizzarsi in sede
processuale (civile e/o penale) o in una trattativa extra-giudiziale.




ATTIVITÀ DI TUTOR (ASSISTENZA LEGALE, COMMERCIALE E FINANZIARIA)
Le persone vittime di usura, ma anche quelle fortemente indebitate, perdono qualsiasi credibilità nei con-
fronti dei creditori, non possono esercitare un’attività di mediazione, non possono concludere transazioni,
più in generale non sono in grado di gestire la loro situazione debitoria e le tante pendenze aperte, anche
quando, grazie all’intervento delle Istituzioni e dello stesso Sportello, la vittima dispone di risorse finanzia-
rie.
In questi casi lo Sportello assume il ruolo di garante nei confronti dei terzi e svolge un’attività di tutoraggio.
In tal modo si attua una vera e propria “presa in carico complessiva”, non solo quindi legale e/o economica
finanziaria, ma anche psicologica e di assistenza e consulenza in tutti i passaggi necessari al reinserimento
nella vita economica e sociale (5 casi).
Gli assisiti “presi in carico” sono quelli con cui è stato possibile stabilire un rapporto fiduciario forte che ha
portato , nel 90% dei casi, ad un esito positivo delle richieste e di una parte delle esigenze poste.
Purtroppo, sia l’equipe dello sportello, sia Sos Impresa nazionale, hanno avuto svariati incontri con altre
persone, quasi tutti piccoli imprenditori, in cui il “contratto di aiuto” non si è potuto consolidare per il persi-
stente rifiuto da parte della vittima di denunciare l’usuraio.
Inoltre, lo sportello indirizza verso i Confidi con cui è convenzionato quelle imprese che richiedono finanzia-
menti sia per credito di esercizio, sia per investimenti e ricapitolizzazioni (9 casi).
Infine, laddove l’utente risponda ai requisiti previsti dalla legge 108/96 e/o 44/99 gli operatori forniscono la
propria assistenza nella redazione delle domande di accesso al Fondo antiracket ed antiusura e, successiva-
mente, lungo tutto l’iter procedurale per l’erogazione dei benefici previsti dalla legge. Indispensabili, in
questi casi, si rivelano sia l’assistenza legale, sia quella commerciale-finanziaria (11 casi).
Numerose, nell’ultimo periodo, le richieste di consulenza provenienti anche da esperti e volontari di altre
associazioni, segno della grande esperienza acquisita nel tempo e della capacità di gestire anche le situazio-
ni più difficili. Quest’ultima attività è curata in particolar modo da Lino Busà, Presidente di Sos Impresa na-
zionale già componente del Comitato di Solidarietà e delle Vittime dell’estorsione e dell’usura.
SPORTELLO DI AIUTO SOS IMPRESA ROMA E LAZIO
                                                  NUMERO VERDE: 800 900 767




                                                       Fausto Bernardini
                                                            Presidente
                                                     (ex vittima/volontario)




                                                         Gabriella Sensi
                                                       Assistente sportello
                                                     (ex vittima/volontaria)




            Avv. Maria Cristina Rosa
                                                             Avv. Silvia Brizzi                    Avv. Giacomo Barelli
                  (area legale)
                                                              (area legale)                            (area legale)




           Dott. Massimo Giordano
                                                                                                         Dott.ssa Sara Pace
             (area commerciale-
                                                                                                       (Assistenza Psicologica)
                  finanziaria)




                                     Dott. Lino Busà
                                                                               Dott.ssa Bianca La Rocca
                                 (Presidente Sos Impresa
                                                                                (Area comunicazione)
                                        Nazionale)




        i
          Questo Indicatore prende in considerazione il numero delle denunce e dei procedimenti penali esaminati su un largo lasso di
tempo, suddividendoli per provincia e rapportandoli al numero della popolazione residente, al fine di ricavare un coefficiente numerico
unitario da confrontare tra le diverse realtà.
ii
   L’indice economico-finanziario è ottenuto attraverso la combinazione di tre parametri: procedimenti esecutivi immobiliari iscritti, (ossia
le vendite da eseguire che si aggiungono in quel periodo), fallimenti e protesti. Si tratta di dati che descrivono le sofferenze di famiglie
ed imprese e consentono di apprezzare il livello di fragilità e vulnerabilità finanziaria delle province esaminate
iii
      Sono state monitorate oltre 100 operazioni antiusura nel 2007 e informazioni ricavate sono state classificate secondo criteri
valutativi utili per conoscere ed approfondire il rilievo, la qualità, la pervasività e la caratura criminale dei singoli fatti.
           A tal fine si sono individuati cinque tipologie di prestatori tra attività in nero e usura strutturata:
     a)               Singolo/Prestito esoso da finanziaria
     b)               Gruppo su luogo di lavoro/Prestito fra commercianti e con fornitori
     c)          Rete familiare/Gruppo malavitoso locale
     d)               Rete usuraia professionalizzata/ Associazine a delinquere di nomadi
     e)               Associazione di tipo mafioso
           A ciascuno di questi archetipi è stato assegnato un coefficiente numerico che tiene conto del numero delle persone
coinvolte, dei tassi di interesse praticati, dell'entità dei sequestri patrimoniali, del giro d'affari stimato. Il coefficiente è stato para-
metrato alla popolazione residente, per ricavarne il livello di minaccia per i singoli debitori, le famiglie, le imprese.
iv
     Il QRU è dato dal combinato successivo degli indici ISP, IEF, IPS

More Related Content

Viewers also liked

Folleto y plano retiro
Folleto y plano retiroFolleto y plano retiro
Folleto y plano retiro
fitoatocha
 
Original Sin
Original SinOriginal Sin
Original Sin
tullbejm
 
What is Christianity?
What is Christianity?What is Christianity?
What is Christianity?
tullbejm
 
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONALINTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
KAREENFLORIANO
 

Viewers also liked (13)

XII Rapporto - Le mani della criminalità sulle imprese, 2009
XII Rapporto - Le mani della criminalità sulle imprese, 2009XII Rapporto - Le mani della criminalità sulle imprese, 2009
XII Rapporto - Le mani della criminalità sulle imprese, 2009
 
Folleto y plano retiro
Folleto y plano retiroFolleto y plano retiro
Folleto y plano retiro
 
L’ITALIA INCRAVATTATA
L’ITALIA INCRAVATTATAL’ITALIA INCRAVATTATA
L’ITALIA INCRAVATTATA
 
Gioco d’azzardo terza industria d’Italia. Ma c’è chi dice Casi...No!
Gioco d’azzardo terza industria d’Italia. Ma c’è chi dice Casi...No!Gioco d’azzardo terza industria d’Italia. Ma c’è chi dice Casi...No!
Gioco d’azzardo terza industria d’Italia. Ma c’è chi dice Casi...No!
 
Original Sin
Original SinOriginal Sin
Original Sin
 
LA GIURIA 2012
LA GIURIA 2012LA GIURIA 2012
LA GIURIA 2012
 
What is Christianity?
What is Christianity?What is Christianity?
What is Christianity?
 
Societária 2 investimentos
Societária 2 investimentosSocietária 2 investimentos
Societária 2 investimentos
 
ROMA VIOLENTA
ROMA VIOLENTAROMA VIOLENTA
ROMA VIOLENTA
 
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONALINTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
INTERCAMBIO ACADEMICO INTERNACIONAL
 
Timss 1
Timss 1Timss 1
Timss 1
 
Pietro Sanua... un uomo semplice
Pietro Sanua... un uomo semplicePietro Sanua... un uomo semplice
Pietro Sanua... un uomo semplice
 
Slide
SlideSlide
Slide
 

Similar to L’USURA A VITERBO E NEL LAZIO

Presentazione Ferrero 22 11 08
Presentazione Ferrero 22 11 08Presentazione Ferrero 22 11 08
Presentazione Ferrero 22 11 08
matteosalvai
 
Scenari economici di Confindustria
Scenari economici di ConfindustriaScenari economici di Confindustria
Scenari economici di Confindustria
BNL Mestiere Impresa
 
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - SiciliaCruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
unioncameresicilia
 

Similar to L’USURA A VITERBO E NEL LAZIO (20)

Scenari economici 19
Scenari economici 19Scenari economici 19
Scenari economici 19
 
Rapporto Cuneo 2020
Rapporto Cuneo 2020Rapporto Cuneo 2020
Rapporto Cuneo 2020
 
Antonio panigalli 12mesi-aprile_12
Antonio panigalli 12mesi-aprile_12Antonio panigalli 12mesi-aprile_12
Antonio panigalli 12mesi-aprile_12
 
Focus n 38_19_novembre_2014
Focus n 38_19_novembre_2014Focus n 38_19_novembre_2014
Focus n 38_19_novembre_2014
 
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-MetOsservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
Osservatorio Bilanci CRIBIS-Format-Met
 
Presentazione Ferrero 22 11 08
Presentazione Ferrero 22 11 08Presentazione Ferrero 22 11 08
Presentazione Ferrero 22 11 08
 
BNL Focus #45
BNL Focus #45BNL Focus #45
BNL Focus #45
 
Scenari economici - Confindustria
Scenari economici - ConfindustriaScenari economici - Confindustria
Scenari economici - Confindustria
 
BNL Focus #35
BNL Focus #35BNL Focus #35
BNL Focus #35
 
Scenari economici di Confindustria
Scenari economici di ConfindustriaScenari economici di Confindustria
Scenari economici di Confindustria
 
Confronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto AdigeConfronto Valle d'Aosta-Alto Adige
Confronto Valle d'Aosta-Alto Adige
 
Conseguenze dell’apprezzamento del franco e reazioni delle imprese
Conseguenze dell’apprezzamento del franco e reazioni delle impreseConseguenze dell’apprezzamento del franco e reazioni delle imprese
Conseguenze dell’apprezzamento del franco e reazioni delle imprese
 
S. Costa, C. Vicarelli, Crescita, export e interdipendenze del sistema produt...
S. Costa, C. Vicarelli, Crescita, export e interdipendenze del sistema produt...S. Costa, C. Vicarelli, Crescita, export e interdipendenze del sistema produt...
S. Costa, C. Vicarelli, Crescita, export e interdipendenze del sistema produt...
 
BNL Focus #42
BNL Focus #42BNL Focus #42
BNL Focus #42
 
BNL FOCUS #31
BNL FOCUS #31BNL FOCUS #31
BNL FOCUS #31
 
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - SiciliaCruscotto di indicatori statistici  II trim. 2012 - Sicilia
Cruscotto di indicatori statistici II trim. 2012 - Sicilia
 
Campania 2020, la cooperazione del futuro
Campania 2020, la cooperazione del futuroCampania 2020, la cooperazione del futuro
Campania 2020, la cooperazione del futuro
 
Sviluppo e processi di internazionalizzazione
Sviluppo e processi di internazionalizzazioneSviluppo e processi di internazionalizzazione
Sviluppo e processi di internazionalizzazione
 
Note economiche
Note economicheNote economiche
Note economiche
 
BNL Focus #39
BNL Focus #39BNL Focus #39
BNL Focus #39
 

L’USURA A VITERBO E NEL LAZIO

  • 1. L’USURA A VITERBO E NEL LAZIO MONTALTO DI CASTRO, 5 APRILE 2011
  • 2. UN QUADRO D’INSIEME La crisi economica che si trascina ormai da diverso tempo, il calo dei consumi, la perdita d’acquisto di salari e stipendi, l’impoverimento della classe media, cui bisogna aggiungere dissesti e scandali finanziari ed emergenze non previste, espongono nostro Paese in una situazione simile a quella del biennio 90-92. Anni di congiuntura economica negativa e di una caduta verticale di fiducia nelle Istituzioni, e in cui il fenomeno dell’usura emerse come un dramma sociale diffuso. E’ nei forti periodi di crisi, infatti, che il bisogno impellente di denaro liquido trova nel mercato usuraio uno sbocco, un’apparente soluzione per tanti che non intravedono altre vie d’uscita a situazioni che diventano, giorno dopo giorno, sempre più difficili da gestire. La crisi è seria, molto seria, minimizzarla o nasconderla non ha senso. Sono diversi gli indicatori economici e le fonti che ne confermano la gravità. Queste, in modo pressoché unanime, rendono l’immagine di un’Italia in affanno con famiglie ed imprese sempre più indebitate e con sempre minori strumenti per gestire l’inde- bitamento. Ormai, da qualche anno, il ricorso al credito al consumo, virtuoso e produttore di crescita economica se fi- nalizzato all’acquisto di beni durevoli e/o di lusso, è finalizzato alla copertura di spese di gestione familiare. Sintomo evidente della perdita di un potere di acquisto di redditi e salari: una sostanziale mancanza di liqui- dità per le spese correnti. Secondo il bollettino economico della Banca d’Italia del Lazio: Nella prima metà del 2009 la congiuntura per l’economia laziale ha mostrato un’elevata variabilità; nel pri- mo trimestre si è approfondita la caduta dell’attività economica iniziata nell’anno precedente, mentre nel secondo trimestre è prevalsa una fase di lieve recupero degli ordinativi, che si mantengono su valori storica- mente bassi. Nel primo semestre dell’anno le esportazioni laziali si sono notevolmente ridotte, con cali più ampi della media per i settori della chimica, della gomma e plastica, del tessile e dell’abbigliamento. È dimi- nuito il numero di occupati nella regione e il tasso di disoccupazione è aumentato; la contrazione dell’attivi- tà produttiva si è riflessa nel forte aumento degli interventi di Cassa integrazione guadagni. I prestiti banca- ri alla clientela residente nella regione alla fine del primo semestre del 2009 hanno mostrato complessiva- mente una diminuzione; si è ridotto il credito alle società finanziarie e hanno decelerato i finanziamenti alle imprese e alle famiglie. I flussi di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti sono lievemente aumentati. È dimi- nuito il ritmo di crescita dei depositi bancari; si è tuttavia incrementata la componente dei conti correnti, per una maggiore propensione verso attività più liquide.1 Ancora più precise le analisi della Camera di Commercio di Viterbo che, a pagina 10 del Rapporto Polos 2008, scrive: 1 Banca D’Italia, Economie regionali. L’economia del Lazio nel primo semestre 2009,Novembre 2009
  • 3. (…) Tuttavia, il sistema creditizio italiano non rischia il fallimento, anzi, nell’ambito delle economie occiden- tali è quello dimostratosi più solido. Non solo, anche l’economia del nostro Paese si è dimostrata meno esposta alle fluttuazioni congiunturali. La provincia di Viterbo, per il modello di sviluppo perseguito, accentua tale caratteristica, mostrando una di- namica in cui, per il momento, l’incidenza della crisi sembra rimarcare le difficoltà strutturali e gli squilibri socio economici già emersi nel corso delle scorse edizioni degli Osservatori economici e che sono i seguenti: • La contenuta capacità competitiva • La difficoltà di creazione della ricchezza • L’innovazione ancora poco marcata • La terziarizzazione di tipo tradizionale • L’importanza delle filiere produttive tradizionali • La rilevanza del mercato locale • Le difficoltà del mercato del lavoro • I deficit infrastrutturali (…) Volendo verificare la durata dell’impatto della crisi in provincia, i due terzi degli imprenditori locali (66,9%) sostengono che essa manifesterà il picco nel 2009, con particolare riferimento al II semestre (36,4%), riducendo l’effetto stagionale dell’agricoltura, del turismo e del commercio natalizio sulla crescita del sistema economico. Il 24,1% delle imprese afferma che la crisi dispiegherà gli effetti più seri nel 2010.2 In altri termini, la crisi del sistema finanziario internazionale che, come ben sappiamo, viene da lontano, ha ripercussioni negative sull’economia reale, sia, come logica conseguenza, sui circuiti creditizi e sui sistemi bancari delle economie più avanzate. Sebbene il modello bancario italiano abbia mostrato una maggiore te- nuta rispetto a quello delle altre economie occidentali, non sono mancate difficoltà e punti di criticità che hanno abbassato il clima di fiducia tra banche, da una parte, ed imprese e famiglie, dall’altra.3 La Tuscia non rappresenta un’eccezione. Anche nel territorio della provincia di Viterbo imprese e famiglie hanno denunciato di aver registrato un peggioramento delle condizioni di accesso al credito. «Sono soprat- tutto le imprese appartenenti al commercio a rilevare tale difficoltà (41,3%), mentre meno esposte sembra- no essere le imprese degli altri servizi (turismo, trasporti, terziario avanzato, servizi alle famiglie: 29,7%). Di- stinguendo il campione per classe dimensionale, poi, sono soprattutto le imprese maggiori (almeno 50 ad- detti) a mostrare un’incidenza percentuale superiore (46,7%). Questo perché le imprese più grandi sono, nella maggior parte dei casi, più implicate nei circuiti economici internazionali e, quindi, maggiormente esposte alla difficile congiuntura mondiale. Ciò, evidentemente, funge da deterrente riguardo il livello di fi- 2 Camera di Commercio di Viterbo, Polos 2008. 9° Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese 3 Tra gli effetti non dimentichiamo l’irrigidimento del sistema creditizio provocato dal protocollo di Basilea 2
  • 4. ducia nelle banche sull’attività economica dell’azienda. Analogamente, nella ripartizione del campione di imprese, sono soprattutto le Società più strutturate, quali le società per azioni, a riscontrare un maggior ir- rigidimento in tal senso. Meno esposte sono, invece, le società di persone e, soprattutto, le cooperative (20,0%), la cui capacità finanziaria è notoriamente orientata più sul lavoro che sulle attività patrimoniali (i cui valori si sono sensibilmente ridotti negli ultimi mesi)»4. Sostanzialmente, quasi tutti gli indicatori della qualità della vita evidenziano un segno negativo in tutto il territorio del Lazio. Le province del Lazio (escludendo quella di Rieti) scendono di posizione nella graduato- ria stipulata annualmente dal Sole 24 Ore. La Tuscia, posizionandosi al terzo posto (59°) nella graduatoria regionale, preceduta da Roma (8°) e da Rieti (55°), sale rispetto all’anno precedente di 5 posizioni. In parti- colare, in relazione alla classifica generale, migliore è la posizione relativa alla categoria affari e lavoro (61°) per l’alta concentrazione delle imprese per 1.000 ab. (7°) la bassa incidenza di fallimenti (38°). Pesano nega- tivamente, nel settore affari e lavoro, il basso valore in percentuale delle persone occupate tra i 25 e 34 anni (62°) ma, soprattutto, il rapporto in percentuale tra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro (78°). Nella classifica finale, il basso tenore di vita contribuisce a far scendere l’indicatore della qualità della vita. Le variabili che pesano positivamente sono il costo di insediamento residenziale (per mq) e la ripartizione della spesa. Pesano negativamente il basso livello del Pil pro-capite (68°), i livello dei depositi bancari (75°) e l’indice dei prezzi al consumo, che analizza il costo vita. In particolare è l’indice Foi a posizionarsi in fondo alla graduatoria nazionale (101° su un totale di 103 province). Ma vi sono due elementi importanti che denunciano l’effetto della crisi economica: l'aumento dei fallimenti e dei protesti, che sono termometro di una situazione più complessiva di fragilità del sistema delle imprese e sono tra i sintomi più comuni del rischio usura. Nel corso del 2008 noi abbiamo visto raddoppiato il numero dei fallimenti. A Viterbo, secondo i dati forniti da Cribis.it sulle rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio, si è passati dalle 18 imprese che avevano dichiarato fallimento nel 2007 a 31 aziende nel giro di dodici mesi con un incremento totale del 72,2%. A farne le spese maggiori sono state le micro-imprese prive di brand appartenenti al settore dell'edilizia, su- bito seguite dal manifatturiero. Dati allarmanti se si considera che nel 2007 i fallimenti si fermavano a quo- ta 6.202 in tutta la penisola registrando un notevole calo rispetto ai circa 10mila del 2006. Per quanto ri- guarda Viterbo la situazione non è ancora del tutto negativa se si paragona a quella di altre province italia- ne che hanno raggiunto picchi davvero elevati di procedimenti fallimentari. Tutte le statistiche sembrano quindi sottolineare ancora una volta che gli effetti della crisi economico-finanziaria continueranno a pesare sul sistema produttivo nazionale. Per ora le piccole aziende sono quelle che ne soffrono di più e la situazione della provincia di Viterbo sem- bra confermarlo. 4 Camera di Commercio di Viterbo, cit.
  • 5. L’USURA: UN DRAMMA SOCIALE Come è noto il Rapporto annuale di Sos Impresa analizza, in modo dettagliato, l’evolversi dei fenomeni cri- minali sulle attività economiche e, in particolar modo, il racket e l’usura. Concentrando l’attenzione sul giro d’affari dei reati che incidono più direttamente sulla vita delle imprese, vale a dire su quello che il Rapporto Le mani della criminalità sulle imprese definisce il ramo commerciale della Mafia Spa, ci troviamo di fronte ad un consolidamento del fatturato, sebbene segnato da importanti scostamenti. Il settore maggiormente in crescita è quello dell’usura che, nel 2009, ha registrato un vero boom. Questo reato segnala una crescita degli imprenditori colpiti, della media del capitale prestato e degli interessi resti- tuiti, dei tassi applicati, facendo lievitare i commercianti colpiti ad oltre 200.000 con un giro d’affari che oscilla intorno ai 20 miliardi di euro. Di segno diverso il racket delle estorsioni dove risulta sostanzialmente invariato il numero dei commercianti taglieggiati con una lieve contrazione dovuta al calo degli esercizi commerciali e all’aumento di quelli di pro- prietà mafiosa. Denaro movi- Denaro Costi per i Commercianti Tipologia mentato dalle movimentato commercianti colpiti mafie Usura 15 mld 40 mld 20 mld 200.000 Racket 9 mld 9 mld 5,5 mld 160.000 Furti e rapine 1,2 mld 8 mld 2,5 mld 90.000 Truffe 4,6 mld5 4,6 mld 4,6 mld 500.000 Contrabbando 1,2 mld 1,5 mld 0,2 ml 15.000 Contraffazione e Pirateria 6,5 mld 8 mld 2,3 mld Abusivismo 2 mld 10 mld 1,3 mld Agromafia 7,5 mld 7,5 mld Appalti e forniture pubbli- 1,2 mld 1,2 mld 0,3 mld che Appalti e forniture private 5,3 mld 5,3 mld 0,8 (Edilizia) Giochi e scommesse 2,5 mld 3 mld TOTALE 56,1 mld 98,1mld 37,5 mld Anche le attività di “rilevazione sul campo” confermano i dati del Rapporto e altre autorevoli fonti citate in precedenza. Secondo i dirigenti dei Consorzi fidi nell’ultimo biennio sono aumentate le richieste di credito d’esercizio a fronte di quelli per investimenti. Segnale evidente della difficoltà crescente per piccole impre- se a far quadrare i conti. La nostra rete di Sportelli di ascolto e aiuto, presente nella Regione, segnala con sempre maggiore frequen- za una situazione di forte disagio che coinvolge sempre di più imprese e classi sociali una volta ritenute im-
  • 6. muni da rischi di sovra indebitamento, quali impiegati, liberi professionisti, piccoli imprenditori, l’espressio- ne di quel ceto medio che, fino a pochi anni fa, era privo di problemi economici e non poteva considerarsi povero. L’usura, quindi, confermandosi come fenomeno sociale diffuso, mantiene il proprio zoccolo duro tra le fa- miglie povere e le microimprese, ma ha ampliato il bacino di interventi. In senso figurato potremmo para- gonare il fenomeno usuraio ad un tumore del tessuto sociale ed economico, quando questo vede indeboliti i propri anticorpi le metastasi si propagano velocemente e lo distruggono. Nel triennio 2006-2009 sono state 165.000 le attività commerciali e 50.000 gli alberghi e i pubblici esercizi costretti alla chiusura. Di queste un robusto 40% deve la sua cessazione all’aggravarsi di problemi finanziari, a un forte indebitamento, all’usura. Non tutti, però, chiudono definitivamente. Due commercianti sui tre tentano di intraprendere un’altra attività cambiando ragione sociale, ovvero intestando l’attività ai figli, alla moglie, o a qualche parente stretto. Il fenomeno colpisce in larga parte persone mature, intorno ai cinquan- t’anni, che hanno sempre fatto i commercianti e che hanno oggettive difficoltà a riconvertirsi nel mercato del lavoro e, quindi, tentano di tutto per evitare il protesto di un assegno, il fallimento della loro attività. Solitamente sono commercianti che operano nel dettaglio tradizionale: alimentaristi, fruttivendoli, gestori di negozi di abbigliamento e calzature, fiorai, mobilieri, quelli che oggi pagano più di ogni altro il prezzo del- la crisi. Non deve, quindi, stupire che in questa situazione ci si rivolga agli usurai anche per aprire bottega. Anche il fenomeno dell'usura di giornata, che Sos Impresa ha denunciato pochi mesi fa, è frutto della crisi. Un prestito usuraio che si conclude nell'arco di una giornata: la mattina si prende, la sera si restituisce, è il caso di dirlo, con gli interessi! L'incredibile fenomeno riguarda piccoli commercianti, ma anche titolari di at- tività di media dimensione che, per resistere alla crisi, per mantenere aperto l'esercizio e pagare i fornitori, si rivolgono agli usurai. Questi alla mattina prestano i soldi (mediamente mille euro) e la sera passano a riti- rare il capitale maggiorato di un 10%. Un fenomeno va collegato alla difficile situazione in cui si dibattono le Pmi e non solo. Come abbiamo visto, tutti gli ultimi studi di settore, compresi quelli della Banca d’Italia, confermano l’inde- bitamento delle famiglie, oscillante mediamente intorno ai 22mila euro. Un trend, purtroppo, in continua ascesa cui è strettamente legato il rischio di incappare nel credito illegale. L’usura, come abbiamo visto, si sta insinuando in tutti gli strati sociali, rendendo particolarmente rischiosa l’attività della piccola impresa commerciale al dettaglio, dell’artigianato di vicinato, dei ceti più poveri, ma anche di quei soggetti una volta ritenuti immuni da questa piaga. In queste aree, accanto all’usura strettamente intesa, emerge, infatti, un’area vasta di sovra-indebitamento che colpisce soprattutto le famiglie. E’ inevitabile che, come in ogni mercato, con il crescere della domanda si sviluppi anche l’offerta. Un’offerta ormai diversificata. L'usura di giornata ne è una prova. Così accanto a figure classiche di usurai di quartiere si muove un nuovo mondo che va dalle società di servizi e mediazione finanziaria, ormai presenti in ogni città, a reti strutturate e professionalizzate, fino a giungere
  • 7. a soggetti legati ad organizzazioni criminali. L'usura di mafia ha trovato forza anche per il modificarsi del mercato del prestito a strozzo. Si segnalano, a questo riguardo, due aspetti importanti: cresce innanzitutto da parte delle vittime l'entità del capitale richiesto. Si tratta di somme cospicue che il prestatore di quartiere non è in grado di soddisfare, mentre l'usuraio del clan, spesso il ragioniere che gestisce la liquidità che deriva dal traffico di droga e delle scommesse, nel giro di poche ore può soddisfare anche le richieste più impegnative. In secondo luogo, pa- radossalmente, aumentano le sofferenze anche per i prestatori a nero, e solo gruppi particolarmente attrez- zati, dotati di un’organizzazione e di un carisma criminale importante, sono in grado di riscuotere con cer- tezza le rate usurarie scadute. L’usuraio mafioso può accontentarsi anche d’interessi modesti, soprattutto se la famiglia è interessata ad entrare in compartecipazione con l’azienda del debitore. Per alcuni l’obiettivo è la moltiplicazione del dena- ro, per altri quello di impossessarsi delle aziende delle vittime, altri ancora puntano alla spoliazione dei pa- trimoni. Un quadro, quindi, variegato nel quale vecchio e nuovo si mescolano e s’intrecciano. Ciò che più preoccupa, dai dati in nostro possesso e dall’ascolto delle vittime che si rivolgono ai nostri spor- telli di aiuto, è la presenza sempre più aggressiva di cosche e clan mafiosi e camorristici nel mercato dell’u- sura e, soprattutto, la quasi totale assenza di misure di prevenzione patrimoniale, accompagnato ad un crollo in verticale delle denunce. Nell’arco di dieci anni, la criminalità che aveva una presenza marginale nel mercato usuraio, ha acquisito amplissime quote e sempre più numerosi sono i clan e le cosche che compaiono nelle cronache giudiziarie. L’ingresso della criminalità organizzata (soprattutto della ‘ndrangheta) nell’attività usuraia ha favorito la trasformazione della stessa in una grande holding economico criminale. Questo reato strutturalmente lega- to alla vita dell’impresa e al sistema economico ha spalancato le porte dei grandi circuiti finanziari, ha dato consapevolezza che l’attività di riciclaggio poteva essere non solo un costo, com’era stato in passato, ma anche una nuova risorsa. Ha consentito alla Mafia Spa di stare più dentro le imprese e affinare il suo core business.
  • 8. Attività anno 2009 Nel 2009 Sos Impresa è entrata in contatto con 1021 utenti di questi 211 sono stati presi in carico e assisti- ti. La stragrande maggioranza dei contatti è avvenuta telefonicamente attraverso il numero verde, ma im- portanti sono stati i contatti personali o per posta elettronica. Dal 24 aprile 2009 è stato attivato il numero verde 800900767 con il quale la stragrande maggioranza degli utenti ha contattato gli operatori dello “Sportello”. Di seguito il numero delle chiamate e la durata delle stesse. BT ITALIA S.P.A. 800900767 Numero Durata Chia- Mese Chiama- note mate in Minuti te 2009/04 11 32,62 dal giorno 24 2009/05 43 45,78 2009/06 39 103,9 2009/07 183 618,57 2009/08 80 273,82 2009/09 130 410,83 2009/10 121 384,88 2009/11 88 326,82 2009/12 86 213,28 Totale 770 2.377,88
  • 9. Statistiche chiamate/mese al numero verde 800.900.767 200 183 180 160 140 130 numero di chiamate 121 120 100 88 86 80 80 60 43 39 40 20 11 0 0 1 4 5 6 7 8 9 2 /1 /1 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /1 09 09 09 09 09 09 09 09 09 20 20 20 20 20 20 20 20 20 mese numero di chiamate al mese
  • 10. Statistiche minuti di conversazione/mese al numero verde 800.900.767 700 618,57 600 500 minuti di conversazione 410,83 400 384,88 326,82 300 273,82 213,28 200 103,9 100 45,78 32,62 0 8 9 0 1 2 4 5 6 7 /0 /0 /1 /1 /1 /0 /0 /0 /0 09 09 09 09 09 09 09 09 09 20 20 20 20 20 20 20 20 20 mese minuti di conversazione al mese
  • 11. Le tabelle che seguono, inoltre, danno un quadro esaustivo della tipologia degli utenti dello sportello, della provenienza e dell’attività. TIPOLOGIA DEI CONTATTI NUMERO TIPOLOGIA % SU TOTALE CONTATTI 276 Informazioni generiche 27% 245 Informazioni e chiarimenti su rapporti bancari 24% 143 Segnalazioni e richieste d’intervento su situazioni di sovrain- 14% debitamento 51 Segnalazioni e richieste su altri reati (Truffe- Estorsioni etc.) 5% 306 Informazioni e richieste legate all’usura 30% I 306 contatti con richieste e informazioni riferibili al fenomeno dell’usura possono essere distinti in: 104 Informazioni generiche sulla Legge 108/96 34% 64 Richiesta informazioni ed assistenza per Istanze di richiesta al 21% Fondo di Solidarietà 61 Richieste varie di assistenza legale 20% 52 Richieste varie di assistenza finanziaria e commerciale 17% 25 Denunce di usura Assistenza e tutoraggio 8% Nella Provincia di Viterbo SOS Impresa nel 2010 ha assistito 17 persone, 16 imprenditori ed un dipendente. 9 uomini e 8 donne
  • 12. PROVENIENZA DEGLI ASSISTITI Dei 211 assisti 191 (pari al 91%) risiedono nel Lazio e 20 (pari al 9%) provengono da altre regioni. 9% 91% Lazio Altre Regioni Tra quelli residenti nel Lazio: 111 (59%) risiedono a Roma, 37 (19%) nella provincia di Roma, 20 (10%) a Vi- terbo, 11 (6%) a Frosinone, 10 a Latina (5%) , 2 (1%) a Rieti. Frosinone Latina Viterbo Rieti 6% 5% 10% 1% Roma provincia Roma città 19% 59%
  • 13. Le regioni di provenienza di quelli non residenti nel Lazio sono: 4 Umbria, 4 Calabria, 3 Sicilia, 3 Campania, 2 Veneto, 1 Toscana, 1 Abruzzo, 1 Puglia, 1 Lombardia. Lombardia; 1 Puglia; 1 Abruzzo ; 1 Lombardia Puglia Lombardia; 1 Abruzzo Lombardia Toscana; 1 Toscana Veneto; 2 Veneto Campania Campania; 3 Sicilia Umbria Sicilia; 3 Calabria Umbria; 4 Calabria; 4 PROFESSIONE DEGLI ASSISTITI Dai contatti stabiliti, ma soprattutto, dalle persone ascoltate è stato possibile tracciare un identikit profes- sionale degli utenti che si sono rivolti allo sportello che, nella quasi totalità, si è rivelata essere quella del piccolo imprenditore.
  • 14. Agenti e Lavoratori Imprenditori Liberi rappresentanti di dipendenti - agricoli professionisti commercio - pensionati 1% 6% Assicuratori 5% 5% Artigiani e Piccoli imprenditori 12% Commercianti 71%
  • 15. IL MERCATO DELL’USURA Stimare il mercato dell'usura è quanto mai difficile. Si tratta infatti di un fenomeno fortemente sommerso, su cui si possono indicare solo ordini di grandezza, incrociando diversi criteri: numero delle denunce, operazioni delle forze dell'ordine, esame dei registri contabili sequestrati, la cifra media dell'erogato dal Fondo di Solidarietà per le vittime dell'usura, informazioni confidenziali da parte delle vittime. Anche l'esperienza è utile per la quantificazione del mercato usuraio. Partiamo da una semplice notizia: I militari del Nucleo PT della Guardia di Finanza di Pesaro, nel corso di una complessa ed articolata attività investigativa, hanno proceduto al sequestro, nelle città di Rimini, Riccione, Gabicce Mare, Pesaro e Napoli, di beni stimati per 20 milioni di euro. Le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di Pesaro ed in seguito da quella di Rimini, hanno consentito di raccogliere numerosi elementi a carico di un soggetto residente in Romagna, responsabile, in concorso con due professionisti, del reato di usura (Asca, 4 marzo 2011) Da un punto di vista meramente statistico ci troviamo di fronte a una persona che, in concorso con altri, è indagata per il reato di usura. Una lettura più attenta, costruita sulla base di un’esperienza decennale di ascolto e di aiuto alle vittime di usura, ci consente invece una lettura completamente diversa. E' mai possibile che questo signore si sia costruito un patrimonio di due noti alberghi, un coffee-bar, otto società a Gabicce Mare, oltre a conti correnti, titoli, depositi di risparmio, somme di denaro, cassette di sicu- rezza, polizze assicurative, libretti di deposito presso cinque istituti bancari, estorcendo venti milioni di euro ad un singolo usurato? Certamente lo strozzino doveva avere un giro molto più ampio, infatti scopriamo che l’uomo è un pericolo- so pluripregiudicato napoletano, cinquantenne, domiciliato a Rimini e con precedenti per omicidio, rapina e associazione a delinquere in contatto con pericolosi clan camorristici, e che nessuna delle vittime, ha sporto denuncia. Ma quante possono essere le vittime di una simile organizzazione? Tenuto conto che, dalle nostre ricerche, la quota d’interessi pagati, al netto del capitale versato, risulta oscillare mediamente tra i sessanta e i no- vantamila euro, si comprende come questo soggetto gestisse, in un arco di tempo di tre anni (il tempo mi- nimo della durata di un rapporto usurario) non meno di trecento clienti. A questo punto è giusto porsi un'altra domanda: è credibile che una sola persona potesse gestire trecento rapporti usurari quasi contemporaneamente? Vale a dire procurarsi i debitori, gestire la contabilità (con le vittime, la banca, altri prestatori), fare il recupero crediti etc., visto che tutte le vittime, quando giungono alla denuncia, raccontano dell'asfissiante pressione dell'usuraio per saldare le rate e di come si presentasse- ro sempre in due a minacciare e recuperare i crediti? In conclusione il fatto descritto dalla notizia giornali- stica, se ha uno scarso significato statistico, svela uno spaccato che, una lettura superficiale, avrebbe lascia-
  • 16. to sommerso, dandoci un quadro delle relazioni usuraie, del giro di soldi, delle vittime coinvolte, in due lo- calità balneari della costiera marchigiana e romagnola. Ed è bene aggiungere che quasi mai i sequestri col- piscono la totalità dei beni procurati illecitamente e occultati fra prestanome e segreto bancario. Sulla base di queste informazioni possiamo presumere che il numero dei commercianti coinvolti in rapporti usurari è sensibilmente aumentato, in quest'ultimo biennio, e oggi possono essere stimati in non meno di 200.000. Inoltre poiché ciascuno, s’indebita con più strozzini le posizioni debitorie possono essere ragione- volmente stimate in oltre 600.000, ma ciò che è più preoccupante è che in almeno 70.000 casi sono con as- sociazioni per delinquere di tipo mafioso finalizzate all’usura. Gli interessi sono, ormai stabilizzati oltre il 10% mensile, ma, come detto, cresce il capitale richiesto e gli interessi restituiti. Nel complesso il tributo pagato dai commercianti ogni anno, a causa di questa lievitazione, si aggira in non meno di venti miliardi di euro. Nel Lazio sono 28.000 gli imprenditori coinvolti. E nella provincia di Viterbo? Nel lontano 1996 il dottor Franco Pacifici, pm presso la Pretura stimava in oltre 1.000 le vittime dell’usura a Viterbo. La stima era emersa dopo un’operazione antiusura svolta nel capoluogo della Tuscia che aveva portato all’arresto una commerciante di frutta e verdura nel popoloso quartiere Pilastro. Oggi la situazione si è ulteriormente aggravata e possiamo stimare in più di 1.400 le persone invischiate in patti usurari per un giro di affari complessivo per capitale ed interessi di 7 milioni di euro l’anno. R e g Commercianti % sul totale atti- Giro d’affari in i coinvolti vi ml. o n i Campania 32000 32,00% 2,8 Lazio 28000 34,80% 3,3 Sicilia 25000 29,20% 2,5 Puglia 17500 19.2% 1,5 Lombardia 16500 12,50% 2 Calabria 13000 34,00% 1,1 Piemonte 9500 11,2% 1,1 Emilia Romagna 8500 8,6% 0,95 Toscana 8000 10,6% 0,9 Abruzzo 6500 25,2% 0,5 Liguria 5700 12% 0,6 Altre 29800 2,.75 TOTALE 200000 19,2% 20 Fonte: Rielaborazione Sos Impresa su dati ISTAT
  • 17. LE DENUNCE Di fronte allora alle nostre stime, certamente per difetto, il numero delle denunce appare veramente risibile. Dal 1996, anno di emanazione della Legge 108, ad oggi, e tranne qualche segnale in controtendenza, assistiamo ad un calo sistematico e apparentemente inarrestabile del numero delle denunce, anche se è doveroso segnalare che, dal 2004, il metodo di rilevazione statistica del Ministro dell’Interno è cambiato e, quindi, diventa più difficoltosa un’automatica comparazione con gli anni precedenti. Nel 2009 il numero delle denunce non si differenzia dagli anni precedenti. Significativo è invece il caso del Lazio nel quale si registra un notevole incremento sul 2008 (+91%), ma i numeri sono talmente bassi da rendere insignificante qualsiasi serio raffronto statistico. La tendenza dei primi sei mesi del 2010 va segna- re un calo deciso con appena 138 reati (11 nel Lazio) e 736 persone denunciate. DENUNCE PER USURA –2007-2009 2007 2008 2009 2010 Viterbo Lazio 41 31 57 11 Italia 382 375 372 138 Fonte: CED Mistero dell’Interno, dati SDI. Se le denunce diminuiscono significativo è l’aumento delle persone denunciate che segna, non già una mag- giore capacità investigativa che si mantiene su standard elevati, ma omogenei, quanto una maggiore pre- senza del denaro circolante, dell’allargamento del giro usuraio e soprattutto che l'usura diventa un reato sempre più associativo. Più che le denunce, un’analisi delle operazioni antiusura svolte dalle forze dell'ordi- ne nel 2009 ci rappresenta un fenomeno diffuso su tutto il territorio regionale. 753 persone denunciate nel periodo gennaio-giugno ed è presumibile che alla fine dell'anno segnaleremo un piccolo incremento. Inoltre appare evidente come l'usura sia un reato crocevia di altri delitti, cui si accompagna normalmente l'estorsione in primo luogo, ma anche le truffe, la gestione di bische clandestine e comunque del gioco d'az- zardo, la prostituzione e lo smercio di stupefacenti. OPERAZIONE ANTIUSURA
  • 18. 2008 2009 2010 Arrestati Arrestati Arrestati Regione Operazioni Operazioni Operazioni Indagati Indagati Indagati Abruzzo 14 34 14 75 12 33 Basilicata 1 4 1 1 0 0 Calabria 11 74 13 82 14 38 Campania 38 227 44 228 46 192 Emilia Romagna 4 37 3 3 6 32 Lazio 21 65 19 127 28 154 Viterbo 4 17 2 3 2 15 Liguria 11 17 3 5 7 32 Lombardia 15 131 17 52 19 89 Marche 1 2 1 1 4 9 Molise 2 2 0 0 4 12 Piemonte 11 49 4 5 8 8 Puglia 11 80 27 78 23 195 Sardegna 5 21 4 14 3 17 Sicilia 22 85 34 209 18 79 Toscana 14 67 12 40 15 50 Triveneto 5 20 5 17 7 11 Umbria 0 0 1 1 0 1 Valle D’Aosta 0 0 0 0 0 0 Totale 186 914 202 938 214 952 Il rischio usura nelle province del Lazio Il numero delle denunce e dei procedimenti penali danno solo un quadro indicativo della presenza dell’usu- ra in un determinato territorio. La propensione alla denuncia, tra l’altro, è un elemento sottoposto a nume- rose variabili, a cominciare dalla gravità della minaccia percepita da parte delle vittime, dalla presenza di Associazioni e Fondazioni antiusura e dalla rete di aiuto organizzata da società civile ed istituzioni locali, che nel Lazio è particolarmente presente, con importanti iniziative svolte dalla Regione e dagli altri enti, Comu- ne e Provincia di Roma in particolare. Essa però non è in grado di fornire indicazioni sul concreto “rischio usura” e tanto meno sullo spessore cri- minale delle reti usuraie presenti. Ciò che deve interrogare i decisori pubblici non è l’usura in quanto tale, in gran parte fenomeno fisiologico, ma le sue relazioni, vale a dire i circuiti nei quali essa si insinua, le distor- sione che crea nella comunità degli affari, i rischi di criminalità per il territorio, le ricadute sociali. Per dare un quadro più preciso di queste dinamiche abbiamo, nel corso degli anni studiato e perfezionato un model- lo che, attraverso tre indicatori, consente di avere una visione più precisa della presenza del “fenomeno usura” nelle nostre province, valutandone la vulnerabilità finanziaria e stimando, al contempo, la pericolosi- tà delle organizzazioni usuraie presenti. Il risultato di questi parametri, riconsiderati in progressione, è stato chiamato Quoziente Rischio Usura (QRU) determinato sulla base di tre indicatori: - un indice statistico-penale, IPSi
  • 19. - un indice economico-finanziario, IEFii - un indice criminologico, IPSiii La classificazione finale da un quadro del “rischio usura” sul territorio e soprattutto della pericolosità socia- le delle reti usuraie presenti. Nella Regione colpisce la presenza di Rieti al primo posto, ma ciò è dato dal numero di denunce che sebbene limitato, ma rapportato alla popolazione residente da un coefficiente numerico alto. Il dato è in parte distorto, ma significativo del tendenziale “rischio” usura presente nella Provincia che non deve essere assolutamente sottovalutato. Per le altre province la graduatoria non si discosta dall’esperienza empirica. Quattro Province su cin- que sono ben oltre il livello di rischi nazionale. Viterbo si colloca appena sotto la media nazionale in una percentuale di “rischio medio”. Secondo le segnalazioni giunte al nostro Sportello tre le aree maggiormente a rischio: il comprenso- rio di Tarquinia quello di Civita Castellana e la città di Viterbo. CITTA’ ISP ISP+IEF QRUiv 1. Pescara 25,81 27,02 27,57 2. Messina 22,34 22,59 24,49 3. Siracusa 22,77 22,56 22,56 Rischio Molto Alto 7. Rieti 17,40 17,77 17,77 14. Latina 11,11 12,04 12,44 Rischio Alto 15. Roma 10,72 11,60 12,10 32. Frosinone 6,78 7,61 7,81 Rischio Medio Alto ITALIA 4,95 55. Viterbo 2,75 2,63 2,63 Rischio Medio ESTORSIONI E USURA NEL VITERBESE IL CONTRASTO DELLE FORZE DELL’ORDINE Il Lazio è una delle regioni più colpite dal fenomeno usuraio. Roma, infatti, è da decenni il luogo per eccel- lenza dell’usura, una pratica che può essere fatta risalire agli inizi della sua stessa storia. Nella Capitale si riescono a trovare tutte le fenomenologie fino ad oggi note del sistema: dal singolo usuraio (in gergo cra- vattaro), pensionato o libero professionista, alle bande di quartiere, dalla criminalità organizzata alle finan- ziarie, apparentemente legali. Le vecchie reti usuraie, ripetutamente smantellate dalle forze dell’ordine, si ricompongono in fretta ed anche nelle inchieste più recenti compaiono figure note agli inquirenti. Un dato è certo: le organizzazioni usuraie, negli ultimi tempi, sono diventate sempre più aggressive e violente ed hanno ampliato il loro raggio d’azione, in tutta la Regione.
  • 20. Nella provincia viterbese, l'usura ha il volto tranquillo del vicino di casa, del fornitore abituale, del profes- sionista. Per queste ragioni è più difficilela denuncia perchè l'attività usuraia è mascherata da normali con- tratti di commercializzazioni, corredate da tanto di fatture ebolle di accompagnamento. Inoltre i “prestatori a nero” sono persone “in vista” nelle città, per cui la denuncia è sempre vista con sospetto. Ciò non toglie che esperienza, anche giudiziaria, non ha messo in risalto la presenza di soggetti altamente pericolosi come gruppi nomadi o come quello di un possibile giro di racket fra la comunità rumena di Viterbo. A far suonare il "campanello di allarme" è stata la richiesta di 5 mila euro fatta ai gestori di un negozio di specialità rume- ne in via Polidori. Hanno riguardato il territorio viterbese l’operazione Fire, del febbraio 2008, con la quale è stato arrestato Consiglio Di Guglielmi, alias Claudio Casamonica ed è stata sventata la penetrazione del clan nomade dei Casamonica nella Tuscia. L’indagine sul racket delle estorsione ed usura ha avuto origine nel settembre 2007, quando il nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri di Viterbo fece eseguire i rilievi tecnici e i preliminari accertamenti presso la concessionaria di auto Lem, la ditta Centro Gomme Viterbesi e l'azienda ittica Agrifish, dove erano state posizionate delle taniche colme di benzina, come avvertimento di matrice estorsiva. Nel corso dell'operazione, sono state eseguite venticinque perquisizioni domiciliari anche a carico di altre persone collegate all’arrestato. L’operazione ha portato alla luce quattro casi di estorsione ed uno di usura, basati sulla forza di intimidazione, derivante dall'appartenenza al Clan Casamonica. L’attivi- tà criminale era diretta da Claudio Casamonica, che stava tentando, con gli altri complici, di infiltrarsi nel tessuto economico viterbese. Anche l’operazione Jackal porta all’arresto di esponenti del clan Casamonica con l'accusa di estorsione, usu- ra, rapina e truffa. Le indagini, partite nel febbraio 2008 dopo la denuncia di un imprenditore, vittima degli usurai, che aveva chiesto 30mila euro e nell'arco di pochi mesi si era ritrovato costretto a pagarne 200mila. Il gioco è andato avanti finché la vittima ha trovato il coraggio di fare il nome dei suoi aguzzini, dopo aver scoperto che alcuni di loro erano già coinvolti in un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Viter- bo. Dall'inchiesta coordinata dalla Dda di Roma è emerso che i Casamonica avevano più volte minacciato di morte l'imprenditore e i suoi familiari, anche con l'uso di armi: «O finisci di pagare il debito o la tua vita fini- sce qui». Pedinamenti, armi e taniche di benzina erano i metodi con i quali i malviventi convincevano i mal- capitati a pagare, in silenzio. In un'occasione sono arrivati perfino a rubare un'auto a uno dei debitori come «caparra». Quindici sarebbero al momento i commercianti finiti negli ingranaggi di tassi insostenibili e spro- porzionati. Nel marzo 2009, l’operazione Money Bags, porta all’arresto di otto persone, (cinque uomini e tre donne), decine di perquisizioni, il sequestro di una lussuosa villa quadrifamiliare e di due autovetture. I reati conte- stati sono di riciclaggio di denaro proveniente da traffici di droga, usura ed estorsione. Le indagini, partite da un grosso traffico di cocaina sull’asse Spagna – Italia stroncato dal Gico della Guardia di finanza di Milano nel 2005, sono state condotte sugli investimenti eseguiti nella Capitale da imprenditori
  • 21. emissari dei narcotrafficanti, mettendo in luce come il denaro venisse riciclato sia attraverso l’acquisto di beni immobili sia attraverso la concessione di prestiti a tassi usurari. Le indagini del Gico si sono successiva- mente intersecate con quelle del Nucleo investigativo dei carabinieri viterbesi, che stavano indagando su fenomeni di infiltrazione di una nota cosca romana nella Tuscia. I soggetti arrestati, infatti, riciclavano som- me di denaro per acquisti di immobili di gran pregio ubicati nella Capitale, anche attraverso la partecipazio- ne ad aste giudiziarie. Nel 2010 si sono svolte due importanti operazioni. Nell'aprile dell'anno scorsol'operazione Ghost Check ha messo in risalto un'organizzazione usuraia con ramificazioni nel territorio nazionale e base nella provincia di Caserta. Diversi i reati contestati oltre l'usura a cominciare dalla ricettazione e dai furti, 200 le vittime ac- certate, atra le quali anche alcuni residenti del paesi dei Monti Cimini. A dicembre l'operazione Stop usura ha portato all'arresto 13 persone. Una vera e propria organizzazione flessibile, una rete di persone che prestavano individualmente, ma pronte a scambiarsi informazioni e clien- ti. Diverse le vittime acceratate, soprattutto commercianti e piccoli imprenditori che condividevano lo stes- so ambiente, ma anche anziani e casalinghe. Nel viterbese si registra anche una vittoria del fronte antiusura. Il 23 settembre scorso, in attuazione di un provvedimento del giudice dell’esecuzione del tribunale di Viterbo, una donna vittima di usura unitamente a tutta la sua famiglia, è potuto rientrare in possesso dell'abitazione da cui era stata sfrattata a seguito di una vicenda ancora al vaglio della magistratura penale. In particolare il giudice ha ritenuto che la vittima, assistita dall’avvocato Giacomo Barelli del foro di Viterbo, legale di Sos Impresa, avesse diritto a vedersi ri- conosciuti i benefici di cui all’art. 20 della legge nr. 44 /1999 per le vittime dell’usura, ottenendo quindi la sospensione della procedura esecutiva che l’aveva addirittura costretta a lasciare l’abitazione in cui viveva, lasciando lei e la sua famiglia per oltre due mesi senza casa. Una vittoria per Sos Impresa e per tutte le vittime, fatta di faticanti ricorsi, reclami, procedimenti penali, ma che è il segnale che non solo chi denuncia tali reati non viene lasciato solo, ma, che già adesso, ci sono gli strumenti normativi, necessariamente da migliorare, per tutelare le persone colpite da tale fenomeno
  • 22. L’attività dello sportello di aiuto alle vittime dell’usura e del racket Sos Impresa Roma-Lazio Numero verde 800 900 767
  • 23. Sos Impresa per la sua attività utilizza anche il contributo della Regione Lazio e per tale motivo non si è mai discostata dai criteri fondamentali di scelta delle persone prese in carico. In particolare: - l’obbligo della denuncia per le vittime che si rivolgono allo Sportello di aiuto; - la gratuità dell’assistenza che si esplicita nell’attività di “volontariato” dei professionisti e degli operato- ri coinvolti. Le motivazioni di tali scelte sono semplici: non può ottenersi nessun serio risultato se le persone vittime di usura non recidono definitivamente, attraverso la denuncia, il cordone ombelicale che li lega agli usurai. Su questo punto non possono esistere equivoci ed il “contratto di aiuto” è molto chiaro in proposito: l’Associa- zione aiuta la vittima solo dopo la denuncia dell’usuraio. Le azioni attuate sono state cofinanziate dalla Regione Lazio nell’ambito della Legge Regionale 23/01 ed un’apposita convenzione con Unionfidi Lazio. COME FUNZIONA LO SPORTELLO Dopo un primo contatto telefonico in cui l’utente deve fornire le generalità e spiegare i motivi che lo hanno spinto a rivolgersi allo “Sportello di aiuto”, si attiva una prima fase di “ascolto”. Sulla base delle esigenze poste, l’utente verrà indirizzato ad uno dei due settori di intervento: prevenzione e solidarietà. A quel punto l’utente diventerà un assistito e, a seconda dei casi, i coordinatori fisseranno un incontro con l’intera equipe nella sede dell’ambulatorio o nello studio di uno dei consulenti. L’intera equipe, costituita da un avvocato penalista, un avvocato civilista, un esperto bancario, un commer- cialista, uno psicologo ed i coordinatori del gruppo, si riunisce di norma una volta alla settimana per esami- nare ogni singolo intervento. L’intervento dello “Sportello di aiuto” si articola su tre piani di intervento ed è diretto soprattutto ad un’o- pera di sostegno, consulenza e accompagno dell’assistito. ATTIVITÀ SVOLTA A FAVORE DELLE VITTIME SEGUITE DALLO SPORTELLO Nei confronti delle persone assistite lo “Sportello di aiuto” ha erogato i seguenti servizi:  Assistenza Legale  Assistenza commerciale e finanziaria  Attività di Tutor (assistenza legale, commerciale e finanziarie) ASSISTENZA LEGALE (PENALE E CIVILE)
  • 24. L’assistenza legale è volta ad affrontare i problemi di natura giuridica che gravano sull’utente, questa va da un semplice parere orale ad una vera e propria assistenza e rappresentanza in giudizio. In questa fase i protagonisti sono gli avvocati penalisti e civilisti. Il primo passo è la denuncia penale, che spezza definitivamente il legame con l’usuraio, impedendo il rischio di una ricaduta della vittima, che viene assistita lungo tutto l’iter processuale. Le vicende giudiziarie che coinvolgono gli utenti sono le più varie ed è quindi molto diversificato l’interven- to richiesto agli operatori dello sportello:  procedimenti penali (costituzione di parte civile della P.O. nel processo a carico dell’usuraio);  cause civili (procedure esecutive per il recupero del credito contro l’utente, procedure fallimentari);  questioni extra-giudiziale (trattative con i creditori, il più delle volte società finanziarie, per evitare più onerose e gravose procedure esecutive). I legali accertano la validità delle accuse e aiutano a ricostruire la storia dell’usura per l’acquisizione delle prove. Compito dell’avvocato civilista, esperto in procedure fallimentari, è la tutela dei diritti dell’assistito, valorizzando in particolare quelli che derivano dalla condizione di vittima di usura (16 casi). ASSISTENZA COMMERCIALE E FINANZIARIA Sovente l’utente dello sportello presenta notevoli difficoltà finanziarie e manifesta la necessità di una sup- porto tecnico nella gestione della propria contabilità, sia questa personale/familiare o d’impresa. L’intervento dei nostri operatori è finalizzato, in questi casi, al superamento delle situazioni di sovra-indebi- tamento e ad un aiuto per migliorare le gestione economica delle disponibilità finanziarie dell’assistito. Si procede ad una valutazione dello situazione debitoria, sia personale, sia aziendale, dell’assistito. Si valu- tano le residue potenzialità economiche e si imposta un piano economico-finanziario di risanamento in gra- do di onorare i debiti legittimi contratti con le banche o finanziarie e per permettere all’assistito la ripresa della propria attività e il reinserimento nel tessuto economico-produttivo. Inoltre, l’operatore fornisce un indispensabile aiuto, coadiuvando gli altri operatori nell’assistenza legale, in tutte quelle ipotesi, non infrequenti, nelle quali è richiesta una consulenza economica da utilizzarsi in sede processuale (civile e/o penale) o in una trattativa extra-giudiziale. ATTIVITÀ DI TUTOR (ASSISTENZA LEGALE, COMMERCIALE E FINANZIARIA) Le persone vittime di usura, ma anche quelle fortemente indebitate, perdono qualsiasi credibilità nei con- fronti dei creditori, non possono esercitare un’attività di mediazione, non possono concludere transazioni, più in generale non sono in grado di gestire la loro situazione debitoria e le tante pendenze aperte, anche quando, grazie all’intervento delle Istituzioni e dello stesso Sportello, la vittima dispone di risorse finanzia- rie.
  • 25. In questi casi lo Sportello assume il ruolo di garante nei confronti dei terzi e svolge un’attività di tutoraggio. In tal modo si attua una vera e propria “presa in carico complessiva”, non solo quindi legale e/o economica finanziaria, ma anche psicologica e di assistenza e consulenza in tutti i passaggi necessari al reinserimento nella vita economica e sociale (5 casi). Gli assisiti “presi in carico” sono quelli con cui è stato possibile stabilire un rapporto fiduciario forte che ha portato , nel 90% dei casi, ad un esito positivo delle richieste e di una parte delle esigenze poste. Purtroppo, sia l’equipe dello sportello, sia Sos Impresa nazionale, hanno avuto svariati incontri con altre persone, quasi tutti piccoli imprenditori, in cui il “contratto di aiuto” non si è potuto consolidare per il persi- stente rifiuto da parte della vittima di denunciare l’usuraio. Inoltre, lo sportello indirizza verso i Confidi con cui è convenzionato quelle imprese che richiedono finanzia- menti sia per credito di esercizio, sia per investimenti e ricapitolizzazioni (9 casi). Infine, laddove l’utente risponda ai requisiti previsti dalla legge 108/96 e/o 44/99 gli operatori forniscono la propria assistenza nella redazione delle domande di accesso al Fondo antiracket ed antiusura e, successiva- mente, lungo tutto l’iter procedurale per l’erogazione dei benefici previsti dalla legge. Indispensabili, in questi casi, si rivelano sia l’assistenza legale, sia quella commerciale-finanziaria (11 casi). Numerose, nell’ultimo periodo, le richieste di consulenza provenienti anche da esperti e volontari di altre associazioni, segno della grande esperienza acquisita nel tempo e della capacità di gestire anche le situazio- ni più difficili. Quest’ultima attività è curata in particolar modo da Lino Busà, Presidente di Sos Impresa na- zionale già componente del Comitato di Solidarietà e delle Vittime dell’estorsione e dell’usura.
  • 26. SPORTELLO DI AIUTO SOS IMPRESA ROMA E LAZIO NUMERO VERDE: 800 900 767 Fausto Bernardini Presidente (ex vittima/volontario) Gabriella Sensi Assistente sportello (ex vittima/volontaria) Avv. Maria Cristina Rosa Avv. Silvia Brizzi Avv. Giacomo Barelli (area legale) (area legale) (area legale) Dott. Massimo Giordano Dott.ssa Sara Pace (area commerciale- (Assistenza Psicologica) finanziaria) Dott. Lino Busà Dott.ssa Bianca La Rocca (Presidente Sos Impresa (Area comunicazione) Nazionale) i Questo Indicatore prende in considerazione il numero delle denunce e dei procedimenti penali esaminati su un largo lasso di tempo, suddividendoli per provincia e rapportandoli al numero della popolazione residente, al fine di ricavare un coefficiente numerico unitario da confrontare tra le diverse realtà. ii L’indice economico-finanziario è ottenuto attraverso la combinazione di tre parametri: procedimenti esecutivi immobiliari iscritti, (ossia le vendite da eseguire che si aggiungono in quel periodo), fallimenti e protesti. Si tratta di dati che descrivono le sofferenze di famiglie ed imprese e consentono di apprezzare il livello di fragilità e vulnerabilità finanziaria delle province esaminate iii Sono state monitorate oltre 100 operazioni antiusura nel 2007 e informazioni ricavate sono state classificate secondo criteri
  • 27. valutativi utili per conoscere ed approfondire il rilievo, la qualità, la pervasività e la caratura criminale dei singoli fatti. A tal fine si sono individuati cinque tipologie di prestatori tra attività in nero e usura strutturata: a) Singolo/Prestito esoso da finanziaria b) Gruppo su luogo di lavoro/Prestito fra commercianti e con fornitori c) Rete familiare/Gruppo malavitoso locale d) Rete usuraia professionalizzata/ Associazine a delinquere di nomadi e) Associazione di tipo mafioso A ciascuno di questi archetipi è stato assegnato un coefficiente numerico che tiene conto del numero delle persone coinvolte, dei tassi di interesse praticati, dell'entità dei sequestri patrimoniali, del giro d'affari stimato. Il coefficiente è stato para- metrato alla popolazione residente, per ricavarne il livello di minaccia per i singoli debitori, le famiglie, le imprese. iv Il QRU è dato dal combinato successivo degli indici ISP, IEF, IPS