1. L'esperimento di Miller-Urey rappresenta la prima dimostrazione che molecole organiche si possono
formare spontaneamente, nelle giuste condizioni ambientali, a partire da sostanze inorganiche più semplici.
L'esperimento fu condotto negli anni 50 da Stanley Miller e dal suo docente, il premio Nobel Harold Urey, per
dimostrare la teoria di Oparin e Haldane, i quali ipotizzavano che le condizioni della Terra primordiale
avessero favoritoreazioni chimiche conducenti alla formazione di composti organici a partire da componenti
inorganiche.
Per compiere questo esperimento Miller ricreò determinate condizioni ambientali che si pensava fossero
presenti nella Terra primordiale. Partì dal presupposto che in quell'atmosfera non ci fosse ossigeno libero,
quanto piuttosto abbondasse idrogeno, l'elemento più diffuso nell'universo, e altri gas qualimetano (CH4)
e ammoniaca (NH3), oltre ad acqua (H2O). Con queste condizioni ed in presenza di una fonte di energia,
come fulmini o la radiazione solare, si sarebbero potute originare molecole più complesse.
Per l'esperimento Miller e il suo professore si servirono dei gas elencati precedentemente contenuti in un
sistema sterile costituito da due sfere contenenti l'una acqua allo stato liquido e l'altra due elettrodi, collegate
tra loro da un sistema di tubi sigillati. L'acqua veniva scaldata per indurre la formazione di vapore acqueo
mentre i due elettrodi venivano utilizzati per fornire scariche elettriche che simulavano fulmini in presenza di
quella miscela gassosa. Il tutto veniva poi raffreddato cosicché l'acqua potesse ricondensare e ricadere nella
prima sfera per ripetere il ciclo.
Dopo circa una settimana ininterrotta in cui le condizioni erano mantenute costanti, Miller osservò che circa il
15% del carbonio era andato a formare composti organici, tra cui alcuni aminoacidi ed altri potenziali
costituenti biologici,