Dettagli storici, foto, ritratti, curiosità e aneddoti relativi ai personaggi, ai luoghi e ai rarissimi manoscritti citati nel romanzo storico "La Chiave di Cristallo"
2. Nato l’8 Febbraio 1965, sposato, due figli.
1978 – 1983 Liceo Scientifico F. Severi, C.mare di Stabia.
1983 – 1988 Laurea in Scienze dell’Informazione, Pisa.
1991 – 1992 MBA, Formez, Napoli.
Fin da bambino ho sempre avuto un’unica, vera, grande
passione: la scrittura. In gioventù ho composto molti racconti e
poesie, e ho partecipato alla fondazione di un giornale cittadino.
Dedicandomi alla carriera, però, ho abbandonato la scrittura
creativa. Solo in tempi recenti è esploso fortissimo il bisogno di
ricominciare e, nel tempo libero, ho scritto: Fiabe per Grandi e
Piccini, una raccolta di fiabe moderne; XS, un copione teatrale;
alcuni soggetti per romanzi.
Il giorno del mio 46° compleanno ho lasciato il lavoro per
dedicarmi completamente alla scrittura. Dopo dodici mesi ho
completato il mio 1° romanzo: La Chiave di Cristallo, un thriller
storico, classificatosi tra i primi nel Premio Todaro-Faranda 2012,
e tra i finalisti del torneo IoScrittore 2012. Sto completando il
2°romanzo: L’Ultimo Messia, un thriller mystery.
Sintesi delle Esperienze Professionali
Sono un «veterano» dell’Information and Communications
Technology, con più di 20 anni di esperienza come dirigente di
importanti multinazionali. Sono stato delegato Italiano presso
organismi internazionali di standardizzazione e ho pubblicato
articoli e contributi a pubblicazioni di settore. Sono stato
relatore in vari congressi e conferenze sulle opportunità offerte
dalle nuove tecnologie.
3. Le vicende si svolgono in parallelo nella Roma
contemporanea e in quella, misteriosa ed esoterica, di
fine XVII secolo, svelando inquietanti analogie.
Ricordi, premonizioni, sogni e realtà si sovrappongono,
si fondono e si alimentano a vicenda in un accurato
affresco degli ambienti romani e dei più celebri
personaggi che caratterizzarono un’epoca in bilico tra
arretratezza e modernità, con l’alchimia a fare da
ponte tra antiche profezie e scienza moderna.
Roma, 2013: un uomo si ritrova, privo di memoria, a
Castel Sant’Angelo. Nel pugno stringe una chiave di
cristallo. Ha visioni di eventi risalenti al XVII secolo che
riguardano la vita di Francesco Borri, un medico e
alchimista all’epoca famoso in tutta Europa. Nel
tentativo di comprendere cosa gli stia succedendo,
cade vittima delle macchinazioni di una confraternita
segreta.
Roma, 1680: Francesco Borri è prigioniero nelle segrete
di Castel Sant’Angelo. Sul suo capo pende una
condanna a morte per eresia. Per tentare di salvarsi, è
costretto a riprendere le ricerche alchemiche, da
tempo abbandonate: gli è stata promessa la libertà se
riuscirà a ottenere i risultati che Cristina, regina di
Svezia e preferita degli ultimi tre Papi, si aspetta per
finanziare la creazione di un Impero mondiale.
4. I Luoghi del Romanzo
Veduta di Roma dal Gianicolo (fine XVII sec.)
5. I Luoghi del Romanzo
Porta
Alchemica
(P.za Vittorio)
Collegio
Romano
(Liceo Visconti)
Piazza S. Maria
Sopra Minerva
Castel
Sant’Angelo
Vaticano
Palazzo Riario -
Corsini
Piazza Farnese
6. Manoscritti Rari e Capolavori
Tavole Sciateriche
Hypnerotomachia Poliphili
Manoscritto Voynich
7. I Personaggi del Romanzo
Emilio Altieri Benedetto Odescalchi
Decio Azzolino
12. Villa Palombara
Villa Palombara in un affresco
antico. A destra si scorge la Porta.
Villa Palombara,
evidenziata in una pianta
del XVII secolo. L'area
racchiusa dai punti blu
corrisponde all'attuale
Piazza Vittorio. La freccia
indica l’attuale
collocazione della Porta.
15. Lo Stipite Sinistro
QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI
PARTURIENT ALBAS COLUMBAS
TUNC VOCABERIS SAPIENS
QUI SCIT COMBURERE AQUA
ET LAVARE IGNE FACIT DE
TERRA CAELUM ET DE CAELO
TERRA PRETIOSAM
AZOT ET IGNIS DEALBANDO
LATONAM VENIET SINE VESTE
DIANA
16. Lo Stipite Destro
DIAMETER SPHAERAE THAU
CIRCOLI CRUX ORBIS NON
ORBIS PROSUNT
SI FECERIS VOLARE TERRAM
SUPER CAPUT TUUM EIUS
PENNIS AQUAS TORRENTIUM
CONVERTES IN PETRAM
FILIUS NOSTER MORTUUS
VIVIT REX AB IGNE REDIT ET
CONIUGIO GAUDET OCCULTO
17. La Soglia
SI SEDES NON IS
EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI
APERIRE TERRAM UT GERMINEM
SALUTEM PRO POPULO
22. Athanasius Kircher
«Il più contemporaneo dei
nostri antenati e il più
inattuale dei nostri
contemporanei, a metà
strada tra un folle e un mago
anticamente inteso, cioè uno
scienziato.”
(Umberto Eco)
Vi porterò a fare un viaggio in alcuni luoghi molto famosi di Roma, presentandoveli in una luce diversa da come siete abituati a vederli.
Vi presenterò dei personaggi che all’epoca furono famosissimi, e dei quali oggi abbiamo perso memoria, o forse ricordiamo solo alcuni aspetti delle loro complesse personalità.
Vi presenterò dei personaggi che all’epoca furono famosissimi, e dei quali oggi abbiamo perso memoria, o forse ricordiamo solo alcuni aspetti delle loro complesse personalità.
Ho vissuto a Roma dal 1992 al 2008 ed ero solito passeggiare a Piazza Vittorio. L’idea del libro nasce da questa Porta, posta in un angolo nascosto della Piazza, protetta da alte inferriate.
Un giorno, chissà perché, la Porta ha attirato la mia attenzione e le sue misteriose incisioni mi hanno intrigato. Tornato a casa, ho effettuato una ricerca su Internet per saperne di più… e il mistero ha cominciato a infittirsi.
Sulla porta, infatti, sono scolpiti scritte e simboli che da più di 300 anni nasconderebbero un terribile segreto.
La Porta (detta “Magica” o “Alchemica”) è tutto quel che resta di Villa Palombara, una residenza patrizia frequentata all’epoca dei fatti narrati ne “La Chiave di Cristallo” (1670-1680) dalle più brillanti menti d’Europa.
Alla ricerca degli autori delle incisioni, mi sono imbattuto nella biografia del cavalier Francesco Giuseppe Borri. Pochi altri click ed ecco comparire sulla scena Cristina di Svezia, Athanasius Kircher, Massimiliano Palombara, Decio Azzolino e tutti gli altri personaggi del libro, tanto famosi all’epoca quanto a noi sconosciuti.
La Porta Magica di Piazza Vittorio Emanuele, a Roma, è uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi, famosa per i suoi simboli e le sue iscrizioni. Essa costituiva uno degli ingressi di Villa Palombara sull’Esquilino, dove il marchese Massimiliano riuniva le persone più colte di quei tempi, come Cristina di Svezia, il gesuita padre Athanasius Kircher, l’astronomo Domenico Cassini, ed altri.
Come vedete, la Porta presenta un’abbondanza di simboli e scritte misteriose. La cosa interessante è che, da quando esse sono state incise sulla Porta, cioè dal 1680, nessuno è riuscito a interpretarle!
Ora, è un fatto storicamente documentato che la Porta Magica costituiva l’ingresso di un laboratorio alchemico allestito da Massimiliano Palombara nella depandance della sua Villa.
E c’è una leggenda… Essa afferma che in quel laboratorio, nel 1680, un alchimista sarebbe riuscito a ottenere la Pietra Filosofale, prima di sparire nel nulla, lasciando dietro di sé soltanto dell’oro ottenuto alchemicamente e una pergamena piena di simboli e scritte arcane: proprio i simboli e le scritte che troviamo rappresentati sulla Porta Magica!
Il nome di quell’alchimista? Francesco Giuseppe Borri…
Io ho cominciato a interessarmi alla Porta quando ho notato che lungo gli stipiti e sull’architrave erano incise delle strane scritte. Un giorno ho preso in prestito da mio figlio il suo binocolo per vederle meglio. Ho potuto allora riconoscere i simboli di alcuni pianeti, qualche scritta in latino, e altri simboli a me sconosciuti.
Ho cominciato allora a indagare su Internet per capire di cosa si trattasse… e mi sono imbattuto in altri misteri! Non posso raccontarveli tutti oggi perché ci vorrebbe troppo tempo ma, intanto, voglio farvi vedere da vicino queste incisioni misteriose, che i protagonisti de “La Chiave di Cristallo” vi spiegheranno (non temete: lo farò anche io nei prossimi post se la pubblicazione del libro dovesse andare per le lunghe… ).
La “porta” può essere considerata un piccolo ma esauriente trattato di alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla “Grande Opera”, cioè alla “trasformazione del piombo in oro”. Vediamo ora in dettaglio ogni singola componente della porta.
Porta. Essa è posta in un angolo della Piazza, in mezzo a due strane statue che sembrano messe lì di guardia. Ricordiamo: la Porta è tutto quel che resta di Villa Palombara, costruita tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte.
Dopo la costituzione del Regno d’Italia, iniziarono i lavori di costruzione di nuovi quartieri in quella che era diventata la capitale del Regno. Nel 1873 Villa Palombara venne rasa al suolo senza troppi complimenti, insieme a tutte le ville (e alcune chiese) intorno, per permettere l’edificazione del quartiere Esquilino, che ancora oggi possiamo ammirare.
Eppure la Porta venne smontata pezzo a pezzo, tenuta conservata alcuni anni in un magazzino, e poi ricostruita in quella che era diventata Piazza Vittorio. Perché? Un bel mistero, non credete? Ma non è l’unico, né il principale…
Il bassorilievo che sormonta l’architrave è identico al frontespizio del saggio rosacrociano”Aureum Seculum Redivivum” di Henricus Madathanus. Ciò farebbe pensare che anche il Marchese di Palombara facesse parte dei Rosacroce, confraternita esoterica e segreta il cui fine mirava ad una fratellanza universale.
Sembra che lo stesso simbolo venne ritrovato come ex-libris tra le carte di Berenger Sauniere, curato di Rennes-le-Château, un paesino francese al centro di arcani misteri. Per lungo tempo l’ex-libris è stato visibile nel piccolo museo locale, finché non è stato misteriosamente trafugato da ignoti.
Nella cornice esterna del bassorilievo circolare troviamo un’epigrafe in cui è espresso il concetto della Trinità:
TRIA SUNT MIRABILIA: DEUS ET HOMO; MATER ET VIRGO; TRINUS ET UNUS
«Tre sono le cose mirabili: Dio e Uomo; Madre e Vergine; Trino e Uno»
Nel fondo del bassorilievo vediamo due triangoli incrociati che formano una stella a sei punte, il “Sigillo di Salomone”, simbolo dell’unione di acqua e fuoco, Spirito e Materia.
“Ciò che è in alto è come ciò che è in basso”
Sulla parte inferiore del sigillo vi è un cerchio più piccolo con la scritta: «Centrum in trigono centri», sormontato dalla croce dei quattro elementi e con al centro il simbolo solare.
E’ tutta una simbologia complessa che indica il processo di reintegrazione dell’Uomo nel Cosmo, l’Unità nel Tutto.
vorrei segnalarvi due interessanti ”coincidenze” :
L’intero frontone somiglia tantissimo a uno dei simboli della setta dei Rosa Croce, rappresentato per la prima volta sul frontespizio del libro Aureum Seculum Redivivum, stampato proprio negli anni in cui si svolgono le vicende narrate ne “La Chiave di Cristallo”;
Il triangolo equilatero con “l’occhio” è analogo al simbolo della piramide con in cima un occhio rappresentato sulle banconote da un dollaro, e utilizzato come simbolo dalla setta degli Illuminati della Baviera.
Ci tengo, però, a precisare che queste due “coincidenze” nulla hanno a che fare con la trama de “La Chiave di Cristallo”, anche se qua e là tra le righe si possono scorgere dei simbolismi “rosacruciani”, dovuti al fatto che alcuni dei personaggi del libro nella realtà storica furono vicini (se non membri) al movimento dei Rosa Croce.
In alto sull’architrave, in ebraico, è l’invocazione allo Spirito Santo:
RUAH ELOHIM
La sua presenza sta ad indicare che nulla si può operare senza il suo aiuto.
Segue l’avvertimento che non si entra nel giardino delle Esperidi, e cioè attraverso la porta, senza prima uccidere il drago che ne sta a guardia.
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON
«Il drago delle Esperidi custodisce l’ingresso del magico giardino e senza Alcide (Ercole) Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide»
Il drago rappresenta le passioni, gli istinti; Ercole la volontà; con la vittoria sul drago s’inizia la pratica alchemica, il cui svolgimento è indicato sugli stipiti della porta, dove si distinguono le tre fasi del processo alchemico:
il nero, il bianco ed il rosso.
1 – Simbolo di Saturno
«Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai detto saggio»
Saturno rappresenta la materia prima, il piombo, il nero. In questa iscrizione è indicata la trasformazione del piombo (i neri corvi) in argento (le bianche colombe), il passaggio dal nero al bianco.
2- Simbolo di Marte
«Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa»
Marte, il ferro, corrisponde alla volontà necessaria per portare a termine l’Opera. Nell’iscrizione è racchiuso il concetto fondamentale dell’Alchimia, il “Solve et coagula”.
3- Simbolo di Mercurio
«L’Azot e il fuoco sbiancando Latona, vedrà senza veste Diana»
Mercurio, l’argento vivo, indica la fase del Bianco. L’Azot è il “mercurio dei saggi”, l’intelletto agente; il “fuoco” è quello interiore, quello della volontà. Quando la Materia (Latona) sarà stata del tutto purificata, Diana appare nuda, si realizza l’argento, cioè la chiarezza e la purezza mentale, l’Iside svelata.
4 – Simbolo di Giove
«Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce del globo non giovano ai ciechi»
Giove, lo stagno, corrisponde al Nous, alla mente illuminata, l’obiettivo cui tende l’adepto. L’iscrizione è un ammonimento che la scienza ermetica non può essere compresa, né essere utile, ai profani.
5 - Simbolo di Venere
«Se avrai fatto volare la terra sopra la tua testa con le sue penne convertirai in pietra le acque dei torrenti»
Venere, il rame, corrisponde all’amore. Anche in questa iscrizione si ritrova il principio del “solve et coagula”. Le penne sono i vapori che s’innalzano dal fondo dell’Uovo Filosofico, dove sono Zolfo, Mercurio e Sale. Si tratta di mutare una sostanza inizialmente solida (terra) in sostanza liquida (acqua), tramutarla in aria (volatile) e poi fissarla in pietra argentea ed aurea.
6 - Simbolo Solare
«Il nostro figlio morto vive, torna Re dal fuoco e gode dell’occulto accoppiamento»
È la realizzazione del Rebis, la nascita del figlio regale, la fase al “rosso”, simboleggiata dalla fenicie che rinasce dalle proprie ceneri. Spirito e materia sono diventati tutt’uno: è il frutto delle “nozze alchemiche”.
Sulla soglia è iscritto una specie di doppio senso:
«Se ti siedi, non entri»
Questa frase, però, può leggersi anche al contrario:
SI NON SEDES IS
«Se non ti siedi, entri»
È l’invito a non indugiare, ad operare.
EPIGRAFE: «È opera occulta del vero sapiente aprire la terra, affinché germini la salvezza per il popolo»
L’iscrizione finale, che troviamo accanto al simbolo della monade, conclude il viaggio ermetico ricordando all’aspirante adepto il vero fine del suo operato, cioè il bene degli altri, e non il proprio.