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Corso di Teorie e Tecniche dei Nuovi Media
       Docente: prof.ssa Leopoldina Fortunati
        Studente: Anna Rita Colella




1     Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine
Argomenti
 Introduzione
 Come fare etnografia della produzione
 Produzione della notizia
 Produzione televisiva
 Etnografia e pubblico
 Consumo dei media
 Conclusioni
 Bibliografia



           Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   2
Introduzione
Etnografia: lo studio del comportamento degli
individui in un determinato contesto, attraverso
l’osservazione
Etnografia della produzione dei media: lo
studio che analizza la logica dei processi con cui è
prodotta la comunicazione di massa e il tipo di
lavoro entro cui avviene la costruzione dei
messaggi (Wolf 1985)
Tecnologie: artefatti organizzativi, legati alla
logica dei processi dell’encoding



            Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   3
Come fare etnografia della produzione
 Osservazione partecipante
 Fasi essenziali:
    Il disegno della ricerca
    L’accesso al campo (pericolo del going native)
    Le relazioni sul campo
    La raccolta e la registrazione dei dati
    L’analisi dei dati
    La scrittura (narrazione realista, processuale, riflessiva)
 Fattori critici: il contesto politico e giuridico istituzionale
 che influenza la produzione mediale (Non è facile individuare
 le modalità con cui il lavoro dei professionisti dei media subisce le
 pressioni dai “piani alti”)



                   Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   4
Produzione della notizia
 La notizia è una costruzione sociale: la
 trasformazione di ogni fatto in notizia è un
 processo sociale; una negoziazione che si compie
 tra diversi attori sociali che mettono in gioco
 risorse politiche, economiche e culturali
 (Sorrentino 1995)
 Gli eventi: diventano notizie nel momento in cui
 la relativa istituzione burocratica si adopera per
 promuoverle e renderle pubbliche (Fishman 1980)
 Giornalismo: comunità interpretativa (Zelizer
 1993)


             Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   5
Raccolta e selezione delle notizie
  Fonti: di routine, scadenzario, agenzie (criteri di
  autorevolezza, produttività, attendibilità,
  credibilità)
  Selezione delle notizie (Gatekeeper): avviene
  seguendo una attività routinizzata basata su
  determinati criteri sia professionali sia
  organizzativi riassunti da Wolf (evento, prodotto,
  mezzo, pubblico, concorrenza)
Questi criteri, routinizzati e applicati inconsciamente, producono una
distorsione involontaria
Problema della distorsione involontaria (Altheide)


                   Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   6
Criteri per la selezione di Wolf
 Criteri relativi all’evento → hanno a che fare con l’evento
 in sé
 Criteri relativi al prodotto → riguardano la selezione delle
 notizie
 Criteri relativi al mezzo → hanno a che fare con le
 specificità dei diversi mezzi in cui compariranno le notizie
 Criteri relativi al pubblico → riguardano l’immagine che i
 giornali hanno del proprio pubblico (notizie identificative con
 il pubblico, di servizio e leggere)
 Criteri relativi alla concorrenza → riguardano le
 pressioni del mercato e ciò che hanno fatto le altre testate
 (inter-media, intra-media)




                 Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   7
Presentazione delle notizie
Editing: il materiale informativo raccolto e
selezionato viene “trattato” e inserito all’interno di
un frame tipico del mezzo di comunicazione dove
apparirà il prodotto finale. Cioè la notizia viene
ricontestualizzata attraverso la definizione di un
tema da parte dei giornalisti
Alla costruzione delle notizie corrisponde una
costruzione della realtà, che si rifà a due
dimensioni legate a due approcci teorici: l’ipotesi
dell’agenda setting e gli effetti di framing



             Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   8
Ipotesi agenda setting
 Agenda setting: i media non dicono quale
 opinione avere su un argomento, ma su quale
 argomento avere una opinione. Quest’ultima sarà
 basata sull’esperienza e sulle conoscenze
 pregresse del pubblico

 Informazione on line e agenda setting: gli
 utenti sarebbero in grado di definire la propria
 agenda in base alle proprie personali priorità. Ma i
 motori di ricerca escludono automaticamente gran
 parte del materiale ipoteticamente disponibile
 (influenza dei grandi)

              Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   9
Framing
 Frame: incorniciano gli eventi che vengono
 mostrati e narrati da stampa e televisione. I frames
 sono in relazione con quelli del pubblico in un
 rapporto di reciprocità.
 I media sono uno degli attori sociali maggiormente
 in grado di definire le cornici con cui leggere la
 realtà che ci circonda.
 Gli stessi giornalisti essendo parte del pubblico,
 possono essere condizionati da determinati frames
 o dalla percezione che hanno in rapporto ai pubblici


            Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   10
Produzione televisiva
Produzione televisiva è il processo di codifica di
una grande organizzazione mediale (Battocchio
2003) Tre fasi del processo di creazione di prodotti
televisivi:
    pre-produzione, produzione e post-produzione
Programma televisivo: insieme di più codici
(visivo, sonoro, artistico ecc) e di più professionalità
e professioni per ottenere un “Testo” nel senso di più
codici tessuti insieme
Televisione di flusso: obbedisce a regole basate
su previsioni fondate sull’osservazione delle abitudini
sociali dell’uso del tempo da parte del pubblico

              Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   11
Costruzione dei palinsesti
Criteri che in maniera più o meno consapevole
sono impiegati nella costruzione dei palinsesti
(Rizza):
    criterio economico;
    tradizione di rete;
    specificità editoriale;
    diversità dell’arco temporale;
    appropriatezza tra genere e fascia oraria;
    offerta degli altri
Per realizzare la televisione di flusso: criteri di
orizzontalità e verticalità


             Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   12
Etnografia e pubblico
 Il termine “pubblico” lo si può intendere nel
 senso
   quantitativo di audience, cioè l’insieme dei
   consumatori di un dato mezzo di comunicazione
   qualitativo di un insieme di gruppi sociali impegnati
   in pratiche quotidiane che comprendono il consumo
   dei media
 Nelle ricerche etnografiche si utilizza il termine
 “pubblici”; per sottolineare che il pubblico è in
 realtà composto da molti gruppi tra loro diversi
 dal punto di vista dei media e dei generi che
 preferiscono o per la loro specifica posizione
 sociale e culturale



             Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   13
Consumo dei media
 Il consumo dei media, cioè la decodifica, è un processo
 complesso e articolato; si individuano tre forme:
    decodifica dominante → si attua secondo le intenzioni
    dell’emittente, l’interpretazione del contenuto mediale è omologa a
    quella proposta da chi produce il contenuto stesso;
    decodifica negoziale → si ha quando si accetta il quadro di
    riferimento generale proposto dai media ma lo si modifica poi in
    alcuni suoi particolari a seconda delle proprie esigenze;

    decodifica oppositiva → l’interpretazione si attua secondo codici
    opposti a quelli dell’emittente

 Quest’ultima mostra come il consumo dei media non si limiti
 alla sola attività di ricezione di determinati contenuti e testi
 culturali ma divenga un vero e proprio consumo produttivo,
 dove vengono prodotti e riprodotti altri testi, differenti da
 quelli messi in circolazione all’origine del processo
 comunicativo.


                 Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine    14
Consumo dei media
 Studio etnografico di J. Lull (1990) tramite
 osservazione partecipante nell’ambiente familiare,
 per comprendere i modelli di comunicazione
 interpersonale e l’uso dei media nel quotidiano
 Tre stadi dell’osservazione:
   Primi due giorni, registrazione appunti sulla storia della
   famiglia, sulle biografie dei membri e sullo spazio fisico in
   cui si compiono le dinamiche di fruizione.
   Acclimatamento dell’osservatore con i membri della
   famiglia attraverso la partecipazione del ricercatore alle
   piccole attività familiari.
   Realizzazione di interviste in profondità con ogni membro
   della famiglia

              Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   15
Media e riti quotidiani
 L’etnografia è impiegata da Lull per comprendere
 il mondo quotidiano dei gruppi sociali, i loro
 modelli di comunicazione interpersonale e i loro
 usi dei media.
 Dall’analisi di 300 nuclei familiari Lull ha elaborato
 una tipologia degli usi sociali della tv, che si basa
 sulle dinamiche interazionali e rituali che hanno
 luogo nel corso della visione della tv.
 Questa tipologia prevede due diversi modelli di
 uso della tv:
          strutturali e relazionali


              Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   16
Usi strutturali
  riguardano usi della tv che strutturano, regolano,
  modellano l’ambiente dell’interazione.
    usi ambientali: la tv fa parte dell’ambiente domestico e lo
    struttura, viene considerata come rumore di fondo che fa
    da compagnia mentre si fanno altri lavori;
    usi regolativi: la tv ha la capacità di regolare e
    strutturare la giornata nei suoi tempi sociali, è regolatrice
    della vita domestica




                Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   17
Usi relazionali
  Usi relazionali → riguardano l’uso della tv nel definire la rete di
  interazioni sociali e la gestione dei diversi balletti rituali quotidiani.
  Ce ne sono quattro:
     facilitazione della comunicazione: la fruizione dei programmi televisivi
     facilita la comunicazione offrendo sia argomenti che modalità di
     conversazione comuni;
     appartenenza/esclusione: la tv crea occasioni di contatto
     interpersonale, così come crea la possibilità di evitare tale contatto; può
     creare un senso di appartenenza o essere utilizzata per sfuggire
     all’ambiente sociale e alle interazioni che esso spesso richiede;
     apprendimento sociale: la tv favorisce numerose possibilità di
     apprendimento delle norme che regolano lo stare insieme nella società.
     competenza/dominanza: la tv esplicita le competenze individuali e
     rende evidenti le relazioni gerarchiche all’interno del nucleo familiare




                   Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine         18
Tipologie di consumo
 A seconda della tipologia degli usi, Lull, distingue due tipi di
 famiglie:
    famiglia “socio-orientata”: si dà ai figli la possibilità di confrontarsi
    con l’esterno, si ha un alto consumo di tv e un minor controllo con
    una propensione verso programmi di intrattenimento
    famiglia “orientata alla concettualizzazione”: si parla molto con i
    figli e c’è minor possibilità di confronto con l’esterno, l’esposizione
    alla tv è ridotta e prevede una propensione verso programmi di
    informazione

 E tre modalità di consumo:
    comunitario, familiare, individualizzato




                  Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine     19
Conclusioni
Attraverso lo studio etnografico
 è possibile studiare come il pubblico
 utilizza i contenuti mediali nella vita
 quotidiana e come la società rielabora
 l’immaginario Mediale costruendo modelli
 comportamentali
 è possibile accedere ad un dato qualitativo
 e oggettivo: il dato culturale



           Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   20
Bibliografia
 BONI F. 2004, Etnografia dei media, Laterza Bari
 Appunti delle lezioni del corso di Teorie e Tecniche dei nuovi
 media, prof.ssa Fortunati L., Uniud




               Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine   21

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Etnografia della produzione e del consumo

  • 1. Corso di Teorie e Tecniche dei Nuovi Media Docente: prof.ssa Leopoldina Fortunati Studente: Anna Rita Colella 1 Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine
  • 2. Argomenti Introduzione Come fare etnografia della produzione Produzione della notizia Produzione televisiva Etnografia e pubblico Consumo dei media Conclusioni Bibliografia Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 2
  • 3. Introduzione Etnografia: lo studio del comportamento degli individui in un determinato contesto, attraverso l’osservazione Etnografia della produzione dei media: lo studio che analizza la logica dei processi con cui è prodotta la comunicazione di massa e il tipo di lavoro entro cui avviene la costruzione dei messaggi (Wolf 1985) Tecnologie: artefatti organizzativi, legati alla logica dei processi dell’encoding Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 3
  • 4. Come fare etnografia della produzione Osservazione partecipante Fasi essenziali: Il disegno della ricerca L’accesso al campo (pericolo del going native) Le relazioni sul campo La raccolta e la registrazione dei dati L’analisi dei dati La scrittura (narrazione realista, processuale, riflessiva) Fattori critici: il contesto politico e giuridico istituzionale che influenza la produzione mediale (Non è facile individuare le modalità con cui il lavoro dei professionisti dei media subisce le pressioni dai “piani alti”) Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 4
  • 5. Produzione della notizia La notizia è una costruzione sociale: la trasformazione di ogni fatto in notizia è un processo sociale; una negoziazione che si compie tra diversi attori sociali che mettono in gioco risorse politiche, economiche e culturali (Sorrentino 1995) Gli eventi: diventano notizie nel momento in cui la relativa istituzione burocratica si adopera per promuoverle e renderle pubbliche (Fishman 1980) Giornalismo: comunità interpretativa (Zelizer 1993) Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 5
  • 6. Raccolta e selezione delle notizie Fonti: di routine, scadenzario, agenzie (criteri di autorevolezza, produttività, attendibilità, credibilità) Selezione delle notizie (Gatekeeper): avviene seguendo una attività routinizzata basata su determinati criteri sia professionali sia organizzativi riassunti da Wolf (evento, prodotto, mezzo, pubblico, concorrenza) Questi criteri, routinizzati e applicati inconsciamente, producono una distorsione involontaria Problema della distorsione involontaria (Altheide) Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 6
  • 7. Criteri per la selezione di Wolf Criteri relativi all’evento → hanno a che fare con l’evento in sé Criteri relativi al prodotto → riguardano la selezione delle notizie Criteri relativi al mezzo → hanno a che fare con le specificità dei diversi mezzi in cui compariranno le notizie Criteri relativi al pubblico → riguardano l’immagine che i giornali hanno del proprio pubblico (notizie identificative con il pubblico, di servizio e leggere) Criteri relativi alla concorrenza → riguardano le pressioni del mercato e ciò che hanno fatto le altre testate (inter-media, intra-media) Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 7
  • 8. Presentazione delle notizie Editing: il materiale informativo raccolto e selezionato viene “trattato” e inserito all’interno di un frame tipico del mezzo di comunicazione dove apparirà il prodotto finale. Cioè la notizia viene ricontestualizzata attraverso la definizione di un tema da parte dei giornalisti Alla costruzione delle notizie corrisponde una costruzione della realtà, che si rifà a due dimensioni legate a due approcci teorici: l’ipotesi dell’agenda setting e gli effetti di framing Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 8
  • 9. Ipotesi agenda setting Agenda setting: i media non dicono quale opinione avere su un argomento, ma su quale argomento avere una opinione. Quest’ultima sarà basata sull’esperienza e sulle conoscenze pregresse del pubblico Informazione on line e agenda setting: gli utenti sarebbero in grado di definire la propria agenda in base alle proprie personali priorità. Ma i motori di ricerca escludono automaticamente gran parte del materiale ipoteticamente disponibile (influenza dei grandi) Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 9
  • 10. Framing Frame: incorniciano gli eventi che vengono mostrati e narrati da stampa e televisione. I frames sono in relazione con quelli del pubblico in un rapporto di reciprocità. I media sono uno degli attori sociali maggiormente in grado di definire le cornici con cui leggere la realtà che ci circonda. Gli stessi giornalisti essendo parte del pubblico, possono essere condizionati da determinati frames o dalla percezione che hanno in rapporto ai pubblici Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 10
  • 11. Produzione televisiva Produzione televisiva è il processo di codifica di una grande organizzazione mediale (Battocchio 2003) Tre fasi del processo di creazione di prodotti televisivi: pre-produzione, produzione e post-produzione Programma televisivo: insieme di più codici (visivo, sonoro, artistico ecc) e di più professionalità e professioni per ottenere un “Testo” nel senso di più codici tessuti insieme Televisione di flusso: obbedisce a regole basate su previsioni fondate sull’osservazione delle abitudini sociali dell’uso del tempo da parte del pubblico Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 11
  • 12. Costruzione dei palinsesti Criteri che in maniera più o meno consapevole sono impiegati nella costruzione dei palinsesti (Rizza): criterio economico; tradizione di rete; specificità editoriale; diversità dell’arco temporale; appropriatezza tra genere e fascia oraria; offerta degli altri Per realizzare la televisione di flusso: criteri di orizzontalità e verticalità Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 12
  • 13. Etnografia e pubblico Il termine “pubblico” lo si può intendere nel senso quantitativo di audience, cioè l’insieme dei consumatori di un dato mezzo di comunicazione qualitativo di un insieme di gruppi sociali impegnati in pratiche quotidiane che comprendono il consumo dei media Nelle ricerche etnografiche si utilizza il termine “pubblici”; per sottolineare che il pubblico è in realtà composto da molti gruppi tra loro diversi dal punto di vista dei media e dei generi che preferiscono o per la loro specifica posizione sociale e culturale Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 13
  • 14. Consumo dei media Il consumo dei media, cioè la decodifica, è un processo complesso e articolato; si individuano tre forme: decodifica dominante → si attua secondo le intenzioni dell’emittente, l’interpretazione del contenuto mediale è omologa a quella proposta da chi produce il contenuto stesso; decodifica negoziale → si ha quando si accetta il quadro di riferimento generale proposto dai media ma lo si modifica poi in alcuni suoi particolari a seconda delle proprie esigenze; decodifica oppositiva → l’interpretazione si attua secondo codici opposti a quelli dell’emittente Quest’ultima mostra come il consumo dei media non si limiti alla sola attività di ricezione di determinati contenuti e testi culturali ma divenga un vero e proprio consumo produttivo, dove vengono prodotti e riprodotti altri testi, differenti da quelli messi in circolazione all’origine del processo comunicativo. Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 14
  • 15. Consumo dei media Studio etnografico di J. Lull (1990) tramite osservazione partecipante nell’ambiente familiare, per comprendere i modelli di comunicazione interpersonale e l’uso dei media nel quotidiano Tre stadi dell’osservazione: Primi due giorni, registrazione appunti sulla storia della famiglia, sulle biografie dei membri e sullo spazio fisico in cui si compiono le dinamiche di fruizione. Acclimatamento dell’osservatore con i membri della famiglia attraverso la partecipazione del ricercatore alle piccole attività familiari. Realizzazione di interviste in profondità con ogni membro della famiglia Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 15
  • 16. Media e riti quotidiani L’etnografia è impiegata da Lull per comprendere il mondo quotidiano dei gruppi sociali, i loro modelli di comunicazione interpersonale e i loro usi dei media. Dall’analisi di 300 nuclei familiari Lull ha elaborato una tipologia degli usi sociali della tv, che si basa sulle dinamiche interazionali e rituali che hanno luogo nel corso della visione della tv. Questa tipologia prevede due diversi modelli di uso della tv: strutturali e relazionali Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 16
  • 17. Usi strutturali riguardano usi della tv che strutturano, regolano, modellano l’ambiente dell’interazione. usi ambientali: la tv fa parte dell’ambiente domestico e lo struttura, viene considerata come rumore di fondo che fa da compagnia mentre si fanno altri lavori; usi regolativi: la tv ha la capacità di regolare e strutturare la giornata nei suoi tempi sociali, è regolatrice della vita domestica Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 17
  • 18. Usi relazionali Usi relazionali → riguardano l’uso della tv nel definire la rete di interazioni sociali e la gestione dei diversi balletti rituali quotidiani. Ce ne sono quattro: facilitazione della comunicazione: la fruizione dei programmi televisivi facilita la comunicazione offrendo sia argomenti che modalità di conversazione comuni; appartenenza/esclusione: la tv crea occasioni di contatto interpersonale, così come crea la possibilità di evitare tale contatto; può creare un senso di appartenenza o essere utilizzata per sfuggire all’ambiente sociale e alle interazioni che esso spesso richiede; apprendimento sociale: la tv favorisce numerose possibilità di apprendimento delle norme che regolano lo stare insieme nella società. competenza/dominanza: la tv esplicita le competenze individuali e rende evidenti le relazioni gerarchiche all’interno del nucleo familiare Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 18
  • 19. Tipologie di consumo A seconda della tipologia degli usi, Lull, distingue due tipi di famiglie: famiglia “socio-orientata”: si dà ai figli la possibilità di confrontarsi con l’esterno, si ha un alto consumo di tv e un minor controllo con una propensione verso programmi di intrattenimento famiglia “orientata alla concettualizzazione”: si parla molto con i figli e c’è minor possibilità di confronto con l’esterno, l’esposizione alla tv è ridotta e prevede una propensione verso programmi di informazione E tre modalità di consumo: comunitario, familiare, individualizzato Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 19
  • 20. Conclusioni Attraverso lo studio etnografico è possibile studiare come il pubblico utilizza i contenuti mediali nella vita quotidiana e come la società rielabora l’immaginario Mediale costruendo modelli comportamentali è possibile accedere ad un dato qualitativo e oggettivo: il dato culturale Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 20
  • 21. Bibliografia BONI F. 2004, Etnografia dei media, Laterza Bari Appunti delle lezioni del corso di Teorie e Tecniche dei nuovi media, prof.ssa Fortunati L., Uniud Colella Anna Rita - Università degli Studi di Udine 21