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Lo studio dell’interno della Terra

L'uomo non ha mai raggiunto profondità superiori ai 10
chilometri, ma dallo studio di particolari fenomeni, quali
le onde sismiche ha tratto importanti informazioni che
hanno portato all'attuale ipotesi sulla struttura interna
della Terra.
Lo studio delle onde sismiche




1) Se sottoposte a sollecitazioni meccaniche le rocce inizialmente
   si deformano;
Lo studio delle onde sismiche




2) Le rocce accumulano energia potenziale elastica durante il
   periodo della deformazione
Lo studio delle onde sismiche




3) Quando hanno raggiunto il limite di rottura, rilasciano l’energia
   accumulata sotto forma di ONDE SISMICHE
Lo studio delle onde sismiche




Tale modello viene definito con l’espressione “Teoria del
rimbalzo elastico”
Lo studio delle onde sismiche




L’energia accumulata viene liberata improvvisamente dando
origine a un sisma
Lo studio delle onde sismiche




L'ubicazione della zona 'sorgente' si assimila ad un punto
denominato ipocentro. Il suo corrispondente sulla superficie
terrestre si chiama epicentro.
Le onde P

            Le onde P, che si
            generano in
            corrispondenza
            dell'ipocentro di un
            terremoto, si
            propagano attraverso
            rocce solide e fluide..


            Le onde P viaggiano
            ad una velocità
            maggiore (5,5 – 14
            km/s) rispetto alla
            altre onde e giungono
            in superficie per
            prime.
Le onde P




            Le rocce attraversate
            da queste onde
            subiscono rapide
            variazioni di volume,
            comprimendosi e
            dilatandosi
            alternativamente:
            sono onde
            longitudinali.
Le onde S



            Anche le onde S si
            generano nell'ipocentro
            dei terremoti. Le
            particelle delle rocce
            colpite dalle onde S
            compiono oscillazioni
            perpendicolari alla
            direzione di
            propagazione.
Le onde S



            Per questo motivo esse sono
            meno veloci (3 – 7 km/s) e
            giungono in superficie dopo le
            onde P…




            Le onde S non si propagano
            attraverso i fluidi. Non
            possono perciò attraversare il
            nucleo esterno che si trova
            allo stato fluido.
Le onde S




Le onde S sono onde trasversali
Le onde superficiali



                Le onde P e S,
                giunte in superficie
                formano onde
                superficiali, o lunghe,
                a velocità costante
                (3,5 Km/s),
                propagantisi
                dall’epicentro: le
                onde di Love e le
                onde di Rayleigh
Le onde superficiali



                Le onde di Love
                determinano una
                vibrazione del
                terreno ortogonale
                alla direzione di
                propagazione
                dell’onda…

                Le onde di Rayleigh
                imprimono invece un
                moto ellittico alle
                particelle del suolo.
Lo studio delle onde sismiche

L’onda sismica si propaga dall’ipocentro e si dirige in tutte le
direzioni con la stessa velocità. I punti interessati dal
passaggio dell’onda costituiscono il fronte d’onda…
Il comportamento delle onde sismiche




Quando il fronte d’onda incontra una superficie di discontinuità,
l’onda subisce fenomeni di rifrazione e di riflessione.
Una superficie di discontinuità è una zona in cui cambiano le
caratteristiche chimico-fisiche del mezzo attraversato.
Il comportamento delle onde sismiche




-Se l’onda passa da un mezzo con densità minore a uno con densità maggiore, la
velocità aumenta e la sua inclinazione diminuisce (a).
-Se l’onda passa da un mezzo con densità maggiore a uno con densità minore, la
velocità diminuisce e la sua inclinazione aumenta (b).
Il comportamento delle onde sismiche




La presenza del nucleo esterno liquido provoca l’estinzione delle onde S che
lo attraversano, mentre le onde P passano indisturbate.
La struttura interna della Terra


Lo studio del comportamento
delle onde P e S ci dice che
la Terra è costituita da una
serie di involucri a densità
crescente verso il nucleo.

Ogni involucro è separato dal
successivo tramite una
superficie di discontinuità.
Le superfici di discontinuità


Discontinuità di Mohorovicic
(Moho): separa la crosta dal
sottostante mantello.




Si trova ad una profondità
variabile:
- 11 Km sotto gli oceani
- 35 Km sotto i continenti
- 80 Km sotto le catene
  montuose più elevate.
Le superfici di discontinuità


Discontinuità di Gutenberg:
separa il mantello dal
sottostante nucleo.




Si trova alla profondità di
2900 Km
Le superfici di discontinuità


Discontinuità di Lehmann:
separa il nucleo esterno
(liquido) dal nucleo interno
(solido)..

Si trova alla profondità di
5000 Km

Discontinuità di Repetti:
separa il mantello superiore
(più plastico) dal mantello
inferiore (più rigido)..
Gli involucri della Terra



Schematizzando possiamo
riconoscere:
- litosfera, (crosta + mantello
litosferico) ad alta velocità di
propagazione delle onde
sismiche (zona solida)

- astenosfera, a bassa velocità
di propagazione delle onde
sismiche (zona fusa)
Gli involucri della Terra

 - mantello inferiore, a
 crescente velocità di
 propagazione delle
 onde sismiche
 (maggiore densità)


- nucleo esterno fluido
- nucleo interno solido
Il calore interno della Terra



Lo strato superficiale
della crosta,fino a circa
25 – 30 metri di
profondità ha una
temperatura dipendente
da quella ambientale.

Scendendo più in
profondità la
temperatura cresce
progressivamente:
Il calore interno della Terra


Si chiama gradiente
geotermico l'aumento
della temperatura con la
profondità.

In media questo
gradiente e di circa 1
grado centigrado ogni 33
metri (3 gradi ogni 100
metri) di profondità.

Tale gradiente è un
valore medio in quanto
ogni regione risente di
una peculiare situazione
geologica.
La geoterma




              Questa curva
              descrive
              l’andamento della
              temperatura in
              funzione della
              profondità e
              permette di
              descrivere lo stato
              fisico degli
              involucri terrestri
HFU (Heat Flow Unit)




Il nostro pianeta diffonde calore che, dal nucleo e dal
mantello, si trasferisce alla crosta e all'atmosfera (anche se il
calore che assume l'atmosfera da questi processi è assai
minore di quello che è fornito dal Sole).
HFU (Heat Flow Unit)




In media il calore calcolato è pari a pari a 0,06 watt per metro
quadro, quindi moltiplicato per tutta la superficie si arriva a
valori di 30.000 miliardi di watt.
HFU (Heat Flow Unit)




Questa energia termica, per unità di tempo e di area,
costituisce il flusso di calore e viene espressa in HFU (Heat
Flow Unit) ed è equivalente ad una microcaloria per
centimetro quadro al secondo
HFU (Heat Flow Unit)




Il flusso di calore diminuisce con l'aumentare dell'età del fondo
oceanico, cioè via via che ci si allontana dalla dorsale dove si
registrano flussi intorno ai 2 HFU. Nelle fosse oceaniche al
contrario si registrano valori inferiori ad 1 HFU.
HFU (Heat Flow Unit)




Il flusso di calore in corrispondenza dei continenti è piuttosto
basso (circa 1 HFU)
HFU (Heat Flow Unit)




                   Il flusso di calore
                   in funzione dell’età
                   dei fondali oceanici
L'Italia è posta su una zona ad alto flusso di calore a causa
dell'elevata attività tettonica e vulcanica dell'area del
Mediterraneo (superiore a 2 HFU nella parte delle Alpi e a 3 HFU
nella regione vulcanica Tosco-Laziale).
Il trasporto del calore dal nucleo verso la crosta terrestre


 Conduzione (ma le rocce hanno una scarsa conducibilità
 termica: uno strato di lava spesso 50 metri si raffredda in
 circa 150 anni.)


Deve quindi esistere un altro meccanismo di trasporto del calore:




       La convezione
La convezione

Nel mantello sono localizzate correnti convettive che
trasportano il calore dall’interno del pianeta verso
l’esterno…
La convezione


Le correnti convettive danno luogo a zone di convergenza e
di divergenza. In corrispondenza delle prime si trovano fosse
oceaniche, archi insulari, catene montuose. In
corrispondenza delle seconde troviamo le dorsali oceaniche.
I terremoti
Un terremoto o sisma, è un'improvvisa, rapida
vibrazione del suolo causata dal rilascio di una grande
quantità di energia accumulata in masse rocciose.
Il fenomeno che sta alla base della maggior parte dei
terremoti è chiamato rimbalzo elastico.
I terremoti
A pressioni non elevate le masse rocciose, se sottoposte a
sforzi, hanno un comportamento “elastico": la roccia si
deforma in modo elastico fino ad un valore A dello sforzo
accumulando energia.
I terremoti
Al di sopra di tale valore la relazione non è più lineare.
Quando lo sforzo raggiunge un determinato valore C (punto di
rottura) la roccia si rompe, liberando tutta l'energia
accumulata fino a quel momento.
I terremoti
Se una porzione di roccia inizia a deformarsi, essa offrirà una
certa resistenza ma quando le forze che tengono insieme la
roccia vengono superate da quelle che tendono a deformarla
allora questa si spezza a partire dal punto più debole dove si
crea una faglia.
I terremoti
L'energia accumulata nelle rocce si libera sotto
forma di intense e rapide vibrazioni che si
propagano in tutte le direzioni sotto forma onde
sismiche.
I terremoti
Le vibrazioni prodotte dalle onde sismiche si
possono scomporre in due componenti:


 1) verticale, che dà origine a scosse sussultorie


 2) orizzontale, che dà origine a scosse ondulatorie
I terremoti
Le linee immaginarie che uniscono i punti dove il
sisma si è manifestato con la stessa intensità sono
dette isosisme.




            Le isosisme del terremoto in Irpinia del 1980
In base alla profondità dell'ipocentro i terremoti si
   possono dividere in:


• terremoti superficiali con ipocentro tra 0 e
  70 km; rappresentano circa l'85% di quelli
  registrati ogni anno;

2. terremoti medi con ipocentro tra 70 e 300
   km; rappresentano circa il 12% del totale;


3. terremoti profondi con ipocentro oltre i 300
   km; sono circa il 3% del totale.
Intensità dei terremoti : il sismografo

Fondamentalmente un sismografo è un semplice pendolo.
Quando la terra trema, la base dello strumento si muove
con essa, ma l'inerzia mantiene il pendolo in posto. Esso
allora sembrerà muoversi, relativamente al suolo che vibra.
Intensità dei terremoti : il sismogramma

  Muovendosi esso traccia su un rullo di carta una
  registrazione chiamata sismogramma.




Nel sismogramma si riconoscono 3 fasi successive:

3) Fase iniziale che registra le onde P e S
2) Fase principale che registra le onde superficiali
3) Fase finale che registra onde sempre più smorzate
Intensità dei terremoti: le scale sismiche

     La scala Mercalli si basa sugli effetti provocati da un sisma.
Essa è quindi una scala empirica: la valutazione dell’intensità del sisma dipende
da numerosi fattori (geologia del luogo, densità abitativa, tipologia di edifici)
       grad
                 scossa                                                                                  descrizione
        o

         I     strumentale                                                                                    non avvertito


        II    leggerissima                                           avvertito solo da poche persone in quiete, gli oggetti sospesi esilmente possono oscillare


        III      leggera                           avvertito notevolmente da persone al chiuso, specie ai piani alti degli edifici; automobili ferme possono oscillare lievemente


        IV      mediocre              avvertito da molti all'interno di un edificio in ore diurne, all'aperto da pochi; di notte alcuni vengono destati; automobili ferme oscillano notevolmente


        V         forte                        avvertito praticamente da tutti, molti destati nel sonno; crepe nei rivestimenti, oggetti rovesciati; a volte scuotimento di alberi e pali


        VI     molto forte                   avvertito da tutti, moltispaventati corrono all'aperto; spostamento di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai comignoli; danni lievi


                                  tutti fuggono all'aperto; danni trascurabili a edifici di buona progettazione e costruzione, da lievi a moderati per strutture ordinarie ben costruite; avvertito da
       VII      fortissima                                                                          persone alla guida di automobili

                                danni lievi a strutture antisismiche; crolli parziali in edifici ordinari; caduta di ciminiere, monumenti, colonne; ribaltamento di mobili pesanti; variazioni dell'acqua
       VIII     rovinosa                                                                                           dei pozzi

                                 danni a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni; fessurazione del suolo; rottura di
        IX     disastrosa                                                                                     cavi sotterranei


              disastrosissima
        X                           distruzione della maggior parte delle strutture in muratura; notevole fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli in argini fluviali o ripidi pendii



                                poche strutture in muratura rimangono in piedi; distruzione di ponti; ampie fessure nel terreno; condutture sotterranee fuori uso; sprofondamenti e slittamenti del
        XI     catastrofica                                                                            terreno in suoli molli


                  grande
       XII                                           danneggiamento totale; onde sulla superfice del suolo; distorsione delle linee di vista e di livello; oggetti lanciati in aria
                catastrofe
Intensità dei terremoti: le scale sismiche

    La scala Richter si basa sulla magnitudo, definibile come:

        M = log A – log A°

    Dove A° è’ l’ampiezza di un terremoto standard e A è l’ampiezza
    del terremoto da analizzare, misurate su un sismografo.
                   E’ quindi una scala oggettiva.


La scala Richter può assumere valori interi, decimali e anche negativi.


La magnitudo più elevata mai registrata è pari a 9.
Distribuzione geografica dei terremoti


   La maggior parte dei terremoti si verifica:




1) Lungo le dorsali oceaniche


2) Nei sistemi arco-fossa

3) Lungo le faglie

4) Nelle zone orogenetiche
Distribuzione geografica dei terremoti




 I sismi si verificano comunque in aree
 geologicamente attive..
 Tali zone coincidono con i margini delle placche
 litosferiche.
Confronto con la mappa
delle placche litosferiche
La sismicità in Italia

                         L'Italia è situata
                         nella zona di
                         collisione tra le
                         placche Africana ed
                         Eurasiatica, e questo
                         fatto comporta un
                         elevato rischio
                         sismico.


                         La sismicità è
                         concentrata nella
                         parte centro-
                         meridionale della
                         penisola ed in alcune
                         aree settentrionali.

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12 l'interno della terra e i sismi

  • 1. Lo studio dell’interno della Terra L'uomo non ha mai raggiunto profondità superiori ai 10 chilometri, ma dallo studio di particolari fenomeni, quali le onde sismiche ha tratto importanti informazioni che hanno portato all'attuale ipotesi sulla struttura interna della Terra.
  • 2. Lo studio delle onde sismiche 1) Se sottoposte a sollecitazioni meccaniche le rocce inizialmente si deformano;
  • 3. Lo studio delle onde sismiche 2) Le rocce accumulano energia potenziale elastica durante il periodo della deformazione
  • 4. Lo studio delle onde sismiche 3) Quando hanno raggiunto il limite di rottura, rilasciano l’energia accumulata sotto forma di ONDE SISMICHE
  • 5. Lo studio delle onde sismiche Tale modello viene definito con l’espressione “Teoria del rimbalzo elastico”
  • 6. Lo studio delle onde sismiche L’energia accumulata viene liberata improvvisamente dando origine a un sisma
  • 7. Lo studio delle onde sismiche L'ubicazione della zona 'sorgente' si assimila ad un punto denominato ipocentro. Il suo corrispondente sulla superficie terrestre si chiama epicentro.
  • 8. Le onde P Le onde P, che si generano in corrispondenza dell'ipocentro di un terremoto, si propagano attraverso rocce solide e fluide.. Le onde P viaggiano ad una velocità maggiore (5,5 – 14 km/s) rispetto alla altre onde e giungono in superficie per prime.
  • 9. Le onde P Le rocce attraversate da queste onde subiscono rapide variazioni di volume, comprimendosi e dilatandosi alternativamente: sono onde longitudinali.
  • 10. Le onde S Anche le onde S si generano nell'ipocentro dei terremoti. Le particelle delle rocce colpite dalle onde S compiono oscillazioni perpendicolari alla direzione di propagazione.
  • 11. Le onde S Per questo motivo esse sono meno veloci (3 – 7 km/s) e giungono in superficie dopo le onde P… Le onde S non si propagano attraverso i fluidi. Non possono perciò attraversare il nucleo esterno che si trova allo stato fluido.
  • 12. Le onde S Le onde S sono onde trasversali
  • 13. Le onde superficiali Le onde P e S, giunte in superficie formano onde superficiali, o lunghe, a velocità costante (3,5 Km/s), propagantisi dall’epicentro: le onde di Love e le onde di Rayleigh
  • 14. Le onde superficiali Le onde di Love determinano una vibrazione del terreno ortogonale alla direzione di propagazione dell’onda… Le onde di Rayleigh imprimono invece un moto ellittico alle particelle del suolo.
  • 15. Lo studio delle onde sismiche L’onda sismica si propaga dall’ipocentro e si dirige in tutte le direzioni con la stessa velocità. I punti interessati dal passaggio dell’onda costituiscono il fronte d’onda…
  • 16. Il comportamento delle onde sismiche Quando il fronte d’onda incontra una superficie di discontinuità, l’onda subisce fenomeni di rifrazione e di riflessione. Una superficie di discontinuità è una zona in cui cambiano le caratteristiche chimico-fisiche del mezzo attraversato.
  • 17. Il comportamento delle onde sismiche -Se l’onda passa da un mezzo con densità minore a uno con densità maggiore, la velocità aumenta e la sua inclinazione diminuisce (a). -Se l’onda passa da un mezzo con densità maggiore a uno con densità minore, la velocità diminuisce e la sua inclinazione aumenta (b).
  • 18. Il comportamento delle onde sismiche La presenza del nucleo esterno liquido provoca l’estinzione delle onde S che lo attraversano, mentre le onde P passano indisturbate.
  • 19. La struttura interna della Terra Lo studio del comportamento delle onde P e S ci dice che la Terra è costituita da una serie di involucri a densità crescente verso il nucleo. Ogni involucro è separato dal successivo tramite una superficie di discontinuità.
  • 20. Le superfici di discontinuità Discontinuità di Mohorovicic (Moho): separa la crosta dal sottostante mantello. Si trova ad una profondità variabile: - 11 Km sotto gli oceani - 35 Km sotto i continenti - 80 Km sotto le catene montuose più elevate.
  • 21. Le superfici di discontinuità Discontinuità di Gutenberg: separa il mantello dal sottostante nucleo. Si trova alla profondità di 2900 Km
  • 22. Le superfici di discontinuità Discontinuità di Lehmann: separa il nucleo esterno (liquido) dal nucleo interno (solido).. Si trova alla profondità di 5000 Km Discontinuità di Repetti: separa il mantello superiore (più plastico) dal mantello inferiore (più rigido)..
  • 23. Gli involucri della Terra Schematizzando possiamo riconoscere: - litosfera, (crosta + mantello litosferico) ad alta velocità di propagazione delle onde sismiche (zona solida) - astenosfera, a bassa velocità di propagazione delle onde sismiche (zona fusa)
  • 24. Gli involucri della Terra - mantello inferiore, a crescente velocità di propagazione delle onde sismiche (maggiore densità) - nucleo esterno fluido - nucleo interno solido
  • 25. Il calore interno della Terra Lo strato superficiale della crosta,fino a circa 25 – 30 metri di profondità ha una temperatura dipendente da quella ambientale. Scendendo più in profondità la temperatura cresce progressivamente:
  • 26. Il calore interno della Terra Si chiama gradiente geotermico l'aumento della temperatura con la profondità. In media questo gradiente e di circa 1 grado centigrado ogni 33 metri (3 gradi ogni 100 metri) di profondità. Tale gradiente è un valore medio in quanto ogni regione risente di una peculiare situazione geologica.
  • 27. La geoterma Questa curva descrive l’andamento della temperatura in funzione della profondità e permette di descrivere lo stato fisico degli involucri terrestri
  • 28. HFU (Heat Flow Unit) Il nostro pianeta diffonde calore che, dal nucleo e dal mantello, si trasferisce alla crosta e all'atmosfera (anche se il calore che assume l'atmosfera da questi processi è assai minore di quello che è fornito dal Sole).
  • 29. HFU (Heat Flow Unit) In media il calore calcolato è pari a pari a 0,06 watt per metro quadro, quindi moltiplicato per tutta la superficie si arriva a valori di 30.000 miliardi di watt.
  • 30. HFU (Heat Flow Unit) Questa energia termica, per unità di tempo e di area, costituisce il flusso di calore e viene espressa in HFU (Heat Flow Unit) ed è equivalente ad una microcaloria per centimetro quadro al secondo
  • 31. HFU (Heat Flow Unit) Il flusso di calore diminuisce con l'aumentare dell'età del fondo oceanico, cioè via via che ci si allontana dalla dorsale dove si registrano flussi intorno ai 2 HFU. Nelle fosse oceaniche al contrario si registrano valori inferiori ad 1 HFU.
  • 32. HFU (Heat Flow Unit) Il flusso di calore in corrispondenza dei continenti è piuttosto basso (circa 1 HFU)
  • 33. HFU (Heat Flow Unit) Il flusso di calore in funzione dell’età dei fondali oceanici
  • 34. L'Italia è posta su una zona ad alto flusso di calore a causa dell'elevata attività tettonica e vulcanica dell'area del Mediterraneo (superiore a 2 HFU nella parte delle Alpi e a 3 HFU nella regione vulcanica Tosco-Laziale).
  • 35. Il trasporto del calore dal nucleo verso la crosta terrestre Conduzione (ma le rocce hanno una scarsa conducibilità termica: uno strato di lava spesso 50 metri si raffredda in circa 150 anni.) Deve quindi esistere un altro meccanismo di trasporto del calore: La convezione
  • 36. La convezione Nel mantello sono localizzate correnti convettive che trasportano il calore dall’interno del pianeta verso l’esterno…
  • 37. La convezione Le correnti convettive danno luogo a zone di convergenza e di divergenza. In corrispondenza delle prime si trovano fosse oceaniche, archi insulari, catene montuose. In corrispondenza delle seconde troviamo le dorsali oceaniche.
  • 38. I terremoti Un terremoto o sisma, è un'improvvisa, rapida vibrazione del suolo causata dal rilascio di una grande quantità di energia accumulata in masse rocciose. Il fenomeno che sta alla base della maggior parte dei terremoti è chiamato rimbalzo elastico.
  • 39. I terremoti A pressioni non elevate le masse rocciose, se sottoposte a sforzi, hanno un comportamento “elastico": la roccia si deforma in modo elastico fino ad un valore A dello sforzo accumulando energia.
  • 40. I terremoti Al di sopra di tale valore la relazione non è più lineare. Quando lo sforzo raggiunge un determinato valore C (punto di rottura) la roccia si rompe, liberando tutta l'energia accumulata fino a quel momento.
  • 41. I terremoti Se una porzione di roccia inizia a deformarsi, essa offrirà una certa resistenza ma quando le forze che tengono insieme la roccia vengono superate da quelle che tendono a deformarla allora questa si spezza a partire dal punto più debole dove si crea una faglia.
  • 42. I terremoti L'energia accumulata nelle rocce si libera sotto forma di intense e rapide vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni sotto forma onde sismiche.
  • 43. I terremoti Le vibrazioni prodotte dalle onde sismiche si possono scomporre in due componenti: 1) verticale, che dà origine a scosse sussultorie 2) orizzontale, che dà origine a scosse ondulatorie
  • 44. I terremoti Le linee immaginarie che uniscono i punti dove il sisma si è manifestato con la stessa intensità sono dette isosisme. Le isosisme del terremoto in Irpinia del 1980
  • 45. In base alla profondità dell'ipocentro i terremoti si possono dividere in: • terremoti superficiali con ipocentro tra 0 e 70 km; rappresentano circa l'85% di quelli registrati ogni anno; 2. terremoti medi con ipocentro tra 70 e 300 km; rappresentano circa il 12% del totale; 3. terremoti profondi con ipocentro oltre i 300 km; sono circa il 3% del totale.
  • 46. Intensità dei terremoti : il sismografo Fondamentalmente un sismografo è un semplice pendolo. Quando la terra trema, la base dello strumento si muove con essa, ma l'inerzia mantiene il pendolo in posto. Esso allora sembrerà muoversi, relativamente al suolo che vibra.
  • 47. Intensità dei terremoti : il sismogramma Muovendosi esso traccia su un rullo di carta una registrazione chiamata sismogramma. Nel sismogramma si riconoscono 3 fasi successive: 3) Fase iniziale che registra le onde P e S 2) Fase principale che registra le onde superficiali 3) Fase finale che registra onde sempre più smorzate
  • 48. Intensità dei terremoti: le scale sismiche La scala Mercalli si basa sugli effetti provocati da un sisma. Essa è quindi una scala empirica: la valutazione dell’intensità del sisma dipende da numerosi fattori (geologia del luogo, densità abitativa, tipologia di edifici) grad scossa descrizione o I strumentale non avvertito II leggerissima avvertito solo da poche persone in quiete, gli oggetti sospesi esilmente possono oscillare III leggera avvertito notevolmente da persone al chiuso, specie ai piani alti degli edifici; automobili ferme possono oscillare lievemente IV mediocre avvertito da molti all'interno di un edificio in ore diurne, all'aperto da pochi; di notte alcuni vengono destati; automobili ferme oscillano notevolmente V forte avvertito praticamente da tutti, molti destati nel sonno; crepe nei rivestimenti, oggetti rovesciati; a volte scuotimento di alberi e pali VI molto forte avvertito da tutti, moltispaventati corrono all'aperto; spostamento di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai comignoli; danni lievi tutti fuggono all'aperto; danni trascurabili a edifici di buona progettazione e costruzione, da lievi a moderati per strutture ordinarie ben costruite; avvertito da VII fortissima persone alla guida di automobili danni lievi a strutture antisismiche; crolli parziali in edifici ordinari; caduta di ciminiere, monumenti, colonne; ribaltamento di mobili pesanti; variazioni dell'acqua VIII rovinosa dei pozzi danni a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni; fessurazione del suolo; rottura di IX disastrosa cavi sotterranei disastrosissima X distruzione della maggior parte delle strutture in muratura; notevole fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli in argini fluviali o ripidi pendii poche strutture in muratura rimangono in piedi; distruzione di ponti; ampie fessure nel terreno; condutture sotterranee fuori uso; sprofondamenti e slittamenti del XI catastrofica terreno in suoli molli grande XII danneggiamento totale; onde sulla superfice del suolo; distorsione delle linee di vista e di livello; oggetti lanciati in aria catastrofe
  • 49. Intensità dei terremoti: le scale sismiche La scala Richter si basa sulla magnitudo, definibile come: M = log A – log A° Dove A° è’ l’ampiezza di un terremoto standard e A è l’ampiezza del terremoto da analizzare, misurate su un sismografo. E’ quindi una scala oggettiva. La scala Richter può assumere valori interi, decimali e anche negativi. La magnitudo più elevata mai registrata è pari a 9.
  • 50. Distribuzione geografica dei terremoti La maggior parte dei terremoti si verifica: 1) Lungo le dorsali oceaniche 2) Nei sistemi arco-fossa 3) Lungo le faglie 4) Nelle zone orogenetiche
  • 51. Distribuzione geografica dei terremoti I sismi si verificano comunque in aree geologicamente attive.. Tali zone coincidono con i margini delle placche litosferiche.
  • 52. Confronto con la mappa delle placche litosferiche
  • 53. La sismicità in Italia L'Italia è situata nella zona di collisione tra le placche Africana ed Eurasiatica, e questo fatto comporta un elevato rischio sismico. La sismicità è concentrata nella parte centro- meridionale della penisola ed in alcune aree settentrionali.